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Autore: sil83    11/04/2013    9 recensioni
"Un omicidio. Non è come tutti gli altri. E' tornato."
Tutto è rimesso in gioco. Rick e Kate non sono più una certezza. Kate è sola.
Negli ultimi due anni non si sono visti, non si sono parlati. Qualcuno ha mischiato le carte e sconvolto le loro vite. Tornerà tutto come prima?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo tre. A presto Kate.
 
Quando riapro gli occhi sono in ospedale. È notte. Sono sola. Non ho alcun tipo di dolore. Una fasciatura sulla fronte. Nessun filo o flebo che mi tiene a letto. Sposto le coperte e mi alzo. Non è stata una buona idea, la testa comincia a girarmi e mi devo aggrappare al letto per non cadere. Dopo aver recuperato un minimo di equilibrio, mi sposto a piccoli passi verso il bagno. Sono sola. Il silenzio è assordante. Mi guardo allo specchio. Non mi riconosco. Non è colpa dell’esplosione. Sono pallida, grigia, come dice mio padre. Gli occhi scavati. Magra da fare paura. I capelli, sporchi di sangue, sono appiccicati alla testa. Sono sola. Nessuno è qui con me. Mi rivesto. La camicia è ricoperta di polvere e sangue. Come è possibile che nessuno sia qui con me. Mi appoggio al letto e mi concentro. Una cosa alla volta. Vestirsi. Tornare a casa. Ritrovare Castle. Quando esco dalla stanza mi blocco. Sono tutti li.  Ryan, Esposito e Lanie che dorme appoggiata al suo braccio. La Gates con gli occhiali inforcati sta controllando il tuo fascicolo. Mi sento in colpa. Sono tutti qui, ma io continuo a sentirmi sola. Appena mi vedono uscire dalla stanza si alzano tutti in piedi. Mi obbligano a sedermi. Chiamano il medico. In meno di cinque minuti sono nuovamente a letto. Una notte in osservazione. “Se l’è vista brutta detective!” Commenta il dottor Higgins. “Ho passato di peggio.” Rispondo. Mi guarda stranito. Poi alzando appena un po’ le spalle esce. Per rimettere subito la testa dentro ed aggiungere: “Non cerchi di scappare, tenetela d’occhio. Si riposi.”

Richiude la porta. Aspetto qualche secondo, quando sono certa che se ne è realmente andato, comincio con le domande. “Ryan, nessuna novità sulla telefonata che ho ricevuto? Espo, hai verificato il tipo di esplosivo usato? Avete controllato le telecamere nella zona? Il portiere? Qualcuno…” Mi fermo perché mi accorgo che li sto spaventando. Lanie si siede accanto a me sul letto e mi prende la mano. “Il dottore belloccio ha detto che devi riposarti, almeno qualche ora.” “Lanie, non ne posso più. Voglio che questa storia finisca.” Gli occhi cominciano a pizzicarmi e sento un dolore atroce salirmi dal petto fino alla gola. Non credo che riuscirò a resistergli a lungo. Esposito si mette appena dietro Lanie: “Il dottore, che per la cronaca non era poi così belloccio, ha comunque ragione. Rilassati qualche ora, poi domani ricominciamo.” “Si Beckett, domani.” Gli fa eco Ryan. Domani. Chiudo gli occhi e nel momento in cui il dolore sembra farsi insopportabile, due minuscole lacrime cominciano a scendermi sulle guance. Negli ultimi due anni non mi hanno mai visto piangere. Sono sempre riuscita a trattenerle difronte agli altri. Oggi no. Oggi sono troppo stanca, troppo delusa. Oggi non le riesco a fermare. E mi travolgono, come un fiume in piena. Sono inermi davanti al mio dolore. È un dolore fisico, assolutamente reale. Sto tremando, le coperte non bastano a scaldarmi. Lanie mi stringe con forza la mano e anche io mi aggrappo a quella presa. Ho paura che se la mollo, mi perderò nel vuoto. Mi congelerò al freddo.  Mi aggrappo a quella mano. Ma non mi riesco a calmare.

