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Autore: valentinamiky    12/04/2013    4 recensioni
Raccolta di Shot partecipante al contest "Gocce di quotidianità" indetto sul forum da clalla97.
Il 2014 é davvero solo quello che ci ha presentato il caro, vecchio Zac oppure...?
Tra Croat e oggetti maledetti, frustrazione e piaghe umane che non comprendono quando é il momento di defilarsi (...Garth!), personaggi strampalati e sogni allucinogeni, boxer fluffosi e battipanni, i nostri eroi si saranno divertiti almeno un po' in quest'anno apocalittico?
1) Night club, broken heart
2) That's how i use it!
3) Crazyness
4) Abstinence
5) Can't tie your hands - even if you tied mine
6) The beater - il battipanni
7) Do you remember our first time, Dean?
8) Stasera no, sono stanco (ma se lo dice lui...insistiamo!)
9) Cursed
10) Anger
11) Chains of mortality
12) We can't
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Titolo: Do you remember our first time, Dean?
Prompt: primo fiky-fiky…che vergogna e che gaffe!
Rating: arancione
Avvertimenti: flashback, lemon non esplicita, fluff, comico, maltrattamento di hot-dog e salsicce, boxer improbabili per pennuti angelici.
 

Do you remember our first time, Dean?

 
Dean era comodamente seduto sul cofano della sua Impala. Non la guidava da tempo, era vero, ma non era riuscito a separarsene: quella non era una semplice macchina. Rappresentava tutti i suoi ricordi e ne celava molti altri.
Era una notte stellata, serena e la giornata era stata abbastanza proficua: aveva sbaragliato con i suoi compagni alcuni Croat e non avevano subito alcuna perdita. Avevano perfino trovato delle provviste, che ora il leader dei cacciatori consumava beatamente con il suo migliore amico, nonché amante, seduto al proprio fianco.
Era successo quando aveva estratto dal suo pacchetto un hot dog, che Castiel era improvvisamente scoppiato a ridere senza ritegno, quasi soffocandosi con l'assenzio.
-Sei completamente ubriaco?-
Cass aveva scosso il capo, ancora ghignando ed una scintilla nei suoi occhi blu fece rabbrividire Dean di aspettativa.
-Scusami, é solo che mi è venuta in mente la nostra prima volta. Pensavo preferissi gli hamburger...o i pesci pagliaccio- concluse, scrutando quello sciocco panino con una buona dose di malizia.
Il cacciatore, che stava per addentarlo, lo scansò visibilmente imbarazzato.
-Cass!-
L'angelo abbandonò il bicchiere, ormai privo di attrattive sul prato, concentrando tutta la sua attenzione sulle iridi verdi del compagno a cui ora stava di fronte. Senza mai spezzare quel delicato e intenso contatto visivo, infilò una gamba tra le sue, per avere una maggiore comodità d'azione; poi iniziò a leccare lascivo il suo panino.
Dean lo fissava stordito dalla sensualità innata di quelle labbra, dall'intensità del suo sguardo, dalle sensazioni che gli scatenava la sua vicinanza.
E dire che la loro prima volta era stata completamente diversa.
Un disastro, insomma...
 
Si era ritrovato quel pulcino arruffato davanti al naso, prima ancora di finire di formulare la domanda al telefono. Era lì, davanti a lui e lo scrutava con la fronte corrucciata e il viso lievemente inclinato, interrogativo e quegli occhioni blu in cui sarebbe potuto facilmente sprofondare, lo studiavano con curiosità.
-Dean, è successo qualcosa?-
Eccolo lì, il suo pennuto apprensivo. In realtà non era accaduto davvero nulla di particolare, escludendo la solita routine da cacciatori. No, la ragione per cui aveva chiamato l'angelo era un'altra e anche se era disposto ad insistere fino allo sfinimento, Cass non si era davvero fatto pregare, precipitandosi da lui come sempre.
-Avevo voglia di fare qualcosa di divertente. Insomma, tutte le volte che ci vediamo é per risolvere dei casi.- aveva sorriso e si era avvicinato per sistemargli al meglio la cravatta e dare una parvenza di ordine al trench troppo grande per lui.
Castiel non aveva proferito parola, rimanendo però in ascolto.
-Propongo hamburger o hot dog, patatine e film sul divano?-
-Non c'è nessun mostro?- l'angelo inclinò la testa, sinceramente colpito. Non era mai accaduta una cosa del genere e si sentiva strano, quasi euforico e non sapeva spiegarsene la ragione.
-Solo Sammy- scherzò Dean, facendo un cenno con la testa per indicargli il bagno -Ma non credo che si unirà a noi. Si sta preparando a uscire con una bella gattina...-
-Pensavo che Sam preferisse i cani.-
Il cacciatore trattenne a stento una risata.
-È un modo di dire, Cass. Intendevo che ha un appuntamento con una bella ragazza.-
-Oh.- 
Proprio in quel momento, il fratello minore uscì dal bagno, accompagnato da nuvolette di vapore e da un'arietta fresca.
-Dean, ricordati di chiudere la finestra. Io vado. Castiel, assicurati che mio fratello non incendi la camera!-
-E tu assicurati che la tua bella non sia un'amazzone!- ribatté il fratello maggiore, alzando gli occhi al cielo.
Sam sbiancò.
-Non dirlo neanche per scherzo!-
Dean ridacchiò e andò a sedersi sulla sponda del letto, mettendosi il borsone sulle ginocchia, trafficando alla ricerca di qualcosa.
Sam gli diede le spalle, avviandosi alla porta, seguito dallo sguardo curioso dell'angelo, che se ne stava in piedi al centro della stanza.
Quando era ormai sull'uscio, certo di essere al di fuori di ogni possibile attacco, il fratello minore venne colpito in piena testa da qualcosa.
