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Autore: ChiiCat92    11/04/2013    1 recensioni
San Valentino è la festa più melodrammatica e inutile di sempre, ma, per qualche strana ragione, mi ha ispirato, perché tutti in fondo si meritano un po' di amore.
Qui, le più significative coppie delle storie che avete amato, tornano per mostrarci il loro "San Valentino Missing Moment".
Ogni capitolo è una One Shot, che si può leggere anche singolarmente.
Basta leggere i titoli dei capitoli per scoprire di quale coppia si parlerà.
ATTENZIONE: la coppia MaryllxTom continuerà per più capitoli
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Maryll&Tom -

 

- Bhè, non era proprio come “Twilight”. -

Commentò stupito Tom.

- Ti è piaciuto? -

- Oh sì, parecchio. Anche se non ho capito, una volpe che diventa umana? -

- L'ho visto in un cartone animato che davano su Sky...è una roba giapponese, si chiamano “Kitsune”, sono Spiriti Volpe. - lui sembrò davvero colpito; lei gli diede un colpo - Perché hai quella faccia? Non credi che io possa avere delle mie conoscenze? Bhè, io ne so molto più di te su un sacco di cose invece! E... -

Tom non le lasciò tempo per rispondere. Le chiuse le labbra con un bacio, infilandole le lingua in bocca, spudoratamente.

Maryll fece finta di ribellarsi, ma non poteva negare che le facesse piacere.

Quando la cameriera arrivò per togliere i loro piatti, dovette schiarirsi la gola con un colpo di tosse per attirare la loro attenzione. Non doveva essere neanche la prima volta, data la faccetta maliziosa della donna.

- I signori gradiscono qualcos'altro? -

Fece, con uno strano tono di voce che voleva alludere ad altro.

Tom e Maryll si guardarono, l'uno mezzo soddisfatto, l'altra un po' imbarazzata.

- No, solo il conto grazie. Abbiamo mangiato a sufficienza. -

Rispose lui, anche se Maryll se ne dispiacque.

Stare lì, in quel posto quasi fuori dal mondo, le dava l'impressione che la notte non dovesse finire mai.

Non aveva ben capito il senso di San Valentino, se fosse il mangiare in un locale costosissimo aspettando tanto tempo e raccontandosi storie, o il romanticismo quasi inaspettato del suo compagno, o il semplice stare insieme, o tutto quell'insieme di cose.

Però era giunta alla conclusione che San Valentino le piaceva. Le piaceva che dopo tanto patire potesse godersi una serata così con Tom, le piaceva che lui si prendesse cura di lei in modo tanto dolce, le piaceva anche litigare, se poi esistevano anche giorni come quelli.

Le piaceva la sua nuova vita, e non aveva più bisogno del mare. Bhè, no, di quello aveva ancora bisogno, ma le bastava una volta l'anno, quando il caldo la spingeva verso la spiaggia. Andava bene, poteva sopportare tutto, se aveva al suo fianco lui.

- Allora, per stasera abbiamo finito con le storie? -

Chiese lui ad un tratto.

- Credo di sì. Tutti quanti hanno avuto il loro lieto fine, non trovi? -

Tom cominciò a contare con le dita.

- C'erano la vampira con il volpino... - alzò il pollice della mano sinistra - ...i due umanoidi... - toccò all'indice - ...i due uniti dal destino... - il medio - ...e i due ragazzi del futuro. - e l'anulare.

- E noi? Non ci metti nel conto? Ci siamo anche noi! -

Ribatté Maryll con foga, alzando l'ultimo dito rimasto fuori dal conto: il mignolo.

- Noi siamo il dito piccolo? -

Fece lui, scherzando.

- Anche le cose piccole hanno un grande valore. Anche se noi siamo piccoli, siamo in grado di amarci in un modo così grande. - si portò la mano di Tom alle labbra, e sfiorò il mignolo con un bacio, per poi intrecciarlo con il suo - Quindi non mi dispiace essere il dito piccolo. -

E gli sorrise.

Lui si sentì scaldare il cuore in modo così dolce e piacevole che avrebbe voluto provare quella sensazione per sempre.

Cercò di sorriderle, ma improvvisamente il groppo delle lacrime che gli prendeva la gola gli impedì di fare un'espressione felice, per come si sentiva.

Maryll gli strinse il volto con entrambe la mani, senza dire niente. Poggiò la fronte contro la sua, lo sentì respirare, lo sentì vivere sotto i suoi palmi.

- Ecco il conto. -

Disse ad un tratto la cameriera, come da un altro mondo.

