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Autore: DarkPoison    10/04/2013    2 recensioni
Una storia che ho scritto nel 2008 e mai pubblicato perché pensavo di concluderla. Oggi la rileggo e mi dico "ma no, lasciamola finire così".
Un Harry che mi piace giudicare molto maturo. Un Draco che è quello che è. Una trama sottintesa. In pratica la fotografia di un momento... un momento di svolta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Perché odio le tragedie degli equivoci, quindi aggiustatevi

Scampato pericolo.

 

Ovvero: perché odio le tragedie degli equivoci, quindi aggiustatevi.

 

 

Harry scivolò nella sala comune di Serpeverde, nascosto agli sguardi dal suo prezioso mantello dell’invisibilità. Era il compleanno di Draco. Aveva in mente di festeggiarlo in modo del tutto particolare, nella stanza privata del bel caposcuola. Forse non aveva organizzato per il suo ragazzo una festa in grande stile, ma conoscendo Draco, sarebbe stato lui a fare la festa ad Harry. Magari anche due o tre volte, pensò Harry con un ghigno di anticipazione.

 

L’oggetto delle sue mire era davanti ai suoi occhi, comodamente seduto su una poltroncina di fronte al suo migliore amico, Blaise Zabini. Quest’ultimo si chinò verso l’affascinante biondo e gli sussurrò qualcosa, a bassa voce perché gli altri serpeverde sparsi per la sala non sentissero. Harry, comunque, era ormai abbastanza vicino per cogliere le parole del moro:

«Allora, quando lo farai?»

Harry spostò lo sguardo su Draco, che a quelle parole si era irrigidito e aveva portato lo sguardo a terra.

«Fare cosa, Blaise? Non ti seguo.» affermò, con ostentata noncuranza.

Harry studiò per un lungo momento il suo biondo amore. Sotto la facciata di apparente tranquillità, Malfoy aveva decisamente qualcosa che non andava. Le mani di Draco tremavano. Le mani di Draco non tremavano mai, si scosse Harry. Nemmeno quando erano insieme, nemmeno la notte della loro prima volta, quelle mani affusolate ed eleganti avevano tremato

«Draco, non fare lo stupido.» bisbigliò Blaise a voce più bassa. «Quando hai intenzione di lasciare Potter?»

Harry spalancò gli occhi e smise di respirare, per un lungo momento. Draco voleva lasciarlo? Ma no, disse a sé stesso, mentre il suo cuore iniziava a battere a ritmo impossibile. No, certamente qualcuno stava cercando di costringerlo, magari lo stava minacciando perché lasciasse Harry… Draco, di sua spontanea volontà, non lo avrebbe mai fatto! Harry ne era assolutamente convinto.

 

«Ecco, Blaise… non è così semplice» temporeggiò Draco, abbandonando la pretesa che fosse tutto sotto controllo. Harry non lo aveva mai visto così… insicuro.

«Non è così semplice?» il moro inarcò le sopracciglia «Draco, cosa c’è che non è semplice? Il tuo piano era semplicissimo, mi pare; conquistare Potter, entrare nel suo letto, farti amare da lui e poi scaricarlo quando fosse cotto a puntino» elencò freddamente Zabini, con un tono di chiara disapprovazione. Evidentemente non era d’accordo su un piano così maschino, ma Harry non ci fece caso. Le parole di Blaise lo avevano colpito al cuore, dolorose come una Cruciatus. Non poteva essere vero!

Fissò lo sguardo sulla testa bionda di Draco, che gli dava le spalle. Sperò in un segno da parte sua, una parola, un gesto qualsiasi che gli confermasse che Zabini stava mentendo. «Hai detto che lo disprezzavi. Hai detto che lo odiavi sopra ogni altra cosa e che volevi solo vederlo strisciare ai tuoi piedi, distrutto dal dolore. Che volevi fare a pezzi il suo cuore e gettarlo nel fango, davanti ai suoi occhi.» Continuò intanto il moro serpeverde, con il tono di chi sta citando delle parole che conosce a memoria. «Cosa c’è che non è semplice, Draco?» ripeté, le labbra serrate in una piega amara.

Harry continuò a guardare Draco, mentre la speranza che il suo biondo amore negasse tutto, accusando Zabini di essere uno sporco bugiardo, si spegneva lentamente come la fiammella di una candela che soffoca nella sua stessa cera. Perché Draco non parlava? Perché non negava? Perché non rispondeva alle domande, alle accuse di Zabini? Harry era pietrificato dall’orrore. Possibile che fosse tutto… vero? Possibile che quando Draco l’aveva avvicinato, all’inizio dell’anno, affermando di essere cambiato, di non voler seguire le orme di suo padre, di voler essere suo amico… stesse mentendo? Oh, Harry aveva avuto i suoi giusti sospetti, all’inizio. Ma Draco era stato così verosimilmente gentile – ma non troppo –, e seducente – dopo il giusto lasso di tempo – che Harry aveva davvero ingenuamente creduto che Draco, come giurava, standogli vicino come amico avesse scoperto un lato di Harry che non conosceva, che lo aveva fatto innamorare del piccolo eroe grifondoro. Ma che stupido era stato. Draco era una serpe, e una serpe sarebbe rimasto. Il suo silenzio risuonava nelle orecchie di Harry più chiaramente di qualsiasi ammissione di colpevolezza.

