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Autore: Lady Vivien    01/11/2007    7 recensioni
Il passaggio dall'amore all'amicizia è breve. Quando si ama qualcuno bisogna farlo con tutto il cuore. Lasciare la razionalità e accogliere l'impulsività spesso è un bene. I risvolti di una situazione possono essere molteplici, ma tutto potrebbe risolversi per il meglio.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: ho scritto queste parole dopo essermi fatta mille viaggi mentali per qualcosa che è realmente accaduto

Note: ho scritto queste parole dopo essermi fatta mille viaggi mentali per qualcosa che è realmente accaduto. Anche se nella realtà tra le protagoniste non è successo nulla, le emozioni sono sentite.

Non avendo altro da aggiungere, spero che la storia possa piacervi. E spero mi lascerete un commentino, che in qualunque caso ingrandirà il mio ego a dismisura.

Baci, Lady Vivien

 

 

 

 

 

 

B

 

 

La trovo fuori come sempre. Ormai è quasi un rito ritrovarci qui. Qualcosa di proibito rende sempre più piccanti e interessanti le monotone mattinate invernali. Non avrei dovuto seguirla, eppure eccomi qui, dopo aver perso contro me stessa.

La sua presenza è quasi terapeutica. Mi mette in pace con me stessa. Anche senza fare o dire nulla di speciale, mi trasmette qualcosa.

Nessuna delle due parla. Le parole spesso mentono al nostro posto. Lei è lì poggiata alla balaustra che fuma le sue Marlboro rosse e mi guarda, aspettando che dica qualcosa che giustifichi la mia presenza. Ma ovviamente non so che dire, così mi fa cenno di avvicinarmi. Mi siedo ai suoi piedi, fa troppo freddo per rimanere in piedi in balia del vento. Lei invece rimane immobile, il vento che le scompiglia i capelli e mi porta la sua fragranza. Conosco ogni parte di questo profumo, è fatto da tutto ciò che adora, è inconfondibile, è suo.

Finisce la sigaretta e si siede accanto a me. Siamo vicinissime e ci stringiamo ancora di più a causa del freddo. Mi prende sottobraccio e poggia la sua testa sulla mia spalla iniziando a raccontarmi un sogno che ha fatto stanotte.

Si accende un’altra sigaretta e continua a parlare del suo ragazzo che non vede da una settimana.

Finiamo sempre col fare discorsi sul sesso o sui ragazzi.

Mi abbraccia e mi prende dolcemente in giro. Fa battute con doppi sensi e non mi lascia ribattere. Da quando le ho detto che mi piacciono le ragazze ha iniziato ad abbracciarmi in modo sempre più esplicito. Mi sfiora, vuole sapere se mi eccita toccandomi. Mi stringe la mano riscaldandomi il cuore.

È curiosa, è una bambina che vuole giocare, e infatti gioca con me e con il mio essere. Bacia i miei sentimenti.

Continua a parlare di tutto e di niente. Dei suoi sogni erotici, della nostra vita, della scuola, dei sabato sera al Pub con gli amici.

Io ascolto paziente, vorrei urlarle di non sognare altri che me, ma non è possibile.

Basta poco per rendere felice una persona innamorata, non ho intenzione di rovinare tutto. L’importante è sentire la sua presenza, per questo preferisco soffrire dentro e averla vicino, che mostrare a tutti il mio dolore per averla persa. L’amicizia in questi casi non è la migliore soluzione, ma almeno entrambe sappiamo che per l’altra in qualche modo ci saremo sempre.

Non potrà mai amarmi come io amo lei. E non perché il mio amore è più profondo o sciocchezze simili. Semplicemente perché lei è già felice, ha già qualcuno accanto.

Accende un’altra sigaretta e me la cede, perché sa che non gliene chiederei mai una di mia spontanea volontà. La prendo e la fumo compiaciuta dal suo gesto. Lei si unisce subito a me non volendo perdere l’occasione di fumarsi l’ennesima sigaretta della giornata.

Mentre inspiro il fumo si avvicina sempre più al mio viso. Mi volto di lato per non farle vedere che sono arrossita. Ho il cuore che mi salta come impazzito nel petto. Però, non volendo farla insospettire, ritorno a guardarla con il sorriso sulle labbra.

