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Autore: Cheshire_Blue_Cat    10/04/2013    2 recensioni
La mia prima storia di Soul Eater *felice*
Non vorrei anticipare nulla anche perché non so neppure io cosa sarò capace di scrivere O.O
Aggiungerò un nuovo personaggio, una ragazza dal passato rubato e che è stata dormiente per più di ottocento anni, la sorella di Ashura, il Kishin.
La storia è ambientata dopo la prima serie ed è basata sull'anime ^.^
... a Soul bastò solo un’occhiata per capire che quello non era per niente un comportamento da Maka oltre ad aver captato quella piccola distorsione nell’onda della sua anima.
- Maka? Non eri tu quella che correva dicendo che siamo in ritardo? - chiese prendendola per una spalla e dandole un piccolo scossone.
Lei si girò fissando un punto lontano nel deserto che circondava Death City: - Un’anima… - mormorò...
Tratto dal primo capitolo.
//Dolore al cuoricino ma *sigh* ho deciso di farlo, cambiato modo di scrivere, cambiato città, cambiato casa, ... incompiuta... ma prima o poi finirà anche questa uwu//
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Justin Law, Kishin Ashura, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Meritato riposo… oppure no?!
 
Li fecero uscire dall’infermeria esattamente tre settimane dopo, con qualche altro paio di cicatrici da aggiungere alla collezione, Kaim e Meru corsero subito in camera a sistemare, dopo le varie minacce di morte particolarmente violenta di Shine.
- Appena tornati e già ci mette in riga. - sbuffò Kaim salendo le scale: - Ma chi si crede di essere quella… ? -
Shine si puntò le mani sui fianchi: - Ti sento Kaim, cosa stavi dicendo? - il ragazzo sobbalzò e il fratello si affrettò a tirarlo su per i gradini: - Ehm, niente… non vedevamo l’ora di riordinare la stanza! - urlò Meru ben cosciente di quanto fosse terribile Shine da arrabbiata. Non tanto quando combatteva, ma quando era normale alle volte sembrava anche più terrificante.
Shine si spiattellò una mano sulla faccia: - Tu guarda che soggetti… - mormorò sorridendo.
Alla fine era tornato tutto alla normalità se non meglio.
Si voltò, Justin sorrideva ed evitò deliberatamente il suo sguardo, la guardò di sottecchi dondolandosi sui talloni e allargando ancora di più il sorriso. Shine inclinò la testa confusa, poi Justin scoppiò a ridere.
- Perché ridi? - fece lei stranita.
Justin non ci badò più di tanto, l’abbracciò di slancio e le fece fare una giravolta tenendola per i fianchi: - Ce l’abbiamo fatta! - esultò quando lei ritoccò terra.
Anche Shine rise stavolta, quasi con le lacrime agli occhi e gli saltò al collo: - E tu hai mantenuto la promessa! - si staccarono entrambi rossi in viso e a sguardo basso.
- E tu lo stesso. - aggiunse Justin imbarazzato.
Shine ridacchiò storcendo il naso: - Hai bisogno di una doccia. - gli fece notare allontanandosi su per le scale.
Justin roteò gli occhi: - Oh andiamo! Non puzzo così tanto! - le parlò dietro e, giusto per essere sicuro, si annusò la manica della veste: - Bhe… forse una doccia non guasterebbe… - rivalutò seguendo la ragazza di sopra.
Era piacevole tornare alla quotidianità anche se, pensò Shine, quando mai l’aveva vista la “quotidianità”? Da quando si era risvegliata dal suo lungo sonno non aveva visto altro che un ininterrotto susseguirsi di sangue e battaglie; per questo la situazione le sembrava un po’ aliena e faticava a capacitarsene.
Era come se il suo corpo si rifiutasse di accettare di dover fermarsi un attimo, ancora inebriato dall’adrenalina della battaglia.
Si buttò nel letto di slancio: Bhe…non è poi tanto male avere un po’ di tempo per stare tranquilli… constatò raggomitolandosi sui cuscini e chiudendo gli occhi mentre cominciava a sentire lo scroscio dell’acqua provenire dal bagno.
Si rigirò varie volte tra le coperte, persa nel fiume dei ricordi, da quando si era svegliata fino a quel momento… la Follia era sempre stata presente, ma ora era libera, giusto? Tra se e se sorrise e rise: era tutto finito! Niente sangue, niente morte e niente più incubi allucinanti!
Si portò una mano alla fronte: - Non ci posso credere… - mormorò.
In quel momento sentì la porta del bagno aprirsi e si voltò di scatto non potendo fare a meno di inarcare un sopracciglio: - Ti sembra il modo di presentarsi ad una ragazza? - chiese scettica squadrando Justin da capo a piedi quando comparve sulla porta del bagno accompagnato da una nuvola di vapore, con solo un asciugamano legato in vita, ancora bagnato e coi capelli gocciolanti.
Lui vece un gesto d’indifferenza con la mano dirigendosi verso l’armadio e spalancando le ante: - Ho dimenticato i vestiti. - si giustificò.
Shine si sedette al centro del letto a gambe incrociate, seguendolo con lo sguardo: - Sai, è in momenti come questi che vorrei avere uno di quei… - fece il gesto di scattare una foto non sapendo in che altro modo chiamarlo e riproducendo il “CLICK” con uno schiocco della lingua.
- Fotocamera? - interpretò Justin.
Lei annuì con un sorriso furbetto e storse il naso alla vista dell’ennesima veste da prete che Justin aveva pescato dall’armadio e che si stava portando in bagno: - Ancora quella? - chiese.
Justin inizialmente inclinò la testa non capendo poi seguì lo sguardo inceneritore diretto alla sua veste, guardò in alto con innocenza e fece spallucce a far intendere che non era un problema suo.
Fu quando le voltò le spalle che Shine poté vedere l’enorme cicatrice che gli bucava la schiena all’altezza dei fianchi: - Sono stata io? - domandò atona, bloccandolo sul posto.
Justin la guardò con la coda dell’occhio, cercando qualche pensiero nella sua espressione spenta, annuì quasi con fatica e Shine sussultò: - Non è niente. - fece con noncuranza.
- Mi dispiace… - balbettò Shine, si prese la testa tra le mani: - I-io… s-cus-a… non… - parlò a tratti, sul punto di scoppiare in lacrime.
Justin le fu affianco in un attimo: - Ssh ssh ssh… - cercò di zittirla appoggiandole un dito sulle labbra: - È tutto ok, d’accordo? - si chinò per schioccarle un bacio sulla fronte facendole ingoiare il successivo singhiozzo: - È tornato tutto apposto. Non sei contenta? -
Shine annuì cauta e di slancio lo abbracciò stringendoselo addosso, un attimo e persero l’equilibrio finendo distesi sul letto; Justin sopra e Shine sotto.
Nel primo momento nessuno dei due parve far caso alla situazione in cui si trovavano poi Shine avvampò mentre Justin, per niente preoccupato, prese ad accarezzarle i capelli puntellandosi sul materasso con un gomito.
Lei si strinse nelle spalle, sottostando a quelle carezze e non oppose la minima resistenza quando si chinò a baciarla a fior di labbra per un tempo che non seppe calcolare.
Tornò presente a se stessa solo quando avvertì la sensazione, del tutto estranea, di un bacio sul collo; sgranò gli occhi e con un calcio spinse Justin sul pavimento.
Lui si rialzò immediatamente, agitatissimo: - Che c’è? - chiese sottovoce.
- Niente. - rispose Shine rossa in viso, con lo stesso tono di voce.
- E allora perché parliamo sottovoce? -
Si fissarono in silenzio per minuto interi poi Shine accennò un sorriso aggiustandosi i capelli dietro l’orecchio, non era un gesto che faceva spesso, lo fece più per l’agitazione: - Dì un po’… cosa pensavi di fare? - domandò alzando di poco la voce.
Justin avvampò e prese le difensive: - Niente, solo quello. - si tormentò le mani: - Pensavo… scusa… - balbettò indietreggiando: - C’era bisogno di buttarmi giù così? - si accigliò per mascherare tutto quell’imbarazzo crescente.
Shine saltò a sedere guardando come se non avesse capito: - Ah… ok… sono io che… bhe… il calcio era un po’ eccessivo. - constatò e Justin annuì.
- Su, avanti. - Shine si spostò tutti i capelli da una parte lasciando scoperta tutta una parte del collo e a Justin prese il panico.
Il cervello gli lavorava a rilento e ci mise un bel po’ a capire cosa intendesse con quel gesto così dannatamente ingenuo; le si avvicinò e posò lievemente le labbra sul collo candido di Shine, la sua reazione fu solo un fremito e un timido sorriso; Justin invece fu assalito da una potente scossa d’adrenalina, repressa per quel contatto, poi scappò verso il bagno e ci si richiuse dentro.
Si sciolse letteralmente contro la porta quando fu dentro, col cuore che batteva a mille e le guance arrossate: Ma che mi è preso?  si chiese stranito passandosi una mano tra i capelli e cominciando a fare avanti e indietro sul tappetino del bagno.
L’agitazione stava cominciando a diventargli insostenibile, l’unica cosa che gli venne in mente di fare fu chiudersi nuovamente in doccia e restare per un lungo lasso di tempo sotto il getto ghiacciato.
Si era persino dimenticato di avere l’asciugamano legato in vita e i vestiti puliti sottobraccio, quando se ne accorse era già tutto fradicio e realizzò di dover tornare nella stanza dove c’era Shine: Merda…
 
