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Autore: Harry_Wife    10/04/2013    2 recensioni
Alessia, chiamata Alex, è una normalissima ragazzina di 16 anni.
Bassina, capelli lunghi, biondi e due occhi grandi e color cioccolato.
Non è il tipo di persona che lega facilmente, data la sua timidezza, e ha il grande difetto di non saper dire di no, cosa che spesso va a favore delle altre persone.
Che altro dire? Questa è la sua storia.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alex*
 

16 Agosto 2013

Intrecciai le dita con le sue, combaciavano perfettamente.
Lo guardai intensamente negli occhi, quegli occhi in cui innumerevoli volte mi ero specchiata.
Un sorriso si dipinse sul suo volto, quel suo timido sorriso che tanto amavo.
Chiusi gli occhi e presi fiato.
“Scelgo te” Dissi tutto d’un fiato, non staccando il mio sguardo dal suo.
 

11 Settembre 2012

 “Ti prego salvami!” Dissi aggrappandomi disperatamente al suo braccio.
“Vorrei, ma domani ci devi andare a scuola” Disse tirando fuori il suo sorrisino beffardo.
“Ma non ci voglio andare!” Dissi incrociando le braccia al petto e facendo il broncio. Lui mi guardò storto e mi tirò un buffetto sulla nuca.
“Non fare i capricci, non hai mica due anni! E poi non sono io tuo padre” Alzai gli occhi al cielo e sbuffai rumorosamente.
“Beh vorrei vedere, sarebbe preoccupante avere un padre di 20 anni!” Lui rise alla mia frase e mi avvolse tra le sue grandi braccia.
“E sarebbe anche preoccupante avere un padre che ha un rapporto con la figlia” Così dicendo mi alzò il mento con la mano e fece incontrare i nostri occhi. Dei stupendi occhi verdi. Mi misi in punta di piedi e avvicinai il mio viso al suo così da poter osservare meglio i suoi occhi. Mi divertivo a vedere i diversi colori che si celavano lì dentro. E ogni giorno scoprivo un colore diverso. Lui abituato alla nostra routine tenne l’occhio spalancato per farmelo osservare meglio.
“Grigio..” Dissi occupata nella mia perlustrazione. Lui rise un poco e fece incontrare le nostre labbra. La loro divisione causò una corsa selvaggia di brividi su per la mia schiena.
Portai le mani dietro la sua testa per reggermi e per guardare l’ora. Le 19.02.
“è ora di andare, vero?” Risi alla sua domanda e feci cenno di sì con la testa.
Il morettino mi accompagnò fino davanti a casa e mi lasciò con un dolce bacio sulle labbra. Si girò verso la sua strada e iniziò a camminare a passo lento. Io mi misi a frugare nella borsa per cercare le chiavi ma venni fermata da una voce familiare che mi chiamava. Mi girai e trovai lui fermo a qualche passa di distanza da dove ci eravamo salutati.
“Alex ti Amo!” Disse il morettino urlando portandosi le mani alla bocca per amplificare le sue parole.
“Anche io Max!” Gli urlai di rimando. Lui sorrise imbarazzato e deciso se ne andò per la strada che portava a casa sua. Mi rimisi a frugare nella borsa e finalmente dopo 5 minuti di ricerca disperata trovai le chiavi.
Entrai in casa e mi fiondai in cucina dove trovai mia madre cucinare.
“Sono a casa” Dissi avvicinandomi a lei per vedere cosa stesse cucinando.
“Bentornata” Disse accogliendomi con uno dei suoi soliti sorrisi stanchi, ma sinceri.
“Cosa cucini di buono?” Le dissi annusandomi attorno.
“Pollo” Disse indaffarata nella preparazione della cena.
“Al curry?” Dissi sorridendole.
“Adoro il tuo olfatto” Disse mia madre che mi accarezzò la testa.
“Mamma non sono un cane..” Lei ridacchiò un poco e riprese a fare le sue faccende.
“Dove sei stata oggi?” Mi disse con sguardo indagatore.
“Sapevo che me l’avresti chiesto. Comunque ero in giro per qui. Con Max” Dissi sedendomi sul bancone della cucina.
“è proprio un bel ragazzo Massimiliano. Ogni tanto potresti portarlo a cena da noi” Disse facendomi uno sguardo di intesa.
“Certo così papà lo ucciderebbe” Dissi scherzando. Mia madre alla mia battuta iniziò a ridere. E chi la fermava più ora.
“Comunque sì, è un bel ragazzo” Ripresi.
“Già, e poi ha quegli occhi verdi che sono uno spettacolo” Disse mia madre sorridendomi.
“Ehi, è mio il ragazzo non il tuo!” Dissi ridendo anche io.
“Da quanto state insieme ora?”
“Circa quattro mesi..” Dissi arrossendo un poco. Mia madre mi guardò in viso e capì e smise di farmi domande. Aspettammo l’arrivo di mio padre e mangiammo insieme. Finita cena mi piombai in camera mia.
Arrivata mi misi velocemente il pigiamone comodo e tirai fuori il cellulare dalla borsetta che non avevo calcolato da quando ero uscita con Max. Trovai tre messaggi, due da parte delle mie amiche, Roberta e Valentina, e uno da parte del mio ragazzo.
 
Ehi tesoro, è stato bello stare con te oggi! Come va?
 
Lo lessi e sorrisi. Era strano che mi scrivesse dei messaggi, di solito parlavamo al telefono ma non più di tanto. Lo faceva perché sapeva che ero tesa per l’inizio della scuola.
 
