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Autore: LynxEyes    10/04/2013    6 recensioni
[ Cross-over: Harry Potter/Twilight ]
Hermione deve riprendersi. Sì, riprendersi da quella guerra che è costata molto alle persone a lei care. Decide quindi di trasferirsi in America, nello stato di Washington, da sua cugina Lexie. Li vuole passare del tempo senza la magia, frequentando una scuola babbana, così da cacciare tutti i suoi pensieri. Li incontrerà Jacob Black, un ragazzo con un segreto grande quasi quanto il suo, e la sua vita cambierà di nuovo.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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CAPITOLO UNO.

 
Hermione POV.
 
Il portellone dell’aereo fu aperto. Raccolsi le mie cose – una giacca in jeans e la mia borsa – e mi incolonnai insieme agli altri passeggeri pronti per scendere dall’aereo che ci aveva portato da Londra a Port Angeles. In quel periodo avevo bisogno di una pausa. Avevo bisogno di staccare da tutto e da tutti. Avevo lasciato in stand-by la mia vita in Inghilterra e ora ero pronta a viverne un’altra in America, al fianco di mia cugina Lexie. Era più grande di me di solo due anni, ed era una babbana, come i miei zii e i miei genitori. Quando eravamo piccole, lei viveva ancora nei pressi di Londra, come me, e ci divertivamo davvero tanto insieme. Poi io ho iniziato a frequentare Hogwarts e lei, invece, si era trasferita a Port Angeles con i suoi. Mio zio fu promosso come capo di un’azienda sempre lì, a Port Angeles, quindi tutta la famiglia si trasferì con lui.
Sorrisi all’assistente che ci accoglieva al check-out. Feci i controlli per poi andare a ritirare le mie valige sperando che non le avessero perdute. La fortuna era con me. Entrambe le mie valige uscirono sul tappeto rotante proprio quanto arrivai per prenderle. Mi diressi verso l’uscita dell’aeroporto alla ricerca di mia cugina. Dalle lettere che mi aveva mandato diceva che non sarebbe stato difficile trovarla. L’avrei riconosciuta subito. E infatti fu così. Mi voltai verso le scale mobili che portavano al piano inferiore e la vidi. Indossava dei jeans e una maglietta aderente. I capelli, una volta mori, erano diventati biondi con alcune ciocche blu. Stava masticando una cicca e si guardava intorno in modo preoccupato.
« Lex? » dissi. Non mi aveva ancora notato.
Lei si voltò e nel vedermi le comparì un immenso sorriso sul volto. Strillò « Jean! », mi corse incontro e mi abbracciò forte. Io ricambiai l’abbraccio, sorridendo. Mi fece sorridere il fatto che mi chiamasse ancora così. Jean è il mio secondo nome e, come si può notare, è molto più corto del primo, Hermione. A Lexie non piacevano i nomi lunghi e non riusciva mai a trovare un diminutivo che le piacesse, o almeno con il mio nome. Provò con ‘Herm’, con ‘Mione’, persino con ‘Minni’ – non so ancora da dove lo abbia tirato fuori questo soprannome – ma nessuno le sembrava adatto a me. Così, un giorno, mentre stavamo cenando (la mia famiglia e la sua) mio padre tirò in ballo la questione dei nomi, visto che i miei zii stavano per avere un altro figlio, Sean, e in quella discussione saltò fuori che il mio secondo nome era Jean. A Lexie piacque immediatamente così da quel giorno mi chiama sempre così.
« Scusami se non mi sono accorta che eri arrivata » mi disse sciogliendo l’abbraccio « stavo… pensando ad una cosa. Comunque sarai stanca dopo un viaggio così lungo. Vieni, andiamo a casa. »
« Non ti preoccupare, non è un problema » risposi prendendo una delle mie valige, l’altra l’aveva presa lei. « Comunque, se c’è qualcosa che non va, io sono qui. Puoi sfogarti con me su tutto quello che ti succede. »
Uscimmo dall’aeroporto e si fermò di fronte una Chevrolet blue metallizzato. « Non è nulla » mi sorrise « ora, su, saltiamo in macchina e andiamo. Papà e Sean non vedono l’ora di rivederti »
« Anche io non vedo l’ora di rivederli » Ammisi caricando le borse nel bagagliaio della macchina. « Ma prima, toglimi una curiosità… » dissi chiudendo il portellone. « Da quanto tempo sei diventata una specie di puffo? » Dissi prendendo una delle ciocche blu fra le dita. Lexie rise e risi anche io. « Avevo bisogno di un po’ di colore nella mia vita ». Dopo quella frase divenne triste e cupa. Accennai un sorriso ripensando a quello che era successo a sua madre e a quanto, probabilmente, le mancava. « Hai fatto bene » annuii, appoggiando una mano sulla sua spalla. « Sì, benissimo, anche perché quel colore ti sta veramente bene. » Lei mi guardò e mi sorrise.
« Forza » La incoraggiai dirigendomi verso la portiera dalla parte del passeggero, per poi aprirla. « Andiamo a casa, non vedo l’ora di vedere la mia residenza per il prossimo anno » Lex annuii, salimmo in macchina e partimmo verso casa.
 
