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Autore: Nori Namow    11/04/2013    19 recensioni
«Quindi mi state dicendo che voi avete vissuto una vita precedente, e vi conoscevate?» chiese Zayn per l’ ennesima volta. Diamine, sei scemo o cosa?!
«Sì Zayn, è assurdo, lo so. Ma è così. Ricordi la collana che brilla e io e Ele che rimaniamo come scemi? Ecco, non era una messa in scena.» spiegò Louis cercando di mantenere la calma. Il ragazzo sembrò ragionarci sopra, per poi esprimere un commento molto intelligente.
«Figo!»
Appunto.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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twenty six


 

Il nero prese possesso del mio corpo, trasportandomi indietro nel tempo.
Eravamo ripiombati nel passato, incatenati dal potere della collana che pensavamo fosse svanito.
Mi voltai alla ricerca di Louis, ma non mi sorpresi molto, quando non lo trovai. Sarebbe stata una distrazione e la collana sembrava capirlo, facendoci intendere che quelli erano ricordi che ognuno doveva guardare da solo.
Perciò, mi concentrai su ciò che mi circondava, sui ricordi che la collana aveva deciso di mostrarci dopo due anni di silenzio.
C’era l’Eleanor del passato davanti a me, e teneva fra le mani il cammeo brillante.
Assieme a lei vi era una donna di mezza età dallo sguardo intelligente. Prima che Eleanor dicesse il suo nome, avevo già capito di chi si trattasse.
«Signora Foster, ho commesso l’errore più grande della mia vita.»
Lo sguardo della donna fu catturato da quell’espressione corrucciata e dal tono triste della ragazza.
«Ditemi cosa avete fatto, Eleanor.»
«Ho espresso il mio desiderio, signora Foster. Ma non lo pensavo davvero, era quello sbagliato. Ho detto a Louis che lo odio e lo disprezzo, ma… ma non è vero.» Lei si morse leggermente il labbro inferiore, mentre la donna che le teneva compagnia si apprestava a poggiarle una mano sulla spalla, premurosa.
«Io lo amo, signora Foster. Amo Louis più della mia stessa vita e lui se ne è andato da due settimane.»
Una lacrima calda accarezzò la guancia di Eleanor, che si apprestò a rimuoverne ogni traccia.
Sapevo che non lo odiava, non era concepibile un sentimento di odio fra quei due innamorati.

«Allora esprima il suo vero desiderio, la collana capirà.» la donna sorrise alla ragazza, che strinse fra le sue mani il ciondolo della collana.
«Vorrei incontrare di nuovo Louis in un’altra vita, nel futuro. Voglio che vedano quanto ci siamo amati io e lui, e voglio che vedano quanto subdola sia stata Margaret Calder. Voglio che non commettano gli stessi errori che abbiamo fatto io e Louis. Loro dovranno amarsi come io avrei voluto.»
Una lacrima cadde sulla perla del ciondolo, e i ricordi sfocarono, riportandomi da qualche altra parte.

 

 

«Ciao, Amelia.»
«Signora Foster!»
La bambina dai lunghi capelli castani e ondulati, corse verso l’anziana donna. Non lo vedeva da tempo quello scricciolo, lo capii dal modo in cui la strinse a sé. Amelia. Doveva essere la figlia di Eleanor, da quanto mi aveva raccontato Laura, quel giorno.
La bambina era senza dubbio bellissima, con quei vestitini ottocenteschi e quegli occhi blu come il mare. Quindi Laura aveva ragione, alla fine Eleanor si era arresa all’epoca in cui viveva e aveva sposato Dean solo per convenienza. L’amore non aveva vinto.
Sarah Foster prese la bambina per mano e si avviò in una camera ben precisa a giudicare dal modo in cui si muoveva in quella casa.
Quando affidò Amelia ad una domestica, capii cosa stesse facendo lì.
Eleanor stava morendo a causa della sua malattia, probabilmente aveva chiesto di incontrare lei prima di andarsene. Tremai al solo pensiero.
Quando Sarah mise piede nella grande camera da letto, perse ogni contegno di donna regale e corse verso il letto matrimoniale, dove giaceva una Eleanor malata e pallida, ma pur sempre bella. Al suo collo spiccava la collana.
«Signora Foster.» il tono di voce di Eleanor era debole, bisognava sforzarsi per udire ciò che diceva.
Sarah le si avvicinò, accarezzandole la testa con premura.

