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Autore: angelnight    11/04/2013    1 recensioni
Questa storia parla del profondo amore che lega Jace e Clary e che li unirà per sempre. Sarà una storia lunga e piena di colpi di scena. Il resto lo lascio giudicare a voi.
Buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                 Il compleanno
Stavano mangiando il loro panino, passeggiando per la strada. Il tramonto era bellissimo e loro se lo godevano in un silenzio spontaneo, non di quelli imposti, no, uno di quelli in cui ognuno era perso nei propri pensieri o concentrato a fare qualcosa. Il fatto sta, che loro csì stavano bene, la calma era ovunque nei loro cuori. Non volevano parlare. Punto. Camminavano per una delle strade che si affacciavano al mare e lei stava pensando a quello che era successo tanti anni prima al mare. E la lacrima tornò.
-Clary, tutto okay? Perché piangi?
Dopo una breve pausa lei rispose:- Sai che prima, in spiaggia mi era sfuggita una lacrima e ti avevo detto che era legata ad un ricordo. - Lui annuì - Ecco, è lo stesso motivo. Lo stesso ricordo.- Fece un pausa in cui i suoi occhi scrutavano il manto dell'acqua increspato dalle onde. - Dieci anni fa, al mare con mia madre. Stavo giocando con la sabbia, anche se ero un po' imbranata - e lì sorrise, al ricordo - il castello sta venendo proprio bene, poi, non so perché, mi sono girata verso mia mamma e gli ho chiesto dov'era papà. Lei, colta di sorpresa, pensava stessi dicendo Valentine, ma da piccola io Luke lo chiamavo papà. Lei si è messa a piangere, io l'ho abbracciata e ho cominciato a piangere con lei. Dopo un po' è arrivato Luke, preoccupato dalle nostre lacrime. Io gli sono corso in contro gridandolo 'Papà!!!'. Mia mamma mi ha guardato ed è scoppiata a ridere. Luke, che non ci aveva capito niente, ci guardava ridere. La mamma rispose alla sua domanda muta' fantasmi del passato'. Io avevo chiesto cosa fossero i fantasmi e Luke, per lasciare un po' sola mia mamma, mi aveva trascinato in acqua raccontandomi storie su fantasmi e spiritelli fatati. Erano solo favole per bambini, ma mi sembravano vere, io le credevo vero. Un pesciolino mi aveva sfiorato la gamba e io ero scappata , credendolo uno spiritello dell'acqua o una roba simile, e loro erano scoppiati a ridere. In quel momento la mamma mi sussurrò ' un giorno capirai. un giorno sarai libera '. Non ho mai capito il significato di quelle parole, almeno fino a oggi. - Sorrise.
 Lui si era fermato e la guardava in parte colpito da quello che aveva sentito e in parte felice perché lei aveva deciso di farlo partecipe di un suo ricordo importante. La abbracciò e lei si godette quel contatto in silenzio.  No, lei non era libera, era incatenata al cuore di Jace, ma, pensandoci bene, lo era, perché lei aveva avuto la libertà di decidere chi amare e lo aveva scelto senza esitazioni. La libertà di amare chi ami e stare insieme ad essa felice. Il suo sorriso divenne una risata.
- Perché ridi?
- Rido perché sono felice, perché sono libera, perché ti amo.
- Anch’io ti amo, Clary; è l’unica certezza che ho nella vita, lo sento qui. – e si mise la mano sul cuore. Lei vi appoggiò l’orecchio e, sentendolo battere forte, le sfuggì un sorriso. Restarono così abbracciati, poi tornarono all’albergo, mano nella mano.
L’acqua calda le picchiava sulla pelle nuda del corpo e lei si perdeva in quel battito ritmico e rilassante. Ogni pensiero cancellato dal cervello. Poi uscì dalla doccia, si legò un asciugamano attorno al corpo e si frizionò i capelli. Aprì la porta, Jace era sceso a fare qualcosa e non era ancora tornato, così si stese sul letto per aspettarlo.
La trovò sdraiata sul letto, avvolta solo da un panno, appisolata. Si sdraiò accanto a lei a fissarla,beato dalla sua presenza. Le accarezzò la spalla. Clary aprì gli occhi e, cacciando un urlo, rotolò giù dal letto. Si rialzò, cercando di sistemare l’asciugamano che, cadendo, lei si era sfilato, lasciandola nuda. Jace era scoppiato a ridere e lei, rossa di vergogna, scappò in bagno. Al sicuro si vestì, cercando di coprirsi quando più permetteva il caldo opprimente. Si sciacquò la faccia con l’acqua fredda cercando di mantenere la calma. Socchiuse la porta e vide che Jace era ancora intento a ridacchiare. Indignata spalancò la porta e andò verso la sua parte del letto, sdraiandosi e tirando su il lenzuolo. Si sentì chiamare, ma decise di ignorarlo. Allora lui si avvicinò e lei, già appollaiata sul bordo, fu costretta ad alzarsi e trasferirsi sull’amaca in giardino, con tanto di  cuscino e lenzuolo.
- Eh dai, Clary, che ho fatto?
- Oh, sta tranquillo, tu non hai fatto niente, sono io quella  che è rimasta nuda davanti a te!
- E allora, perché ora sei sull’amaca?
