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Autore: Bobbieyoung    11/04/2013    2 recensioni
E' colpa di Brittany se l'asilo dove lavora è stato costruito in prossimità del campo da football dove Santana allena le sue Cheerios? No. Ed è colpa sua se le due non vanno d'accordo? In parte.
DAL CAP1:
E’ così testarda… Chi cerca di impressionare? Perché non riesce a parlarmi civilmente? Beh… Magari neanch’io sono stata troppo gentile, ma è sempre lei a cominciare.
Testarda e sexy… ma tutto ciò non ha importanza adesso, perchè presto incontrerà una bella ragazza che la farà innamorare, e lei si dimenticherà di me. Che è una buona cosa, perché io non sono più interessata a lei.
Per niente!
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Dave Karofsky, Quinn Fabray, Sam Evans, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Capitolo 5 *Perché è incredibile*



 -Brittany-



 

Lauren è seduta in cucina, con in mano un panino, quando sbatto la porta del nostro appartamento e butto la mia borsa sul pavimento. Non appena vede quanto io sia furiosa, smette di masticare.
"Tutto bene?" Mi domanda mentre entro in cucina con passo veloce, con l’intenzione di bere qualcosa per calmare i miei nervi.

"Ti sembra che stia bene?" La aggredisco, sentendomi subito in colpa verso la mia coinquilina. Ma ci sono momenti in cui vorrei solo che mi lasciasse in pace.

Ogni tanto ci aiuta in asilo e, un paio di mesi fa, si è trasferita da me, visto che aveva bisogno di un posto in cui stare e io avevo bisogno di qualcuno con cui dividere l’affitto. Andiamo veramente d’accordo ma, ogni volta che sono arrabbiata per qualcosa che Santana ha detto o ha fatto, non voglio parlare con nessuno ma solo rimanere un po’ di tempo a sbollire. Sam è l’unico con cui riesca a parlare e che riesca a calmarmi un po’, ma in questo momento sono semplicemente incazzata.

"Mi dispiace." Mi scuso, prendendo una bottiglia d’acqua dal frigo. "Ma non sono dell’umore per parlare…" Mormoro, abbandonando la cucina. Lauren dice qualcosa, ma io ho già chiuso la porta della mia stanza, buttandomi sul letto. Nascondo il viso tra le coperte inalandone il profumo e, prima che me ne accorga, le lacrime mi pungono gli occhi.

Non ho mai guidato verso casa tanto velocemente. E’ un miracolo che sia arrivata illesa. Ho pedalato come una pazza, sperando che la velocità mi schiarisse le idee, ma tutto ciò a cui riuscivo a pensare erano Santana e Quinn in aula insegnanti.

Cosa intendeva Santana dicendo "vedremo", dopo che le ho chiesto se stessero insieme ufficialmente? Non può rispondere sensatamente, per una volta? E’ incredibile!

Forse avrei dovuto dire di sì alla richiesta di Dave, solo per dimostrare a Santana quanto poco mi interessi se lei soffre. Perché questo è quello che sta facendo lei in questo momento!

Quinn… NON PUO’ essere gay. E’ totalmente etero; il peggior gay-radar rileverebbe che non può essere gay. Magari Santana è la sua eccezione? Sono quasi sicura che Santana sarebbe in grado di far contemplare un’eccezione a qualsiasi donna etero, perché è dannatamente attraente…
 
 
 
 

 


 

 
 
 
"Brit, sei pronta per uscire?" Sam sta trasportando una risma di disegni dei bambini. Mentre attraversa la stanza, inciampa in uno dei giochi che i bambini hanno dimenticato di mettere a posto. "Merda…" Mormora, mentre io sopprimo un ghigno malefico.

E’ giovedì e oggi abbiamo lavorato insieme. E’ sempre divertentissimo lavorare con lui. I bambini adorano Sam, perché un insegnante d’asilo maschio è una cosa abbastanza rara, ma lui è così dolce con loro.