Continua a raccontarmi di lei e dei suoi desideri, e io vorrei poter fare lo stesso. Basterebbe così poco per renderli reali. Non dovrei far altro che sporgermi di lato, e la girandola di emozioni che è ormai il mio cuore avrebbe vento a sufficienza per girare tutta la vita.

Incontrando i suoi occhi, mi rendo conto di non poterle mentire. Sono magnetici, mi tengono incatenata. Anche se volessi fuggire non potrei, saprebbero indagare il mio cuore e le mie emozioni come pochi altri occhi saprebbero fare. Per questo richiudo il mio cuore, che avevo lasciato libero per sognare.

Finisco la sigaretta e prendendola per mano le dico che voglio rientrare. Fa troppo freddo fuori a quest’ora, e io non me la sento di rimanere sola con lei ancora per molto. Potrei fare qualcosa di avventato e vedere tutto ciò che sono riuscita a costruire, scomparire in un soffio di vento.

Lei mi segue e richiudiamo insieme la porta. Iniziamo a ridere per la tensione, se ora ci vedesse qualcuno sarebbero guai. Solo che la porta cigola e rischiamo di farci scoprire. Ci blocchiamo, ma non sentendo rumori ostici provenire dal corridoio la chiudiamo definitivamente e lei che è dietro di me, per sbaglio mette un suo piede sotto il mio facendomi perdere l’equilibrio. Mi reggo alla maniglia della porta, ma le finisco comunque addosso.

Il suo seno contro la mia schiena, il suo profumo riempie l’aria e il suo respiro è caldo contro il mio collo.

Io non riesco a muovermi. È così morbida e calda che mi sento confusa da non riuscire a ragionare lucidamente.

La sento ridacchiare per la mia sbadataggine e realizzo che devono essere passati interi minuti.

Mi volto verso di lei, che non smette di tenermi abbracciata per i fianchi e nel mio sguardo ci deve essere tutto il disappunto del mondo, perché invece che riportarmi verso la sala dove sono tutti, mi circonda con entrambe le braccia e mi porta lontano. Camminiamo abbracciate. Sento la parte sinistra del mio corpo bruciare a contatto con il suo fianco. Le mie mani sempre fredde ora sono bollenti a contatto con le sue. Mi lascia la mano destra che teneva con la sua sinistra solo per aprire la porta del bagno. Entriamo e chiudiamo la porta dietro di noi.

Poggio la schiena al muro e sospiro profondamente incuriosendola sempre di più.

La mia mente cerca un appiglio, un’idea con la quale mentire. Non posso dirle che è la prima persona che è riuscita a farmi stare così bene. Che da quando la conosco mi sento sempre euforica, felice e in pace con il mondo. Che ho sempre voglia di ridere e scherzare.

Vorrei chiederle se è lo stesso che ha provato quando si è messa con il suo ragazzo, ma non ne ho il coraggio, poi dovrei rispondere alle sue domande.

La parte razionale di me dice di lasciar correre, che tutto si sistemerà, che non posso rovinare la sua relazione. L’istinto mi dice che è amore, che è tutto ciò che ho sempre rifuggito, e mi dice di giocare il tutto per tutto. Provare conviene sempre.

Sospiro profondamente, sono combattuta. Alzo lo sguardo verso di lei che si avvicina. È ad un palmo dal mio viso, le sue mani di nuovo sui miei fianchi. Verde contro nero. È quasi una sfida. Vorrebbe farmi cedere, vorrebbe sapere cosa mi affligge. Io resisto, non voglio spaventarla, deve ancora abituarsi alla mia presenza caotica, non posso sconvolgerla troppo, ne ha passate troppe in questo periodo.

Ho le lacrime agli occhi dalla paura di perderla, ma non posso piangere, non posso stare male. Devo essere forte. Lei sembra pensarla diversamente, infatti mi stringe e mi sfiora il collo con le labbra. Sono immersa in un mare di contraddizioni e non riesco ad uscirne. Mi aggrappo alle sue spalle e cerco di trattenere le lacrime.

Le sue labbra si staccano con un soffio dal mio collo e si avvicinano lentamente al mio viso. Rimangono ad una distanza che andrebbe proibita, troppo vicina e troppo lontana.

