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Autore: pk82    01/11/2007    4 recensioni
Storia basata sull'omonimo film con Bill Murray e Andy McDowell. Per chi non l'ho avesse visto.... Settimo anno. Immaginatevi di dover rivivere più volte lo stesso giorno. Riuscirà il povero Ron ad uscire da questo circolo? E scoprirà il perchè di tutto questo? Aspetto i vostri commenti. P.S. STORIA RIVEDUTA E RICORRETTA.
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13 Novembre, sesta volta

13 Novembre, sesta volta

Apro gli occhi ed una lacrima scende sul mio viso.

Ero assolutamente convinto che avessi trovato lo scopo di tutto questo: riuscire a dichiararmi a Hermione.

Ed ora che sono di nuovo qui, senza poter andare da lei e baciarla di nuovo, mi sembra di avere il cuore in frantumi.

«Ron? Stai bene?» Harry è preoccupato; sono ancora qui nel letto, con la testa fra le mani e incredulo a quello che è successo.

Miseriaccia, sono riuscito a dichiararmi a Hermione, finalmente ho scoperto che anche lei mi ama e sono tornato al punto di partenza.

«Ron, mi senti?» Harry si avvicina, non sapendo cosa fare.

NO... NON CI STO. NON POSSO FARMELA SCAPPARE UN’ALTRA VOLTA. DEVO RIPROVARE. FORSE DEVO DIRGLIELO IN UN ALTRO MODO.

La mia espressione cambia talmente in fretta, da triste a speranzoso, che il mio amico quasi si spaventa.

Mi alzo e abbraccio Harry.

Dopo un attimo di smarrimento mi dice:

«Senza offesa, amico, ma non ho intenzione di tradire tua sorella con te. Non sei il mio tipo»

Rido assieme a lui, mentre lo libero dal mio abbraccio.

«Mi devi aiutare, Harry» dico sempre sorridendo.

«Che cosa ti occorre stavolta?» mi chiede.

«Oggi ho intenzione di dichiararmi a Hermione» Devo averlo scioccato con questa mia uscita, perché la sua mascella ha appena toccato il pavimento. Quando la suddetta mascella torna al suo posto, Harry mette su un sorriso complice.

«Bè, era ora. Cosa ti serve?»

«Per il momento che tu cominci ad andare e mi aspetti in Sala Grande».

«Non so a cosa ti può servire, ma va bene. Solo una domanda: quando hai intenzione di dirglielo?»

«Questa sera» dico risoluto.

Harry mi guarda, sorpreso dalla mia determinazione, ma non dice altro e mi lascia solo nel dormitorio.

Arrivo in Sala Grande per gli ultimi dieci minuti di colazione.

«Buongiorno a tutti» dico sorridente e baciando la testa di Ginny.

«Ron» mi dice ridendo, «come mai così allegro?»

«Oggi sarà una giornata splendida, me lo sento».

«Lo sarebbe per te se avessi fatto il tema di Piton» mi dice Hermione. Non la faccio neanche finire che gli sventolo davanti un foglio di pergamena.

«L’ngho finghninto angdensgnso»

«EH?!!»

Ingoio il pane imburrato e ritento.

«L’ho finito adesso»

Per la seconda volta la mascella di Harry ha toccato il pavimento, seguita a ruota da quella di Ginny.

«E’ per questo che mi hai mandato via?» mi chiede Harry.

Io annuisco.

«Ma cosa ti è preso?» mi chiede Ginny. Prima che io possa impedirglielo, Harry si avvicina all’orecchio di Ginny e le sussurra qualcosa…

«COSA!?!»

Tutti i nostri compagni si voltano verso di noi, mentre il povero Neville si rovescia addosso il succo di zucca.

Questa volta è colpa di Ginny.

«Che ti prende?» le chiede Hermione.

«Niente, niente» risponde, ma rivolge a lei e a me un sorriso malizioso.

«Andiamo, altrimenti la McGranitt ci spella vivi» dico per mettere fine a quel sorrisetto, al quale si è aggiunto quello di Harry.

«Questa me la paghi» sussurro a Harry mentre ci avviamo nell’aula di Trasfigurazione.

«Scusami»

«Tra le cose che volevo che facessi c’era anche il non informare Ginny»

«Bè…» tentò Harry, «dovevi dirmelo prima»

Lo fulmino con lo sguardo, ma poi mi metto a ridere notando la sua faccia terrorizzata.

Dopo l’ennesima lezione della McGranitt sulla trasfigurazione animale mi avvicino a Hermione, fuori dall’aula.

«Senti… se andassimo in biblioteca a fare subito gli esercizi della McGranitt… ti andrebbe di aiutarmi?»

«Io vado da Ginny» dice Harry subito dopo, intuendo qualcosa.

Hermione mi guarda ancora sorpresa ed io comincio a sudare freddo.

«Se… se non ti va… è lo stesso…»

«NO» mi dice all’improvviso, come se si fosse appena ripresa da uno shock ( in effetti io che le chiedo di fare subito i compiti che ci hanno appena dato può causare uno shock)

«Vengo volentieri con te» Il sorriso che mi rivolge mi scioglie come il burro.

Passiamo la successiva ora a svolgere i compiti della McGranitt che, dopo cinque volte, so praticamente a memoria.

Il pomeriggio scivola via tranquillo, o quasi. Si, perché non avevo calcolato le continue domande di Harry prima, e Ginny poi.