Shine rimase qualche minuto a dondolarsi sul letto con un’espressione abbastanza confusa ed infantile, facendo vagare lo sguardo da una parte all’altra della stanza, poi andò saltellando verso l’armadio e prese a frugare tra i vestiti di Justin; si era sempre chiesta se quel ragazzo avesse qualcosa di diverso dalle solite vesti bianche e nere.
Bhe… ora stava per scoprirlo.
È inutile… si arrese dopo aver fatto scorrere tutti gli appendiabiti, spostò l’ultimo e finalmente scorse qualcosa che non era ne bianco ne nero: Uh? E questo? si tuffò letteralmente dentro l’armadio per riuscire a pescare un paio di jeans scoloriti e strappati. Li guardò brevemente poi li lanciò sul letto e tornò a farsi strada scoprendo sul fondo una pila di vestiti che di certo Justin non aveva mai usato in sua presenza.
Si sedette sul letto a rovistare tra magliette varie e jeans vecchi forse di mille anni: - Oh mio Dio… ma no… - ridacchiò pescando una maglia arancione a maniche corte con una croce bianca rovesciata al centro, scoppiò a ridere come una matta al solo immaginarsi Justin con quella indosso.
- Shine! - sentì urlare dal bagno, si avvicinò alla porta: - Dica. - lo prese in giro tenendo sempre lo sguardo fisso sul letto e non potendo fare a meno di sghignazzare.
- Mi passeresti una di quelle vesti che detesti tanto dall’armadio? - chiese con un sospiro rassegnato.
Shine si morse il labbro per non ridacchiare: - Certo… - ghignò agguantando la maglia con la croce e un paio di jeans, non aveva nessuna intenzione di dargli i suoi soliti e noiosi vestiti.
Si fermò sulla porta e improvvisamente sentì un brivido coprendosi gli occhi con la mano: - Justin… ti prego, dimmi che non devo mettere mano anche tra la tua biancheria… -
Silenzio: - … -
Shine avvampò spalancando la porta e spingendogli i vestiti dentro: - Fanculo! - e si appoggiò alla porta per ascoltare la reazione di Justin che non tardò ad arrivare: - Ma che cazz…? Shine! -
- Scegli: o ti vesti con quelli o esci nudo a prenderti i vestiti. - ridacchiò lei.
La porta del bagno si spalancò e per un attimo Shine pensò che Justin avesse scelto la seconda opzione poi scoppiò a ridere per come era vestito.
- Ah ah ah… che ridere… - le vece il verso dirigendosi a grandi falcate verso l’armadio.
La ragazza cercò di bloccarlo afferrandolo per una spalla mentre si piagava in due dal ridere: - Ti prego! Non cambiarti, stai ok… - ridacchiò mordendosi il labbro inferiore.
Purtroppo per lui fu costretto ad accettare di starsene buono buono con quei vestiti, non poteva dire di no a Shine che gli faceva gli occhi dolci; il peggio era che, ora che lei aveva scoperto questa sua debolezza, sarebbe stata capace estorcergli qualsiasi cosa.
 