Girandosi alla ricerca del misterioso oggetto, individuò in terra un piccolo involucro dalla forma quadrata, che lo fece arrossire vistosamente.
Sbraitò il nome del fratello, ma non fece in tempo a rilanciargli il preservativo, perché Dean lo aveva già chiuso fuori dalla camera, ridendo come un imbecille.
Castiel ascoltò gli insulti che Sam rivolgeva al più grande, senza capire perché questi fosse tanto rilassato: il cacciatore aveva aperto il frigorifero alla ricerca di una lattina di birra e raggiunto il divano, facendo poi cenno all'angelo di raggiungerlo, senza prestare la minima attenzione agli improperi del fratellino.
-Dean, apri la porta!- Sam continuava a sbraitare.
-Sammy, anche se non lo userai, non c'è alcun bisogno di farlo sapere ai vicini. Piantala di fare baccano.-
-Non ti sopporto!-
A quelle parole seguirono dei passi pesanti, segno evidente che Sam si stava allontanando.
Al ghigno soddisfatto di Dean, Castiel inclinò la testa, preoccupato.
-Dean...Sam non ti ha appena detto una cosa cattiva?-
-Sta tranquillo. Non diceva sul serio.-
L'angelo annuì, pensieroso.
Restarono sul divano per un po', finché Dean non finì la lattina di birra, annunciando che sarebbe andato a preparare la cena.
Stava tagliando dei panini rotondi, quando Castiel riprese a parlare.
-Dean. Cos'era la cosa che hai lanciato a Sam?-
Il cacciatore si aprì in un sorrisetto e abbandonò i panini al loro destino.
Castiel non sapeva assolutamente nulla di sesso, e il Winchester si sentiva in dovere di rimediare. In fondo, Cass lo aveva sempre aiutato quando non sapeva come agire durante caccie particolarmente strane.
Toccava a lui fare qualcosa per quel pulcino inesperto.
Andò a cercare un altro condom nel borsone e quando la sua mano riemerse trionfante con la confezione in mano, la mostrò con orgoglio al suo pennuto angelico.
-Amico mio, questi sono la "salvezza"!- annunciò, con una scintilla di pura felicità nello sguardo.
-È un'arma?- domandò confuso l'angelo, provocando lo sbuffo divertito dell'umano.
-No, no. Direi piuttosto una protezione.-
-Una protezione? E per cosa? Sembra...piccola.-
-Vedi, Cass. So che non ti è ancora capitato, ma quando vorrai andare a letto con una ragazza, si riveleranno di vitale importanza.-
Dean aveva un'espressione seria, quasi solenne e Castiel intuì quanto fosse importante ciò che l'umano stava per dirgli. Quindi raccolse a sé tutta la concentrazione possibile: non voleva deluderlo. Avrebbe ascoltato con estrema attenzione.
-Questi, Cass, sono preservativi. Se fai sesso, assicurati sempre di averne almeno un paio a portata di mano. Oltre a proteggerti da eventuali malattie, eviteranno alla tua bella una gravidanza indesiderata.-
Castiel corrucciò la fronte, confuso.
-Dean, ma la gravidanza non è una cosa bella?-
Il cacciatore trattenne un sorriso, davanti a tanta ingenua purezza.
-Certo, se decidi di trascorrere il resto della tua vita con la ragazza che ami, è una cosa bella e può darti enormi soddisfazioni, oltre a delle emozioni immense. Ma se si tratta solo di un'avventura, di un divertimento, è meglio essere protetti. I bambini sono...- Dean arrossì leggermente, rendendosi conto che ciò che stava per dire era davvero profondo. -I bambini sono il frutto dell'amore di due persone. I genitori devono ponderare attentamente una decisione del genere; rischiare una gravidanza da una ragazza che si conosce poco può rivelarsi catastrofico...-
L'angelo annuì distrattamente, forse più interessato alle lentiggini ben evidenti del suo umano, piuttosto che al problema "rischio gravidanza".
-E...come funziona quella "protezione"?- domandò avido di sapere.
-Oh, beh...- se possibile, Dean arrossì ancora di più. -Devi...devi metterlo sul tuo...-
Davanti all'espressione totalmente curiosa di Castiel, si arrese all'evidenza: l'angelo non lo avrebbe mai intuito! Forse, nemmeno con un disegno!
Istintivamente afferrò uno dei würstel destinati a divenire la loro cena.
-Devo mettere il preservativo su una salsiccia?- concluse intontito il pennuto.
Dean trattenne un singhiozzo sconsolato, ben conscio che lui e Cass non avevano in mente lo stesso tipo di "salsiccia". Beata ingenuità!
-No, Cass. È solo una metafora per...- l'umano era troppo imbarazzato per proseguire, quindi si limitò a indicare all'angelo il cavallo dei propri pantaloni.
L'angelo si avvicinò a lui, senza smettere per un secondo di interrogarlo con quei suoi occhioni blu e con innocenza disarmante, sfiorò con l'indice il punto cui Dean aveva accennato.
-Qui?- Chiese conferma.
 Dean non saltò su come una molla per il semplice fatto che era pietrificato. Si riprese solo quando Castiel fece scorrere il dorso del dito sui jeans, provocandogli inconsapevolmente una scarica elettrica lungo la spina dorsale. Indietreggiò di alcuni passi, sottraendosi così al tocco dell'angelo, rosso in viso.
-Ca... Cass, é meglio lasciar perdere. Sono certo che troverai mille ragazze disposte a spiegarti come si usa.- farfugliò, tremando leggermente per le sensazioni che il tocco appena percettibile dell'angelo gli aveva procurato. 