«Te l’ho detto Harry» gli sussurro mentre ritorniamo in sala comune, «lo farò entro sera».

Harry comincia ad avere un’espressione scettica, ma non gli do il tempo di ribattere:

«Senti, se vuoi che poi ti dica tutto ho bisogno di due cose. Primo, il tuo mantello dell’invisibilità. Secondo, che tu e Ginny non ci seguiate quando usciremo»

Harry stava per ribattere alla mia seconda richiesta, ma l’occhiata eloquente che gli lancio lo zittisce.

I compiti che abbiamo per domani li so praticamente a memoria, perciò il tempo che impiego a svolgerli è inferiore rispetto alle altre volte. Hermione, Harry e Ginny sono rimasti dieci minuti a bocca aperta vedendo la mia velocità.

Solo quando finisco tutto mi alzo dalla sedia e mi avvicino a Hermione. Mi abbasso fino ad arrivarle all’orecchio.

«’Mione, vorresti venire con me?» le sussurro in modo che solo lei possa sentirmi.

«Dove?»

«E’ una sorpresa» Le prendo la mano dolcemente ma con sicurezza e questo gesto ha la forza di farla zittire e di farla arrossire nello stesso tempo.

La conduco fuori dalla sala comune, notando comunque gli sguardi maliziosi di Harry e Ginny.

«Dove mi porti?» mi chiede nuovamente, mentre camminiamo vicini sotto il mantello di Harry per non essere visti.

«Te l’ho detto, è una sorpresa»

La precedo verso il settimo piano e, dopo il solito rituale, entriamo nella Stanza delle Necessità.

«Ho cercato di fare del mio meglio» le dico. La stanza è molto simile alla sala comune di Grifondoro, ma le candele a mezz’aria che illuminano fiocamente la stanza e il soffitto simile a quello della Sala Grande le fanno togliere il respiro.

«E’ stupendo» sussurra. «Perché tutto questo?» mi chiede voltandosi.

«Perché è giunto il momento di dirti una cosa»

Mi avvicino più a lei, mentre arrossisce.

«E’ da quando ti ho visto per la prima volta sul treno per Hogwarts che porto dentro tutto, ed è ora che tu ne venga a conoscenza. Per tutti questi anni ho portato dentro di me questo sentimento. All’inizio non riuscivo a capire cosa fosse, ma poi ho compreso»

Hermione aveva gli occhi lucidi.

«Sei la ragazza più stupenda che io abbia mai incontrato. Sei intelligente, coraggiosa, dolce. Ogni volta che mi sorridi, tocco il cielo con un dito. Sei la mia aria, la mia acqua. Non riuscirei a vivere senza di te. Mi sei dentro, nel cuore e nell’anima. Ti amo, Hermione. Ti amo da morire»

Alcune lacrime scendono sulle sue guance, ma il dolce sorriso che mi mostra indica che non è triste, tutt’altro. Si avvicina senza mai staccare gli occhi dai miei. Poggia la sua mano sulla mia guancia in una morbida carezza, si alza in punta di piedi e per la seconda volta ci baciamo.

Ci stacchiamo solo quando la necessità d’aria si fa impellente.

«Anch’io ti amo, Ron»

Lo sapevo già, ma è sempre bello farselo dire.

Un rumore alla finestra ci fa voltare.

A già, Krum.

Vedo Hermione avvicinarsi alla finestra, aprirla e prendere la lettera attaccata alla zampa del gufo. La vedo irrigidirsi quando legge il nome del mittente sulla busta.

«E’ di Victor, non è vero?» gli chiedo tranquillamente.

«Si» risponde, ma rimane sorpresa dal mio sorriso. «Perché non ti arrabbi?»

«Perché sarebbe da sciocchi. Hai detto che mi ami, ed io ti credo. Krum o non Krum»

Hermione mi sorride nuovamente prima di abbracciarmi.

Ci baciamo di nuovo.

Quando ci stacchiamo Hermione intreccia le dite della sua piccola mano con le mie mentre mi trascina verso l’uscita.

«Non vedo l’ora di passare il nostro tempo libero con te domani» mi dice Hermione.

Questa frase mi colpisce duramente.

«NO»

Hermione si volta confusa verso di me.

Non voglio tornare. E se poi domani non arriverà? E se dovrò rivivere da capo questa giornata per l’ennesima volta? Non credo che riuscirei a sopportarlo.

«Ron?» Hermione mi guarda ancora confusa, ma si blocca quando vede lacrime scendere sulle mie guance. «Ron?»

«Resta con me» dico tra le lacrime. «Ho paura»

«Di cosa?»

«Che tu domani non sia più con me» Anche Hermione sta piangendo.

«Che quando domani mi sveglierò, non ti troverò accanto a me»

«Sssshhh» Hermione mi mette un dito sulle labbra. «Resterò qui con te, stanotte. E sarò con te anche domani quando ti sveglierai. Te lo prometto»

Faccio un sorriso amaro.

Purtroppo non dipende da te.

Appare un enorme letto a baldacchino, con tende e coperte color rosso e oro.

Ci infiliamo sotto le coperte e sempre abbracciati ci addormentiamo, lei felice – di questo sono sicuro – io combattuto tra la felicità e la paura di dover rivivere tutto… un’altra volta.

  
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