Mi appoggio alla sedia, lasciando che i miei occhi vaghino per la stanza. Dalla mia scrivania ho la visuale perfetta per guardare i bambini che giocano all’interno.

"Sì, a parte per quel gioco sul pavimento, tutto sembra a posto e ho anche già chiamato la mamma di Bethany, a pranzo, per parlarle dell’incontro genitori-insegnanti. Non dobbiamo fare altro, quindi… andiamo. Sono sicura che Dave stia aspettando con impazienza, visto che ha detto qualcosa riguardo un nuovo barbeque che vuole usare per la prima volta stasera."

Sam si massaggia lo stomaco, per farmi capire quanto gli venga fame nel nominare il barbeque, poi posa i disegni, prima di raggiungere la mia scrivania.

"Pensi che Santana e Quinn arriveranno insieme?"

Alzo gli occhi al cielo e prendo la mia borsa da sotto il tavolo.

"Ugh…" E’ tutto ciò che ho da dire, perché il pensiero di Quinn e Santana continua a darmi sui nervi. Quando ne ho parlato con Sam, mi ha risposto che Santana si sta comportando in modo ridicolo.

Per tutta la settimana ho evitato l’aula insegnanti il più possibile, ma ieri le ho viste in mensa, perché abbiamo pranzato alla stessa ora. Erano sedute una accanto all’altra, ascoltando Puck e Dave discutere della prossima partita di football.

Io e Sam ci siamo seduti nel tavolo a fianco e, per quanto abbia cercato di evitare di osservarle o di ascoltare i loro discorsi, i miei occhi continuavano a sbirciare verso il tavolo di Santana, e io mi mordevo la lingua ogni volta che succedeva.

Non si tenevano per mano, niente del genere, e tutti gli altri probabilmente avranno pensato che fossero semplicemente due colleghe sedute una accanto all’altra. Ma, ogni volta che Quinn rideva per qualcosa detto da Santana o si guardavano intensamente mentre parlavano, stringevo la forchetta tra le mani, con l’impulso di pugnalare qualcuno. Ero leggermente imbarazzata dal mio tumulto interiore, perché quello che fa Santana continua a non essere affar mio. Potrebbe infilare la lingua in gola a Quinn davanti a tutti e io non potrei dirle di fermarsi.

Sam mi da un colpo sulla spalla, con un sorriso compassionevole, mentre chiudo la porta dopo essere uscita.

"E’ veramente cieca, lo sai?" Mi dice, mentre raggiungiamo la sua macchina.

Mi chiedo a cosa si stia riferendo ma, ancora una volta, lo so. Perché non riesce a vedere che ovviamente non sono interessata a Dave? Ci sono così tante cose che non riesce a vedere. O magari semplicemente sceglie di non vederle…


 
 
 
 


 
 


 
 
Quanto può essere difficile aprire una scatoletta di olive, eh? In realtà è facile, ma le mie dita sembrano avere qualche problema. Non ho nessun motivo per aprire una scatoletta di olive, perché ce ne sono ancora abbastanza sul tavolo in giardino, ma avevo bisogno di una ragione per allontanarmi un paio di minuti.

Santana seduta direttamente di fronte a me, nel giardino di Dave, è semplicemente troppo…

Perché l’ultima sedia libera doveva essere quella di fronte a me? E perché Santana dev’essere l’ultima a sedersi? Almeno Quinn è seduta da tutt’altra parte, anche se resta comunque una tortura. Quando, per errore, ho sfiorato lo stinco di Santana sotto il tavolo, il mio cuore ha perso un battito, perché stranamente sono stata riportata alla sensazione del tocco delle sue labbra, ricordandomi il nostro bacio.

Quando ho scoperto Santana fissarmi, ho rovesciato un po’ dell’acqua che stavo bevendo, cosa abbastanza imbarazzante. E poi la mia voce tremava, mentre rispondevo ad una domanda di Tina. O era di Rachel? La mia voce era insicura, perché sapevo che Santana mi stava osservando mentre parlavo e non sapevo minimamente cosa stesse pensando. Stava pensando a quello che è successo in macchina? O se n’è già dimenticata perché non le interessa o perché ora ha Quinn?