Già… ma che bella serata… sarcasticamente parlando, o quasi…
 
Pessima idea… aveva pensato quando Shine glielo aveva proposto, neanche il tempo di obbiettare che si era ritrovato davanti alla “modesta” residenza di Lord Shinigami per una festa organizzata quella sera da Death the Kid per la sconfitta della Follia.
E nemmeno allora Shine gli aveva permesso di cambiarsi: gli aveva detto che non doveva essere “formale”. Parola che aveva imparato quando glielo aveva detto Liz quando l’aveva invitata e aveva detto che ci sarebbero stati tutti: Death Schyte comprese. E casinisti anche… avrebbe aggiunto Justin scrutando Kaim e Meru.
Inoltre Shine aveva omesso la presenza dei suoi amati auricolari, quindi, appena entrò nella casa, fece un rapidissimo giro di saluti e si stravaccò sul divano mentre Shine chiacchierava allegramente con le amiche.
L’aveva ritenuta una fantastica opzione, se non fosse che il divano era già occupato da un’unica persona.
- Potresti farti un po’ più in là? - chiese con forzata gentilezza.
Quello si allontanò la bottiglia che stava trangugiando dalle labbra e lo scrutò: - Ma…? Ehi “padre”! Dov’è finita la tua veste da uomo di Chiesa casto e puro? - scherzò Giriko sedendosi normalmente e posando la bottiglia di alcolico ormai vuota sul tavolo.
- E tu non hai perso l’ironismo a quanto vedo… - osservò lasciandosi cadere sul divano.
- Porca puttana, è una festa! Dovresti divertirti. - urlò scrutando la sua espressione seria come se venisse da un altro pianeta e Justin poté constatare che era già un po’ brillo dal rossore che aveva sulle guance.
Aveva perso un attimo di vista Shine, Kaim e Meru invece avevano deliberatamente sfidato Black*Star a chi riusciva a mangiare di più ed erano impegnati a saccheggiare il tavolo delle vivande, quindi si concesse di dare completa attenzione all’altro: - Perché, tu ti diverti? - chiese annoiato.
Giriko scosse la testa arreso, come adire che era un caso perso: - Ti insegno una cosa. - solo per quello Justin inarcò un sopracciglio: - Vedi qui intorno? - chiese prendendolo per una spalla: - Cercati una ragazza e vacci a parlare. -
Justin lo fissò disorientato e diede un rapido sguardo alla sala non sapendo dove andare a guardare e cominciando a chiedersi dove fosse finita Shine.
Giriko rise: - Povero idiota… - e Justin lo fulminò con un’occhiataccia, l’altro invece gli sventolò davanti un bicchiere: - Ti verso dell’acqua santa? -
Sbuffò accigliato, l’aveva detto che era una pessima idea: - Qualunque cosa andrà bene… - mugugnò.
Giriko ridacchiò e gli versò nel bicchiere l’alcolico più forte presente sul tavolo del rinfresco, il biondo stava appunto bevendo che fu costretto a risputare tutto fuori e prestare tutta la sua attenzione alla figura che Maka, Tsubaki, Liz e Patty avevano letteralmente trascinato in sala.
Rossa in viso e un po’ impacciata Shine fece qualche passo fuori dalla porta dell’andito presa sottobraccio da Liz e Patty.
Evidentemente alle ragazze non era andato giù che si fosse presentata ad una festa con i suoi soliti jeans e maglietta.
Quando entrò in sala stavolta aveva indosso una gonnella azzurra e svolazzante che arrivava a malapena sopra le ginocchia, una monospalla oltremare con uno scollo da dare le vertigini e delle ballerine bianche. E… porca miseria… le gambe erano completamente scoperte.
Justin sgranò gli occhi e rimase a guardarla con un’espressione da fessacchiotto sbavandole dietro come un cane, Giriko intercettò subito il suo sguardo e, prima che potesse farlo lui, si alzò: - Bhe, tu fa quel che ti pare. Io la ragazza da abbordare l’ho trovata. - si atteggiò.
Justin si risvegliò da pensieri non esattamente casti e, senza pensarci, fece lo sgambetto a Giriko e lo superò raggiungendo Shine con una carrellata di insulti alle spalle.
Sul momento non aveva pensato cosa avrebbe potuto dirle per non sembrare banale, quando le andò davanti avvampò sorridendo come un’idiota. Shine abbassò lo sguardo arrossendo più di quanto non fosse già.
- Sei molto bella… - riuscì a balbettare Justin dopo aver deglutito parecchie volte a vuoto, sotto lo sguardo ambiguamente indagatore delle sue compagne di classe.
- Grazie… - mormorò Shine tormentandosi le mani.
Quando si parla di coerenza… in quel momento partì un lento: Sicuramente opera di Maka… immaginò Shine vedendo la diretta interessata dietro lo stereo che la salutò ammiccando e afferrò Soul per trascinarlo sulla pista da ballo.
- Ti va di ballare? -
Riportò immediatamente l’attenzione su Justin, guardandolo un po’ intimidita: - Io non so… -
- Non è complicato… - mormorò prendendole le mani per posarsele sulle spalle e cingendole i fianchi: - Tu seguimi. - nel dirlo la sollevò facendole fare un piccolo volteggio.
Oh accidenti… e tutto quel coraggio dove l’aveva cavato fuori? Di certo non stette fermo a pensarci.
