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Autore: magixludo    10/04/2013    4 recensioni
Shinichi Kudo corse a perdifiato per le strade della città ed arrivò all'ospedale. Come aveva fatto Ran a finire in ospedale?
Quando gli avevano detto che la sua fidanzata era andata in ospedale si era per poco ritrovato lui ad avere bisogno di un'ambulanza. Sperava non le fosse successo nulla di grave.
Shinichi arrivò in ospedale e si fece indicare la stanza del paziente appena sceso dall'ambulanza.
Il ragazzo preoccupato si diresse nella direzione indicata ma si nascose dietro una colonna quando vide Ran uscire dalla stanza, dicendo: - E mi raccomando rimettiti presto Conan!

"Conan? Che vuol dire Conan?" Shinichi era ancora più confuso di prima. Cosa stava succedendo?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoko Nakamori , Kaito Kuroba/Kaito Kid, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi di nuovo qua, volevo aggiornare mentre ero ancora fresca d'ispirazione (e gasata dai commenti XD ). Per prima cosa ringrazio PawaVeggyRufy4E, Arya_drottningu e shinichi e ran amore per le recensioni, poi vorrei solo dirvi: come vi ho già detto con il mondo di Detective Conan ci sto ancora prendendo la mano, quindi se ogni tanto faccio qualche piccolo errore nei nomi (uso quelli italiani al posto di quelli giapponesi, quindi tipo Goro al posto di Kogoro o Ladro/Furto Kid al posto di Kaito Kid) vi chiedo di non rimproverarmi troppo aspramente.
Detto questo vi lascio al capitolo, è passato quasi un mese dal prologo (tenete conto che la notizia dello spettacolo di magia è circolata verso fine maggio) ed ora siamo al tanto fatidico primo Luglio. Per il momento non è successo granché tranne che Shinichi è riuscito a risolvere quel fantomatico caso di cui ho appena accennato nel Prologo; questa non è un'informazione utile ai fini della storia né è utile a voi, ma ve l'ho detto per permettere al detective di pavoneggiarsi ancora di più di quanto non farà all'inizio di questo capitolo. Ed ora ecco il capitolo. Ci vediamo nello spazio di sotto.

Capitolo 1: < Mago o ladro del chiaro di Luna? >

1º Luglio 20.25

Shinichi si rimirò allo specchio a figura intera nella sua stanza che aveva fatto mettere apposta per poter godere appieno dell'essere tornato normale, quel giorno poi si sentiva ancora più figo del solito con la sua giacca sbottonata ed i polsini della camicia slacciati che gli davano un look da bad boy (in capa sua ndme), poi guardò l'orologio e si accorse di essere in ritardo mostruoso.
Aveva promesso a Ran che si sarebbe fatto trovare sotto casa sua alle otto e mezza precise, invece erano già le otto e venticinque e lui si stava ancora preparando.
Shinichi sbuffò e, non senza un po' di malavoglia, corse per le strade della città, e per fortuna che, nonostante fosse piovuto terribilmente nelle ultime due ore, almeno adesso il cielo era limpido, per andare a vedere lo spettacolo di quel mago da strapazzo. Il mago! Assorto com'era nei suoi casi si era dimenticato di vedere chi fosse, ma ormai non gli importava più di tanto, ancora un po' e tutti i misteri sarebbero stati risolti.

Un paio di ore prima, Tokyo Central Theatre

Si calò meglio il cilindro sulla fronte per evitare che volasse via ed aspettò, i ganci furono tolti ed il filo fu teso. Un sorrisetto spavaldo in faccia. Fumogeno. L'elicottero sopra di lui accese il proiettore e lo illuminò. Il fumo si era diradato. Premette il tasto di accensione del registratore che aveva in tasca e, come se fosse la cosa più normale di tutte, cominciò a camminare in aria, seguendo il tempo dei passi del registratore. Il lungo mantello svolazzava e frusciava vicino alle sue caviglie. Sentì una goccia di pioggia, ma non poteva fermarsi. Perché ogni volta che provava quel trucco doveva piovere?
Attivò un fumogeno, la luce si spostò e lui rimase all'ombra, risalì sull'elicottero e da lì saltò, altro fumo sul palco.
Atterrò, un lieve 'tap' fu prodotto dall'incontro delle sue scarpe lucide con il pavimento, il fumo si diradò, ricomparve. Applausi.
Aoko era tra il pubblico, lo guardava dalla prima fila e applaudiva. Finalmente!
Anche l'ispettore Nakamori lo guardava, arrabbiato. Certe cose non sarebbero cambiate mai!
- Dannatissimo ladro - gli urlò contro - mi spieghi come hai fatto a rubare così il cuore di... mia figlia!
Il ragazzo sorrise spavaldo, come era solito fare ogni volta che fronteggiava l'ispettore, le mani guantate di bianco nelle tasche dei pantaloni: - Beh, ma perché io sono Kaito K... -
Ma fu bruscamente interrotto da Aoko che concluse per lui: - Lui è Kaito Kuroba, mago del chiaro di Luna e per lui nulla è impossibile.
Annuì. Sì, lui era Kaito KUROBA, il MAGO del chiaro di Luna, e nessun altro.
Sospirò mentre nel suo camerino del Tokyo Central Theatre si toglieva gli abiti di scena, mantello e cappello a cilindro neri, e si riposava prima dell'inizio del suo spettacolo di magia.
Sì, le cose stavano così, e avrebbe fatto meglio a tenerlo bene a mente, ora e per sempre.