"Hai bisogno d’aiuto?"

Lascio quasi cadere l’apriscatole, quando sento la sua voce alle mie spalle. Tengo gli occhi fissi sulla scatoletta e non posso credere che le mie dita stiano iniziando a tremare.

"Uh, no… grazie" Sussurro, con la speranza che Santana se ne vada. Ha bisogno di prendere qualcosa dalla cucina oppure è entrata perché io sono qui?

"Ma stai ovviamente avendo difficoltà."

"Ce la farò."

"Oppure potresti posarla, perché ci sono ancora abbastanza olive fuori e le tue mani stanno tremando…"

Santana si è avvicinata a me e solo la sua presenza, così ravvicinata, mi sta rendendo difficile respirare. Il realtà non è nemmeno così vicina, ma forse è il fatto che siamo da sole e io non so perché sia qui.

Lentamente ruoto la testa da un lato, trovandola mentre si mordicchia il labbro inferiore e mi osserva.

"Hai bisogno di  qualcosa?" Le chiedo per poi schiarirmi la gola, perché questa frase è uscita pateticamente debole.

"Sì, Dave ha detto che c’è una bottiglia di vino in frigo."

"Oh… ok. Allora prendila."

"Stai… uhm… intralciando il passaggio."

Sollevo le sopracciglia e mi ci vogliono alcuni secondi per realizzare che sono proprio davanti al frigo.

"Giusto" Biascico, spostandomi per permettere a Santana di prendere il vino. Quando sta per uscire dalla cucina, si ferma per un attimo.

"Come sta il bambino?" Mi domanda e, di nuovo, ho bisogno di alcuni momenti per capire di cosa stia parlando. Sono veramente distratta, perché non abbiamo parlato da venerdì scorso e sembra che continueremo a fare finta che quel bacio non ci sia mai stato.

"Randy? Sta… Sta bene. Beh, non benissimo ovviamente, visto che ha il braccio ingessato, ma almeno non ha più male."

"Ottimo. E la madre?"

Singhiozzo perché, sebbene si sia scusata per aver reagito così duramente, la madre di Randy continua a trattarmi come se fossi una principiante, pensando di sapere meglio di me come fare il mio lavoro.

"Mi odia… Ho smesso di darle importanza, però. E’ stata una stronza con me, fin dal primo giorno, perciò ho pensato fosse meglio fregarmene."

Santana sorride, annuendo.

"E questo è il comportamento migliore, secondo me."

"Sono sicurissima che qualsiasi altro insegnante non approverebbe." Rispondo, sogghignando, perché ovviamente ti dovrebbe interessare il parere dei genitori.

I nostri occhi si incontrano e sono sicura che voglia dire qualcosa, ma viene interrotta da una voce femminile che chiama il suo nome. E’ Quinn…

"Scusa" Biascica guardando il pavimento, mentre si volta per uscire.

Mi arrendo e le mie olive finiscono nel lavandino.
 
 
 
 




 
 


 
 

-Santana-

 

"Dove hai imparato a giocare a freccette così?" Domanda Blaine, frastornato dal fatto che stia per vincere la terza partita di fila.

Dopo aver finito di cenare, e dopo che Sam e Rachel si sono offerti di lavare i piatti insieme,  io, Puck, Blaine e Quinn ci siamo intrufolati nel seminterrato, dove Dave ha un tavolo da biliardo e il bersaglio per giocare a freccette.

"Blaine… Sono cresciuta in un posto dove spade e freccette sono i giocattoli dei bambini."

"Vero. Lei dorme con quelli sotto il cuscino, giusto?" Puck mi fa l’occhiolino, ridacchiando quando gli occhi di Blaine si sgranano.

"Figo…" Risponde giocherellando con una freccetta.

"Cosa è figo?" Mi volto e vedo Sam scendere le scale, seguito da Brittany.