Shine gli sorrise non’appena ritoccò terra e, un passo dopo l’altro, le sembrò di essere catapultata in tutt’altra dimensione; non esisteva nient’altro, l’unica persona degna di nota in quel momento era Justin e, per una volta, riuscirono a guardarsi intensamente negli occhi senza badare a tutte le persone che avevano intorno.
La musica non le era mai sembrata così bella, quando terminò ansimò un paio di volte come uscita da una lunga apnea e, prima che potesse allontanarsi, Justin l’attirò a se baciandola con una dolcezza disarmante.
Quando si staccarono ogni ragazzo o ragazza, Death Schyte o professore che fosse li stava osservando.
- Hai capito il prete… - ammiccò Giriko facendo sprofondare ancora di più Justin nell’imbarazzo; come se non bastasse tutti gli invitati ridacchiarono, tra i commenti degli studenti e i vari “awwww…” delle ragazze.
Justin si allontanò gentilmente da Shine dirigendosi verso Giriko con il principale intento di strozzarlo mentre si malediceva, non aveva minimamente pensato a cosa stava facendo e cominciava a pentirsene, anzi no, non era quello… era… non ne aveva idea!
- Te l’avevo detto io. - si vantò appena lo raggiunse e questo sventò tutti gli intenti omicidi del biondo che ricadde pesantemente sul divano: - Passami il bicchiere. - gli ordinò rivolgendogli un sorriso. Come poteva arrabbiarsi con qualcuno adesso? Aveva appena ballato con Shine!
E, mentre Justin si bevevo qualunque cosa Giriko gli versasse nel bicchiere, Shine era stata letteralmente sequestrata dalle compagne di classe.
- Allora state insieme? - chiese Kim storcendo il naso.
- Ma… con Justin? - smentì Jacqueline che si rifiutava veramente di crederci.
- Bhe… non lo so… - cercò di rispondere Shine arrossendo e seguendo a spezzettoni la valanga di domande.
- Io dico di si. - cinguettò Maka: - Quante a favore? - aggiunse Patty alzando la mano, tutte la imitarono e alla fine anche Jacqueline, un po’ titubante, sollevò il braccio.
- Ma avete già …? - azzardò a chiedere Liz facendo dei gesti più che eloquenti con le mani, Shine avvampò e scosse vigorosamente la testa.
- Liz! Ti sembrano cose da chiedere? - la sgridò Tsubaki dandole una gomitata mentre l’altra ridacchiava.
- Ma dai, poi il ragazzo non è proprio il tipo… - constatò poi la bionda: - Non è vero? - chiese inquisitoria chinandosi su Shine.
Purtroppo non le fu concesso di rispondere perché le si scaraventò un autentico uragano umano: - SHINE!!! TUTTO BENE?! - urlò Kaim scuotendola per le spalle mentre il gemello si portava stancamente due dita tra le sopracciglia, il rosso le strinse la testa tra le braccia scompigliandola tutta: - La mia piccola Shine… - si staccò sollevandosi minacciosamente le maniche della felpa: - Quel bastardo ha OSATO toccarti, ora lo faccio nero. - ringhiò e d’impulso trasformò le mani in artigli di leone.
Meru lo tenne per la coda mentre si divincolava e lanciava improperi a destra e a manca: - Oh, Kaim… stai calmo… - poi si rivolse a Shine: - Tutto ok? -
Lei annuì: - Cerca di sedare questa bestia inferocita. - ridacchiò sapendo quanto Kaim fosse geloso di lei e quanto amasse comportarsi da fratello maggiore iperprotettivo.
Meru sorrise: - No problema, uno o due bicchieri e sarà K.O. - le fece un gesto canzonatorio con la mano mentre trascinava via Kaim: - Fidarsi e bene, non fidarsi è meglio… pensaci. - citò sempre sorridendo.
Shine arrossì ancora di più guardandosi intorno e incrociando immancabilmente Justin, istintivamente sorrise mentre lui la salutava ammiccando alzando il bicchiere.
-Ehi Shine! -
Si girò ritrovandosi davanti il padrone di casa, elegantemente e simmetricamente vestito, con le due armi ai fianchi: - Kid. - fece leggermente sorpresa, poi sorrise: - Bella festa. Mi chiedevo perché Shinigami non sia venuto… -
- Ha detto che doveva sbrigare alcune questioni importanti a scuola… - rispose il ragazzo in nero sbrigativo: - Posso chiederti un favore? - chiese poi.
- Certo. - alle spalle di Kid spuntarono Kaim e Meru con dei sorrisi da far accapponare la pelle e da ciò si poteva dedurre che centrassero qualcosa.
Per esperienza, sapeva che qualunque cosa proponessero i due gemelli per lei era in qualche modo qualcosa che la imbarazzava.
- Ti andrebbe di cantare? -
Ecco… lo sapeva… sgranò gli occhi: - Ma… davanti a tutti? -
- Oh, non preoccuparti, sei brava e io e la mia sorellona saremo le coriste. - il sorriso che le rivolse Patty era così sincero che Shine non poté non annuire.
E fu così che si ritrovò davanti ad uno schermo gigante col karaoke e un microfono in mano assieme alle sorelle Thompson.
- Devi solo seguire le parole sullo schermo e cantare con questo. - spiegò sinteticamente Liz battendo due colpi sul microfono e accendendo la TV. Fece scorrere rapidamente le canzoni e puntò il dito su quella che la ispirò di più: Nickelback-When we stand together.
Partì la musica, Shine era ancora indecisa se stare lì zitta o girare i tacchi e andarsene, senza che potesse controllarlo però cominciò a battere il tempo della canzone con il piede, era quasi un riflesso involontario; sorrise e al diavolo tutto il resto.
Le fu impossibile persino restare ferma:
 