-No, Dean, per favore. Non ti interrompo più, promesso!-
Come se fosse stata solamente un'interruzione! Per poco quel pennuto non gli procurava un'erezione! Ma quell'espressione dispiaciuta era troppo simile a quella di un moccioso triste e gli faceva una tenerezza infinita. Cercò di placare i bollenti spiriti, perché certamente Castiel non aveva agito in malafede e poi...era un uomo!
Almeno, il suo tramite era un uomo e lui, Dean Winchester non poteva davvero provare attrazione per una persona dello stesso sesso.
Forse, era il caso di spiegare anche questo a Cass.
-Cass.- esordì, schiarendosi la voce per farle ritrovare un minimo di fermezza. -Tu sei nel corpo di un uomo. Quindi non puoi toccare altri uomini, ok? Ora, immagina di essere una salsiccia.-
Per dare man forte alla sua metafora, Dean infilò un hamburger cotto alla piastra in un panino rotondo e lo mostrò a un sempre più confuso angioletto.
-E questo hamburger è una ragazza. Ora...tu vuoi divertirti con questa persona, quindi penseremo a del sano sesso sicuro. Mettiamo "lì" il preservativo. In questo modo...- con delle rapide ed esperte manovre, Dean scartò la confezione del profilattico e lo mise con un certo imbarazzo sulla salsiccia. Fare una cosa simile davanti a Castiel gli metteva una certa agitazione.
-Le prime volte è un po' complicato, magari più tardi puoi fare qualche prova con altri würstel. Quando sei protetto, puoi dedicarti al resto-
-Il resto?- il moro inclinò il capo.
-Beh, sì. Ora che la salsiccia è protetta, puoi infilarla nella ragazza...-
Castiel prese in mano la salsiccia, scrutandola come farebbe uno scienziato pazzo con una provetta fluorescente tra le mani. Poi aprì senza troppi indugi il panino e schiaffò la salsiccia sopra l'hamburger.
-Ecco...magari con più delicatezza, Cass.- suggerì il cacciatore, lievemente traumatizzato da tanta brutalità, che poco si addiceva a una creatura del Signore. Sfilò dal panino il würstel e pensò velocemente a un modo per spiegarsi meglio. -D'accordo. Facciamo così. Tu fai la ragazza e io ti faccio vedere come si fa.-
Castiel annuì, osservando con la massima attenzione i gesti dell'umano.
La salsiccia scivolava su e giù lungo l'hamburger. Una volta capito il meccanismo, l'angelo si fece più partecipe, assecondando i movimenti di Dean.
 Dopo qualche minuto l'umano si bloccò.
-Hai capito?-
Il pulcino angelico annuì assorto.
-Quindi ho appena fatto sesso con te?- domandò con la solita ingenuità.
-No. No, questa era solo una simulazione. Il sesso vero non si fa col cibo.- lo corresse il cacciatore, augurandosi che quelle parole non decretassero la negazione di quanto il suo pennuto aveva appena dichiarato.
Preghiera che, come c'era da aspettarsi, non venne presa in considerazione.
-Scusa, Dean...ma credo di non aver capito. Perché abbiamo preso salsiccia e hamburger, se non era sesso vero?-
-Per farti capire come dovresti muoverti se davanti a te ci fosse la persona con cui vorresti farlo.- spiegò pazientemente l'altro.
In quel momento, l'angelo venne colto da un'illuminazione. 
-Allora se la salsiccia è il mio "lì", l'hamburger è il "lì" dell'altra persona?-
Dean pensò fosse opera della divina provvidenza, accorsa in suo aiuto e questa volta fu il suo turno di peccare d'ingenuità, perché annuì.
Senza dargli il tempo di rendersi conto di quanto stava per accadere, Castiel gli mise le braccia al collo e cominciò a strusciarsi contro il bassoventre del cacciatore, che rantolò delle proteste sconclusionate.
-Cass? Cass, andiamo. Smettila.-
-Non va bene, Dean?- l'angelo si premette con maggior vigore contro il corpo caldo di Dean.
-No, Cass. Non va bene, io non sono una donna! Lasciami!-
Il moro scosse negativamente la testa, solleticando con i capelli arruffati il collo e l'orecchio dell'umano.
-Io non riesco a parlare con le donne. Mi agito, divento rosso, non riesco neppure a fare un discorso! Figuriamoci una cosa tanto importante! Mi vergogno!-
-Ti assicuro che è normalissimo, Cass! Anche io la prima volta non sapevo cosa fare, ma devi lasciarti guidare dall'istinto. Non puoi farlo con me! La tua prima volta deve essere un bel ricordo.- cercò di spiegare all'amico, sentendosi a disagio per ciò che i movimenti di Castiel risvegliavano in lui.
-Se deve essere un bel ricordo, perché non posso farlo con te? Sai come si fa, puoi mostrarmelo e poi...io mi fido di te.-
Dean provò a ritrarsi, con il solo risultato di andare a sbattere contro il tavolino, rimanendo così schiacciato tra questo e il corpo dell'angelo, con il suo profumo di olio sacro e incenso; un aroma incredibilmente avvolgente ed inebriante, che lo stordì quasi completamente.
Con la poca lucidità rimasta, provò nuovamente a convincere quel pennuto focoso.
-Ne sono lusingato. Ma come ti ho spiegato certe cose si devono fare tra uomo e donna...-
-Hai un'erezione, Dean.- notò Castiel, sfiorandola curioso, senza dare minimamente peso alle parole del Winchester.
L'umano s'irrigidì a quell'improvvisa vampata di calore. E poi, da quando quel moccioso conosceva certi vocaboli?
-L'hai chiamata così, vero? Quando c'era il fattorino delle pizze in tv.- gli ricordò il moro, alludendo al solo porno che avesse mai visto in vita sua, senza nemmeno capirne il senso.