Una lacrima rompe la barriera e si getta nel vuoto. Era la lacrima della razionalità. Le altre sono tutte impulsive, come me. Non appena quella lacrima lascia il mio viso, capisco che vale la pena soffrire per lei, qualunque cosa fatta per lei non sarebbe mai abbastanza.

Allento la presa sulla sua schiena e annullo la distanza fra noi. Potrebbe staccarsi se volesse, invece mi stringe ancora di più e incerta schiude le labbra. Improvvisamente ho paura anche solo di toccarla, ma lei sembra aver preso la sua decisione, così prendo coraggio e ricambio il suo bacio. Realizzo un sogno. Per un secondo mi sembra di sognare, poi la guardo e capisco che non c’è nulla di più reale. Lei è l’amore.

Le nostre lingue si incontrano e si scontrano. Le bocche ora sono unite ora sono lontane, le lingue si cercano, si sfiorano, si abbracciano, si lasciano e tutto ricomincia.

Se è vero che baciando una persona si capisce quanta compatibilità ci sia, allora lei è la mia parte mancante, quella che stavo cercando da tutta la vita.

Smette di baciarmi e mi fissa, come a voler sfidarmi. Io di rimando le bacio il collo. Poi la guardo a mia volta, e mi decido a demolire la muraglia che mi ero costruita intorno. Ho fatto il passo più difficile, parlarle in confronto dovrebbe essere una sciocchezza; invece la mia voce sembra non voler collaborare.

Ho la gola inaspettatamente secca, perciò le prendo la mano e la poggio sul mio petto. Le uniche parole che riesco a dirle sono queste: “Questo è per te!”

Lei, sentendo il mio battito accelerato, arrossisce e preme un po’ di più la sua mano sul mio seno. Apre il palmo e lo muove piano, come a chiedermi il permesso. L’unica cosa che sono in grado di fare è mugolare uno strano assenso. Voglio baciarla ancora, e lei non si fa pregare. Passa le sue mani sotto la mia maglietta, mi sfiora il seno e poi la schiena, ora la pancia e poi scende sempre più giù. Poi però si ferma, ha sentito qualche rumore, perché mi dice di fingere di stare male. Dopo poco difatti apre la porta una nostra compagna di classe, mandata dalla professoressa, allarmata dalla nostra lunga assenza. Io continuo a fingere di stare male e lei mi trascina fuori, quasi di peso. Dice di riferire alla professoressa che siamo uscite in cortile perché mi mancava l’aria.

Non appena rimaniamo sole, scoppia a ridere, come se avesse assistito alla scena più esilarante della sua vita. E forse in parte è così, dato che ne ha anche fatto parte.

Dovendo fingere una malattia, ci sediamo vicine in un angolo riparato dal vento.

Il momento di passione è terminato e mi dispiace, perché ora ho ancora più timore a riprendere l’argomento.

Lei però decide di stupirmi ancora, mi prende la mano e inizia ad accarezzarla. Mi bacia la punta delle dita e poi avvicinandosi al mio viso mi soffia nell’orecchio tre semplici parole:“Tu mi ecciti”.

Se il mio cuore era una girandola che aveva vento per sempre ora è una girandola in una tempesta.

Lei mi eccita. Io la eccito. Siamo insieme adesso. Cosa c’è di più bello?

Credo che cosa più incantevole non mi sarebbe mai potuta accadere, in una semplice giornata invernale.

Fa freddo, ma dato che mi si sta sedendo sopra incurante di quello che potrebbero dire i passanti, il mio corpo è talmente caldo che non potrei sentire freddo.

Riprende a baciarmi, come se nulla ci avesse interrotte.

Segna il mio collo. Sono sua.

Sfioro il suo collo. Non è soltanto mia.

Vorrei poterla rendere mia, però il buon senso me lo impedisce, prima devo capire quanto vuole esporsi per me. Anzi, se vuole esporsi per me, non vorrei viaggiare su un capriccio momentaneo.

Perdo nuovamente lucidità. Va e viene, a seconda della distanza tra noi.

Le faccio capire che vorrei conquistarla e lei mi sorride lasciva, sa che fremo. Schiude le sue soffici labbra. Mi guarda dolcemente, piegando la testa di lato.

Un bacio alla liquirizia e perdo la ragione.

Un sorriso al miele e ritrovo la ragione.

Un nuovo amore è nato per caso.

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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