One more depending on a prayer
And we all look away
People pretending everywhere
It’s just another day
 
There’s bullets flying through the air
And they still carry on
We watch it happen over there
And then just turn it off
 
(Hey Hey Hey Hey Hey)
We must stand together
(Hey Hey Hey Hey Hey)
There’s no getting even
(Hey Hey Hey Hey Hey)
Hand in hand forever
(Hey Hey Hey Hey Hey)
That’s when we all win
 

 
Quando fu di nuovo silenzio fu accolta da un fragoroso applauso e arrossì, tornando la timida Shine di sempre. Alla fine si mise a ridere, era stato divertente.
Forse a fine serata non ce n’era uno che fosse lucido, persino Justin; completamente ubriaco a ridere come un idiota insieme a Giriko che sparava battute cretine mangiandosi si e no quattro parole su cinque della frase.
Peccato che le freddure, per qualche oscuro motivo, riusciva a dirle senza masticarsi la lingua… e Shine, forse quella che non aveva mandato il cervello del tutto a puttane, provò l’istinto di suicidarsi a sentirle, soprattutto l’ultima… pessima.
- Ehi Justin! - chiamò Giriko spostandogli la mano dove teneva appoggiata la testa.
- Mmm? - mugugnò l’altro, sul punto di addormentarsi.
- Cosa fa un prete su un Harley Davidson? -
Justin lo fissò stranito per interi minuti poi scosse la testa, Giriko si morse il labbro per non scoppiare a ridere, da solo, mentre gli rispondeva: - La messa in moto! -
*Ba-Dum Tsss*
Seppure ci fosse da congelarsi Justin scoppiò a ridere come un imbecille e si asciugò le lacrime che gli si erano formate agli angoli degli occhi dopo vari minuti ridacchiando ancora: - Dì un po’… ma ti vengono così o te le pensi la sera? - strascicò per poi riprendere a ridere.
Ok… da quel poco che sapeva sull’argomento, aveva capito che esistevano diversi tipi di sbronza: c’era quella soporifera che ti mandava letteralmente K.O. come nel caso di Kaim; quella dell’ “espressione ebete” e Giriko e Meru ne erano due ottimi esponenti; Justin invece aveva quella che ti rendeva un perfetto idiota sincero in modo imbarazzante, nel suo caso l’esatto contrario di com’era di solito. Ora non faceva che ridere, sparare cazzate e rivelare cose che molto probabilmente non avrebbe mai detto da sobrio. Shine forse era l’unica che lo stava a sentire, gli altri non sembravano farci molto caso, forse perché ogni cosa che sparava riguardava lei.
Shine pensò bene di andare a tappargli la bocca prima che la cosa degenerasse: - Justin, non credi sia il caso di andare a casa? -
Lui strinse gli occhi cercando di metterla a fuoco e avendo realizzato il senso della frase annuì un paio di volte e lasciò ricadere la testa sul divano: - Te l’ho mai detto che hai delle tette fantastiche? - domandò con poco riguardo e riuscendo a guardarla anche seriamente.
A sentirlo Giriko sembrò risvegliarsi dalla sua apatia e batté divertito una pacca sulla spalla di Justin, neanche fossero amici da sempre: - Condivido. -
Shine avvampò, un po’ per rabbia e un po’(molto) per l’imbarazzo, schiaffeggiandoli entrambi: - Bene. - decretò spazientita avendoli lasciati tutte e ancora più storditi di quanto già non fossero: - Direi che a questo punto urge che tu ed io ce ne torniamo alla Shibusen. - affermò afferrando il prete per un braccio e facendolo poggiare sulle proprie spalle.
L’alcol non aveva un effetto così catastrofico su Kid dato che era uno Shinigami, gli chiese gentilmente se potesse badare a Kaim e Meru, in quel momento addormentati, che li avrebbe ripresi la mattina dopo: - Io vado a casa, questo idiota non ce la fa più. - si scusò strattonando Justin per ricordargli che doveva restare in piedi.
Aveva ancora addosso i vestiti che le avevano prestato Liz e Patty, ma decise che ci avrebbe pensato in un altro momento.
Fu la nottata più faticosa di tutta la sua vita, fare le scale per arrivare alla Shibusen… e poi quelle per arrivare in stanza!!! … fu un incubo… dovette letteralmente trascinare quel peso morto che era Justin per gli ultimi gradini e poi c’era pure un’altra complicazione: Justin chiudeva sempre la porta a chiave prima di uscire…
Un’impresa fu trovare le chiavi nelle tasche dell’idiota ubriaco, l’altra fu centrare la serratura per aprire.
Quando la porta di schiuse si catapultò dentro, sbattendo un milione di volte contro spigoli e mobili che le sembravano comparsi così all’improvviso.
Da quando in qua ci sono così tanti mobili?! pensò esasperata riuscendo finalmente ad arrivare/sbattere sul letto e caderci sopra insieme a tutta la zavorra che si e no pesava almeno una cinquantina di chili.
Non fece neanche in tempo a pensare mezza sillaba che già era addormentata.