Durante il viaggio che durò all’incirca quaranta minuti, Lexie mi interrogò su tutto quello che avevo vissuto negli ultimi anni. I miei sette anni ad Hogwarts, della battaglia contro Voldemort, dei miei più cari amici, e persino di Ron. Su questa parte cercai di sorvolare. Quando avevo detto a quel Weasley che avevo bisogno di una pausa dal mondo magico per poco non gli venne un infarto. Non riusciva a capire come mi potessi sentire così, come volessi allontanarmi da quello che ero, da quello che sono. Gli spiegai il motivo. Avevo perso troppi amici in quella battaglia. Troppe persone a cui tenevo, a causa della magia oscura e di tutto il resto. Dovevo prendermi una vacanza nel mondo babbano, dove tutto è più tranquillo. Lui ancora non riusciva a capire. Gli dissi che per un anno mi sarei trasferita da mia cugina per frequentare una scuola babbana e vedere come sono le cose nel loro mondo. Lui continuava a dirmi che già lo sapevo, dato che ero una nata babbana, ma non è così. Gli dissi che dovevamo prenderci una pausa, almeno finché non sarei tornata a casa. A quelle parole sospirò, annuii e se ne andò. Rimasi da schifo per quella discussione per moltissimi giorni, ma quando incontrai Harry e Ginny per salutarli mi dissero che a Ron sarebbe passata prima o poi, e che avrebbe capito come mi sentivo. Lo speravo proprio.
Lexie fermò la macchina davanti ad una carinissima villetta a schiera. « Arrivati » disse euforica. Scese dalla macchina, seguita a ruota da me, e tirammo giù le valige. Lei chiuse la macchina, prese le chiavi di casa e aprì la porta di casa.
« Siamo qui! » gridò non appena messe un piede in casa. Entrai insieme a lei e lasciai le valige all’entrata. Un ragazzetto di quattordici anni appena sbucò fuori dal nulla e corse ad abbracciarmi. «Hermione! » gridò « Finalmente sei arrivata. » Ricambiai l’abbraccio dicendo: « Sean, oh, quanto mi sei mancato »
Mi accorsi che dietro di lui era arrivato anche mio zio Joseph.
« Zio Joe, che bello rivederti »
« Vale anche per me, Hermione, spero ti sentirai come a casa »
« Mi sento già a casa » sorrisi.
« Vieni, dai » disse Lex « Ti mostro la tua nuova camera »
La seguii su per le scale, seguita da Sean e zio Joe che si erano offerti di portarmi su le valige. Camminammo fino alla fine del corridoio del primo piano e mentre camminavamo mi indicava tutte le stanze – la camera di Sean, la sua, il bagno e la mini-biblioteca – l’ultima porta era quella della camera degli ospiti, ma ora era diventata la mia. Aprì la porta e mi lasciò entrare. Era davvero spaziosa, forse era il doppio della mia stanza di Londra. Le pareti erano di un azzurro tenue. Era molto semplice come stanza, però. Conteneva solamente un letto, una scrivania, una sedia e un armadio. Sorrisi nel vedere così tanta semplicità. Mi girai verso Lexie e dissi: « E’ perfetta per me »
Lex mi sorrise e batté le mani due volte per la felicità. « E’ meraviglioso » commentò « Ora ti lasciamo disfare i bagagli. Poi quando vuoi vieni giù così ti porto in città »
« E’ grandioso, grazie Lex »
Lei mi sorrise e si chiuse la porta alle spalle. Io mi sedetti sul letto e sospirai. Ma non era un sospiro triste. Era un sospiro di felicità. Ero davvero contenta di iniziare quella nuova vita, anche se, probabilmente, l’avrei vissuta solamente per un anno.

 
Jacob POV.
 
Non potevo pensare che la mia Bella, l'unica ragazza di cui davvero mi importasse qualcosa, si fosse sposata solo qualche giorni prima. Avevo bisogno di svuotare la mente dopo due interi giorni a pensarci. Presi le chiavi della moto e uscii di casa senza neanche salutare il mio vecchio. Salii in sella e partii. Non avevo idea di dove andare, ma era meglio viaggiare finché quel pensiero non mi fosse uscito dalla testa. Senza neanche pensare seguii la strada dove mi conduceva e fu così che dopo più di un'ora e mezza arrivai a Port Angeles.
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELLO SCRITTORE.
Salve. 
Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo. Spero di continuarlo al più presto visto che adoro questa coppia.
(probabilmente è perché adoro Taylor ed Emma, o forse perché ho letto un paio di FF in inglese su questa coppia ed ho iniziato ad innamorarmene pazzamente, non saprei.)
Magari sbaglierò qualcosa a livello della trama di Breaking Dawn visto che il libro l'ho letto diversi anni fa.
Se vi è piaciuta fatemelo sapere, e fatemi sapere se ci sono anche degli errori che probabilmente mi sono sfuggiti.
Detto questo vi ringrazio per averla letta e ci sentiamo al prossimo capitolo. 
 
Lynx.
  
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