Male! Io domani non ci vado a scuola! Mi rifiuto! Ti voglio ricordare che non conosco nessuno della mia nuova classe! Non è giusto che tu non vada più a scuola!
 
Esatto, non conoscevo nessuno. Perché? Beh, semplicemente perché avevo voluto cambiare indirizzo perché quello in cui ero prima era troppo difficile e mi interessava poco. Quindi ora dovevo andare in una nuova sezione. Certo, avrei avuto le mie amiche nella stessa scuola ma non era lo stesso. Difatti i due messaggi erano, per l’appunto, di quelle due magnifiche creature, che mi sopportavano e supportavano, che mi davano la buona fortuna per domani e mi dicevano che le avrei trovate all’intervallo. Intanto mi arrivò un nuovo messaggio da Max.
 
Iniziamo con i capricci? Comunque non è colpa mia se ho finito la scuola e lavoro già. Su ora vai a dormire che è tardi, Notte Amore.
 
Lessi il messaggio che mi aveva mandato, piuttosto strano il fatto che mi avesse già risposto, e sbuffai rumorosamente mandandogli la buonanotte.
 

12 settembre 2012

Mi svegliai di soprassalto. Presa dall’agitazione cercai di prendere il cellulare, il quale mi scivolò come minimo due volte dalle mani, e guardai l’ora: le 7 in punto. Feci un respiro profondo e mi alzai dal letto. Nonostante fosse presto ne approfittai per cercare di essere decente almeno il primo giorno di scuola. Mi diedi una lavata, mi truccai con del semplice mascara e della matita nera e mi misi i miei adorati jeans aderenti con una canotta super colorata, che amavo alla follia, con le mie immancabili converse. Andai a fare velocemente colazione e prima di uscire di casa mi diedi una controllata allo specchio dell’entrata. Sì ero abbastanza presentabile, nonostante i capelli non avessero preso la piega che volevo.
Presi la cartella e mi diressi verso scuola. Camminai lentamente per tutto il tragitto perché impegnata a formulare la frase di presentazione che avrei dovuto dire appena entrata in classe. Cosa che io odiavo con tutta me stessa. È estremamente imbarazzante, soprattutto per una estremamente timida come me.
Perché non potevo semplicemente entrare in classe e fare finta di nulla? No, ovviamente no. Mettiamo al centro dell’attenzione questa povera sfigata. Al solo pensiero sbuffai sonoramente. Guardai l’ora e mi resi conto di essere leggermente in ritardo. Mi misi a correre e finalmente raggiunsi la scuola. Entrai nell’antiquato edificio e mi feci spazio tra i primini che aspettavano di essere smistati nelle classi. Andai da quella che sembrava fosse una professoressa.
“Mi scusi vorrei sapere dove..” Dissi. Lei si girò verso di me e mi squadrò dalla testa ai piedi.
“Aspetta insieme ai tuoi futuri compagni qui che vi smistiamo tra poco” Mi disse spazientita, come se avesse ricevuto quella domanda altre cento volte.
“Ehm no, veramente io farei terza superiore, solo che sono nuova in questa scuola e non so dov’è la mia classe” Dissi deglutendo rumorosamente per lo sguardo carico di irritatezza che mi stava rivolgendo.
“Non sembreresti una sedicenne nemmeno se chiudessi gli occhi. Comunque come ti chiami?” Disse bruscamente.
“Alessia Leone” Dissi a un fil di voce.
“Seguimi” Così dicendo iniziò a camminare velocemente percorrendo il lungo corridoio in poche falcate. Per tenere il suo passo quasi mi dovetti mettere a correre, avevo le gambe corte io.
“Che sezione sei?” Mi disse mentre camminava spedita.
“N-non me lo ricordo” Dissi tremolante. La sentii imprecare e sbuffare rumorosamente. Ci dirigemmo verso la terza che era più vicina al luogo in cui ci trovavamo noi, la terza B. La professoressa che seguivo aprì la porta sbattendola rumorosamente.
“Per caso è in questa classe una certa alunna nuova di nome Alessia… Limone?” Disse urlando, in modo tale che ogni persona presente sentisse bene, così  che mi facessi una certa figuraccia proprio il primo giorno di scuola.
“Leone” Dissi io tossendo dal nervosismo.
“è uguale. Allora? È qui?” Disse la professoressa spazientita.
Il professore che di quella sezione guardò il registro e fece cenno di sì con il capo.
“Bene te la lascio” Disse l’altra andandosene frettolosamente. Nemmeno due secondi dopo era già sparita e io ero in mezzo all’aula, di fronte alla cattedra, con tutti li sguardi divertiti dei miei futuri compagni di classe che mi squadravano.
Si prospettava una bella giornata.
 


*Messaggio Autrice*


Eccomi qui! Con una nuova FF!
Come se non ne avessi altre due da completare, ma dettagli.
Non so nemmeno io come possa essere riuscita a scrivere un capitolo così lungo, non me ne capacito xD
Comunque, spero vi piaccia! Se fa schifo ditemelo non mi offendo, anzi serve per migliorarmi c: se volete potete trovarmi qui c: https://twitter.com/Fedez_voice
In questo capitolo non c’è ancora il personaggio che fa parte dei 1D, mi dispiace, verrà nel prossimo capitolo c:
Metto il prossimo capitolo a 3 recensioni!

Love, F.
  
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