Quella realizzazione lo colpì come un Bolide nello stomaco.

 

Draco lo odiava.

Draco non l’aveva mai amato. Draco l’aveva ingannato, scherzando con i suoi sentimenti, ed era sempre stato pronto a colpirlo a tradimento, anche se sapeva che Harry l’amava, anche se Harry si era fidato di lui, anche se gli aveva aperto il suo cuore e gli aveva dato tutto sé stesso… nonostante questo, Draco aveva intenzione di spezzargli il cuore, tradire la sua fiducia, colpirlo dov’era più vulnerabile.

Il grifondoro fissò lo sguardo davanti a sé, sulla nuca pallida di Draco, un punto che adorava baciare a sorpresa quando gli arrivava alle spalle. Adesso avrebbe voluto colpirlo. No, non è vero. Avrebbe solo voluto scappare e nascondersi, ma i suoi piedi erano come incollati a terra. Fantastico, pensò amaramente Harry. Adesso sentirò dalle labbra di Draco, quello che veramente pensa di me…

 

Draco intrecciò le dita in grembo, e poi distese nuovamente le mani. Giocherellò con un lembo del mantello. Blaise aspettava una risposta. Il biondo si sforzò di non abbassare lo sguardo. Un Malfoy non abbassa mai lo sguardo. Nel tono più naturale che riuscì a mettere insieme, confidò al suo amico:

«In realtà… non ho intenzione di lasciare Harry».

Blaise sbattè le palpebre un paio di volte, spiazzato.

«Come? Non ancora?»

«Hm… no. Non ancora.» confermò Draco, ed Harry si sentì usato. «Né mai.» aggiunse Draco, dopo un sospiro profondo.

 

Sia Harry che Zabini sussultarono a quell’improvviso voltafaccia.

«Co… cosa? Draco, che significa?» domandò Blaise, dando voce alle domande che si agitavano anche nel cuore di Harry.

«Non ho intenzione di lasciare Harry.» ripetè Draco, senza fornire ulteriori spiegazioni. Sembrava… imbarazzato, notò Blaise con stupore.

«Draco?» chiamò Blaise, dopo un interminabile momento di silenzio che stava straziando Harry per l’aspettativa. «C’è qualcosa che non mi hai detto?»

 

Draco fulminò il compagno con un’occhiataccia. «Certo che c’è qualcosa che non ti ho detto. Maledizione. Non mi fido di te, Blaise.»

Zabini non si scompose troppo. Si appoggiò comodamente allo schienale della poltroncina. «Ah no? Peccato, credevo fossimo amici.»

«Blaise» ricominciò Draco, più pacatamente «Sono cose personali.»

Zabini ridacchiò, anche se Harry non ci trovava niente da ridere.

«Non è questo il punto, Draco. Tu non ti fidi di nessuno. Hai sempre paura di mostrare agli altri la tua umanità, perché la consideri una debolezza. Credi che non mi sia accorto che negli ultimi mesi sei stato felice come mai prima in vita tua?»

Draco arrossì, anche se Harry non poteva vederlo. Tuttavia si sentì lusingato. Allora Draco era felice con lui… e aveva detto che non lo avrebbe mai lasciato… un piccolo sorriso di comprensione si fece largo sulle labbra di Potter.

«Credevo di averlo nascosto bene» borbottò Draco, imbarazzato.

«Oh, certamente hai ingannato i nostri compagni, e quell’oca spennata di Pansy, ma non potevi ingannare me. Siamo cresciuti insieme, Draco.» affermò Blaise, in tono leggero e giocoso.

Draco deglutì e si appoggiò allo schienale della sua poltroncina di velluto verde, e Harry dovette spostarsi un po’ indietro perché Draco non si avvedesse della sua presenza. «Quindi tu sapevi che… che io ed Harry stiamo insieme.»

«Draco, lo sa tutta la scuola. Non ne avete mai fatto mistero.»

«No. Non volevo dire quello.» Draco orami era color porpora. «Tu sapevi che io… che non era una finta. Che amo davvero Harry Potter.»

Zabini sorrise apertamente. «Sospettavo che gli fossi più affezionato di quanto volessi dare a vedere. Quindi lo ami?»

Draco annuì seccamente, come se farlo gli costasse grande fatica, ma fosse allo stesso tempo una liberazione. Harry era letteralmente al settimo cielo. Il cuore gli batteva all’impazzata e avrebbe voluto abbracciare Draco e baciare le sue labbra sottili e morbide.

