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Autore: Carabelnthir    11/04/2013    1 recensioni
[Anime/manga Inventati]
" I libri sono collegati con dei fili rossi trasparenti ai lettori " 
Una ragazza e un ragazzo, tutti e due discendenti da nobili famiglie...ma con ideali diversi,
Quale sarà il loro destino? Una storia piena di sentimento , con lo sfondo di vicende politiche che, marcheranno profondamente il loro destino. 
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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:<< Finalmente... Mayu >>

Conoscevo quella voce... sapevo a chi apparteneva... ma

:<< E' un sogno? >>

Allungai la mia mano tremante verso di lui.

Avevo paura che si trattasse solo di un sogno... uno stupido sogno che al mio risveglio si sarebbe volatilizzato.

Ma nonostante questo, decisi di doverlo afferrare.

Sfiorai la sua giacca... ma fu lui che mi afferrò.

:<< Sono venuto per vederti un ultima volta. >>

Lo abbracciai e mi aggrappai a lui.

Nonostante in tutti quei anni non l'avessi fatto... adesso il mio istinto diceva che potevo... che dovevo.

 

:<< Papà!! >> dissi urlando con le lacrime che mi raggiungevano le labbra.

Lui mi abbracciò forte facendomi capire che era reale.

Mio padre era venuto fin in Italia per dirmi addio.

Addio... è una parola di cui non si comprende a fondo il significato. Lo cerchi sul dizionario: separazione, distacco, forma di saluto per congedarsi da qualcuno, specialmente in maniera definitiva.

Dire “addio”, non sono mai riuscita a comprendere quelle persone che pur scherzando usano questo termine.

Le cose stavano cambiando. Ieri stavamo ridendo e oggi stavo per essere lasciata.

Dovevo crescere e diventare più matura da sola. Stavo per essere lasciata sola, in qualche modo.

Ma io non volevo credere che sarebbe finita. Come potevo mai?

Come potevo dire “addio”? Come potevo far capire alla mia mente che non l'avrei più rivisto?

Come potevo far smettere le lacrime? Come potevo sopportarlo?

Come potevo... continuare ad andare avanti sapendo che mio padre non sarebbe più comparso nella mia vita, sapendo che non mi avrebbe visto crescere, sapendo che non avrebbe abbracciato i miei nipoti, sapendo che non avrebbe visto mio marito, sapendo che non potevo ricevere la sua benedizione, sapendo che... lui era la persona che mi ha visto nascere?

Non potevo.

:<< Non ti dirò addio e tu non mi dirai addio, perché oggi non voglio sentire quelle parole... Anche se sapevo che questo momento sarebbe arrivato, non dire niente oggi se stai per dirmi addio, perché non voglio lasciarti in questo modo! >>

Lo strinsi più forte che potevo... come non avevo mai fatto prima.

:<< Mayu... andiamo a goderci questa giornata ti va? >>

:<< Si. >>

:<< Ehi Sebastian, dove vai? >>

S :<< Vi lascio soli no? >>

C :<< No, fai parte della famiglia, vieni. >>

Gli andai vicino e lo presi per mano.

:<< Papà ha ragione onii-san, andiamo >>

Sembrava che stesse per piangere, e con una mano sul volto rosso disse :<< Andiamo, papà >>

Con l'altra mano libera che mi rimaneva, afferrai la mano grande di mio padre.

Stavo in mezzo alla mia famiglia...

Non mi ero dimenticata di mia madre, ma sapevo che a lei non sarebbe importato nulla. Perché lei è fatta così, egoista e egocentrica.

Avevo sempre giudicato anche mio padre in quel modo, ma su di lui mi sbagliavo di grosso.

Ero felice.

Ripensandoci quello fu uno dei miei più bei ricordi... uno dei miei più bei momenti che abbia mai passato.

:<< Ne ne ne poi ci andiamo a fare una foto di famiglia? Ah! Però prima andiamo a mangiare qualcosa!! Poi etto... andiamo al parco giochi vi va? >>

S :<< Parco giochi, non siamo cresciuti troppo? >>

Mio padre ci scompigliò i capelli. :<< Ragazzi miei, voi siete cresciuti troppo in fretta. Fate qualche passo indietro e tornate di nuovo bambini. Recuperiamo il tempo perso >>

Ci sorrise e noi ricambiammo quel sorriso.

Avevo sempre voluto andare al parco giochi e divertirmi, ma non sapevo come fare.

In quel momento, nonostante fossi nella fase adolescenziale, tornò quello spirito di quella bambina che da sempre portavo dentro e che avvolte usciva a mia insaputa.

Mi rimisi il cappello, e tutti e tre ci avviammo verso un pub.

 

:<< Benvenuti >> ci disse una cameriera, per poi indicarci un tavolo.

Il locale era grande e aveva diverse stanze, era in legno ma c'erano tantissime finestre... era tutto così luminoso!