20.40, Agenzia investigativa Kogoro Mouri

- Shinichi, sei in ritardo! - sbottò Ran visibilmente irritata. Il ragazzo per tutta risposta sbuffò: non solo si era fatto tutta la strada di corsa per andare a vedere uno spettacolo che neanche gli interessava ma adesso riceveva anche un'accoglienza del genere? Se solo Ran non fosse stata così abile nel karate ne avrebbe dette quattro.
- Sinceramente non capisco perché se lo spettacolo inizia alle 23.00 dobbiamo stare lì alle 21.30... - disse il detective liceale.
- Ma è logico, no? Per prendere i posti migliori! - disse Sonoko spuntando alle sue spalle e assumendo un'aria sognante. Shinichi la squadrò, inutile non sarebbe mai riuscito a capire la mentalità delle donne, né da bambino né da liceale. Con l'ennesimo sbuffo Shinichi le fece garbatamente notare che i posti erano già assegnati e, per tutta risposta, urlandogli contro Sonoko gli fece 'garbatamente' notare che non le importava niente: - Tu non puoi sognare, eh? - disse la migliore amica di Ran.
Shinichi di colpo perse tutta la grinta di ribattere, quella frase l'aveva già sentita, gliel'aveva detta... in un attimo si ritrovò con la mente accanto a Kaito Kid, su di una moto, sfrecciavano per le strade della città, lui lo puntava con il suo orologio spara aghi soporiferi, pronto a colpirlo non appena avesse rallentato, ma il ladro non aveva intenzione di rallentare. Aveva detto qualcosa a proposito di mare e cielo e ladri e detective e lui gli aveva fatto notare che mare e cielo non sono dello stesso blu, a quel punto la sua nemesi si era leggermente spazientita ed aveva detto: - Tu non puoi sognare, eh? - poi aveva sganciato la moto ed era volato via con il suo deltaplano. Allora lui era ancora in forma di Conan, ma ricordava perfettamente quanto quell'odioso criminale potesse essere temibile, quanta angoscia aveva attanagliato anche il suo petto quando aveva visto il ladro camminare nel cielo. Già, la passeggiata nel cielo di Kaito Kid era stato uno dei suoi trucchi meglio riusciti ed era stato per lui quasi impossibile scoprire il trucco usato. In ogni caso che senso aveva pensarci ancora? Non avrebbe mai più visto nessuno fare una cosa del genere.
Ah, come si sbagliava il giovane detective.