Ah… la testa… fu la prima cosa in grado di pensare.
Dovevano essere le sei di mattina e c’era un silenzio tombale, la sera appena passata era vuoto totale, i suoi ricordi finivano dal momento in cui aveva sentito Shine cantare.
Si svegliò di soprassalto: - Shi…! - e un violento capogiro lo costrinse a rimettersi giù, si voltò trovando la suddetta addormentata profondamente vicino a lui con la maglietta completamente deformata che le scendeva sotto il gomito lasciandole tutto il reggiseno scoperto.
Justin rimase a fissarla con il cerchietto di loading stampato in faccia prima di elaborare cosa avrebbe dovuto fare: rimetterle su la maglietta e girarsi. Semplice, no?
Connessione al server fallita…
Le si avvicinò infilandole la mano sotto la maglietta e risalendo su. Shine mugugnò infastidita un “ancora cinque minuti” e gli voltò le spalle non cosciente del fatto di avergli concesso anche più spazio.
La piccola parte razionale che gli era rimasta in testa in quel momento si stava tappando gli occhi continuando ad urlare “Vade Retro” all’altra parte, che incurante sbavocchiava palpando da sotto la stoffa le grazie di Shine.
Forse la sbornia non gli era ancora passata del tutto…
Quando Shine s’irrigidì fu sicuro di essersi appena congelato: - Buongiorno… - Justin tirò un sospiro di sollievo, forse non si era ancora accorta della reale situazione e si sarebbe potuto salvare: - Ora vorrei sapere cosa ci fanno le tue mani sotto la mia maglietta… - cinguettò come se non fosse per niente arrabbiata.
- Ehm… mi sono svegliato così. - snocciolò lì per lì, mentendo spudoratamente ed esibendo il sorriso più innocente che sapesse fare.
Shine era ancora troppo addormentata per indagare oltre e, come se niente fosse, si girò verso di lui cercando di riprendere a dormire.
Justin avvampò mettendosi le mani in tasca alla velocità della luce, rimase immobile qualche secondo poi la smosse: - Ehi Shine… ecco… cosa è successo ieri sera? -
Lei spalancò immediatamente gli occhi ramati guardandolo un po’ storto: - Non ti ricordi niente? Bhe… vorrei vedere, eri ubriaco fradicio… - ragionò poi, lo fissò: - Ridevi un sacco e… - Justin si sporse guardandola ansioso: - E ti sei sputtanato clamorosamente. -
Fu sicuro di sentire un disastro nucleare aver luogo nella sua testa, misto a qualche incidente aereo e una scimmia che batteva i piatti: - CHE COSA?! -
Abbassò di qualche ottava la voce: - Cosa ho detto? -
- Bhe… hai ammesso pubblicamente che ti piaccio, che ti piace il mio davanzale, … - Justin sbiancò letteralmente: - … e che quella sera dentro la doccia di sei mast… -
- BASTA! - strillò il ragazzo, aveva mal di testa dall’imbarazzo. Seriamente, era possibile?
- Davvero? - chiese all’improvviso Shine.
Rifletté accuratamente sul risponderle, come se ci fosse molto da pensare, masticandosi la lingua per il nervoso poi fece un movimento impercettibile in segno d’assenso. Non capì esattamente la reazione di Shine: prima sbiancò, poi si colorò di un rosso accesso e infine gli rivolse un risolino furbetto: - Pensavo che fossi totalmente insensibile ai piani inferiori. -
Justin le rivolse le spalle di scatto: - Sono umano, sai? - fece sarcastico.
Shine trattenne una risata, vederlo così in difficoltà era divertente e, con l’intento di farlo innervosire ancora, si avvicinò schiacciandogli il seno contro la schiena e soffiandogli sul collo: - Ma davvero… -
Incassò il colpo: - Piantala. - respirò un paio di volte a vuoto nel tentativo di calmarsi: Shine, ti prego… allontanati! supplicò mentalmente pregando che lei riuscisse a sentirlo. Da quando la sua normale quotidianità era stata stravolta in quel modo? Giusto, da quando Shine era saltata fuori dal suo letargo e gliela avevano affidata: Si, ma questo non vuol dire che devo per forza… ehm… sentirmi attratto da lei?
- Cosa c’è da agitarsi tanto? - ancora il suo fiato sul collo e un brivido che gli serpeggiava sulla schiena; senza che lei se lo aspettasse, di scatto la inchiodò al materasso per i polsi.
Shine rimase a fissarlo con gli occhi sgranati e il cuore che batteva tanto veloce che a momenti si scorgeva attraverso la pelle: - Justin? - pigolò sentendosi improvvisamente fiacca chiedendogli col solo sguardo cosa stesse facendo.
- Fa silenzio. - le soffiò all’orecchio. Non le diede neanche il tempo di prendere un respiro, le tappò la bocca con la propria e Shine fu costretta a chiudere gli occhi.
Non osarono staccarsi finché il bisogno d’aria non divenne insopportabile e anche allora si concessero solo un misero respiro per poi tornare a cercarsi quasi con urgenza.
Justin la tenne sempre bloccata, come se temesse che, se l’avesse lasciata anche solo un attimo, sarebbe potuta sparire; le infilò le mani sotto la maglietta stringendo la carne bianca. Shine perse un battito, ma non si sottrasse. Afferrò Justin per i capelli e con uno scatto lo capovolse mentre continuavano a baciarsi.
In quel momento non pensava a niente, aveva la testa completamente sgombra e lo stomaco aggrovigliato. Per poco non caddero sul pavimento, ma poco importava.
Lentamente, Justin scese con le mani fino ai fianchi accarezzando ogni centimetro di pelle, tremava, e le abbassò la gonna infilando poi i palmi sotto la biancheria virando pericolosamente sul davanti.
Si sporse per cercare di nuovo le sue labbra e in quel momento Shine si ritrasse irrigidendosi di botto.
Rimasero a fissarsi per gli attimi successivi, lei tremolava leggermente, d’improvviso, si sciolse dall’abbraccio e si alzò dal letto dirigendosi verso il bagno dopo aver pescato a caso dal cassetto un paio di vestiti.
Justin era completamente bloccato, solo quando la porta si chiuse, si tirò a sedere, ancora allucinato, dandosi uno schiaffo per risvegliarsi da quel torpore.
Aveva sognato? No, era tutto vero…
Dalle labbra gli scivolò fuori un gemito frustrato: CHE IDOTA! si lasciò ricadere sul materasso girandosi a pancia in giù e schiacciando la faccia sul cuscino sperando di soffocarsi.
Si maledisse per esser stato così impulsivo, per non aver pensato che forse lei non voleva e quant’altro… ora ci avrebbe fatto la figura del pervertito.
Sentì la porta riaprirsi: - Sto uscendo, vado a fare due passi. - lo informò lei atona, non attese neanche risposta: uscì direttamente.
Ecco, lo sapeva… l’aveva offesa davvero…
Cercò invano la sua tipica calma glaciale, voleva riaddormentarsi, cambiò posizione nel letto almeno un milione di volte, ma aveva la testa troppo affollata di pensieri.
Alla fine riuscì ad addormentarsi, agitato, in una posizione improponibile, ma ci riuscì: si risvegliò qualche ora dopo, col sole alto e la camera sempre vuota.
Shine probabilmente era a lezione a quell’ora nonostante la stanchezza dal giorno prima.
Per quanto gli riguardava se ne sarebbe stato seppellito nel letto, neanche fosse stato in punto di morte, per l’intera giornata, ma capì che forse non era il caso di farsi trovare ancora lì quando Shine sarebbe ritornata in camera.
Con gran fatica strisciò fuori dal letto e andò a spalancare la finestra.
 