"Io sono figa, bocca da trota. Perché il Puckasauro e BubbleBlaine non vinceranno mai se continuano a lanciare come delle femminucce, mentre io… io gioco come i campioni."

Sam ride, mentre io cavalco l’onda del successo, perché ho appena vinto un’altra partita con l’ ultimo tiro. Il mio sorriso vittorioso sparisce quando vedo Brittany osservarmi. E’ in piedi vicino al tavolo da biliardo, che gioca distrattamente con una palla.

Io e Quinn ci scambiamo uno sguardo, tramite il quale riesco a leggerle la mente: inizia il gioco.

Mentre Puck e Blaine preparano le freccette per un’altra partita e Sam spiega le regole del biliardo a Brittany, Quinn mi si avvicina per porgermi un bicchiere colmo del nuovo cocktail di Dave. Si chiama "Good Times" ed è delizioso. Sono sicura che Dave in un’altra vita fosse un barista.

Non è solo delizioso, ma anche piuttosto forte e, dato che è il mio secondo bicchiere, mi sento già abbastanza leggera quando Quinn viene vicino a me, per far scontrare i nostri bicchieri.
"Sta guardando?" Sussurra Quinn. Decido di guardare oltre la sua spalla, per vedere cosa stia facendo Brittany.

Ha una stecca tra le mani e, apparentemente, sta ascoltando ciò che Sam le sta spiegando indicando le palle in mezzo al tavolo. Ma i suoi occhi continuano ad oscillare verso Quinn, in piedi di fronte a me.

"Sì. Sussurrami qualcosa all’orecchio?" Le propongo a denti stretti, bevendo un sorso del mio drink.

Il respiro di Quinn mi solletica la guancia, mentre si avvicina e mi sussurra "hey amico, come ti butta?". Scoppio a ridere, perché pensavo avrebbe detto qualcosa di sexy per fare ingelosire Brittany.
 Ma, siccome lei non ci può sentire non importa e, quando Brittany ci guarda, fingo un’altra risatina. Sono la regina delle risatine.

Mi chiedo cosa passi per la mente di Brittany nel momento in cui poso una mano sul braccio di Quinn, schiaffeggiandola scherzosamente.

"Sta funzionando?" Chiede Quinn, prima di prendere un lungo sorso dal suo bicchiere e guardare verso il tavolo da biliardo.

"Non so ancora, ma decisamente l’ho vista più felice." Sussurro, fingendo di prendere un ciglio caduto sulla guancia di Quinn.

Porto il dito di fronte al suo viso mentre lei, con un sorriso dolce, soffia via il ciglio invisibile.

"Bella mossa. Me la devo ricordare." Sogghigna. E io non posso che essere d’accordo, vedendo come Brittany scuote la testa visibilmente, prima di darci le spalle per cominciare a giocare con Sam.

Sento la voce profonda di Dave urlare qualcosa riguardo il dessert e Puck e Blaine corrono via immediatamente. Questo sì che si chiama tempismo…

"Ma abbiamo appena iniziato a giocare!" Si lamenta Brittany, quando Sam le chiede se anche lei voglia il dessert. "E sono troppo piena per il dolce."

"Possiamo giocare io e Quinn." Offro, guadagnandomi uno sguardo confuso da tutti e tre i biondi.

"In realtà io non posso. Non ho mai giocato prima d’ora …" Rivela Quinn guardando il tavolo. "Oltretutto ho proprio voglia di dolce."

"Andiamo allora! Due giocatori sono sufficienti." Dice Sam, scambiandosi un veloce sguardo con Brittany.

"Ma-"

"Volete giocare, no? Allora giocate!"

Prendendo Quinn per il braccio, la guida verso le scale.

"Mi tieni un pezzo di torta?" Le chiedo spontaneamente e vedo Quinn farmi l’occhiolino.

"Certo piccola" Risponde ghignando, prima di salire insieme ad un annoiato Sam.

E così siamo rimaste solo io e Brittany. Una stecca nella sua mano, una freccetta nella mia. Improvvisamente non sono più sicura che sia stata una buona idea.

