Quella notte Roderich sognò. Sembrerebbe qualcosa di normale, ma l'austriaco sognava di rado e puntalmente accadeva qualcosa di brutto.
Si trovava in un luogo molto strano, completamente buio e con un'aria quasi soffocante.
L'uomo si guardava intorno, senza riuscire a trovare la fine di quell'immenso spazio in cui era capitato. Improvvisamente Roderich scorse la sagoma di una donna che camminava lentamente nella sua direzione. Passo dopo passo gli sembrava sempre più familiare, finchè non diventò palese che quella era sua madre.
L'uomo corse verso di lei ma sembrava non arrivare mai. Quando sembrava esserle vicino improvvisamente doveva percorrere ancora parecchia strada. La donna si accasciò a terra, ignorando le urla del figlio che la stava chiamando, disperato.
Una di queste grida fece sobbalzare Elizaveta, che si trovava al fianco di Roderich, intenta a bagnargli la fronte con un panno.
Roderich aprì gli occhi. Era tutto finito, grazie a Dio.
"Avevi la febbre alta, speriamo che ti sia scesa almeno un pò.."disse la donna, posandogli delicatamente la mano sulla fronte.
"Oh, menomale, la fronte è meno calda rispetto a prima. Mi hai fatto prendere un bello spavento.."
"Mi dispiace.. Io non ricordo bene cosa è successo, ma ero terrorizzato, c'era Gilbert.. era furioso e non capisco ancora come ho fatto a scappare.."
Roderich cominciò a tremare.
Gli occhi di Elizaveta si inumidirono. Istintivamente abbracciò l'uomo più forte che poteva, in modo da rassicurarlo.. e anche per rassicurare se stessa.
"Promettimi di non cacciarti più in una situazione del genere!"
"Te lo prometto, ora non piangere però, sto meglio, vedi?" disse Roderich sorridendo.
"Non sto piangendo, stupido!" disse la donna.
Ma i singhiozzi che faceva involontariamente non ingannavano di certo l'austriaco, che abbracciò a sua volta l'ungherese.
Appoggiò la testa sulla spalla di Elizaveta, come fanno di solito i bambini cullati dalle madri.
Proprio così, Roderich adesso era come un bambino, ma Elizaveta non era sua madre.
Lei, era semplicemente la donna della sua vita. Quella per cui avrebbe fatto di tutto, quella per cui sarebbe morto.
"Io ti amo"
La donna però non potè sentire questa frase, si era addormentata tra le braccia dell'austriaco.
Roderich posò delicatamente Elizaveta sul letto, le rimboccò le coperte e la lasciò riposare. Doveva essere molto stanca, dato che aveva badato a lui per tutto il tempo.
Uscendo dalla sua stanza incontrò il capo.
"Oh, eccoti qui!"
Esclamò con un gran sorriso in volto.
"Mi hanno appena consegnato una lettera, è per te." Concluse prima di tornarsene a fare chissà cosa.
Roderich guardò la busta e vide che proveniva dall'Austria.
La aprì e rimase scioccato.
La lettera gli cadde dalle mani.
"Roderich, spero che questa lettera arrivi in tempo.Tua madre sta morendo. Ti prego torna a Vienna, ha bisogno di te.
Il tuo caro amico, Lorenz."
_________________________
Buon giorno/Buon pomeriggio/Buona sera ! Chiedo umilmente perdono per l'assenza e per aver lasciato in sospeso la storia. Ero piutosto impegnata con la scuola e cose di famiglia.
Beh, ora sono qui :D
Sono felicissima di aver scritto un'altra pagina, appena ho trovato un briciolo di ispirazione mi sono fiondata al computer a scrivere! Spero che questo capitolo vi piaccia e che vi piacciano anche quelli futuri!
Un piccolo appunto su questa pagina.. Il capo della compagnia, non ha ancora un nome XDD
Semplicemente perchè non so che nome dargli, ma vedrò di battezzarlo la prossima volta!
-HikaHika