-Oh...sì, quella...è...- ormai non sapeva più nemmeno mettere due sillabe in croce.
-Anche io, Dean.- disse, come se davvero Dean non sentisse l'erezione dell'angelo contro la propria, attraverso la stoffa dei pantaloni. -Fa male anche a te?-
Era tutto così strano, eppure non riusciva ad allontanare il corpo di Castiel dal proprio. Non quando quegli occhi non lasciavano un solo istante i propri, alla ricerca di risposte.
-È...è quello che succede quando sei eccitato, Cass. Quando vuoi fare sesso con qualcuno. Ma non posso farlo io.-
-Perché?- insisté il pennuto angelico.
-Perché non ho nessuna intenzione di fare l'hamburger! Non posso essere la tua donna, Cass! Io sono una "salsiccia"!-
L'angelo fissò i suoi supplicanti occhi blu in quelli verdi e lucidi di desiderio dell'altro.
-Allora lo faccio io l'hamburger. Per favore, Dean...-
Il Winchester provò il bisogno irrefrenabile di gridare che no, non era possibile, che non potevano fare una cosa del genere. Ma gli zaffiri liquidi di Castiel non gli lasciavano via di scampo e a voler essere del tutto sinceri, non era più nemmeno così certo di volersi sottrarre a quelle attenzioni.
Senza nemmeno rendersene conto, iniziò a sfiorare con le proprie labbra quelle del suo pennuto, che rispose imitandolo, un po' impacciato.
-Maledizione, Cass...con Meg ci hai messo più impegno!- si lamentò in un soffio avvilito l'umano, senza prevedere le conseguenze.
La lingua di Castiel invase di prepotenza la sua bocca, andando a giocare con la sua  lingua in modi che Dean non aveva mai sperimentato nemmeno con le ragazze più esperte, che di certo un verginello come il suo pennuto angelico non avrebbe dovuto conoscere; se pensava che Meg aveva ricevuto un bacio incredibilmente simile a quello, gli veniva l'orticaria per la rabbia!
Per non parlare delle mani dell'angelo, una intenta a massaggiargli la nuca e l'altra che accarezzava la sua schiena...lasciva?
Insomma, non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe associato un simile aggettivo a quel moccioso.
Si domandò come facesse quel pulcino arruffato ad avere una simile esperienza, se davvero non aveva mai svolto certe "attività" e si allontanò leggermente da quella bocca tentatrice, con i capelli ormai più arruffati di quelli del compagno e il fiato corto.
Il suo pulcino alzò lo sguardo, corrucciato, premendo maggiormente l'inguine contro quello di Dean.
-Mi...mi fa male...- si lamentò, in un pigolio supplichevole.
Il cacciatore si morse il labbro inferiore, incerto sul da farsi: poteva allontanarlo e lasciarsi trafiggere dalla sua espressione triste e delusa, fargli vivere un rifiuto oppure cedere al piacere. Ed era indiscutibile che ormai ne fosse ammaliato: ne era una prova lampante il fatto che l'angelo non giacesse a terra tramortito da un calcio per averlo toccato così intimamente.
La verità era semplice: quello che gli stava davanti era Cass.
Cass.
Non un fottuto pennuto paradisiaco qualsiasi, ma il suo Cass, il moccioso imbranato a cui doveva la salvezza della propria anima.
Il loro legame era sempre stato qualcosa di...trascendentale.
Qualcosa che andava bel al di là dell'amicizia, anche se difficilmente definibile con vocaboli umani. Forse, perfino "amore" era inappropriato.
Dean sorrise tra sé, sfiorando con le labbra l'orecchio del moro, che trasalì appena il fiato caldo dell'altro gli solleticò il lobo con parole tremanti.
-Sto per fa re qualcosa che non avrei mai pensato di fare. Ma so che potrei farla solamente con te...Cass...-
Il suo nome, pronunciato dal suo umano, ricordò a Castiel la sensazione che provava quando, ancora piccolo, entrava nell'Etere.
Immensità, purezza, spazio infinito...
Dean aveva appena toccato, senza saperlo, un punto nella sua Grazia, che lo fece fremere.
Ancora più intenso della sensazione appagante che lo prese alla sprovvista quando, un istante più tardi, Dean lo attirò a sé deciso, facendo scontrare nuovamente i loro bacini, questa volta strusciandosi con maggiore convinzione, massaggiando provocante i glutei incredibilmente sodi dell'angelo.
Mentre la lingua del cacciatore assaggiava avida la clavicola del moro, questi si morse il labbro, lasciandosi sfuggire un gemito appagato; le sue dita iniziarono a scorrere in una lenta tortura sui fianchi perfetti del Winchester...
Tutto era perfetto.
Fino a quel momento.
Quando Dean decise che era ormai tempo di porre fine ai baci e insegnare a Cass qualcosa di più "sostanzioso", iniziò la catastrofe...
Dopo aver invertito le posizioni e punito adeguatamente il pulcino per averlo tenuto schiacciato fino a quel momento contro il tavolino, torturandolo con lente carezze e piccoli morsi su ogni pezzetto di pelle visibile, l'umano strinse la mano intorno al polso dell'angelo, attirandolo a sè con un sorriso deliziosamente ammiccante.
-Ora ti mostrerò cosa sono i veri preliminari...-
Era talmente concentrato a non staccare gli occhi di dosso al suo pennuto, che non si accorse minimamente della sedia contro cui stava andando a sbattere indietreggiando.
Sentì la terra mancargli sotto i piedi, vide il soffitto vorticare con la stessa velocità di una biglia impazzita e in men che non si dica, un dolore lancinante gli trapassò la nuca, lì dove aveva incontrato il pavimento.
