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Autore: Onlyna    10/04/2013    6 recensioni
«Sirius, per l’ennesima volta, scendi da quella scopa e chiudi la finestra. Stai facendo una cosa incredibilmente stupida!».
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Per un paio di occhiali.


«Sirius, per l’ennesima volta, scendi da quella scopa e chiudi la finestra. Stai facendo una cosa incredibilmente stupida!».
Padfoot sbuffò, allargando le braccia in maniera teatrale, poi distolse gli occhi dal freddo paesaggio novembrino del parco di Hogwarts e li fissò in quelli castani dell’altro.
«Moony, per la giarrettiera di Morgana, ti ho già detto che non è la prima volta che lo faccio! Sempre la stessa storia, con te, vero? Non succederà nulla e non finiremo nei guai; dai, vieni con me… vuoi?».
Gli porse una mano, il sorriso malizioso di chi sapeva di avere la vittoria in pugno stampato sul volto pallido e una scintilla divertita nelle iridi grigie.
Remus sospirò, seccato: disapprovava ciò che Sirius voleva fare, ma sicuramente non poteva lasciarlo andare da solo. James non poteva partecipare all’impresa - anche considerando che la richiesta era stata sua - poiché era relegato in Infermeria dopo una rissa con un borioso Serpeverde negli spogliatoi del Quidditch, e Peter, benché tutti gli volessero un gran bene, sarebbe stato senza dubbio più d’intralcio che d’aiuto, con la sua incredibile goffaggine.
Con un’espressione cupa sul volto, si issò sulla scopa alle spalle di Sirius, ignorando volutamente la mano che gli aveva offerto; strinse le braccia attorno alla sua vita - Sirius sorrise, ancora più soddisfatto - e premette il viso contro la nuca dell’altro ragazzo.
Non appena i loro piedi si staccarono da terra, Remus serrò la presa sul compagno: detestava cordialmente il volo, specialmente se a manovrare la scopa c’era quell’incosciente di Sirius.
«Ti odio,» borbottò contro il suo collo, mentre Padfoot aumentava la velocità sfrecciando nell’aria notturna e fredda.
«Io di più,» ribatté Sirius. Dopotutto era un Black ed i Black, per quanto potessero disprezzare il proprio cognome, dovevano avere sempre l’ultima parola.


Quando finalmente tornarono in sala comune, rientrando dalla stessa finestra da cui erano scappati, entrambi erano gelati fino al midollo. Remus scese dalla scopa e senza troppi complimenti, né una parola, si lasciò cadere sul tappeto di fronte al camino, allungando le mani verso il fuoco. Le sue unghie avevano assunto una strana colorazione bluastra.
Sirius gli si sedette accanto, dopo aver appoggiato l’oggetto della loro ricerca - ossia gli occhiali di James, rimasti miracolosamente intatti sul pavimento dello spogliatoio, nonostante la sopraccitata rissa - su una poltrona, e gli cinse le spalle con un braccio.
Nella torre di Grifondoro il silenzio regnava sovrano, rotto solamente dallo scoppiettio delle fiamme e dal leggero russare di alcuni studenti, su, nei dormitori.
«Te l’avevo detto che sarebbe andato tutto bene,» fece Sirius dopo alcuni attimi, sghignazzando allegramente.
Remus gli scoccò una delle sue migliori occhiatacce; detestava quando Sirius gli sbatteva davanti agli occhi che aveva avuto ragione e lui torto, lo trovava estremamente irritante.
«Un giorno sbaglierai anche tu, Black,» cominciò, lasciando però che Sirius lo attirasse di più a sé. «Un giorno lo farai ed io spero solo di essere lì, per rinfacciartelo».
Padfoot ridacchiò, accarezzandogli la nuca e avvicinando il proprio volto al suo, una scintilla divertita negli occhi chiari.
«Rassegnati, Moony, non sbaglierò mai in tua presenza. Solo per non darti la soddisfazione, lo farò solo di nascosto da te».
Remus sbuffò.
«Non pensi di aver detto abbastanza idiozie, per oggi?» gli chiese inarcando un sopracciglio con aria saccente. «Adesso stai zitto e fai qualcosa che ti si addice sicuramente di più: agisci».
Sirius si lasciò scappare una risata, prima di intrecciare una mano ai capelli dell’altro e, finalmente, baciare la bocca di quel ragazzo che, in un modo o nell’altro, riusciva sempre a tenergli testa.
   
 
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