Continuo così per diversi minuti, poi la Gates si alza e con piglio deciso. Mi prende il viso tra le mani. E comincia a rispondermi. “Beckett. Mi guardi. Abbiamo scoperto che Tyson si è agganciato alle linee telefoniche e ha riattivato per pochi secondi il vecchio numero di Castle. Questa è una pista. Bisogna capire se ha fatto tutto da solo o se qualcuno lo ha aiutato, ma è una nuova pista. L’esplosivo usato era C4, ma ringraziando Dio, non è stato collegato correttamente al detonatore, è esploso solo in parte. Questo ci indica che ha sbagliato. Ha sbagliato Beckett. Tyson non è infallibile. Anche questa è una novità. Infine, si Beckett, abbiamo verificato le telecamere e abbiamo sentito diversi testimoni, tra cui il portiere, abbiamo una cronologia abbastanza accurata degli spostamenti di Tyson nelle fasi di preparazione dell’esplosione.” Si ferma. Riprende fiato. E io con lei. Ho smesso di piangere e di tremare dopo le prime parole. Ho ascoltato tutto con la massima attenzione. Mi lascia il viso, e si allontana di qualche passo. “Ora Beckett, c’è molto lavoro da fare. Ma riprenderemo il tutto domani. Adesso dobbiamo tutti riposare, almeno qualche ora. Domani saremo più lucidi.” Sto per obbiettare che rischiamo di perdere del tempo prezioso. Ma lei aggiunge subito: “È  un ordine.”

Sono andati tutti. Lanie si è offerta più volte di restare, ma anche lei è stanchissima. È giusto che provi a riposare. Io ho promesso e giurato di aspettarli qui. Domani mattina verranno a prendermi con dei vestiti puliti, e andremo subito al distretto. Dalla finestra entra una luce chiara, probabilmente è una notte con la luna piena. Io da qui non la vedo. Non riesco a dormire. Continuo a rivedere il tuo appartamento, il tuo nome sul display. Oggi mi sei stato molto più vicino del solito. Ho percepito la tua presenza. La tua assenza è insopportabile. Sento la porta aprirsi e volto appena la testa nella sua direzione. Ho immaginato mille volte questo momento. Immaginavo di urlare, di piangere, di fingere di essere arrabbiata, di esserlo davvero. Di correrti incontro e di saltarti al collo. Invece resto stesa sul letto e ti guardo. La luna non illumina abbastanza. Cerco di accendere la luce. E allora ti sento: “Ferma Beckett, non farlo.” Quattro parole e ho capito. Neanche stavolta. Neanche stavolta sei tu. La delusione di non averti qui è più forte del desiderio di vendicarmi di Tyson. Questo pensiero però dura solo la frazione di un secondo.  La mia pistola è nel cassetto del comodino. Tre passi da me. Troppo lontana. “Kate, finalmente siamo soli. Credevo non se ne andassero più, tesoro.” Non capisco se sa che l’ho riconosciuto. Nel dubbio sto al gioco. “Amore, sei davvero tornato?” “Detective, davvero? Hai battuto forte la testa. Non mi riconosci?” Continuo a non capire, con le dita della mano trovo il mio cellulare. Lanie prima di uscire me l’ha infilato sotto il cuscino. “Così, se ti serve, non ti devi alzare.” Maledetto touch screen.  Lui riprende a parlarmi. “Fossi in te non mi muoverei.” Sposta allora la sua mano e vedo il luccichio di una pistola. “Non aver paura Beckett. Non sono qui per ucciderti. Avrei fatto esplodere tutto il C4 se avessi voluto farlo. Uhm, di al tuo capitano che non mi deve sottovalutare. Mai.” Con la mano nascosta dalle lenzuola e dalle coperte sblocco a memoria la tastiera del cellulare, pregando che la luce non filtri dalle lenzuola. “Non mi sottovalutare nemmeno tu. Non sai quello di cui sono capace. Mi hai rovinato la vita. Non credere che starò qui a guardare. Uccidimi adesso. Perché da domani avrò solo un obiettivo. Venirti a prendere.” A memoria compongo il numero di Esposito. La telefonata dovrebbe essere partita. “Oh si, come con il senatore Bracken. Ha fatto ammazzare tua madre e adesso dov’è? Sottoterra? In galera? No. In senato. Mi sembra di ricordare che tu gli abbia salvato la vita.” Sto sperando che la telefonata sia partita e che Esposito abbia risposto in tempo. “Se non vuoi uccidermi, cosa vuoi Jerry?” Riesco a sentire il suo sorriso accendersi. “Voglio solo dimostrarti che posso farlo in ogni momento. Voglio solo farti sentire quanto mi sto divertendo. Ti guardo tutti i giorni Kate. E guardo anche Rick. Siete entrambi infelici. Voglio solo farti capire quanta felicità provo a progettare la vostra infelicità. A presto Kate.”

E in un attimo è sparito.





Angolo mio:
Bene! Castle è tornato!!! No? Ancora Tyson? 
Perdonatemi... Non ditemi che voi ci eravate cascate???
Come sempre grazie e tutti quelli che leggono e grazie mille a chi commenta!
A presto!
Silvia



 

  
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