Gridò di dolore, portando una mano a massaggiare la parte colpita, anche se le fitte non gli permettevano quasi di aprire gli occhi.
Quando ebbe finalmente ritrovato la lucidità, Castiel lo fissava intontito.
-Questi "preliminari"...sembrano molto dolorosi- fu la sua splendida deduzione. Eccezion fatta per un particolare.
-Questi non erano i preliminari! Questa si chiama "caduta libera" e non era prevista!-
A quelle parole, il pennuto angelico si inginocchiò di fronte all'amante, preoccupato.
-Ti sei fatto male? Posso usare i miei poteri per...-
Dean non gli lasciò terminare la frase: si puntò sui gomiti, per raggiungere con il viso quello del compagno e leccò il contorno delle sue labbra.
-C'è un altro modo per curarmi, ora...- soffiò, sensuale.
Intrecciò le dita con quelle dell'altro, attirandolo su di sé, facendo scorrere poi le mani dietro la schiena.
Le fece risalire fino al collo, per poi scivolare sul davanti e afferrare il bavero del trench, per una volta infastidito dalla presenza ingombrante dell'indumento sfilandolo abilmente.
Castiel lo lasciò fare, anche quando le dita del cacciatore corsero a slacciargli la cravatta e, successivamente, i bottoni della camicia.
Le mani del Winchester tremarono leggermente quando sfiorarono la cintura dei pantaloni, bloccate per un momento dalle stupide paranoie prodotte dalla sua mente masochista. 
-Dean?- il richiamo dell'angelo bastò a farlo riemergere da quel vortice che rischiava di trascinarlo alla deriva. Con una nuova sicurezza, rimosse sia la cintura che i pantaloni del moro e...restò a bocca spalancata davanti alla sorpresa che lo attendeva.
-Non ci credo- sussurrò sconvolto, davanti a quella proboscide attorniata da due occhioni sorridenti. E no, non c'erano assolutamente doppi sensi, perché quello che celava (o forse sarebbe meglio dire "risaltava") le grazie di Castiel, stampato sulla stoffa dei boxer, era un elefantino. La faccia paffuta situata proprio in corrispondenza del suo "amichetto", mentre il resto della stoffa era simpaticamente decorato dalla stampa di piccole arachidi.
Il cacciatore sollevò le sopracciglia, incredulo.
-Seriamente Cass, dimmi che ho le allucinazioni e che non hai un elefante là sopra!- supplicò, con una nota vagamente isterica. Insomma. Non che fosse davvero arrabbiato con Castiel. Non era certo colpa di quel moccioso se il suo tramite soffriva di "zoofilia glamour infantile". Ma quel dannato elefante non faceva che mettere in risalto la salsiccia del pennuto e pur sapendo che non l'avrebbe usata contro di lui, Dean si sentiva leggermente imbarazzato al pensiero che presto, lo avrebbe visto nudo. E che sarebbe stato nudo a sua volta.
Diamine, si sentiva come e peggio della sua prima volta!
Castiel aveva guardato con il medesimo interesse i propri boxer.
-Non hai le allucinazioni. Forse a Jimmy piacevano gli elefanti- ipotizzò.
Dean roteò gli occhi, prima di tirare un lungo sospiro, per imporsi autocontrollo e trovare il coraggio di superare quel suo blocco. Era Castiel...salvo altri intoppi, sarebbe andato tutto bene.
-Bé...buongiorno, Dumbo!- il Winchester ignorò la piega interrogativa assunta dall'angelo, tornando a dedicare le sue attenzioni al suo corpo fremente.
Risalì con la lingua dall'ombelico fino alle labbra, quasi stupendosi del sapore dolce di quella pelle chiara. Forse, dipendeva dalla sua natura angelica. Sì, doveva essere così, perché si rifiutava di credere che con un qualunque altro uomo avrebbe provato la stessa piacevole sensazione al gusto.
O al tatto. Sì, perché quando le sue dita iniziarono a giocare con un capezzolo, non provò alcun fastidio non sentendo sotto la propria mano il seno prosperoso di qualche sconosciuta.
Anzi, era come se non avesse mai fatto altro che attendere quel corpo.
Quell'angelo.
Per non parlare dei gemiti soffocati che sfuggivano sconclusionati dalle labbra di quel moccioso che, ormai ne era certo, lo aveva completamente fatto uscire di senno, forse stregandolo. O forse, semplicemente donandogli tutto il suo amore incondizionatamente, sin dal primo istante in cui le loro vite si erano incrociate. Sta di fatto che per il cacciatore, quei suoni erano come il più dolce miele del paradiso.
Così come la visione celestiale che aveva dinnanzi: il suo piccolo pulcino aveva gli occhi lievemente socchiusi, e il solito blu era adombrato e reso più scuro dal desiderio e dal piacere. Piacere che lui, Dean Winchester, gli stava procurando. Non poté che sentirsi immensamente inorgoglito per questo.
Quando le loro erezioni entrarono a contatto, attraverso la stoffa, Castiel inarcò la schiena e abbracciò di slancio il cacciatore, supplicandolo di fare qualcosa.
Dean ansimò in risposta, scostando delicato ma deciso quel corpo che lo sconvolgeva fino a quel punto. Afferrò i lembi della propria maglietta e la sfilò velocemente, lanciandola lontano, fingendo una tranquillità che non gli apparteneva. Tutta la sua esperienza sembrava essere venuta meno e, tutto sommato, non era difficile intuirne la ragione: non aveva alcuna esperienza con gli uomini e anche se Cass era vergine e non aveva dunque grandi parametri di giudizio, la sua prima volta sarebbe dovuta essere speciale.
