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Autore: past_zonk    11/04/2013    2 recensioni
Quando Seung Ri uscì dalla stanza, Top rise fra sé, una risata bassa e divertita, una risata giocosa “Mi stai sfidando, Ri? Mh, chissà chi vincerà questo gioco”.
Quando a Top piaceva una cosa, se la prendeva, certo, ma questa volta il gioco si prospettava più divertente del solito.
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Seungri, T.O.P., Taeyang, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi, finalmente con il primo capitolo! E se nel prologo vi avevo deliziato con una icon di tì ò pppì, adesso tocca al nostro vincitore, Rì!
Ok, credo di essermi fusa il cervello!
A parte che vorrei ringraziare Kwon Ji Yong (cacchio, leggere una recensione lasciata da quel nome mi ha mandato su di giri, manco avessi sniffato colla) e Mini GD (pure qui stesso discorso per il nome), per le loro recensioni!  ∩( ・ω・)∩
Arigatoooooooooou!
Come primo capitolo non è lunghissimo, ma volevo pubblicare, e per questo credo scriverò capitoli più brevi ma pubblicati in meno tempo, visto che sono una specie di lumaca antipatica che si perde nello scrivere robe lunghe - di solito.
Questa volta ho optato per uno stile più veloce, capitoli più shooort, e tanto tanto ammore.
Viva i ragazzi! Viva i VIP!
Grazie di tutto,
Silvia.








Bad Boy.
Capitolo primo – il più giovane.

 
 
