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Autore: j4efp    11/04/2013    0 recensioni
Rapimento e terrore
Il gorgogliare dell’acqua nei tubi era il solo rumore che spezzava il silenzio.
Solo il dolore gli confermava che era vivo.
Il buio lo circondava, lo soffocava, gli stringeva il petto in una morsa lancinante.
Ormai era talmente abituato al buio che neanche ricordava come fosse fatta la luce.
Il suo mondo era nero adesso.
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nelson Phormistune aveva fame e l’assistente che aveva mandato a comprargli il pranzo non si faceva ancora vedere.
Sbuffò impaziente, cercò di leggere qualche documento che giaceva malinconico sulla sua scrivania, ma le parole gli scivolavano via dalla mente come se fosse acqua fresca.
Pensò che forse, come capo dell’azienda, la sua efficienza lavorativa non avrebbe dovuto fermarsi di fronte a uno stomaco vuoto, ma mandò subito al diavolo quelle riflessioni, non ne era proprio capace.
Il suo sguardo si soffermò sul cellulare buttato lì a fianco.
Nelson amava la tecnologia, in fondo era di questo che si occupava la sua impresa.
La Phormistune Security and Technology si occupava di programmi antivirus per computer di ultima generazione, e Nelson che negli ultimi anni ne aveva lanciati ben cinque, uno più potente dell’altro, non solo aveva incassato parecchio denaro, ma aveva fatto anche importanti conoscenze e aveva avuto molte raccomandazioni da parte di aziende tecnologiche avanzate.
Grazie alla fortuna che aveva raccolto agli esordi della sua carriera, lui e la sua famiglia avevano lasciato la Scozia e si erano trasferiti a Londra, la grande città dell’eterna pioggia.
Mentre Olivia era stata contentissima di lasciare finalmente la cittadina in cui era rimasta confinata per anni, Daniel non ne era rimasto affatto contento.
Nelson pensò che non potevano esistere al mondo due persone più diverse dei suoi figli: Olivia amava leggere, studiare, fare calcoli e risolvere problemi matematici. Amava la tecnologia e soprattutto aspirava al successo e al denaro per eguagliare suo padre e addirittura superarlo.
Per lei gli affari erano il fulcro della vita e quando seppe che si sarebbe trasferita a Londra era letteralmente impazzita di gioia.
Dan era di tutt’altro stampo.
Non era mai stato interessato allo studio, si manteneva appena a scuola e i soldi erano la sua ultima preoccupazione e ambizione.
Aveva sempre preferito lo sport e l’aria aperta agli ambienti chiusi e limitati dietro una scrivania e un computer, che invece erano l’habitat naturale di Olivia.
La notizia del radicale cambiamento lo aveva spiazzato, i suoi occhi verdi avevano sprizzato scintille di rabbia.
<< Come potete togliermi tutto quello che ho? La mia vita è qui! >>
<< Via via Danny >> aveva detto Olivia con aria di rimprovero << Dovresti essere contento, è una grande opportunità per papà e per noi  >>
<< Stai zitta saccentona  >>
<< Come osi… >>
<< Ragazzi basta >> era intervenuta Rose, cercando di dare un taglio all’ennesima lite dei figli.
I ricordi di Nelson poi si sfumavano nell’espressione arrabbiata di Dan e quella seccata di Olivia.
Gli era dispiaciuto costringere il figlio a lasciare i suoi amici più cari, ma quel trasferimento non era un’opportunità da perdere, la P.S.T. sarebbe cresciuta e sarebbe diventata famosa in tutto il Regno Unito, e forse nel resto del mondo.
Così era stato; la piccola azienda, che aveva attirato su di sé gli occhi di personalità importanti in campo di tecnologia e sicurezza informatica, si era evoluta  e adesso Phormistune poteva vantarsi dicendo che il suo ultimo programma Lokservice5 era uno dei più utilizzati nell’isola britannica e negli Stati Uniti.
Sentì lo stomaco brontolare e pregò che quella maledetta assistente arrivasse di lì a dieci minuti, altrimenti sarebbe stato peggio per lei.
 
                                                                                                    *
 
La giornata scivolava via lenta, tra scartoffie da leggere e documenti da firmare, quando arrivò all’improvviso una telefonata inaspettata.
<< Nelson Phormistunhe, direttore della P.S.T., dica pure. >>
Fu lieto di sentire che dall’altro capo del telefono era Rose a parlare, ma il suo buonumore si tramutò presto in qualcos’altro ascoltando le sue parole.
<< Nelson, hai la minima idea di dove possa essere finito tuo figlio? >>
La voce della moglie suonava arrabbiata, ma una nota di preoccupazione era evidente.
<< No, sai che di solito si comporta come se non ci conoscessimo. Cosa è successo? Sembri preoccupata >>
<< Preoccupata?!? >> sbraitò lei dall’altro capo del telefono tanto forte che l’uomo lo allontanò dall’orecchio.
<< Non ho idea di dove sia. Non è tornato da scuola e pensavo che si fosse fermato da un amico senza avvisare, ma visto che si era fatto piuttosto tardi ho chiamato sia Alex sia Paul.  Entrambi mi hanno detto che Dan si era avviato verso casa appena finite le lezioni. Non mi risponde neanche al cellulare, non so cosa devo fare, mi sta facendo preoccupare troppo. >>
<< Avanti Rose, starà facendo una passeggiata. Forse non è in vena di sopportarci e sta tentando di nuovo di intraprendere la strada del senzatetto, tornerà per ora di cena. >>
<< Non so… >>
<< Beh allora vuoi chiamare la polizia? Fai come credi, ma non penso che ci sia da allarmarsi tanto. A dopo. >>
<< A dopo. >> sospirò lei rassegnata e riattaccò il telefono.
“ Si preoccupa sempre troppo”  si disse Nelson, fissando il viso pallido della moglie che gli sorrideva allegra dalla cornice accanto al portapenne.
  
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