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Autore: SHEISVICTIMOFHERMIND    10/04/2013    21 recensioni
Ma ci pensi mai a come potevamo essere felici?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                 A Sara, la mia migliore amica.
                                                                                                                                               -Esse_Edward

                                                                           I CAN’T CHANGE

Harry aprì gli occhi molto svogliatamente, coprendosi istintivamente il viso per colpa della luce accecante proveniente dalle tendine.
Avrebbe voluto riposare, non pensare più a nulla. Invece si ritrovò sveglio, alle sei di mattina, con una biondina ancora addormentata al suo fianco.
L’ennesima notte in bianco. L’ennesima ragazza costretta a subire con lui quella tortura.
Perché per Harry, quella, non era altro che una tortura.
Era possibile sentirsi prigioniero nella propria vita ? Harry questo lo sentiva eccome.
Si sentiva soffocare, in trappola, sorvegliato nella propria realtà.
Il riccio, molto lentamente, si alzò dal letto facendo il minimo rumore.
Ancora a piedi nudi andò verso il bagno, desideroso di darsi una rinfrescata.
E forse, quelle quattro mura, erano l’unica via di fuga che aveva. Poteva respirare e sentirsi per almeno cinque minuti in pace con se stesso.
Era stufo.
Aprì con un gesto rapido il rubinetto del lavandino e fece scorrere l’acqua, augurandosi che fosse abbastanza fredda.
Per fingere ancora aveva bisogno di acqua fredda che lo svegliasse, che gli facesse comprendere a pieno quello che stava facendo.
Erano due anni ormai che faceva questa messinscena. E lui ancora doveva comprenderne il motivo.
Immerse le mani sotto il getto d’acqua e se le portò al viso, bagnandolo completamente.
Si sentiva sporco, sottomesso, vulnerabile.
Non era possibile che ad un ragazzo di diciannove anni capiti queste cose.
Harry sospirò, portandosi una mano alla testa.
Gli occhi verdi smeraldo si erano spenti, appassiti. Nemmeno fossero dei fiori.
Ma il suo sorriso, quel sorriso che faceva mandare gli ormoni a mille a tutte le adolescenti, era rimasto lo stesso.
Era disumano il fatto che a diciannove anni sapesse fingere così bene.
Harry si asciugò il viso con l’asciugamano e sospirò di nuovo.
Era stufo.
Si diresse in camera da letto e si sedette sul letto.
Doveva andarsene. Doveva raggiungere quell’unica persona che sapeva capirlo. Quell’unica persona che l’aveva accettato.
Perché, accettare Harold Edward Milward Styles non era una passeggiata. La sua vita era in continuo movimento.
Una confusione pazzesca che metteva paura. La sua vita era una trappola.
Da quando i manager lo avevano obbligato ad assumere quell’aria da bad boy, Harry non era più lo stesso.
Costretto a cimentarsi in relazioni al di sopra di lui, costretto a mostrarsi per quello che non era.
Avrebbe solo voluto essere se stesso.
Solo una persona l’aveva capito e compreso, ed Harry era pronto a riandare a trovarla.
- Che ore sono ? – domandò con voce ancora assonnata la biondina nel letto.
Harry alzò il capo e si voltò ad osservarla.
L’ennesima ragazza che aveva usato. Era stanco anche di quello.
- Le sei di mattina, è ancora presto dormi – la tranquillizzò, alzandosi dal letto.
Doveva muoversi prima che tutti gli altri si accorgessero della sua assenza.
Doveva fingere naturalezza, che tutto andasse bene.
Ancora una volta.
Harry infilò velocemente una maglietta a maniche corte e, prendendo le chiavi, uscì di casa.
Più fosse stato veloce, prima avrebbe ricominciato a respirare.
Desiderava essere solo, completamente.
Era stanco di mentire e di reggere quel gioco di cui lui ormai era diventato la pedina.
Aprì la macchina ed infilò gli occhiali. Il motore si accese ed Harry sgommò più che poté pur di partire.
Erano state giornate dure quelle che avevano preceduto quel giorno, ed Harry era stanco.
Ma chi gliel’aveva fatto fare di accettare quel contratto ?
Per la fama, la ricchezza ? Avrebbe di certo fatto a cambio con chiunque di non famoso.
Il riccio sospirò, girando a destra con il volante.
Era arrivato.
E per una volta nella sua vita, dopo tantissimo tempo, poté respirare normalmente.
Lì non c’era pericolo che qualcuno lo giudicasse, che qualcuno gli comandasse cosa fare.
Lì si sentiva a casa sua.
Scese dall’auto ed andò verso il portoncino verde.
Si sentiva come nuovo. La sua vicinanza lo rendeva un’altra persona.
Era innamorato ? Probabile.
Ma non era questo l’importante in quel momento.
La porta, dopo svariati minuti, si aprì di getto,ed una ragazza bionda, occhi color del ghiaccio, e bocca carnosa semi aperta per lo stupore si presentò davanti a lui.
- Harry..- sussurrò sorpresa, gettandosi tra le braccia del riccio poco dopo.
Non le sembrava vero.
Erano passati svariati mesi da quando l’aveva rivisto, erano passati svariati mesi dalla loro “storia”.
Erano passati svariati mesi e nonostante tutto a lei era mancato come il primo giorno.
- Sono felice di rivederti, Taylor – Harry le baciò i capelli, stringendola a sé.
Il suo profumo, il suo tocco delicato, la sua timidezza, i suoi occhi.
Tutto gli era mancato di lei.
Si staccarono controvoglia, guardandosi negli occhi.
- Accidenti, entra dentro – lo afferrò per il polso e lo costrinse ad entrare dentro.
Harry sorrise, di cuore.
La casa della bionda non era cambiata affatto. Adorava quello stile country mischiato ad un pizzico di moderno.
Harry sorrise ancora. Si sentiva a casa.
Ancora non si capacitava come le persone credessero che quella fosse stata una storia falsa.
Le persone non avevano idea di quello che Taylor le faceva provare.
Non avevano idea che quando lei lo baciava il suo cuore smetteva di battere.
Non avevano idea di quando il suo cuore tremava davanti al suo sorriso.
Taylor era l’unica ragazza che aveva mai amato da quando aveva iniziato a fingere.
L’unica.