 
Le giornate erano sempre troppo piene per il più giovane della band. Era un membro della celebre band coreana da ormai molti anni, eppure in quei giorni, quando l’agenda era troppo fitta, si sentiva sempre fiacco. Ed era proprio quel suo continuo sentirsi un po’ anemico e debole, che lo portava a lavorare sodo: col carattere che si ritrovava, la strada migliore da prendere era quella di ignorare la stanchezza e andare avanti, oppure sarebbe collassato su un divanetto, dando ragione ai mille luoghi comuni sulle sue occhiaie.
Non era facile, nonostante i lustrini e i riflettori di quel mondo laccato in cui lavorava, andare avanti e mostrarsi sempre pieno di energie, eppure lo faceva, perché era il più giovane, e perché semplicemente doveva tanto, tutto, a tutte quelle persone che li seguivano, che si affollavano, e che – diamine – piangevano, per loro cinque. Glielo doveva, ed era il minimo, ecco.
Quindi, a quel punto, SeungRi guardò il sole un po’ asciutto e smagrito di Gennaio e sorrise. L’aria fredda dei giardinetti interni degli studios YG gli carezzava la pelle, il caffè lungo che ogni mattina prendeva al bar poco lontano gli scaldava la gola.
Un mese.
Un mese e sarebbero ritornati col botto, con un nuovo album, concerti, interviste, agende piene di impegni e vita di tour. SeungRi sorrise un po’ nostalgico, pensando ai primi anni in cui ancora doveva abituarsi all’idea di fare quella vita, una vita che era fatta di condivisione e facciate. Una vita che, dopotutto, decise, gli piaceva.
Si alzò dalla panchina, si stiracchiò, sorrise di nuovo al sole, e infine rientrò.
Il buonumore è una scelta, non una casualità – pensò – siamo noi ad influenzare il nostro stato d’animo. Vedere il buono in ogni cosa è una vocazione.
Gli studios erano un luogo caldo e ampio: l’ideale per incidere, per scrivere, per provare. Avevano un dormitorio, dove potevano restare quando si facevano le ore piccole a lavorare – anche se di solito erano GD e TOP, a farle, non di certo lui, assonnato com’era – e persino una cucina. Più che degli studi di registrazione sembravano una base militare, dove potevi facilmente vedere gente in pigiama passare e chiederti dove fossero le bustine di tè verde, oppure continui scherzi e giochi da bambini; era divertente, però in effetti se ci si fermava un momento a riflettere, si poteva facilmente intuire perché si cercasse a tutti i costi di mantenere un clima sereno; sarebbe stato severo, il contrario, e tutti gli artisti sarebbero stati solo automi capaci di cantare le canzoni arrangiate per loro.
Assalito da queste imponenti riflessioni mattutine, il giovane cantante percorreva a larghe falcate i corridoi illuminati, facendo la strada tanto conosciuta per la sala prove dove al momento si trovavano i ragazzi. Trovata la porta rossa, bussò leggermente e poi entrò, irradiando tutti con un sorriso sincero “Buongiorno!”.
Vari ‘buongiorno’ di risposta arrivarono dai vari angoli della stanza, balbettati fra sbadigli. Evidentemente, nonostante la stanchezza, era l’unico ad essere vitale alle sette del mattino. Jiyong era appallottolato su una sedia girevole, un cubo di Rubik glitterato fra le mani e un cipiglio annoiato; Daesung aveva le cuffie, e stava probabilmente ascoltando le registrazioni del giorno prima; Youngbae giocherellava con certe basi per remix, e infine, il suo omonimo, Choi Seung Hyun, era steso su un divanetto, l’avambraccio a coprirgli gli occhi; forse dormiva. SeungRi seguì per pochi istanti la linea della sua mascella marcata, per poi distogliere lo sguardo. Il suo hyung aveva un umore alquanto variabile, soprattutto appena sveglio, e poteva passare dal divertito all’irritato nel giro di pochi istanti. Era inquietante.
Quando la porta bussò di nuovo, fu come se fosse scattato un allarme. Tutti interruppero la loro ignobile pigrizia per prendere posizioni erette e cercare di sembrare in qualche modo produttivi. Top grugnì qualcosa mentre si metteva seduto, Jiyong nascose il cubo in un cassetto. SeungRi ridacchiò a quella scena quotidiana, che però non smetteva mai di divertirlo. Sembravano dei bambini non cresciuti.
Si sedette affianco al suo hyung sul divanetto, e ascoltò attentamente il programma del giorno. Fortunatamente si trattava solo di prove per i concerti, di vestiti, di scalette, ed infine due interviste radiofoniche.
“Le interviste le registrerete allo stesso orario, per facilitare i termini e produrre il doppio, vi dividerete. Allora, alla prima andranno, mh, tu Jiyong, con Youngbae e Daesung. E poi i due Seung Hyun insieme. Tra cinque minuti vi voglio pronti per l’allenamento e le prove delle coreografie”
Top sospirò vistosamente.
“Preferivi andare con loro, hyung?” chiese SeungRi, con un po’ di malizia celata da apparente innocenza. Era il suo punto di forza, quell’innocenza fittizia.
“Certamente” rispose l’altro, poggiando una mano sul ginocchio del più giovane mentre s’alzava e passandosi una mano fra i capelli “È una tortura starti attorno” aggiunse poi, con un occhiolino, prima di uscire dalla stanza.
SeungRi non capì cosa voleva dire.
 