«Ciao, Eleanor.» rispose dolcemente, mentre gli occhi le si facevano lucidi. Era così straziante vedere una ragazza piena di vita in quello stato.
«Sto per morire, lei lo sa, vero?» con fatica la mano della ragazza raggiunse la guancia rugosa di Sarah, che si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
«Voglio che mi faccia una promessa, signora Foster. Mi prometta che prenderà questa collana e la custodirà, fin quando io e Louis non ci incontreremo in un’altra vita. E voglio che parli con Amelia, quando sarà grande, di suo padre.»
Gli occhi della donna osservarono quelli da cerbiatto. Cosa intendeva dire?
«Ma Amelia è figlia di Dean, vero?»
Eleanor scosse piano la testa. «Quegli occhi azzurri parlano da soli, così come il fatto che è nata prematura. E poi ha visto, come le somiglia?»
Lei prese la collana dal suo collo, porgendola poi a Sarah. Le sue mani tremavano, il respiro era sempre più pesante.
«Amelia è la figlia di Louis.»
Gli occhi di Eleanor si chiusero, probabilmente per sempre. L’ultima cosa che vidi fu Sarah che piangeva, poi nuovamente il buio.

 

 

La ragazza che mi trovai davanti, non era di certo Eleanor. Però le somigliava tantissimo.
Un’Amelia diciottenne sedeva su una poltrona lussuosa, leggendo un libro che sembrava annoiarla.
Di tanto in tanto, infatti, sbadigliava mettendosi una mano vicino alla bocca, poi tentava di concentrarsi sulla lettura.
Quando sbadigliò nuovamente, chiuse il libro con rabbia e si alzò di fretta, diretta verso le stalle. Prese il suo cavallo e cominciò ad allontanarsi.
Tale madre, tale figlia, pensai ridendo. Fortunatamente non dovevo correre per stare dietro ai ricordi, semplicemente la scena mi cambiava davanti come se fossi stata in un film. Quando si fermò vicino all’albero, a quell’albero, vidi il cammeo che portava al collo.
Era nel posto dove i suoi genitori usavano incontrarsi, quel posto idilliaco che poteva far innamorare chiunque. Si sorprese tanto da far issare il cavallo solo sulle zampe posteriori, quando notò un altro ragazzo fermo vicino al tronco d’albero. Scese senza troppi complimenti, fregandosene delle norme che una buona donna di corte dovrebbe rispettare.
«E lei chi diavolo sarebbe?» strillò verso lo sconosciuto che, incantato dalla voce dolce della ragazza, si voltò. 
Le parole morirono nella gola di Amelia e sarebbero morte nella gola di chiunque, data la bellezza di quel ragazzo.
Capelli ribelli e scuri, occhi verdi come i prati primaverili. Non ebbe bisogno che si presentasse, perché io lo riconobbi subito.
«Mi chiamo Stefan Styles, piacere.»
Vidi le gote di Amelia diventare rosse come il fuoco, e il buio.

 

 