- Soooooul! Maaaaka! - miagolò ancora saltellando sul tetto della Shibusen alla ricerca dei due ragazzi, la sera prima non erano tornati a casa ed era preoccupata.
Forse dovrei entrare e cercarli dentro, le lezioni saranno quasi finite… ragionò scrutando dal bordo del tetto le varie finestre, scegliendo a caso quella da cui entrare, nonché l’unica aperta.
Per sua immensa sfortuna la suddetta finestra si richiuse quando si stava incamminando, sbuffò, ma ormai era a metà strada e raggiunse i vetri chiusi.
Sbirciò dentro: Ma non è la camera di Shine e Justin? spostò lo sguardo più in là: Cavolo! Ci dev’essere stata una guerra su quel letto! ridacchiò e scrutò ancora nei dintorni, sembrava non esserci nessuno.
Si accingeva a fare un piccolo incantesimo alla serratura per aprire che le comparve Justin davanti, ma non sembrava averla notata dato che guardava da tutt’altra parte e, sempre senza guardare, riaprì la finestra.
E l’incantesimo di Blair finì inevitabilmente dentro la stanza, facendo secco Justin sul pavimento.
Blair saltò subito dentro riacquistando le sue sembianze umane: - Oh mio Dio! - strillò tenendosi le orecchie feline: - Tutto bene? - miagolò in direzione del prete, in tutta risposta il suo corpo si smaterializzò con un sonoro “puf” lasciando in terra solo i vestiti.
La gatta impallidì: - Ehm… signor prete? - sollevò un lembo della maglietta e trattenne il fiato.
 
