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Autore: Dark Flower    11/04/2013    4 recensioni
D'un tratto i suoi lineamenti s'indurirono:"Dobbiamo proprio farlo?" Domandò scuro "Se vuoi che viva si, hai sentito la profezia" "Le profezie possono sbagliare!" "Anche se non fosse non può vivere, non in questo tempo, sarà troppo potente e uno dei tuoi o dei miei la ucciderà! Non abbiamo alternativa..."
È la mia prima fanfiction quindi mi fareste un grande favore se le desse un'occhiatina, grazie!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nella sala risuonavano le urla di una donna stesa sul letto in procinto di partorire, un'ancella si affaccendava stancamente intorno ad essa agitando a intervalli la bacchetta mentre un uomo le scrutava dal fondo della stanza. All'improvviso le grida della donna finirono: "È una bambina!" Disse stanca l'ancella depositando il corpicino insanguinato del neonato nelle braccia della madre facendola sorridere nonostante la stanchezza.
L'uomo si avvicinò e con un fluido gesto della mano ripulì dal sangue la neonata.
"Posso... prenderla?" Chiese timoroso. 
La madre annuì tendendogli la figlia. Lui la guardò con occhi colmi d'amore per quella cosina minuscola, che stranamente non aveva pianto ancora. 
"Sarà uguale a te, già la vedo!" Commentò affettuoso.
"Scommetto che per ironia della sorte avrà il tuo stesso caratteraccio!" Ribatté la donna.
"Speriamo!" Rispose lui sorridendo.
D'un tratto i suoi lineamenti s'indurirono: "Dobbiamo proprio farlo?" Domandò scuro.
"Se vuoi che viva si, hai sentito la profezia" Rispose stanca la donna.
"Le profezie possono sbagliare!"
"Anche se non fosse non può vivere, non in questo tempo, sarà troppo potente e uno dei tuoi o dei miei la ucciderà! Non abbiamo alternativa...".
L'uomo sospirò affranto per poi rivolgersi all'ancella: "Mi raccomando! Quello che è successo qui è un segreto, non devi dirlo a nessuno!"
"Non si preoccupi mio Signore, il vostro segreto è al sicuro nelle mie mani!" Rispose l'ancella veemente.
"È per questo che ti ho scelto per aiutarla a partorire, adesso arriva la parte più ardua del tuo compito, non deludermi."
Ella annuì fortemente con la testa e poi con un inchino se ne andò in silenzio.
"Secondo me avremmo dovuto almeno obliarla se non volevi ucciderla." Disse la donna che nel frattempo si era lavata e vestita.
"Non c'è bisogno, io mi fido della sua parola."
"Sei sempre stato un bonaccione, sbagli a riporre la tua fiducia così nelle persone" disse legandosi i lunghi capelli neri in un elaborata acconciatura.
L'uomo sospirò stanco mordendosi la lingua per non rispondere, non voleva litigare, dovevano agire velocemente e in silenzio se volevano avere successo. La bimba emise uno sbadiglio e si svegliò scrutando il padre con due occhioni giocosi. Se non altro sua figlia aveva i suoi occhi, di un bel castano scuro quasi nero, non verdi come quelli di sua madre, anche se quelle strisce che formavano un sole erano del tutto originali, probabilmente una manifestazione del suo potere.
"Forza dobbiamo andare!" Disse la madre riprendendosi la bambina e stringendola al petto possessivamente, conscia che di lì a poco non l'avrebbe più vista.
Il padre indossò una mantella e dopo essersi calato il cappuccio come la madre, s'incamminarono nella cittadina coperta di neve, la bambina nascosta nel petto della madre al sicuro e al caldo con un semplice incantesimo. S'inoltrarono nei boschi camminando per varie ore, ma non sentirono il dolore fisico, quello non era niente, finalmente arrivarono nella valle dei laghi, e lì su per la montagna fino ad arrivare ad una rientranza nella roccia dove si vedevano tutti i laghi di quel posto meraviglioso, scintillanti nell'oscurità della notte, dove la luna piena e la neve rendevano tutto più bello e malinconico.
"Be' almeno è un bel posto per dirsi addio." Disse l'uomo beccandosi un'occhiataccia da parte della sua compagna.