Per un secondo pensai di essere tornata nel presente, ma sapevo che non era così. Eravamo nel negozio di Laura, ‘Tarocchi e Cartomanzia’, e lei era più giovane. Forse il fatto risaliva a quattro, cinque anni prima. Vi era una donna molto anziana che le teneva compagnia, e insieme sorseggiavano del the. Sul tavolino, immediatamente notai il cammeo.
«A quanto pare Louis ed Eleanor sono tornati, Laura.» disse la prima donna, quella molto più anziana. Laura prese un sorso dal suo the, indifferente.
«Sì, oggi ho visto il ragazzo che andava in giro con quella mazza da scopa. Ho indagato e, indovina? È una Calder.»
La donna mugugnò infastidita. «Calder, che brutta stirpe, quella. Una delle peggiori in assoluto.»
Passarono due minuti nel quale il silenzio fu sovrano, poi Laura parlò nuovamente, osservando il ciondolo.
«Domani faro in modo che il ragazzo venga a contatto con la collana, poi basterà solo aspettare che Eleanor venga richiamata. Non passerà troppo tempo.»
«Laura, tu sai bene cosa fare, non c’è bisogno che te lo dica io.»
«Olivia, ti ho detto che conosco bene la procedura. Dopo ciò, finalmente le Foster saranno liberate da questo fardello.»
Le due donne osservarono il cammeo, come se aspettassero che questo parlasse. Bevvero il loro the mentre io aspettavo trepidante.
«Hai visto chi è il migliore amico del ragazzo?»
Olivia rise, annuendo. «Uno Styles. Ciò vuol dire che la ragazza troverà anche il suo spirito guida, un ottimo aiuto.»
Harry. Avevo sempre percepito quello strano legame fra noi, e finalmente ora tutto aveva un senso.
Amelia aveva sposato Stefan Styles, e ciò significava che Harry era una specie di… parente. Di fratello. Sorrisi compiaciuta, Harry era davvero stato il mio ‘spirito guida’, in qualche modo.
«Quando scopriranno il primo desiderio, non dovrai rivelare nient’altro se non la morte di Eleanor e di Louis che non l’ha più rivista. Non devono sapere che Amelia era figlia loro.»
«Sì Olivia, lo so. Però perdonami, ma continuo a non capire perché tutto questo mistero.»
Già, Laura aveva omesso tutti quei dettagli importantissimi, si era limitata a farci credere che il nostro amore fosse una bugia.
«Eleanor non voleva che i due ripetessero lo stesso errore. Quando i due ragazzi si separeranno, commetteranno quell’errore. Solo se uno dei due tornerà, allora potremo dire di essere riuscite nel nostro intento, Laura.»
«Uniti, nonostante gli inganni.»
«Esattamente.»

Le loro parole mi colpirono come uno schiaffo, poi capii quanto le vite passate e future coincidessero. La separazione, quella possibilità di non vedersi mai più mentre ci continuavamo a cercare, nonostante tutto. Quel filo rosso del destino che ci attirava l’uno verso l’altro, mentre il nostro orgoglio si ostinava a separarci. Era quello, il motivo per cui la collana aveva brillato nuovamente, mettendoci le idee a posto.
Avevamo esaudito il desiderio di Eleanor, eravamo ritornati a cercarci perché loro non l’avevano più fatto.
Uniti, nonostante gli inganni.
«Cosa succederà se non si ritroveranno? Cosa accadrà?» 
Gli occhi di Olivia adocchiarono quelli di Laura, in cerca di una risposta da darle.
«Il filo rosso del destino è forte, Laura. La collana troverà un modo.»

Il buio.

 

 

Mi ritrovai nella casa dei ragazzi, e a quanto pare sembrava un momento importante per tutti.
Infatti, i quattro ragazzi erano seduti attorno al tavolo, mentre Louis sorrideva come un idiota e fremeva di felicità.
«Ragazzi, voglio presentarvi la mia ragazza. Si chiama Eleanor!» squittì Lou, mentre io trattenevo i conati di vomito.
Harry sembrò animarsi più degli altri, perché sorrise mettendo in mostra le fossette.
«Wow, bel nome! Quando ce la presenti?» chiese elettrizzato. Inclinai la testa su un lato, capendo poi le parole delle due donne.
Anche se Harry non ne era consapevole, lui era lo spirito guida di Eleanor. Però non conosceva l’Eleanor che Louis stava per presentarle.
Infatti, quando  dieci secondi dopo Eleanor Calder fece il suo ingresso in cucina vestita in modo orribile, Harry strabuzzò gli occhi, così come gli altri.
«Piacere, io sono Eleanor Calder!» starnazzò lei, ottenendo un sorriso educato da parte di Niall.
Harry invece scoppiò malsanamente a ridere, sbattendo una mano sul tavolo mentre con l’altra si teneva la pancia.
«Cristo Louis, e questa dove l’hai trovata? In un circo?»
Boom. Epic Win per Styles.