Ci sedemmo sulle piccole panche. Io stavo difronte a Sebastian e papà.

Io presi un kebab a piadina , credo che si scriva così. E' la prima volta che ne provo uno, devo dire che è molto buono tranne quando arrivi al punto che la lingua brucia a non finire e ti senti come se stessi per sputare fuoco. Mio padre mi seguì.

:<< Sono troppo vecchio per questi gusti ormai...Quant'è piccante! >>

Sebastian invece era molto cauto e prese solo un hot-dog.

Io e papà lo guardammo.

C :<< Eh? Non è giusto! Devi mangiare anche tu il kebab! >>

S :<< Per far soffrire la mia lingua, no grazie passo. >>

:<< Dai, prendine un pezzo. >>

S :<< Preferisco il dolce, il piccante... bhe ne potrei pure farne a meno. >>

Era testardo come un mulo! Così presi il piccolo pezzo che rimaneva e glielo ficcai in bocca.

Mio padre si mise a ridere e, prendendo con il dito del ketchup, fece dei segni sul volto di Sebastian leggermente arrabbiato.

:<< Qui ci vuole una foto! Ahahahahaha!! >>

Mio padre, cacciò dalla tasca sinistra una macchinetta fotografica.

C :<< Hai visto che magia? >>

:<< 3...2...1... Fate un bel sorriso >>

Tutti insieme :<< Cheeese!! >>

La cameriera scattò.

Quella era la prima foto insieme... un primo tassello per il mio murales.

Pagammo e uscimmo dal locale.

:<< Parco giochi!! >>

C :<< E sia per il parco giochi! >>

Sebastian era ancora contrario all'idea, ma io e mio padre lo trascinammo.

Vi sembrerà infantile, ma giocammo anche con la sabbia... forse più che sabbia era fango.

Io mi divertivo a costruire polpette di fango e mettere una sopra l'altra, mio padre invece disegnava ghiri ghiri sulle guance di Sebastian che teneva il broncio. Gli altri bambini ci guardavano perplessi e le loro mamme... loro erano senza parole.

Un bambino mi venne vicino e mi disse :<< Polpette... mi piacciono le polpette >>

Io gli sorrisi. :<< Anche a me. Le vuoi fare anche tu? >>

Rimase un attimo in silenzio e poi annui.

Mi stavo divertendo davvero molto...

*spiaccica sul viso *

S :<< Ahahahahaha Mayu il bambino ti ha.... Ahahahahah! >>

Avevo tutta la faccia coperta di fango.

M :<< Molto divertente...coff coff... blaa mi entra fango ovunque. Ahahahahahaha >>

Mi alzai e giocammo ad acchiapparello e altri bambini finirono per unirsi a noi.

A dire il vero non capivo molto la loro lingua, ma parlavamo a gesti. Era una cosa che ti scaldava il cuore. Non sempre le parole sono quelle che contano, molte volte pur parlando la stessa lingua, due persone non si comprendono. Ma noi, in quell'istante, eravamo uniti da un filo di gioia.

Dovevo fare il”mostro” che acchiappava i bambini cattivi, ma alla fine anch'io venni presa.

C :<< Presa!! Ho preso il mostriciattolo! >>

:<< Ahh! Papà mi fai il solletico!! Ahahaha... >>

C :<< Bambini, sono o non sono il vostro eroe? >>

Loro risposero con dei sorrisi...

Papà anche per me tu sei un eroe...

Ben presto i bambini dovettero andare, e noi tre eravamo gli unici in quel parco.

Andai a sedermi sull'altalena.

C :<< Sebastian, vai a sederti anche tu sull'altalena. >>

S :<< No sono esausto, non ce la farei a spingermi >>

C :<< Ma vi spingerò io. >>

Sebastian andò a sedersi.

Sentì che i miei piedi si stavano staccando da terra, che stavo per essere risucchiata all'indietro.

Poi sentì la forza scorrere nei freddi manici... fu in un attimo, ma sentì la brezza sul volto e sentì che potevo volare.

Mi girai verso Sebastian, anche lui aveva un volto rilassato.

:<< Papà più in alto! >>

C :<< Agli ordini! >>

E il ritmo accelerò... Io andavo in avanti e Sebastian andava indietro. Poi ci scambiavamo di ruolo.

Era così rilassante che sarei potuta rimanere per sempre così... desideravo fermare il tempo...

Strusciando le scarpe con il terreno mi fermai.

Era quasi buio, sapevo quello che significava.

C :<< Adesso dove vorreste andare? >>

S :<< Credo che sia meglio se ci se- >>

:<< Papà! >> urlai stoppando Sebastian.

C :<< Cosa c'è Mayu? >>

:<< Prima che tu prenda il volo, ti devo dire una cosa... >>

Ritornammo in hotel. 

  
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