"Ho capito sto zitto e procedo." Rispose lui estraendo la bacchetta che a un suo cenno aprì una fessura a dimensione d'uomo nella roccia, e non appena le due persone ci entrarono si chiuse, niente faceva credere che prima ci fosse un varco.
Dentro l'enorme montagna era cava e crescevano ovunque cristalli insieme alle stalattiti e stalagmiti sia sul pavimento che sul soffitto infinito creando un bellissimo gioco di luci.
"Capisco perché hai scelto questo posto." La derise lui.
"È pur sempre mia figlia."
"È anche mia!"
"Purtroppo." Rispose lei dirigendosi su un piedistallo di cristallo al centro della montagna, creandovi una conca con la bacchetta dove adagiò la bambina.
I due maghi la guardarono colmi d'amore, poi lei si tolse un medaglione che portava e lo mise al collo di lei: "Il mio primo e ultimo dono per te figlia mia, cosicché avrai sempre una parte di me con te, Elena."
"Come l'hai chiamata?!" Chiese lui sbigottito.
"Elena, significa splendore del sole, perché lei è il mio sole e io... -la voce le si ruppe in un singulto, ma lei si ricompose velocemente- qualche problema?! Voglio darle almeno io il nome siccome non posso crescerla!"
"Ma Elena è troppo fisico richiama la bellezza esteriore ci vuole qualcosa di più... Sofia! Significa sapienza, non vuoi mica una figlia tutto corpo e niente cervello?"
"D'accordo! Ma siccome le ho dato prima io il nome si chiamerà ElenaSofia." Decretò lei facendo un incantesimo sulla bimba, cosicché chiunque l'avrebbe trovata le avrebbe dato quel nome.
"È un nome perfetto- bisbigliò lui -non credevo le avresti donato la tua collana."
"È mia figlia! È tu non le darai niente?"
"Si ma l'ho affiderò a una persona che glielo darà al momento giusto."
"Come preferisci."
Detto questo i due maghi cominciarono ad agitare le bacchette sulla figlia pronunciando l'incantesimo :"Sopor cecidit, dolor non dui fames tempor membra non laeditur, ne dum frangerentur siggill."
Appena finirono di dire ciò, la bimba cadde addormentata e sopra di lei si formò una cupola di cristallo che la inglobò tutta. I due genitori si sporsero ai due lati del piedistallo mormorando incantesimi  producendo una nebbia bluastra che avvolse interamente la caverna. Continuarono per un giorno intero, finché non gli restò che formulare l'ultimo incantesimo, il più potente e difficile, questo incantesimo avrebbe fatto in modo che il sigillo si rompesse solo di fronte alle persone giuste. Avevano quasi finito quando un rombo fuori la montagna di chiara origine magica li fece distrarre e interrompere il contatto magico.
"No! Mancava così poco! Dobbiamo ricominciare!" Disse lei disperata cercando di ricostruire il contatto.
"Dobbiamo andare a fermarli e obliarli invece!" Rispose lui.
"Ma dobbiamo completare l'incantesimo! E di sicuro quelli sono solo dei sicari... c'è quella maledetta dietro tutto ciò non serve fare fuori quelli per risolvere il problema , e se usciamo non possiamo più entrare!"
"Lo so ma tutti gli incantesimi di protezione che abbiamo fatto hanno bisogno di un po' di tempo per attecchire, se non li fermiamo li distruggeranno e nostra figlia morirà nel cristallo, è l'unica possibilità."
"D'accordo." Acconsentì distrutta, precipitandosi fuori dalla montagna insieme al padre di sua figlia, li avrebbe uccisi fino all'ultimo quei maledetti!
 
I sicari furono uccisi tutti tranne uno con grande disappunto di lei e sollievo di lui, ma quando fu sottoposto al veristetum e all'impero non disse niente, anzi approfittò di un loro momento di distrazione per bere una fiala di distillato della morte vivente, che naturalmente funzionò all'istante.
"Dopo questo guaio spero che almeno i tuoi indicibili funzionino! Io lo sapevo che non dovevamo fidarmi di quella ragazza!" Disse lei in preda alla rabbia.
"Tranquilla, la proteggeranno egregiamente, Martha deve essersi solo confusa." Concluse lui.
I due genitori così si separarono, entrambi con un'enorme peso sul cuore.
 
 
 
Se vi è piaciuta la storia vi chiederei di recensire gentilmente, essendo la mia prima fanfiction! Così se vi piace la continuerò.
  
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