 

Mi chiesi se quei ricordi potessero mai finire, quando mi ritrovai di nuovo nella casa dei ragazzi. C’erano solo Harry e Louis, perciò intuii che il ricordo mi fosse stato ‘prestato’ dal riccio. Louis aveva le occhiaie e i suoi occhi blu erano più sul grigio, spenti e senza scintilla.
«Non avresti dovuto dire quelle stronzate ad Ele.» sbottò il riccio, infastidito. Louis chiuse gli occhi, non degnandolo di una risposta.
«Ora lei penserà che tu te la stia passando con quella cagna!»
«Harry, io…»
«Tu l’ami?» domandò di getto, spiazzando Louis. I suoi occhi si mescolarono a quelli del riccio, poi abbassò lo sguardo, sconfitto.
«Io l’amo più della mai stessa vita. L’amo così tanto da aver scelto di rinunciare a lei per non costringerla a scegliere.»
«E pensi che lei sia felice adesso, eh?» Harry era completamente fuori controllo, mi meravigliai del fatto che non stesse prendendo a pugni l’amico.
«Ormai è troppo tardi…»
Come avevo previsto, Harry diede un pugno sulla spalla di Louis, rischiando di lussarla.
«Non è mai troppo tardi. Sarà tardi quando avrai ottantacinque anni e sarai sul letto di morte mentre esalerai l’ultimo respiro. Solo in quel momento, sarà tardi.» Prese l’amico per il colletto, sbattendolo violentemente contro la sedia.
«Ora tu prendi in mano la tua vita, la rendi stabile e perfetta, poi andrai a cercare Eleanor Wood a costo di setacciare tutta New York a piedi.»
Gli fece sbattere nuovamente la schiena contro la sedia, tanto che sia io che Louis sussultammo scioccati.
Poi mi sentii come risucchiata da un vortice, e capii che stavo tornando al presente.

La collana brillò intensamente, come felice di aver esaudito il suo desiderio.

 
 

Sbattei un paio di volte le palpebre, focalizzando lo sgabuzzino e un Louis alquanto sotto shock.
«Ele?»
E l’unica cosa che mi riuscì di dire, fu:
«Oh, Cristo.»



Ciao principesheeeee
ed eccoci al penultimo capitolo, il prossimo sarà l'ultimo e questa storia sarà definitivamente caput, finita, over.
omg, anche se a voi non interessa, a me viene una depressione assurda.
Mi è piaciuto scrivere questa storia, tanto. Assieme a 'the werewolf and the vampire' sarà quella  che mi mancherà di più.
MA IO SONO UN TRENO IN CORSA, infatto ho un'altra long sovrannaturale in corso 'Credendo Vides',
una minilong Larry 'Let me purr' e... udite uditeee... un'altra long che sto scrivendo (sovrannaturale) con Lou protagonista.
Sarà uno stile un po' più macabro per motivi che scoprirete soltanto quando la seguirete (e la pubblicherò TROLOLOL)

insomma, ecco che il quadro si fa finalmente completo:
Amelia è figlia di Louis, che poi conosce un antenato di Harry. Il ché spiega il forte rapporto fra i due, che sono molto legati.
Anche Lou è legato molto ad Harry, blblblbl.
Inizialmente, il titolo di questa storia doveva essere 'We're making all the same mistakes', proprio per il fatto che presente e passato avevano commesso lo stesso errore. Però io sono stupida e ho messo sto titolo chilometrico che ogni volta per scriverlo, non vi dico HAHAHAHAHA
boh, lasciatemi una recensione, fatemi commuovere c':
alla prossima ♥
with love,
@harryspatronus.
e non fate le timide, stalkeratemi >.>

   
 
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