"Allora? Vuoi davvero giocare?" Mi chiede Brittany con quella che mi sembra una punta di insicurezza nella voce.

I miei occhi vagano sul tavolo da biliardo, poi alzo la freccetta.

"In realtà ho cambiato idea. Sai come tirare una di queste?" La sfido, indicando il bersaglio.

Brittany mi sbeffeggia, mettendo via la stecca. Alzo il sopracciglio quando si ferma al mio fianco per prendere la freccetta dalle mie mani. I suoi occhi scavano nei miei, mentre compie l’azione, e io deglutisco a vuoto, perché non sembra divertita.

Si avvicina al bersaglio, mettendosi in posizione. Mira e, dopo aver mosso la mano avanti e indietro un paio di volte, lancia la dannata freccetta, che si avvicina ridicolosamente al centro.

Uhm… che cavolo?

"Non è il tuo turno, ora?" Chiede sollevando le spalle e incrociando le braccia al petto. Nessun segno di un sorriso sul suo volto, nessuna scintilla negli occhi. Si limita a guardarmi e ad aspettare.

"Uh… certo." Mi incammino per prendere un’altra freccetta.

Quando torno al suo fianco, Brittany mantiene gli occhi fissi sul bersaglio e io prego la mia mano di stare calma.

Rimane calma, ma non tiro bene quanto Brittany. Perché ho proposto questo stupido gioco?

"Sembra che tu non sia così brava, eh?" Socchiude gli occhi e il suo sguardo soddisfatto mi irrita abbastanza.

"Fortuna del principiante. Si chiama così. Non sarai poi tanto brava la prossima volta."

Alla fine, Brittany gioca ancora meglio. E io no. Mi ha battuta al mio stesso gioco. Che schifo.

"Ne hai abbastanza dei tuoi giochetti ora?" Mi domanda e, quando posa il suo sguardo su di me, so che non si sta riferendo alle freccette.

Cerco di ridacchiare, ma viene fuori solo un suono forzato.

"Torno di sopra…" Mormora Brittany, sconfitta, quando sembra che non voglia rispondere alla sua domanda.

Scuote la testa, facendo un paio di passi, ma esita quando prendo un respiro prima di parlare.

"Perché mi hai baciata?"

Trattengo il fiato quando Brittany si ferma, per poi voltarsi lentamente. Riesco ad intravedere un accenno di colore sulle sue guance e vedo come giochicchia con un lembo della sua maglietta. Potrà essere imbarazzante, ma ho bisogno di saperlo. Voglio saperlo da tutta la settimana, ma non ho mai avuto il coraggio di andare a scuola da lei.

"Beh…" Comincia, lanciandomi un’occhiata fugace.

"Beh?"

"Mi hai abbracciata e…"

"Quindi baci chiunque ti abbracci? E se uno dei tuoi alunni ti abbraccia per salutarti cosa fai? Baci anche lui?"

Brittany schiocca la lingua, mentre il suo momento di vulnerabilità sparisce velocemente.

"Ha davvero importanza? Non credo che ti interessi, no?" Mi domanda, mentre il mio cuore si contrae. Come può pensare che non mi importi? "Non me l’hai chiesto durante tutta la settimana, quindi perché dovresti volerlo sapere ora?"

"Perché magari volevo saperlo, ma ero troppo occupata negli ultimi giorni?"

"Sì, occupata a letto con Quinn?"

"Britt!"

"Che c’è? E’ ovvio che stia andando tutto bene tra voi due. Quindi possiamo dimenticarci di quel bacio. Non è stato nemmeno un vero bacio, se ci pensi. Mi hai consolata e io ti ho ringraziata."

La mascella mi cade a terra, perché seriamente? Non era un bacio?

"Mi hai ringraziata? Che razza di giustificazione è? Certo che era un bacio! Le tue labbra erano contro le mie e questo significa che ci siamo fottutamente baciate!"