L'angelo proruppe nuovamente il filo dei suoi pensieri, afferrandogli la mano; solo allora si rese conto di stare tremando e il suo moccioso lo guardava preoccupato.
-Va tutto bene- mentì. Doveva rilassarsi. Doveva, per il bene di Cass.
Il moro annuì, comprensivo e imitò i gesti del cacciatore, spogliandolo dei suoi jeans.
-Va tutto bene- ripeté il moro, baciandolo a fior di labbra una volta completata la manovra.
Eppure, Dean aveva un fremito ad ogni tocco, bacio o sguardo dell'angelo. Mai si era sentito così esposto, vulnerabile. Forse nemmeno all'inferno. Solo ora realizzava di aver sempre mantenuto un certo ascendente su Castiel, un controllo che ora gli scivolava dalle mani come l'acqua che sgorga da una sorgente. Ne era spaventato, eccitato e Dio solo sapeva che altro.
Le sue carezze sui fianchi o i suoi baci roventi, i piccoli morsi sul lobo dell'orecchio o al labbro, sul collo e i suoi capelli scuri, che lo solleticavano ad ogni minimo movimento erano al tempo stesso una fonte di piacere e di confusione.
La testa era un vorticare di emozioni senza fine.
E che cavolo, quel dannato pennuto era davvero troppo esperto per essere alle prime armi!
-Sembra che tu abbia un talento innato, eh?- si lasciò sfuggire, scendendo con la mano fino al bordo dei boxer, indugiando sul da farsi, intimidito da ciò che stava per fare. All'ennesima supplica del compagno deglutì nervoso, prima di procedere; sin dal primo contatto, Cass inarcò la schiena, sopraffatto dal piacere. Nonostante fosse strano per Dean toccare un corpo maschile, i gemiti appagati dell'angelo lo assorbirono quasi del tutto. E sì, c'erano degli sprazzi di lucidità, durante i quali il Winchester si chiedeva cosa stessero facendo. Poi però, il moro lo chiamava per nome, lo sfiorava, lo incoraggiava e tutto sfumava d'importanza e veniva sopraffatto dalle sensazioni e dalla passione.
Non sapeva dire con certezza quando avesse sfilato quel ridicolo strato di cotone dal corpo dell'angelo e se fosse stato Cass a spogliarlo o se avesse fatto tutto da solo; sta di fatto che Dean si ritrovò completamente nudo, ben spalmato sul corpo bollente del compagno. Il contatto tra i loro corpi si faceva sempre più frenetico e il Winchester iniziava ad avere il sospetto che non avrebbe resistito ancora per molto; infatti, appena il suo angioletto raggiunse l'apice del piacere, inarcando la schiena e lasciandosi sfuggire un gemito più forte degli altri da quelle labbra perfette e carnose, Dean fu come attraversato da un'ondata di calore che lo travolse  e seguì il moro.
Si accasciò su di lui, annaspando alla ricerca di ossigeno, mentre le sue dita correvano alla ricerca dei capelli scuri dell'altro, per giocare con quelle ciocche arruffate, morbide come la seta più pregiata.
Non aveva ancora ripreso del tutto il controllo sul suo respiro quando la lingua di Castiel invase la sua bocca. Ma non lo allontanò, perché era così bello rincorrerla con la propria, lisciarla e giocarci, che avrebbe volentieri rischiato di svenire per carenza d'ossigeno. Quando si separarono, gli occhi di Cass sembravano diversi. Era sempre il suo pulcino, certo, ma era come un bambino che aveva appena scoperto un mondo nuovo, incerto ed eccitato all'idea di esplorarlo in ogni suo meandro.
-Cass?- la propria voce andò ad accarezzare dolce e sensuale i lobi del compagno, che alzò i suoi occhioni blu sul suo viso.
L'angelo non rispose, ma cercò riparo tra le sue braccia. Un dito gli solleticò l'avambraccio, risalendo verso la spalla fino a raggiungere il segno che aveva impresso al cacciatore quando lo aveva letteralmente ripescato dall'Inferno. Lì aprì la mano, facendo combaciare l'impronta con il palmo e le dita. Come a voler ricordare il legame che li univa.
La sua espressione era serena e distesa, felice.
-Lo sapevo-
Dean si voltò verso il pennuto, cercando di interpretare quelle parole.
-Sapevo che avresti mantenuto la promessa.-
Dean arrossì; quando gli aveva promesso che non lo avrebbe lasciato morire vergine, non immaginava di certo che gli eventi si sarebbero sviluppati in quel modo!
Senza contare un altro aspetto fondamentale.
-Cass, quello che abbiamo fatto ora non era...sesso. Insomma, in un certo senso lo era, ma...non del tutto.-
L'angelo si puntellò sulle mani, sollevandosi dal comodo giaciglio, abbandonando le braccia avvolgenti del cacciatore per fissarlo attentamente negli occhi.
-Allora cos'era?-
Dean si umettò il labbro, cercando le parole adatte.
-Era...era un assaggio.-
Castiel lo sorprese, sorridendo.
-E puoi insegnarmi il resto?-
Il Winchester boccheggiò, imbarazzato.
Stava per opporsi a quell'ennesima richiesta, ma gli occhi limpidi di Cass erano così puri e imploranti...come dirgli di no?
Come, quando le proprie mani ignoravano gli ordini della propria testa e vagavano, gentili e lievi sui fianchi candidi di quella creatura ultraterrena?
Come, quando le loro bocche non facevano che cercarsi, come se da quell'assaporarsi a vicenda dipendessero le loro stesse esistenze?
Con uno scatto di reni, Dean invertì le posizioni, portandosi sopra l'altro, iniziando un assalto fatto di baci e morsi, mentre la sua lingua disegnava linee immaginarie sul corpo sotto al suo.