I due si risvegliarono. Si guardarono negli occhi e si sorrisero.

- Torno subito. -

Tom si alzò, pagò in contanti, e poi tornò a prenderla, porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.

Era un modo galante di dirle che non era in grado di camminare con le scarpe che le aveva comprato?

Maryll non ebbe il tempo di rispondersi, perché Tom le fece fare una piroetta e un veloce casché, lasciandola in bilico a pochi centimetri dal pavimento, per poi tirarla a sé, stringendola al suo petto.

Le diede un bacio casto sulle labbra e lasciò andare, per trascinarla fuori tenendola per una mano.

Maryll gli andò dietro a stento, camminando su quei trampoli che aveva al posto delle scarpe; per poco non rischiò di cadere.

L'enorme limousine con cui erano andati al locale, era ancora lì (o di nuovo? Maryll non lo sapeva).

Si fiondarono dentro e Tom, con il solito bussare sul vetro che separava i sedili posteriori da quelli anteriori, avvertì l'autista che poteva partire.

- E ora dove andiamo? - lui scosse la testa - E dai! Dimmi qualcosa! -

- No. -

Tom mimò il chiudere di una zip sulle labbra.

Maryll sbuffò; l'unica cosa che poté fare fu sdraiarsi tra le braccia del ragazzo e aspettare.

La macchina filò dritta e veloce nella periferia. I palazzi del centro si avvicinarono presto, sfilando uno dietro l'altro fuori dal finestrino.

La ragazza cercò di capire che cosa avesse in mente Tom, senza riuscire però a capirlo.

Aveva in mente un paio di posti, ma non voleva davvero fare ipotesi.

Quando la macchina si arrestò di colpo, lei fu la prima a saltar su; ma Tom la costrinse ad aspettare che fosse sceso per aprirle lo sportello.

Maryll si guardò intorno. Aggrottò le sopracciglia.

- Mi ricordo di questo posto. - lui annuì ridendo e le porse la mano per aiutarla a scendere. Di fronte a loro, un piccolo luna park, niente di meno che qualche attrazione addobbata di rosso, con cuoricini e palloncini, e tante coppie che si stringevano l'una all'altra. - Vestita così...? - continuò lei, vergognandosi come una ladra per il vestito aderente ed eccessivamente elegante che aveva addosso.

- E chi se ne frega. -

La rimbeccò Tom, con un tono serafico. Forse aveva bevuto un po' troppo.

Maryll ricordava quel posto confusamente, eppure certi dettagli le tornavano in mente in maniera dolorosamente chiara. Ricordava il carretto dei corn dogs, che aveva assaggiato lì per la prima volta, ricordava la casa dell'orrore, dove lei e Tom per la prima volta...

Lui le impedì di terminare il pensiero, trascinandola tra le sue braccia, quasi sollevandola da terra.

- Ehi? -

Le disse, sondando il suo sguardo alla ricerca di chissà cosa.

- Ehi. -

Rispose lei, titubante.

- Lo sai che ti amo. -

- Ahm...certo. -

Tom ridacchiò.

- E che amo quando sei confusa, lo sai? -

- No, questo non lo sapevo. -

Rispose lei, aggrottando le sopracciglia, come se fosse una questione della massima serietà.

Lui rise soltanto, e le diede un bacio.

- Andiamo alla casa degli orrori? -

Stavolta, Maryll non era confusa affatto. Gli rivolse un sorriso ambiguo.

- Andiamo. -

Ridendo, si incamminarono.

La gente guardava con gli occhi sgranati i due ragazzi tirati a lucido che camminavano come due star del cinema in mezzo a quel minuscolo luna park.

Sembravano usciti da una fiaba, o un romanzo d'amore.

Si tenevano la mano, senza lasciarsi mai, come se da questo dipendesse la loro intera esistenza.

Nessuno sapeva che, in effetti, era proprio così: la dipendenza reciproca che provavano l'uno per l'altra era dolorosa e indissolubile. Non c'era niente al mondo che avrebbe potuto separarli.

Maryll intrecciò il mignolo a quello di Tom, che lo strinse.

Non l'avrebbe mai più lasciato.

 

The End

01/04/2013



the corner

e qui finisce la nostra storia.
spero che vi sia piaciuta,
per quanto neanche io sopporti molto le storie eccessivamente smielate.
però credevo che un po' d'amore e un po' di felicità gli spettasse di diritto.
sono proprio delle coppie sfortunate...
bhè, che dire, finita una storia ne comincia un'altra!
quindi rimanete sintonizzati :)

chii

   
 
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