«Sono stato… uno stupido.» raccontò Draco, tremando leggermente come per una risata repressa. «Credevo… credevo di sedurre Harry e poi abbandonarlo, quando si fosse innamorato di me. Ma io… dopo… dopo qualche giorno che stavamo insieme, non era più solo sesso. Ho iniziato a pensare a lui come al mio ragazzo. Ero geloso quando qualcun altro si avvicinava a lui! Oh, Harry è così… è così tanto più di quello che abbia mai immaginato. Non mi ero mai dato la pena di conoscerlo davvero. Ma da quando stiamo insieme lui… siamo diventati intimi e… lui si fida di me, e io non sopporto l’idea di rompere la sua preziosa fiducia. Harry è tutto, tutto, per me.» esalò un profondo sospiro, imbarazzato ma anche felice di poterne finalmente parlare con qualcuno. «Penso che se dovessimo lasciarci, adesso, ne morirei.» concluse con semplicità.

Il sorriso di Blaise si trasformò in un ghigno sghembo.

«E… e allora cosa hai intenzione di fare?»

Draco esitò ancora qualche attimo, stringendo e distendendo le mani a intervalli irregolari.

«Voglio… vorrei chiedere a Harry di sposarmi.»

 

Nel silenzio di tomba che seguì quell’affermazione, Harry fu consapevole soltanto del battito assordante del suo cuore, e si chiese per un momento come facessero i due serpeverde a non sentirlo. Poi, lentamente, realizzò. Draco lo amava, lo amava al punto da voler passare tutta la sua vita con lui. Draco voleva chiedergli di sposarlo. Il cuore di Harry batteva così veloce che il giovane mago credette di essere sull’orlo di un infarto.

«Ma non posso chiedergli una cosa del genere sapendo che all’inizio l’ho ingannato, e che per tutto questo tempo glie l’ho tenuto nascosto…» continuò Draco, «vorrei essere del tutto sincero con lui.»

«Cosa? Draco, hai la segatura nel cervello?» esclamò stupito il moro serpeverde «Sai, Harry, all’inizio non ti amavo, anzi ti stavo solo prendendo in giro. A proposito, vuoi sposarmi?» recitò Blaise, in falsetto. Draco afferrò un cuscino dal divanetto e glie lo tirò in faccia.

«Stupido! Lo so benissimo che non sarà facile dirglielo! Per questo che ho aspettato… insomma…» s’ingarbugliò un attimo, ma ormai era troppo tardi e non poté che finire la frase: «sono settimane che ho l’anello che voglio dare a Harry. Se dirà di si, intendo. Ma prima voglio dirgli la verità e non ho ancora trovato il coraggio, ho… ho paura che mi lascerà.»

«È ovvio che ti lascerà, stupido!» inveì Blaise, cercando di urlare e nel contempo di tenere bassa la voce. «Non ti perdonerebbe mai una cosa del genere. È una follia dirglielo. Se Potter non lo saprà, non soffrirà. Accetterà di sposarti perché ti ama almeno quanto lo ami tu… sarete una coppietta felice e fine della storia.» Ma prima ancora che Blaise terminasse la sua arringa, Draco stava già scuotendo il capo.

«Non posso ingannarlo. Harry si fida di me. Per tutta la vita le persone che ama gli hanno sempre tenuto nascoste… delle cose. Io non voglio comportarmi in modo altrettanto vile.» spiegò Malfoy, ripensando a tutte le cose che gli aveva confidato Harry nei loro momenti di intimità. Harry che si era spesso sentito tenuto a distanza dai suoi stessi amici perché loro gli tacevano cose che lui aveva il diritto di sapere; sui suoi genitori, sul suo futuro, sulla guerra. Harry aveva abbassato ogni difesa con Draco, gli aveva aperto il suo cuore e gli aveva raccontato ogni cosa di sé, senza tacere nemmeno sui ricordi che più lo facevano soffrire. L’idea di usare quelle conoscenze per ferire Harry, adesso, gli sembrava abominevole. Anzi, Draco voleva a tutti i costi proteggere il suo tesoro da qualsiasi sofferenza, e questo lo riportava all’obbligo di essere sincero con lui.

«E se Harry ti lasciasse davvero?» sussurrò Blaise, come se avesse paura che dicendolo ad alta voce si sarebbe avverato. Non era più in vena di scherzi, Blaise; aveva capito che l’amico faceva sul serio.

«Non so in che modo, ma lo convincerò a non lasciarmi.»

«Non dirmelo.» Blaise inarcò un sopracciglio. «Il grande Draco Malfoy ridotto a strisciare?»

«Spero che non si renda necessario. Ma lo farei, davvero.»

Blaise si esibì in un ghigno. «Sei una serpe, dopotutto. Un peccato non potermi gustare la scena!»

«Infatti, non puoi. Tra poco Harry verrà a trovarmi, per il mio compleanno. E voglio tutti fuori dai piedi. Se qualcuno si azzarda ad avvicinarsi alla mia stanza, lo crucio. Capito?»

Draco si alzò in piedi, e Harry fece appena in tempo a fare qualche passo indietro per non scontrarsi con il suo ragazzo. Il suo fidanzato, si corresse Harry, dal momento che aveva già un’idea ben precisa di come rispondere alla proposta di Draco.

  
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