Con le dita scivolò timidamente verso il basso, senza la forza di guardare, per paura di perdere quella coraggiosa spinta di temerarietà che gli aveva fatto scordare che quel corpo era quello di un uomo. Sfiorare Castiel fu strano.
Non avrebbe saputo definire le sensazioni di quel contatto, ma di certo non ne era disgustato e questo lo tramortì per qualche secondo. Insomma, tutta la sua vita da etero convinto stava crollando per un verginello paradisiaco?
Il moro, non sapendo come ridestare il cacciatore dai suoi pensieri, gli prese il volto tra le mani, chiamandolo in un sussurro.
Perché anche se non aveva l'esperienza di Dean, capiva perfettamente gli stati d'animo dell'umano, anche quando sembravano illeggibili.
In quel momento Dean era spaventato almeno quanto lui. Ma avrebbero fatto quel passo insieme, come sempre.
Istintivamente, allacciò le gambe dietro la schiena del compagno, attirandoselo addosso. Nei suoi occhi verdi leggeva timore e confusione, ma non era come se Dean volesse allontanarlo. Provò a strusciarsi nuovamente contro di lui, fino a strappargli un sospiro di piacere, che nel frattempo si era risvegliato.
Il Winchester annuì, e riprese la sua lenta carezza, stimolando l'apertura del suo angelo, senza mai staccare gli occhi dal suo viso. O, almeno, ci provò finché le circostanze non lo obbligarono a rivedere i propri propositi.
Già, perché quando cercò di sostituire la propria "salsiccia" alle dita, non trovò accessi di alcun tipo.
-Oh, andiamo!- si lasciò sfuggire, a denti stretti, procurandosi uno sguardo confuso e incuriosito da parte del pennuto sotto di lui.
-Qualcosa non va?-
Dean non sapeva cosa rispondere. Insomma, la situazione era già abbastanza imbarazzante senza dover palesare le difficoltà dovute alla sua inesperienza nel campo.
-Sto solo cercando...Nemo. Lo hai visto, per caso?- una domanda così ironica, da apparire stupida persino alle orecchie del cacciatore.
Infatti, l'angelo ricambiò l'occhiata preoccupato.
-Non so di che parli, Dean- ammise.
-É un pesce pagliaccio.-
Quella conversazione era priva di senso, soprattutto considerando le circostanze.
-Dean...perché cerchi un pesce pagliaccio nel mio fondoschiena?-
-Cass, lascia perdere. Devo concentrarmi, ora- il castano provò nuovamente a  lisciare la pelle sensibilissima del compagno, alla ricerca di un accesso, ma fallì nel tentativo. 
Preso dallo sconforto, rischiò sinceramente di farsi prendere dal panico e cominciò a porsi le domande più assurde e disparate.
Dal "Ma é sparito?" al "Forse avrei dovuto documentarmi con dei porno angelici?"
E in tutto questo parapiglia, Cass non collaborava affatto, perché non smetteva di assillarlo con domande apprensive, che non facevano che agitarlo maggiormente.
-Dean, sei sicuro che vada tutto bene? Ti vedo affannato...-
-Cass, dannazione, collabora!-
-Devo cercare un acquario?-
Ma come un acquario? Cass era ancora convinto che stesse cercando dei pesci veri?
-No, devi sollevarti di più!- rispose stizzito il cacciatore, sull'orlo di una crisi isterica.
-Ma Dean...é imbarazzante-
L'umano sospirò, cercando di calmarsi: "Nemo" era lì da qualche parte lo aveva sentito sotto i polpastrelli, ma finché non si fosse calmato non lo avrebbe mai trovato.
-Dean...vuoi che mi giri? Forse...-
-Non dirlo nemmeno per scherzo!- il cacciatore saltò su come una molla, negando categorico, punto nell'orgoglio. -Non esiste che un pulcino inesperto venga a dirmi cosa devo fare! So perfettamente quello che sto facendo!-
-Non lo discuto, Dean. Stavo solo dicendo che...-
-Niente ma, Cass! Fidati di me, devo solo trovare...- il Winchester non terminò la frase, troppo concentrato sull'azione.
Dopo poco, però, capitolò: Castiel aveva perfettamente ragione. Se l'angelo si fosse girato, avrebbe certamente avuto una visuale migliore.
Si morse la lingua, dannandosi per quell'ennesima figuraccia, ma non potevano continuare così tutta la sera.
-Cass...potresti girarti?-
L'angelo inclinò la testa.
-Ma avevi detto che...-
-Lo so.-
Davanti alla sua espressione abbattuta, il moro preferì non porre altre domande e si limitò ad eseguire quanto gli era stato ordinato.
Effettivamente, da quella nuova posizione strategica, Dean poteva vederlo, piccolissimo e così maledettamente invitante tra i glutei perfettamente sodi di Cass, che il cacciatore fu subito tentato di sfiorarlo nuovamente; il mugugno del suo pulcino era la musica più sensuale che avesse mai ascoltato.
-Dean? É...-
-Cass, non posso farlo così, finirei per farti male.- realizzò il castano, rapito da quell'anfratto. Per quanto la vista di quella schiena tonica e perfetta lo eccitasse, non era un pivello e sapeva perfettamente quanto potesse essere dolorosa quella posizione per una prima volta. Le spinte sarebbero state molto più profonde e non voleva rischiare di fare del male al moccioso del Paradiso.
L'angelo fremette, sotto di lui, come se il pensiero di essere abbandonato in quello stato fosse insopportabile.  E lo era...
-Cass, mi serve qualcosa che lo renda meno doloroso per te...-
-Posso sopportarlo, Dean. Sono un angelo.- tentò, senza però essere particolarmente convinto delle proprie parole.