"Ok! Cristo…" Brittany si cinge il volto con le mani e sembra che le sue guance siano calde tanto quanto le mie. Oltretutto sto respirando pesantemente, perché sono arrabbiata. "Va bene, ci siamo baciate… ma non ha significato niente, no? Tu hai Quinn ora."

"Non ho Quinn. Non è di mia proprietà."

"Ma c’è qualcosa tra di voi, perché ti ha chiamata piccola e sembrate molto a vostro agio l’una con l’altra. E per me questo significa che il bacio non ha avuto significato per te. Non vorresti che succedesse di nuovo, giusto?"

Apro la bocca per rispondere, ma che cavolo posso dire? Brittany si acciglia per la mia mancanza di parole.

"Sai cosa? dimenticatene. Non lo vorresti comunque. Andresti in paranoia… Effettivamente penso che tu sia una codarda. Sì, quando stavamo insieme ero io la codarda, perché non volevo renderlo ufficiale, ma ora guardati! Ci provi con Quinn davanti ai miei occhi solo per far sì che io ti guardi. Quanto è patetico? Vuoi dimostrare di avermi dimenticata uscendo con un’altra ragazza, ma la verità è che diventi così nervosa quando sei vicina a me. Non sono l’unica che comincia a balbettare e ad arrossire e non sono l’unica che non riesce a non pensare a quello che è successo venerdì! Se solo ti prendessi le tue responsabilità e facessi vedere che ci tieni allora -"

Basta parole…sono i miei ultimi pensieri, prima che faccia quel passo in avanti e prenda la faccia di Brittany. Guarda quanto ci tengo… le sue labbra sono soffici e calde, così come venerdì scorso e otto mesi fa, quando ci baciavamo continuamente.

La sua bocca è semiaperta, perché l’ho colta di sorpresa e le nostre bocche si incontrano per un bacio bagnato, che diventa aggressivo e carico di desiderio nel giro di pochi secondi. Se ricambia il bacio in questo modo, non può essere troppo sorpresa. Scommetto che mi stava provocando per farsi baciare.

Le sue braccia mi cingono la vita mentre la spingo all’indietro, facendola sussultare quando sbattiamo contro il tavolo da biliardo. Non mi preoccupo di pressarla troppo e nemmeno di poterle fare male alla schiena. Non mi importa dei suoi mugolii quando la bacio con foga, né che stia avendo difficoltà a respirare perché ha finito l’ossigeno nei polmoni. Ne ho abbastanza per tutte e due e non riesco a trattenere un gemito, quando le sue mani scendono lungo la mia schiena.

Deve aver superato lo shock iniziale, perché ora ha afferrato il mio sedere, avvicinandomi incredibilmente a lei. Realizzo che ora sono io ad avere problemi di respirazione…

Afferro le sue spalle, perché il modo in cui la sua lingua si fa strada nella mia bocca mi fa tremare le gambe, tanto che vorrei esserci io contro il tavolo, per non rischiare di cadere a terra.

Come se tornassi in superficie dopo vari minuti di apnea, cerco di prendere aria mentre Brittany si allontana, guardandomi confusa.

"Non è una buona idea, visto che stai uscendo con Quinn. Magari dovremmo fermarc-"

"Stai zitta… stai solo zitta per un minuto." La zittisco riportando le mie labbra sulle sue e lasciando che la mia mano si intrufoli tra i suoi capelli. Amo i suoi capelli.

Una mia coscia scivola tra le sue, mentre Brittany riaggiusta le nostre posizioni producendo un gemito che, dalla sua bocca, termina nella mia. Farà qualsiasi cosa io voglia adesso, perché ricordo perfettamente come perdesse il controllo ogni volta che facevo così mentre eravamo stese a baciarci sul mio divano. Lei ama le mie cosce…

Le sue labbra hanno un gusto meraviglioso e, magari è colpa del cocktail, ma il mio cuore batte all’impazzata quando le sue mani tornano sul mio sedere, dimostrandomi quanto mi voglia vicino a lei. Fa dannatamente caldo in questo seminterrato – non dovrebbe fare freddo? Chi cazzo se ne frega, questo è il bacio più bello che abbia ricevuto da… da venerdì scorso.