Un'oretta prima, Tokyo Central Theatre

- Bravo, bravo Kaito! - Aoko continuava ad applaudire nonostante le prove del suo spettacolo fossero finite da un pezzo. Ora i tecnici stavano dando gli ultimi ritocchi alle luci ed alla musica, l'elicottero era atterrato ed il suo pilota, un anziano signore, sperava vivamente che smettesse di piovere, altrimenti non avrebbero potuto mandare le riprese effettuate dall'alto sui maxi-schermi, era incredibile come sorgesse sempre lo stesso problema ogni volta che provavano quel trucco.
- Grazie, grazie. - continuava a rispondere il giovane Kaito, anche se in realtà avrebbe voluto restare un po' da solo in pace con i suoi pensieri. Fare quel trucco era stata una scelta avventata, qualcuno avrebbe anche potuto riconoscerlo, però non c'erano prove che ricollegassero a lui il fantomatico ladro fantasma, a parte forse l'età, l'altezza, il peso, il nome, quell'odiosissimo detective inglese, che se anche era tornato a Londra era ancora convinto che Kaito Kid fosse lui, e se avessero perquisito casa sua avrebbero potuto scoprire il rifugio di Kaito Kid. Ah, sì, il rifugio, avrebbe dovuto murare per sempre quella parete o buttare il costume, ma non ne era stato capace, farlo avrebbe significato distruggere una parte di lui.
Kaito cacciò senza molta grazia Aoko dal camerino dicendole che si doveva preparare per lo spettacolo, rimasto solo si appoggiò alla porta e scivolò fino a terra, si lasciò trascinare un paio di minuti dallo sconforto, non voleva esibirsi, voleva aprire le sue candide ali e librarsi con grazia nella notte nera, ma non poteva farlo.
Si riscosse e cominciò a prepararsi davvero. Gli avevano detto che quel giorno c'era il tutto esaurito, chissà se tra tutte quelle persone qualcuna avrebbe capito il trucco e la verità, no, non era possibile, c'era una sola persona in grado di farlo ma di sicuro non rientrava nei suoi interessi assistere agli spettacoli di magia e poi era sicuramente impegnato nella risoluzione di qualche complicato omicidio in qualche posto sperduto per poi accrescere maggiormente la sua fama. Kaito tirò un sospiro di sollievo, almeno la sua identità era al sicuro.
Ah, come si sbagliava il giovane prestigiatore.

21.00, all'aeroporto di Tokyo

Un uomo completamente vestito di nero scese dall'aero dopo il suo lungo volo e mise finalmente piede sul suolo giapponese, inspirò una boccata d'aria e sorrise sadico, ora era pronto, avrebbe vendicato i suoi compagni sconfitti da quell'insulso ragazzino.
Si guardò intorno e vide correre nella sua direzione un ometto tutto trafelato, anch'esso vestito di nero, appena lo adocchiò l'ometto sorrise vivamente e gli si avvicinò: - Fatto buon viaggio? - chiese.
- Yes, good. - rispose l'altro. L'ometto cercò di guardare negli occhi la persona che aveva tanto aspettato, ma non poté perché portava gli occhiali da sole, anche se erano le nove di sera, ma in fondo non erano fatti suoi. Tutto ciò che gli interessava era che alla sua richiesta di aiuto quell'uomo era giunto sin dall'Inghilterra per aiutarlo, e la sua provenienza giustificava anche il suo strano accento ed il fatto che pronunciasse metà frase in inglese e metà in giapponese.
- So - continuò quello - and... e il nostro obbiettivo?
- Il nostro obbiettivo? Sì subito! - l'ometto aprì rapidamente la 24 ore, rigorosamente nera, che aveva sotto braccio e ne estrasse dei fogli, diede loro una rapida occhiata, poi disse: - Stasera sarà al Tokyo Central Theatre per lo spettacolo di magia.
- Ok. - disse quello più magro - d'accordo. Aspetteremo che lo spettacolo finisca e poi faremo rimpiangere a quell'odioso ragazzino di essersi messo contro di noi e di aver distrutto il motivo della mia vita... - serrò i pugni e digrignò i denti, la missione a cui aveva dedicato tutta la sua vita era andata in frantumi per colpa di quel liceale, non lo avrebbe potuto mai perdonare. Guardò la sua ventiquattrore, aveva preparato e progettato con cura ciò che conteneva, ma ora l'arma definitiva per distruggere quel bambino troppo cresciuto era pronta.
- E che stiamo facendo ancora qui? La macchina è pronta? - l'ometto in adorazione si riscosse al sentire la voce di quello che ormai era chiaro essere un suo superiore.
- Oh, sì, certo, è dietro l'angolo, mi segua. - ripose rapidamente le carte e i fogli nella sua valigetta e fece strada verso la macchina. Aprì la porta all'uomo e poi si mise alla guida. La loro meta era il Tokyo Central Theatre.

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A dir la verità avrei voluto descrivere in questo stesso capitolo anche lo spettacolo di magia di Kaito, ma poi, un po' la voglia di postare, un po' il volervi tenere ancora un po' sulle spine, mi ha spinta a inviare la prima parte del capitolo, poi posterò la seconda.
Devo dire che mi sono molto divertita a scrivere queste storie in parallelo, e spero che voi vi siate divertiti nel leggerle; credo che la parte in cui ho messo più passione nello scrivere sia stata la descrizione del trucco di Kaito e poi del suo stato animo, quasi mi commuovevo.
Beh, dopo questo eccesso di umiltà(?) vi lascio e spero che recensiate mentre io preparo il prossimo capitolo.
Ludo.
  
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