Harry si accomodò sul divano, accompagnato da Taylor che lo guardava dolcemente.
- Vuoi qualcosa da bere ? – gli domandò, sorridendogli.
Il riccio non parlò, abbassò lo sguardo per pensare.
Chissà cosa aveva fatto Taylor in tutto questo tempo.
Chissà cosa aveva provato quando aveva scoperto che lei gli serviva solo da copertura.
Chissà se lo amava.
- Ma ci pensi mai a come potevamo essere felici ? – domandò di punto in bianco, alzando il capo.
La ragazza l’osservò rammaricata.
Sapeva che Harry stava soffrendo, ogni parte del suo corpo gridava ‘SALVAMI’.
Ma nessuno si occupava di aiutarlo.
Sapeva benissimo che Harry non era venuto lì per ‘una chiacchierata’.
Lo avrebbe aiutato, se era questo ciò che serviva per salvarlo.
Lo avrebbe salvato in ogni modo. Anche a costo di rimetterci.
- Sai, a volte mi manchi un po’. Spengo la luce e immagino che tu sia accanto a me. Sai, a volte mi manchi e mi sembra di vederti scendere da un autobus o uscire da un negozio che amavi da morire. Sai, a volte sono sicuro di sentire la tua risata e mi fermo ad ascoltare. Sai, a volte quando sono felice mi viene naturale prendere il telefono per scriverti, ma ricordo che non posso. Sai certe volte proprio non reggo la tua assenza e trovo un posto sicuro dove poter piangere. Sai, ho paura che ti porterò per un po’ di tempo nel cuore.-
Nessuno dei due osò parlare. Era frustrante la situazione in cui si erano cacciati.
Complici in un mondo che non li apparteneva completamente.
Così giovani, ma così bugiardi con il resto del mondo.
Taylor afferrò avidamente la mano del ragazzo e se la portò alle labbra.
- Io non ho dimenticato nulla Harry - lo rassicurò, lasciando tanti baci umidi sul palmo.
Harry chiuse gli occhi, beandosi di quel benessere.
Adorava stare con lei.
Adorava le sue labbra, il suo sorriso, il suo carattere, i suoi occhi che esprimevano calore.
Adorava Taylor.
E forse erano innamorati inconsapevolmente, chi lo sai.
Harry sapeva soltanto che con lei riusciva a trovare un po’ di benessere. Un po’ di relax.
Poteva essere se stesso senza fingere. Perché loro, erano entrambi dei falsi.
Costretti a fingere di amarsi, quando l’unica cosa che contava era il successo.
Era disgustoso.
Ragazzi di diciannove anni non dovrebbero nemmeno sapere cosa significhi mentire per fama.
Ragazzi di diciannove anni non dovrebbero nemmeno sapere cosa significhi avere potere.
Ma, purtroppo, Taylor ed Harry lo sapevano più che bene.
La ragazza si alzò dal soffice mobile e si posizionò di fronte al riccio, sorridendogli.
Amava quel sorriso.
- Che ne dici di rilassarti un po’ ? – gli sussurrò all’orecchio, facendolo rabbrividire.
Quella ragazza lo mandava in un altro pianeta ed Harry era grato di ciò.