- Perché mi sento in imbarazzo!
- Non mi sembra che in costume da bagno ti sentissi in imbarazzo! Io non vedo la differenza.
- Io sì, io ero nuda davanti a te, per cosa? Perché non mi aspettavo di trovarti a letto e mi sono quasi presa un infarto, mentre avrei voluto che la prima volta che mi vedessi nuda fosse mentre facevamo l’amore!
- Ma tu vuoi fare l’amore?
- Certo, ma..
- Ma cosa? Ma non sei pronta va bene, dimmelo te se vuoi continuare ad inventare scuse o lo vuoi fare veramente.
- Io.. io.. era così evidente?- lo fece sorridere.
- Dai, vieni qui. – e lei tornò a letto con tutto il carico, raggomitolandosi contro il suo petto. Pochi secondi dopo era addormentata. Lui sospirò, rassegnato, e si addormentò poco dopo. Rotolò via dalle sue braccia il più piano possibile, si alzò. Preso il cancelletto e le tempere. Dando le spalle al letto, cominciò il suo capolavoro. Non si accorse che Jace era sveglio e la guardava, crucciato e confuso. Dopo un po’ lei si alzò e prese con se il disegno , nascondendolo così agli occhi di lui. Lo mise su una sedia, su cui era poggiato un altro disegno. Aveva in mano una lettera e vi lasciò sopra il segno delle labbra col rossetto. La posò sulla sedia. Andò in bagno tutta tranquilla, si tolse il rossetto e si spogliò, per poi indossare una biancheria molto provocante di pizzo nero. Tornò nella stanza e vide Jace intento a leggere la lettera, poi la vide e le corse incontro. A pochi centimetri si fermò e la baciò con passione e ardore. Irrigidita dalla sorpresa, si sciolse come il burro e gli mise le mani sul petto e rispose con energia. Le circondò la vita con le mani la vita e cominciò ad accarezzale la schiena, provocandole brividi di piacere. Clary si beava in quel bacio, senza pensare a quello che stava accadendo. Poi si staccarono per riprendere fiato.
- Jace…- stava andando nel panico, tutto il suo piano andato in fumo. Cazzo, non aveva pensato alla possibilità che lui si svegliasse. Era stata una stupida, e ora tutto buttato al vento. – Hai letto la lettera?
- Si, ma…
Le caddero le braccia e mormorò:- Sono ufficialmente la persona più cogliona del mondo, lasciamo stare, fai finta che non sia successo niente. Ok, dai andiamo a dormire.- Si buttò sul letto, ma lui non aveva intenzione di mollare, voleva capire. La imprigionò sotto il suo corpo:- E no, ora mi spieghi tutto.
- Jace – il suo tono era implorante,  ma la sua occhiata non ammetteva repliche.
- Va bene, mi arrendo, ti dico tutto. Allora, domani è il tuo compleanno e volevo farti una bella sorpresa, il mio regalo sono i due disegni. Li hai visti, beh ecco sono il mio modo per dirti ti amo. La lettera era il tocco più bello, quello più dolce. Mi ero fatta un piano per rendere indimenticabile il tuo compleanno. Nelle notti dei primi due giorni ti avrei fatto i disegni, la lettera l’avevo già scritta; poi la mattina del tuo compleanno di saresti svegliato con me avvinghiata e con tanto di biancheria di pizzo, e ti avrei fatto il più bel regalo… ehm, avremmo fatto l’amore per la prima volta.  – Jace era scoppiato a ridere.
- Oddio Clary non me lo sarei mai aspettato, non posso credere che tu abbia fato tutto questo per me. – smise di ridere per guardarla negli occhi, diede una veloce occhiata all’ orologio – beh, complimenti per aver completato il tuo piano. – lei seguì il suo sguardo, confusa, poi capì, era mezzanotte e un minuto. Sorrise, c’era riuscita, ma non aveva ancora finito.
- Aspetta, due cose. – prese lo stilo e si fece runa sulla pancia – protezione – spiegò.
- Ora devo farti vedere una cosa . – con un lieve rossore  si tolse le mutande e si mise di profilo, lui rimase in silenzio un attimo, poi disse:- Si, Clary, hai un bel fisico.
- Jace, ma allora sei proprio ceco. Guarda, cosa c’è di strano sul mio fianco? – lui spostò lo sguardo e rimase senza parole. C’era un tatuaggio: il fiore di mezzanotte appena sbocciato.
- Clary, quando lo hai fatto?
- Un po’ di tempo fa, volevo fartelo vedere in questa occasione.
- E’ bellissimo, voglio farmelo anch’io.- lei tornò a letto e si sdraiò di fianco a lui.
- Pronta?
- Sicuro!
- Ti amo.
- Io di più. – poi emozionati, ma vogliosi, lo fecero. La stanza si riempi di gemiti ed urla soffocate da baci.
Un po’ di tempo dopo erano abbracciati nel letto a guardarsi e baciarsi.
- Beh, tanti auguri Jace! – e furono travolti da un’altra ondata di piacere.



*Spazio autrice.
questo sarà uno degli ultimi capitolo che pubblicherò a causa degli esami che farò fra un po', perdonatemi, spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima.
Baci
Izzy99
   
 
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