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Autore: ItalianGirl30    11/04/2013    1 recensioni
Eccomi. Aspettavo da tanto di cambiare scuola e compagni di classe.. Domani, finalmente, entrerò a far parte di un nuovo mondo pieno di sorprese e di... droga!! No, scherzo ;) E di nuove emozioni. Da una parte sono felice; dall'altra me la faccio sotto. Sì, perché non so quello che mi aspetterà... Cosa ne so... magari troverò l'orso yoghi o l'orso abbraccia tutti... chi lo sa?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Cazzo, continua ad avvicinarsi! Adesso è più o meno a 20 cm da me: continua e continua imperterrito. Le mie gambe iniziano a tremare: non so precisamente il perché. So solo che voglio scappare, ma contemporaneamente restare. Restare lì per guardare quegli occhi ancora un’ultima volta e quel volto bello e dannato. Cerco di allontanarmi, ma in realtà non voglio spezzare questo momento. Voglio che duri per sempre... ma il rumore di alcuni passi mi fanno voltare. Vedo in lontananza Carlo che si avvicina: non so se essere felice o triste. L'unica soluzione è andarmene: faccio così e seguo la mia mente, senza ascoltare il mio cuore. Mi dirigo verso l’entrata dell'istituto e vado dritta per la mia strada, senza voltarmi. Le lezioni iniziano, ma non riesco a seguire la professoressa, perché continuo a pensarlo. Così mi viene in mente la malsana idea di girarmi e fissarlo: farlo per tutte quelle 5 ore chiusa dentro quella scatola gigante, piena di ragazzini che non sanno niente. Le ore passano: ricreazione. Oggi manca Federica, allora, stanca di stare in classe seduta, decido di fare una passeggiata per la scuola. Passo per tutti i corridoi, le aule, poi improvvisamente mi ritrovo in giardino. Dietro di me sento delle voci: cerco di non farci caso e continuo per la mia strada. Fin quando un gruppo di ragazzi tra cui Fabio, mi si para davanti. Lui mi si avvicina: ci guardiamo, o meglio fissiamo, per un istante ed io in quel momento mi specchio dentro di lui. Poi successivamente lui inizia a parlare rivolgendosi agli amici :“ Ehi ragazzi, guardate chi c’è? La stronzetta che si azzarda a rispondermi male” dice, gesticolando. Ci fissiamo nuovamente e io stento a credere a quello che ha detto. Cerco di scappare, delusa da lui e da quello che pensavo potesse significare per me. Ma imperterriti mi si parano ancora una volta davanti e lui mi si riavvicina, continuando a sfottermi dicendo :"Che c’è adesso? Solo perché non c’è la tua amica non fai più la dura?” e io con l’amaro in bocca e con la paura di essere incapace di rispondergli di fronte a un mucchio di ragazzi, lo prego di lasciarmi in pace. Ma lui non la vuole smettere e continua a infastidirmi, strattonandomi per un braccio. Presa dalla paura grido “LASCIAMI" e presa dal panico scaglio la mia mano contro la sua guancia: facendogli così voltare la testa dalla parte opposta. La gota gli si inizia a colorarsi di un rosso acceso e la sua mascella inizia a contrarsi. Io faccio un passo indietro per scappare, ma vengo velocemente bloccata dalla sua mano che afferra il mio collo: stringendolo. Vedo per un secondo nei suoi occhi la furia di essere stato deriso, colpito da una ragazza, ma il minuto dopo la consapevolezza del gesto. Allora mi lascia il collo e sentendo la gola secca, comincio a tossire, ma successivamente mi accorgo di averlo ancora davanti. Colta di nuovo dalla paura, mi alzo e lui arrabbiato mi sussurra :“vattene”. Io rimango per un attimo ferma e interdetta, ma poi spaventata dal suo grido inizio a correre. Non volevo più vederlo, né guardarlo in faccia, o vedere quegli occhi che mi avevano fatto provare emozioni orribili. Non so neanche come avrei fatto ad entrare in classe facendo finta che non fosse successo nulla e fingere di non essere stata quasi strangolata dal ragazzo che pensavo mi piacesse. Così mi alzo il colletto, coprendomi i lividi blu che avevano lasciato le sue mani e mi incammino, con lo stomaco sottosopra, verso quella che sarebbe dovuta essere la mia classe, ma che in realtà era solo uno spazio chiuso. Nel quale sarei dovuta sopravvivere con la mia paura più grande: rivederlo.
  
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