- SHINE!!!-
Si bloccò al secondo gradino della scala, alzando un sopracciglio: - Blair? - si chiese ad alta voce e riprese a salire frettolosamente le scale.
Incontro la gatta davanti alla porta di camera sua che saltellava, sbracciandosi per chiamarla.
- Ciao Blair. - la salutò lei con un sorriso.
L’altra tornò tranquilla di botto: - Ciao cara. - poi le strinse le guance tra le mani avvicinandosi pericolosamente per guardarla negli occhi: - Shine! Devi venire subito. -
La mora la guardò stranita e si lasciò trascinare dentro la stanza che, stranamente, era aperta.
- Sai… è una storia abbastanza buffa… - cominciò la gatta con un risolino forzato, Shine annuì guardandola storto: - Vedi… cercavo Soul e Maka… -
- Shinigami li ha mandati a casa a riposarsi dopo la festa di ieri perché stasera hanno una missione extracurricolare. - rispose subito Shine colmando i suoi dubbi.
- Oh, grazie. - miagolò Blair: - Ma devi assolutamente vedere questo. - le indicò i vestiti di Justin sotto la finestra.
Shine inarcò ancora di più il sopracciglio: - Cosa? - chiese accigliata adesso.
- Cercavo di entrare dalla finestra e mentre provavo ad aprirla con la mia magia… - breve pausa e Shine fu certa che quella fosse la prima volta che vedeva Blair in imbarazzo: - Ho beccato il tuo fidanzato! - urlò.
Lei ci mise un po’ a realizzare la frase poi scosse la testa per liberarsi da pensieri confusi: - Asp… aspetta un attimo! Non è il mio… - sgranò gli occhi rendendosi effettivamente conto di quel che le avevano appena detto: - Tu hai fatto cosa?! -
- È stato un incidente. - si difese Blair abbassando le orecchie e le indicò la maglia di Justin, che si muoveva leggermente.
Shine si chinò e gettò via la maglietta, quel che le comparve davanti sfidava tutte le teorie che le erano balenate in testa: - Justin? - domandò.
Quel che adesso stava seduto scompostamente sul pavimento non era altro che un gatto col pelo mielato e soffice, talmente disordinato da farlo sembrare una nuvoletta di zucchero filato, inoltre due ciuffi mefistofelici gli si arricciavano sulla punta delle orecchie. Sul muso aveva un’espressione sconvolta fin troppo umana, mentre la fissava con gli occhi azzurri sgranati all’inverosimile. Emise un miagolio insolitamente lungo,quasi volesse parlare. Si bloccò storcendo il naso e riprovò ma uscivano sempre miagolii.
- Oh santo Shinigami! Justin, sei un gatto! -
Il suddetto micio rimase a bocca spalancata che quasi sfiorava il pavimento, Blair zampettava quatta quatta verso la porta che Shine si voltò verso di lei incenerendola con lo sguardo: - BLAIR!!! -
- Miah! - si appoggiò alla maniglia della porta: - Non preoccuparti, troverò un incantesimo che lo faccia tornare normale… ma dovremo aspettare un po’. -
- Blair! Aspetta! - urlò Shine ma la gatta era già scomparsa nel corridoio, sospirò sentendosi quasi staccare le braccia dalle spalle e si voltò verso Justin.
Gli si avvicinò e notò che aveva gli occhioni lucidi, la fissò un attimo.
- Oh no nonononono. - scongiurò lei mettendo le mani in avanti.
Palla di Pelo tirò su col naso e per un attimo Shine credette di averla scampata, poi il gatto scoppiò a piangere.
- No… - gemette Shine tappandosi gli occhi: - Justin, su avanti, non piangere. - si lamentò tirando un sorriso e prendendo in braccio lo sventurato.
Lo appoggiò sul comodino: - Facciamo il punto della situazione. - propose sperando che quello fosse il primo e ultimo attacco di disperazione, Justin singhiozzò ancora e si tenne due grossi lacrimoni: - Bene… - mormorò Shine: - Allora… innanzitutto sei un gatto e… nononononono! -
Troppo tardi… era di nuovo scoppiato a piangere come una fontana, in modo veramente poco felino.
- Sacrosanto Dio! Ma dovevi diventare così emotivo proprio adesso???!!! -
 
SPAZIO ME
Buonsalve a tutti! XD
Finalmente riesco a concludere il capitolo, yheeee!
Direi che mi sono divertita parecchio a scriverlo, soprattutto l’ultima parte *troll*
Che ci devo fare, mi diverte tormentare il povero Justin ^w^
So che alcune persone mi uccideranno per la scena a letto… *fa le valigie per partire a Molto Molto Lontano* *folla inferocita la blocca e la lega*
HELP
 
SOUNDTRACKS: Nickelback-When we stand together, Green Day-Oh love!, Take That-Shine :3
 
In compenso ho fatto una carrellata di disegni su questo capitolo, hope you like it :3
E li posto tutti qui sotto(solo i 3 usciti meglio) ;D



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Questo invece ci ho messo una vita ad inchiostrarlo =3= "fa venire il diabete" CIT. Mia amica ;)


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Questo è il migliore ;) perdonate il foglio di quaderno(in teoria era il mio foglio degli esercizi di matematica u.u) ma quando faccio un disegno non riesco più a rifarlo e non mi piace ricalcarlo quindi beccatevi l'originale XD


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Bene, ho finito di annoiare voi poveri lettori ^_^ a voi le recensioni(su su, avanti... -.-) e al prossimo capitolo(si spera)

Bye Bye
P.s. so che è stramaledettamente lungo .-. non è stata colpa mia! D: il mio pc è la calamita più potente che esista!
  
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