Avrebbe smesso di essere famoso per un po’, avrebbe smesso di fingere sorrisi e carinerie, sarebbe solo stata Harry Styles.
Taylor lo afferrò per il polso, distogliendo il riccio dai suoi pensieri.
Anche lei aveva sentito la sua mancanza.
Si distesero sul letto, con i visi che quasi si toccavano. I loro respiri si confondevano ed i loro occhi chiari si riflettevano.
- Non capisco come tu faccia a sopportarmi Tay. – le sussurrò, accarezzandole i capelli perfettamente lisci e biondi – sono un fallito, un falso, sono succube dei miei superiori. Non capisco sul serio come tu faccia a sopportarmi – e la baciò.
Le loro labbra si inumidirono appena, lasciando nella bocca di ognuno il sapore dell’altro.
Taylor lo guardò – Non dovresti dire queste cose. Non sei un fallito. Le tue directioners credono in te e, fidati, loro sanno la verità meglio di chiunque altro -
Gli accarezzo i riccioli ormai deformato per colpa del cuscino e lo strinse a se.
Harry scosse stufo il capo – No Tay, io sono solo un fallito. Fingo relazioni da quasi tre anni, fingo di innamorarmi da quasi tre anni, fingo di stare bene da quasi tre anni. Sono stufo. La mia amicizia con Louis è andata a puttane, e la mia vita ormai ha preso una svolta così brutta che non riesco a rialzarmi – sospirò, chiudendo gli occhi – non mi lasceranno vivere la mia vita, ne sono sicuro -
La ragazza si aggrappò alla sua maglietta, chiudendo gli occhi leggermente assonnata.
Era stata una brutta giornata per entrambi.
- Sono sicura che se ti ci metti di impegno, tutto si può sistemare. Non sei la loro marionetta, Harry-
e sigillò dolcemente gli occhi.
Anche il riccio era stanco per la lunga serata che aveva avuto per colpa del tour, ma restò lì a guardarla dormire.
Sembrava un angelo. L’angelo più bello che lui avesse mai visto.
E forse nemmeno la meritava così tanto.
E forse non si meritava nemmeno tutto il suo bene.
Ma cosa mai si meritava, Harry Styles, famoso diciannovenne membro della band più ricca ed importante del mondo, oltre a vivere quella vita fatta di bugie ?
Assolutamente nulla.
Harry si alzò dal letto, lasciando aderire il corpo di Taylor sopra il materasso.
Ed avrebbe voluto fare l’amore con lei. Ed avrebbe voluto sentirla sua, dopo tanto tempo.
Ma sapeva che non era giusto. Non era corretto.
Ed almeno con lei, non voleva fingere.
Si infilò la giacca blu ed aprì la porta, fermandosi ad ammirarla dormire.
Si lasciò scappare un sorriso pieno di tristezza
- Mi dispiace, non c’è niente che posso fare. Io non posso cambiare – ed uscì di casa.



Hola
Eccomi quì, spero che questa Os vi piaccia...
E' stata scritta da Esse_Edward
E' la scrittrice migliore che io conosco.
E' bravissima, dolcissima e mi sopporta.
Che dirti, ti voglio bene.



  
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