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Autore: LoryFoxie    11/04/2013    0 recensioni
[GDR Trama inventata.]
[GDR Trama inventata.]Ci sono pochi modi di far diventare una persona, di natura buona, completamente l'opposto: uno può essere farle perdere la pazienza, un altro puo' essere portarle via tutto quello che ama, distruggere il suo mondo, lasciarla senza speranza, ed immagino ci siano altri modi, piu' o meno crudeli, che mi sfuggono.
Prendiamo dunque in esame il secondo caso, ed applichiamolo alla signorina Nael.
Per chi non la conoscesse, la ragazza era una sirena finita per caso su Supiria, un'isola che fluttuava su un Mondo di Sotto (o Etheria), dove le Capitali spadroneggiavano.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Crystal, la sirenetta soldato.'
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« Hahahahaha. Sciocchi, pensavate di potermi sconfiggere così? Me? Un DIO? »
Disse tale divinità, tenendo per il collo, sollevato da terra, un ragazzino dai capelli verdi e corti, amico della sirena.
« Lascialo andare! »
Urlò subito dopo le sue parole la ragazza, con le lacrime agli occhi: si trovava seduta a terra, schiacciata al suolo dalla forza di gravità, così come altri due compagni: uno era un angelo dai capelli biondi, di nome Marcus; l'altra era una ragazza dai lunghi capelli corvini, con la coda e le orecchie da gatto, di nome Sylvia. Il ragazzino dai capelli verdi, invece, si chiamava Kyle.
« Perche', altrimenti cosa mi fai? »
Chiese ironico il dio, avvicinandosi al burrone: si trovavano, infatti, nella cima di una montagna parecchio alta, dove sorgeva il tempio creato dalla divinità per se stesso. Si indicò il petto, dove al centro brillava una gemma rossa molto simile ad un cuore: sembrava parecchio fragile, e facilmente rimuovibile; il problema, era che l'uomo non aveva mai abbassato la guardia o permesso loro di avvicinarsi di un solo centimetro.
« Alzati, ragazza. »
Ordinò a Crystal, togliendole di dosso l'incanto della gravità, permettendole così di tornare in piedi.
« Ne hai fegato da vendere, uh? Facciamo così... »
Cominciò poi, mentre la ragazza gli si avvicinava, guardando preoccupata l'amico, che cominciava a diventare estremamente rosso in volto.
« Non ci guadagno nulla, ma mi annoio parecchio, quindi stavo pensando.. »
Continuò, tendendo sempre di piu' il braccio, che reggeva il ragazzo, verso il precipizio.
« Uno scambio ed un patto. Tu ti lanci di sotto, ed io lascio andare tutti i tuoi amici. Ovviamente, Claire rimane con me, ma sopravvivono tutti. Magari potete riprovare. »
Fu questo che le propose: la sua vita, in cambio della vita di tutti. Missione fallita, ma comunque tutti sarebbero tornati a casa sani e salvi.
« Cosa ti fa pensare che io ti creda? Una volta che sarò morta, probabilmente ucciderai tutti comunque! »
Gli rispose con foga la ragazza, guardando preoccupata l'amico: il cuore le batteva velocissimo nelle orecchie, sembrava volerle sfondare il cervello. Paura, tanta, insieme alla speranza di poter comunque salvare i presenti, in cambio del suo sacrificio. Come poteva, pero', fidarsi?
« Ti do la mia parola, e nonostante io non sia un personaggio esattamente "buono", rispetto sempre le promesse. »
Così dicendo, il dio porse la mano libera alla ragazza, attendendo che la prendesse.
Cosa poteva fare? Sarebbero morti comunque, allora tanto valeva provare. Almeno avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere, per cercare di salvare i propri amici.
Accettò la mano della divinità, facendo un passo avanti e prendendola come dovessero mettersi a danzare: nello stesso istante, l'uomo spostò il braccio occupato nuovamente verso il terreno, e con forza sovraumana lanciò il ragazzo contro gli altri due; botta o meno, Kyle era vivo e stava tossendo, prendendo aria come poteva, riguadagnando colore.
Crystal osservò sollevata la scena, sentendo il proprio cuore accelerare ancora i battiti, mentre sentiva la presa stringere sulla sua mano e si sentiva guidare verso il precipizio.
Al limite, la presa venne meno, e la sirena fu libera di guardare di sotto. Non c'era nessun lago ad attenderla, solo rocce appuntite e letali, che non sembravano altro che bramare il suo sangue.