Sposto le mie labbra dalle sue e, con foga, attacco la sua mascella, perché la mascella di Brittany è una delle cose più sexy che abbia mai visto. I miei fianchi sgroppano quando Brittany esala un respiro tremolante, che io ho bisogno di sentire ancora e ancora.

Diventa un vero  proprio gemito, perché sto stimolando un’area sensibile, e la sento tremare tra le mie braccia quando continuo a succhiarle la pelle. Non riesco a credere di volerla così tanto e  di essere riuscita a resistere a questo desiderio per tutti quei mesi.

Sento una leggera pressione sul mio petto e, inizialmente, penso sia il battito del mio cuore ma, quando le mani di Brittany  sono lì, invece che sul mio sedere, realizzo che mi sta allontanando.

"Whoa… aspetta." Dice, senza fiato, portando le mani sulle mie spalle. Tra i nostri corpi c’è una distanza che non mi piace, e so che Brittany non mi farà riavvicinare. Quindi potrei anche guardarla negli occhi, mentre cerco di regolarizzare il respiro, sperando che tutto questo durasse un po’ di più.

"La situazione ci sta sfuggendo di mano." Sussurra, leccandosi le labbra. Scommetto che ha la gola secca e le labbra doloranti. Proprio come le mie…

"Ma… Pensavo ci stessimo baciando." Mi lamento, osservando le sue guance arrossate. Le mie mani sono posate sue suoi fianchi, e sarebbe così facile riavvicinarla a me. Un sospiro riporta i miei occhi nei suoi, che sembrano più blu che mai.

"Sì, ma ora non più perché c’è Quinn."

"Ma-"

"No. Ok? No. Non so cosa ci sia tra voi due, ma lei ti ha chiamata piccola e ti guarda in un certo modo. Ricordi quando mi hai fermata, nella tua macchina, perché hai pensato a Dave e ti sembrava tutto strano a causa di quello? Beh..." Non c’è bisogno che finisca la frase, perché so cosa voglia dire e so il motivo per cui non ci stiamo più baciando, né facendo altre belle cose.

Arretro con delicatezza e, quando c’è abbastanza spazio tra noi e il tavolo, Brittany si allontana e le mie mani cadono dai suoi fianchi. Chiude gli occhi per un minuto, poi solleva le spalle.

"Non puoi prendere quello che vuoi, ogni volta che vuoi." Mormora, mentre io deglutisco il nodo che mi si sta formando in gola. "E il fatto che tutti siano di sopra, probabilmente aspettando noi… la prossima volta che guarderò Quinn negli occhi credo che diventerò molto aggressiva e… quello che sto dicendo non ha molto senso, ma quello che voglio dire è che non puoi- " Si avvicina, posando una mano sul mio cuore, che perde un battito. "Non puoi volere tutto senza pensare alle conseguenze. Io e te abbiamo delle questioni in sospeso, ma ciò non significa che puoi ributtartici dentro a capofitto. E non posso nemmeno io. Ecco perché adesso tornerò di sopra. Ho bisogno di aria..."

Osserva le mie labbra e io spero che si avvicini un’altra volta. Invece sposta lo sguardo sui miei occhi, per assicurarsi che abbia capito. La mano sulla mia spalla risale lungo il mio collo, finché non sento il suo pollice sfiorarmi il labbro inferiore. Dio…

Incespico dietro di lei, quando si volta per raggiungere le scale, ma ho bisogno di un momento di raccoglimento prima di seguirla. Sento le risate dei miei amici, quando chiedono a Brittany chi abbia vinto la partita.

"Certo che ho vinto… l’ho battuta al suo stesso gioco." Sento la voce soffocata di Brittany e la risata di scherno di Puck quando, con calma, torno al piano superiore.

Questioni in sospeso ha detto? Ha ragione… ha dannatamente ragione.
 

  
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