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Autore: Small Wolf    11/04/2013    3 recensioni
Andy Biersack si sarebbe aspettato di tutto dalla vita anche perchè la vita già gi stava dando di tutto: Amore, soldi, carriera, amici fidati... eppure c'era qualcosa che mancava, qualcosa che gli serviva per completare la sua felicità. Certo, lui non ci aveva mai pensato a fondo nè aveva mai particolarmente badato a quella strana sensazione di vuoto che provava di tanto in tanto, ma il destino invece sì e fu lui a rimediarvi una serata d'aprile...
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Ashley ci era andato un pò di tempo per arrivare alla conclusione che si trovassero in un bel pasticcio. Prima aveva dovuto capire che avevano abbandonato una bimba davanti alla casa di Andy, poi che probabilmente avrebbero dovuto far qualcosa per rintracciare la madre e infine spedirla in qualche orfanotrofio dell'Ohio. Probabilmente, quella sarebbe stata la scelta più appropriata per tutti: loro erano una Band troppo famosa, composta di soli uomini e senza tempo nè esperienza per mantenere una bambina, tanto meno crescerla. Era stata una pura casualità che chi l'avesse lasciata non si fosse curato troppo di pensare ai problemi che avrebbe procurato al gruppo sempre impegnato fra tour, interviste e concerti. I genitori avrebbero potuto benissimo scegliere un 'altra qualsiasi abitazione dalle tendine rosa e i muri pastello dove all'interno viveva una giovane coppia impossibilitata ad avere figli che l'avrebbe certamente accolta con loro. Ma ciò non era accaduto, il destino aveva scelto proprio loro e non sembrava che la legge fosse disposta a contraddirlo. Il mattino seguente, dopo aver spiegato anche agli altri la faccenda, si erano diretti tutti al commissariato di polizia per trovare una sistemazione alla piccola. Li aveva accolti un uomo baffuto dai pantaloni marroncini e la camicia azzurra il quale aveva rifiutato categoricamente lo spostamento della piccola in una struttura per minori abbandonati. -Vi dico che non è possibile-aveva esclamato esasperato il pover uomo mentre fumava una pipa-gli orfanotrofi del paese sbordano di bambini e noi non possiamo estradare una minorenne in un altro paese senza avere neanche un suo dato. Ashley sospirò ricollegando ogni cosa e si masaggiò le tempie per calmarsi. Poi poggiò i pugni sulla scrivania del vecchio commissario e gli venne incontro con il viso e esternò tutto il suo nervosismo: -Senta lei... noi non abbiamo tempo per occuparci di questa cosa urlante quindi o trova una soluzione alternativa in fretta o vi denuncio per rapimento di persona dato che siamo in questo maledetto ufficio da tre ore a blaterare! L'uomo rimase da prima sorpreso della decisione dello sguardo del suo interlocutore ma poi, cercando di evitare di guardare i cinque omoni vestiti di borchie e di pelle, deglutì nervosamente e riprese parola. -Stia a sentire lei, io non posso decidere per lo stato intero, capice? -E allora che ci sta a fare qui? Frost il pupazzo di neve? Andy, avendo notato le goccioline di sudore scivolare sulle guance paffute del commissario, decise di intervenire in modo più civile. -Ascolti, ciò che Ashley vuol dire e che noi non potremmo seguire la bambina perchè siamo presi dal lavoro. Con la musica ci mangiamo e poi lo sanno tutti che i bambini che crescono sotto i riflettori diventano degli isterici viziati convinti che il mondo ruoti tutto attorno a loro. Avanti, possibile che non ci siano altre soluzioni? -Ma insomma, avete più capelli che cervello in testa? Ho appena detto che non posso farci nulla-ribattè scandendo bene le parole come se fossero cinque dementi-E poi non si tratta di una vita ma del tempo necessario a trovarle una famiglia... è questione di qualche mese... -Qualche mese!-riattaccò Ashley-ma lei crede che noi siamo delle baby-sitter con il cazzo? Jinxx si passò esasperato una mano sulla fronte, schiacciandosi le punte dei capelli neri sul viso pallido. Anche se era il più riflessivo di tutti davvero non aveva idea di come sistemare tutta la faccenda. Loro non erano assolutamente in grado di badare a una peste in pannolino. Alcuni di loro neanche sapevano da che parte erano girati a momenti! Voltò gli occhi ghiaccio verso CC che ghignava da solo per motivi arcani e Ashley molto smile a una sedicenne in piena crisi di nervi. -Allora ragazzi, non c'è altro da fare-la voce di Jake fece sobbalzare tutti quanti. Era rimasto tutto il tempo in disparte con la schiena appoggiata contro il muro e lo sguardo basso. Nessuno aveva notato troppo la sua presenza ma gli era servito a pensare anche se il punto a cui era arrivato era quello che meno gli altri componenti avrebbero voluto sentire. -Che intendi con questo?-chiese Ashley preoccupato intanto che sorseggiava un bicchiere d'acqua, che il commissario aveva fatto portare da un audace poliziotta a cui il moro aveva lanciato un'occhiolino d'intesa, per calmarlo. -Intendo dire che dovremmo cercare di occuparcene noi. -Cosa?!-esclamarono CC, Jinxx e Ashley assieme. -Lei non ha famiglia. Non ha una madre, nè qualcuno che si preoccupi per lei. E voi riuscireste a comportarvi come tutti gli altri?-spiegò senza alzare gli occhi verdognoli dal pavimento dalle mattonelle gialle. Andy annuì lievemente e sorrise: -Jake ha ragione. Siamop noi i primi a dire che non bisogna abbandonare mai nessuno, e non importa che età abbia. I ragazzi rimasero in silenzio per alcuni momenti catturati dalle parole di Andy a Jake. Come telepaticamente tutti realizzarono che umanamente forse sarebbe stato davvero la cosa migliore prendersi cura di quella bambina anche se per breve periodo. In fondo prima di qualche mese, non c'erano in vista eventi troppo importanti a parte qualche intervista sulle reti locali, il tempo necessario per aspettare una famiglia per l'adozione. Il commissario chiese confusamente se quell'insieme di frasi, per lui apparentemente senza senso o di poca importanza, fossero il frutto di un sì. Lor confermarono e lui, sollevato, gli passò dei moduli che teneva già sotto alla scrivania di legno chiaro. Andy lesse velocemente e firmò. Con quel foglio ora lui era il tutore ufficiale della bambina. Ashley sospirò e lanciò gli scuri occhi al cielo: ancora si chiedeva quale strano sentimento lo legava ancora lì.
  
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