Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: _Renegade_    11/04/2013    2 recensioni
Questa storia parla della 11° edizione degli Hunger Games, e di come la protagonista affronti la difficile situazione dei distretti nei primi anni dopo i Giorni Bui e la "novità" di questi giochi. Ha le idee chiare su cosa fare del suo futuro. Ma non sempre le cose vanno come previsto...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 12 - 3...2...1

Non mi aspetto di riuscire a dormire tutta la notte, il nervosismo può fare brutti scherzi, invece mi addormento appena appoggio la testa sul cuscino e quando mi sveglio il sole sta già sorgendo. 
L'inizio dei giochi sarà questo pomeriggio, alle tre; ma noi dovremo essere pronti a partire già all'una, perché l'arena non è vicina a quanto pare. A questo pensiero un brivido mi percorre la schiena:  poche ore e potrei essere morta. 
Scaccio il pensiero e mi infilo sotto la doccia per rinfrescarmi, anche perché una volta nell'arena una doccia potrò solo sognarla, per non parlare dell'acqua! L'arena dello scorso anno era un deserto, è difficile che lo ripropongano anche quest'anno, quindi, con un po' di fortuna ci sarà almeno un fiume o un laghetto.
Lascio che l'acqua mi scorra addosso per qualche minuto, poi mi infilo nel morbido accappatoio rosa con il numero 2 ricamato sul taschino e torno in camera da letto. 
Il letto è già stato rifatto e ci sono una busta e un tovagliolo sulle lenzuola. Mi avvicino e prendo il tovagliolo. E' un messaggio di Jan. Dice:

Ti voglio bene sorellina, so che puoi farcela, ci vediamo al tuo ritorno. Possa la buona sorte essere in tuo favore.

Stringo al petto quel pezzo di stoffa per qualche secondo. Almeno Jan crede ancora in me, e se lui è dalla mia parte tutto mi fa meno paura.
Poso il tovagliolo sul letto e prendo la busta. Non c'è scritto il mittente. A dire il vero non c'è scritto nulla.  La apro e dentro trovo un foglietto spiegazzato. E' di Marius e Iris, mi danno le ultime indicazioni per la partenza :

Non allontanarti dalla Cornucopia, uccidi tutti quelli che ti troverai davanti. Non preoccuparti degli zaini o delle provviste, a quelle penseremo dopo.

 
Bene. 

 
Liro viene a prendermi e mi accompagna sul tetto, da qui prenderemo un hovercraft che ci porterà fino all'arena. Non ci sono ancora tutti, ma qualcuno sta già salendo sul mezzo volante attraverso una scaletta metallica che va su e giù. Non capisco a cosa serva farla muovere a quel modo, anche un'imbecille sarebbe in grado di salire. Ma poi tutto si spiega: appena mi aggrappo alla scaletta, rimango paralizzata da una specie di corrente elettrica; la scala si muove verso l'alto e quando sono ormai a bordo una donna con un camice bianco e una siringa in mano mi chiede di mostrare il braccio. 
- A che serve? - chiedo sospettosa senza muovere il braccio di un millimetro.
- E' il tuo localizzatore, gli strateghi devono sapere dove sono tutti i tributi. Ora dammi il braccio.
Non voglio farlo; non mi piace affatto il fatto che gli strateghi possano sapere dove mi trovo in qualsiasi momento. Ma non posso rifiutarmi. Porgo il braccio destro alla donna e le permetto di inserire il grosso ago nel mio avambraccio. Fa male, ma mi costringo a non fare neanche una smorfia.
Mi vado a sedere su uno dei due sedili con il numero 2 e aspetto. Quando ci siamo tutti l'hovercraft si alza in volo silenziosamente.
Dopo qualche minuto i finestrini si oscurano, perché non ci è permesso vedere dove ci stanno portando.  Joseph è accanto a me, silenzioso e con lo sguardo rivolto alle proprie scarpe, che recita la sua parte tenendosi il braccio in cui gli hanno inserito il localizzatore, come se gli facesse molto male.
Ci offrono da mangiare e mi costringo ad ingurgitare qualcosa perché, anche se sto con i favoriti, potrebbe essere molto difficile trovare da mangiare.
Viaggiamo per molto tempo, o forse pochissimo, non saprei dirlo, anche perché rimango persa nei miei pensieri per tutto il tragitto. La cosa che mi preoccupa di più e il non sapere che tipo di paesaggio sarà l'arena. Una foresta? Una prateria? Un deserto? 
Quando arriviamo ci fanno scendere nei sotterranei da cui entreremo nell'arena. A Capitol City le chiamano camere di lancio. 
Passiamo per una serie di cunicoli scortati da pacificatori armati. Di cosa hanno paura? Non credo ci sia via d'uscita oramai. 
Mi fanno entrare in una stanza vuota, scavata nella roccia. Dopo qualche minuto entra Lirio con i miei vestiti. Sono uguali per tutti i tributi: una maglietta leggera, una giacca di un tessuto impermeabile, dei pantaloni lunghi e leggeri  e degli scarponi, tutto rigorosamente nero.
Lirio non sta zitto un momento mentre mi aiuta a vestirmi, ma io non lo ascolto, sto tentando di mantenere la calma, perché ogni secondo che passa mi sento sempre più nervosa. Il fatto che la giacca sia impermeabile potrebbe indicare che ci saranno delle piogge, quindi posso escludere definitivamente il deserto come scenario, ma nonostante questo bevo più acqua possibile dal buffet allestito al centro della stanza: anche se pioverà l'acqua potrebbe scarseggiare.
Intanto Lirio ha smesso di parlare e mi osserva sorridente. Ha una strana luce negli occhi.
- Forza! E' quasi ora! - Mi indica una pedana in fondo alla stanza. Lo stomaco mi si stringe e rischio di vomitare il poco che sono riuscita a mandare giù. Non capisco cosa mi stia succedendo. Io voglio essere qui! Io ho una missione!  Ma dopo tutto quello che ho visto fino ad ora voglio ancora farlo? Non c'è tempo per  i ripensamenti, non posso tornare indietro, quindi tanto vale pensare al futuro.
Lirio si è lanciato in un acceso monologo su quanto debba sentirmi onorata ed eccitata, ma io sento solo una cosa. Probabilmente l'unica che non posso permettermi di sentire: paura.
Mentre Lirio mi spinge verso la pedana sento le gambe tremare e comincio a sudare freddo. Ascolto le sue parole senza capirle davvero; di colpo la mia mente è totalmente vuota. Non sento nemmeno più il nervosismo. 
Quest'apatia è insopportabile.
Una voce metallica annuncia che è ora della partenza e il vuoto dentro di me si allarga diventando una voragine. 
Salgo sulla pedana e un cilindro di vetro mi circonda. Lirio mi saluta sorridente dall'altra parte. Mi chiedo se si divertirà a vedermi soffrire come credo facciano tutti i cittadini di Capitol City mentre guardano gli Hunger Games.
Il cilindro sale e mi ritrovo al buio per pochi secondi, poi comincio a sentire un forte fetore di acqua stagnante. L'aria si riempie di umidità appena comincio ad intravedere  il paesaggio intorno a me.
Dannazione.
E' il mio primo pensiero quando mi accorgo di non aver mai considerato una possibilità concreta come questa: l'arena è una palude.


*My Corner*
Ok" Ce l'ho fatta, e vi chiedo inifinitamente scusa per l'immensa attesa. Ringrazio in anticipo chi recensirà e chi ha avuto la pazienza di aspettare per tutto questo tempo :D
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: _Renegade_