 
Neanche lui stesso riusciva a prevedere i suoi cambi d’umore. Una minima parola o gesto poteva spostargli la nervatura per l’intera giornata, e renderlo alquanto acido. Quell’episodio mattutino, poi, con il rifiuto sfacciato di SeungRi, lo aveva leggermente infastidito.
Beh, l’avrebbe ripagato, certo che sì.
Camminò un po’ distratto verso camera sua, recuperò il paio di vecchie adidas più comode che aveva, e si diresse verso la sala prove, occhiali scuri da sole inforcati.
Quando entrò, già risuonava nell’ambiente la canzone da poco registrata, Bad Boy. Probabilmente i coreografi si stavano scervellando per qualche nuova coreografia originale che li avrebbe resi ancora più fighi.
Choi Seung Hyun non sapeva ballare. Cielo – era un luogo comune ormai diffuso in tutto il mondo! Ma non significava che non si divertisse a farlo, ecco.
Entrò in pista e aspettò in piedi, canticchiando la canzone e osservando le facce dei suoi compagni. Youngbae era davvero al settimo cielo, infatti stava già improvvisando dei passi, seguito a ruota da quel bambino iperattivo di Jiyong. Gli altri due erano in piedi ad aspettare, Daesung ridacchiando e SeungRi…beh, lui sembrava preoccupato. Si mordeva il labbro inferiore alquanto insistentemente, e aveva gli occhi scossi, come se qualcosa lo tormentasse.
Il più grande gli si avvicinò all’orecchio “Qualcosa non va, maknae?” mormorò con voce bassa.
L’altro saltò, occhi spalancati “No!” poi si grattò timido il collo “cioè, n-niente che non vada”
“Ah, non mi sembrava da come…” lasciò la frase in sospeso, alzando le sopracciglia e passandosi un dito sulle labbra “da come ti mordevi le labbra”; lo guardò intensamente.
Immediatamente lo sguardo del moro si spostò sulle labbra definite dell’altro che, sfacciato, alzò un lembo della sua bocca in un sorrisetto sghembo.
“N-n-no” balbettò SeungRi, per poi voltarsi ad ascoltare i consigli del loro team di ballo.
La lezione iniziò. Top, come sempre, aveva voglia di allontanarsi ed evitare gli esercizi di riscaldamento, ma optò per rimanere. Dopotutto aveva una missione da portare a termine.
Mise il suo tappetino affianco a quello del più giovane, e si stese per la serie di addominali.
Iniziò con i primi, sentendo da subito lo sforzo e il caffè ritornargli sullo stomaco.
“Aishh” si lamentò, occhieggiando il giovane, che invece eseguiva gli esercizi con velocità e sguardo vuoto. Ridacchiò fra sé.
Dopo una lunga serie di addominali, il più grande si accasciò sul tappetino, con un braccio sullo stomaco e il fiatone. La testa si voltò verso SeungRi, che ancora continuava, nonostante avesse anche lui il fiato corto.
“Continui?”
A denti stretti, tutto sudato, l’altro annuì.
La canottiera rossa gli lasciava scoperte le clavicole che risaltavano ancora di più sulla pelle bagnata di sudore; le sopracciglia erano incrinate nello sforzo e la bocca formava una perfetta “o” mentre respirava affannosamente, emettendo di tanto in tanto un lamentio.
Ad ogni piegamento gli addominali si contraevano, lasciando intravedere i muscoli lunghi e ben formati.
Top si morse l’interno della bocca.
Non sapeva perché quel ragazzino, forse involontariamente, era, per lui, così sensuale, nonostante il suo carattere sbadato e sorridente. Era come se lo facesse senza rendersene conto, e questo infastidiva molto il più vecchio; sentiva il bisogno di metterlo in imbarazzo, di colpirlo nell’orgoglio, come veniva colpito lui dal suddetto; aveva voglia di farlo smettere, scuoterlo e farlo appiattire al pavimento, fermandosi a cavalcioni su di lui e mostrandogli sul serio le conseguenze di quello che gli stava facendo.
Dio, dicesi ‘frustrazione sessuale’.
Si alzò, per accovacciarsi ai piedi del ragazzino, mantenendoglieli fissati a terra, così come i suoi occhi fissati nei suoi, un sopracciglio alzato, lo sguardo malizioso.
SeungRi boccheggiò qualcosa tra uno stiramento e l’altro “Mi-sembra-ufff-una-ehm-scena-già-pff-vista-argh”. Si riferiva a quella vecchia parodia che Top aveva girato con Jiyong. Quella in cui, alla fine però, anche se in modo totalmente demenziale, aveva baciato il più piccolo, e non il loro leader.
Top ridacchiò “Lo sai che sono un attore puntiglioso. Mi sembrava giusto ripetere la scena con un attore più esperto”. Gli fece l’occhiolino.
Ad ogni stiramento, i loro volti si avvicinavano tremendamente. Poi il più grande rise, cercò di avvicinarsi con la bocca a quella dell’altro, che cadde all’indietro sul materassino, il petto che si alzava e abbassava.
“TOP-HYUNG!” si coprì il volto arrossato con le mani, e con i piedi spinse via il rapper, che, ormai caduto all’indietro, cominciò a ridere di cuore, mostrando quelle fossette adorabili. Quando SeungRi si rimise a sedere, con uno sguardo spaventosamente minaccioso, non riuscì a fingere d’essere arrabbiato per molto.
Il suo sorriso era semplicemente ammaliante…







----to be continued ☆ミ(o*・ω・)ノ










   
 
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