Sentì l'uomo ridere, di fianco a sé, probabilmente diverito dall'espressione sul proprio volto, e si voltò a regalargli un'occhiataccia, prima di voltarsi ancora, stavolta verso i tre amici.
Lo faceva per loro, solo per loro. Per regalargli un altro giorno da vivere, per regalarsi una fine da eroina. Non che le interessasse molto questa seconda faccia della situazione, ma in effetti si stava per sacrificare. Il problema, forse, era che lo stava facendo consciamente, di sua spontanea volontà.
Sorrise ai tre, tristemente, prima di tornare a voltarsi verso il precipizio, ed il nulla che l'attendeva: prima di raggiungere le rocce, ne sarebbero passati di secondi interminabili. Era così lontano, il terreno sotto i suoi piedi, da sembrare irragiungibile. Sarebbe morta prima, di paura?
Crystal prese un ultimo, profondo, respiro e poi fece un passo avanti, sentendo solo alcune urla ed una risata, alle proprie spalle.
Cominciò a cadere, cadere giù, giù, sempre piu' giù, mentre la consapevolezza di quello che aveva scelto si faceva strada in lei: si era suicidata, in pratica, per salvare la vita di tre persone che comunque, prima o dopo, sarebbero morte; ma, tanto, sarebbe morta anche lei, se non lo avesse fatto. Quindi dov'era la differenza? Comunque fosse andata, sembrava che il destino avesse deciso che doveva morire.
Il destino si divertiva a farla soffrire, e piu' lei si comportava bene, piu' veniva derisa e punita. Più sperava, più le toglieva la speranza. Piu' amava, e piu' le portava via le persone amate.
Avrebbe dovuto smettere.
L'amore, la speranza, l'altruismo.. cosa le avevano dato? Solo tristezza, tanta tristezza e disperazione.
La bontà a cosa l'aveva portata? Ad uccidersi, a lanciarsi da quel precipizio, con il dubbio che forse, qualcun'altro, non l'avrebbe fatto per lei. Non ci avrebbe fatto caso, forse, se non fosse per il fatto che sembrava che il mondo continuasse ad odiarla e respingerla, facendola soffrire.
Ma che importanza poteva avere tutto quello, mentre cadeva?
Ormai la sua fine era vicina, il fiato cominciava a mancarle, la paura la stava distruggendo, le rocce lontane erano sempre piu' vicine.
Che importanza poteva avere mentre il vento le scompigliava i capelli, ricordandole che stava cadendo ad una velocità tale da non lasciarle alcuna speranza?
Non ne aveva piu', e, per quanto potesse amare le persone appena salvate, i dubbi la tormentavano.
E' incredibile quanto si possa pensare, nel giro di qualche secondo.
E' incredibile quanto si possa cambiare il modo di farlo, radicalmente.
Da bianco a nero, da buono a cattivo.
Chiuse gli occhi, la sirena, e qualche attimo dopo perse conoscenza.
Ma, sebbene lei pensasse che comunque fosse andata, stava per morire, il destino ancora una volta le riservò un finale a sorpresa: Marcus, con uno sforzo sovraumano, era riuscito a liberarsi dell'incantesimo che lo teneva bloccato a terra, e si era fiondato giù dal precipizio, chiudendo le ali per riuscire a cadere piu' velocemente, come un missile.
Raggiunse la ragazza, la prese, e spalancò le ali per frenare la caduta, cominciando poi a risalire.
Di sopra, intanto, i suoi compagni si erano a loro volta ripresi, spinti da una nuova forza, dopo aver visto l'amica sacrificarsi per loro: avevano fatto arretrare la Divinità, che ora era arretrata di diversi metri verso la zona "sicura".
Marcus atterrò poco distante dagli altri due, che gli si fiondarono accanto per vedere le condizioni dell'amica, pur tenendo sotto controllo le mosse del dio.
« Sarà morta di paura, e' tutto inutile. Hahahaha! »
Disse l'uomo, osservando divertito la scenetta che gli si era dipinta di fronte.
« Crystal! Crystal, rispondici! »
« Il battito e' debole, dobbiamo fare qualcosa. »
Dissero in coro Kyle e Sylvia, mentre Marcus era andato a mettersi di fronte ai tre per far loro da scudo in caso il dio decidesse di attaccare, cosa che pero' non sembrava aver intenzione di fare.
Lasciamo un attimo perdere il "presente", per andare a vedere cosa stava accadendo nella mente della giovane ragazza svenuta.
   
 
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