-Non se ne parla. Ci vorrebbe del sapone liquido o...-
-Olio?-
Dean annuì, ma non fece in tempo ad aggiungere altro, perché il moccioso sparì nel nulla; riapparve meno di un secondo dopo, con qualcosa ben stretto nelle mani.
-Eccolo- il suo viso era il ritratto dell'innocenza, tanto da rasentare l'incoscienza.
-Sei impazzito, per caso? Si può sapere dove sei svolazzato, nudo a quel modo?- Dean era semplicemente esterrefatto.
-Volevi l'olio, no?-
Dean alzò un sopracciglio, scettico.
-É olio sacro?-
-Da Gerusalemme- precisò il pulcino, più arruffato del solito, dopo le attenzioni a cui il Winchester lo aveva sottoposto.
-Cass...finiremo per sconsacrarlo- constatò tranquillamente il compagno.
L'angelo abbassò lo sguardo sulla giara che teneva stretta tra le mani, titubante.
-Posso sempre prenderne altro.- decise, infine.
Dean si abbandonò a una risata.
-Ok...sperando che tuo padre non ci fulmini prima!- e prima che il moccioso potesse ribattere qualcosa, gli rubò dalle mani il contenitore, immergendo le dita nel liquido ambrato per rubarne una generosa quantità.
Castiel fece per voltarsi ancora, ma il castano lo bloccò, invitandolo invece a stendersi sotto di lui.
Quando tornò ad occuparsi del corpo del compagno, lo sentì rilassarsi completamente al tocco delle sue dita, docile come nessuna donna era mai stata. Continuò a stimolarlo, pazientemente, cercando di concentrarsi sul piacere di Castiel e non sul proprio bassoventre, che reclamava attenzioni, risvegliato dai gemiti di pura estasi del moro.
L'angelo si contorceva sotto l'assedio di quelle attenzioni, sopraffatto da sensazioni intense e sconosciute, chiamando il suo nome in gemiti soffocati, abbandonandosi a mugugni appagati che entravano di prepotenza nelle orecchie del Winchester, creando una sorta di assuefazione a quegli ansimi che abbandonavano le labbra carnose del suo pulcino arruffato.
-Dean...- Castiel si era aggrappato alle sue spalle e si spingeva contro la sua mano, chiedendo implicitamente di più.
Il cacciatore smise di giocare con i contorni del piccolo "Nemo", affondando lentamente un dito.
Gli occhi di Castiel si spalancarono e Dean si chinò su di lui per baciarlo, senza mai smettere nella sua opera. Parola sua, non avrebbe mai pensato di fare una cosa simile, ma con l'angelo sembrava solo la cosa più naturale del mondo.
Presto, la stanza venne riempita dai gemiti di entrambi; l'umano non riusciva a controllare i brividi che gli percorrevano la schiena, impaziente di donare tutto sé stesso al suo angelo.
Mani che frenetiche disegnavano arabeschi sul corpo dell'amante.
Lingue che si rincorrevano, assaporandosi reciprocamente.
Occhi negli occhi.
Pelle su pelle.
Cass era sotto di lui, gli occhi liquidi di desiderio e amore, il diaframma che si alzava e abbassava veloce, annaspando in cerca di ossigeno e quel corpo caldo pronto ad accoglierlo dentro di sé.
Dean si chinò, per rubare un lungo e profondo bacio da quella bocca, soffocando le proteste dell'angelo quando le dita dell'umano lo abbandonarono.
-Cass...farà un po' male- lo avvertì, preoccupato.
Il moro annuì, con un'impazienza che fino a poco prima non conosceva. Non sapeva cosa stesse per fare Dean, ma voleva che la facesse subito.
L'umano affondò lentamente in lui, fino a fondersi in un unico, perfetto essere. Ed era doloroso, bruciante come l'inferno, ma Castiel si morse la lingua, deciso a continuare.
Dean si bloccò, sentendo il corpo dell'angelo irrigidirsi e un malcelato grugnito di dolore alla sua intrusione; voleva che fosse perfetto. Per Castiel. Ed era così difficile, quando il suo corpo era così accogliente.
L'istinto gli diceva di fargli di tutto e di più, subito, ma il cuore gli impose controllo, perché il suo angelo meritava tutte le premure possibili.
-Cass, andrà tutto bene...cerca di rilassarti...- sussurrò, lasciandogli una piccola scia di baci proprio dietro l'orecchio, approfittando di quel momento di quiete per imprimere nella propria memoria ogni singola, meravigliosa sensazione che quel moccioso angelico gli stava donando.
Il pulcino annuì, mordendosi il labbro e Dean lo trovava così bello da rasentare la perfezione.
Continuò a perdersi nei suoi occhi blu, in quelle gocce di oceano, anche quando l'amante lo invitò a continuare, anche continuando ad affondare in lui.
E la cosa più eccitante di tutte non era il piacere che si irradiava nel proprio corpo, ma era quel moccioso inesperto che sotto di lui si inarcava e gemeva senza ritegno, che lo guardava con quell'espressione beata, che sembrava voler gridare al mondo quanto si fidasse di lui.
Quanto l'amava.
Erano le loro mani, intrecciate quasi fino a far male.
Erano i loro occhi, resi lucidi dalla libidine.
Era il piacere che stava donando a Cass, nonostante le mille gaffe che aveva fatto durante quella serata, nonostante l'angelo fosse totalmente impacciato, nonostante il proprio imbarazzo e il dolore inizialmente provato dal suo cosino piumoso.
Che fosse dannato, ma doveva ammettere che era Castiel ad eccitarlo in quel modo e non perché fosse uomo, angelo o chissà che altro.
Semplicemente perché lo amava.
Sissignore, Dean Winchester amava l'angelo più impacciato ed arruffato del Paradiso. 
E ora lo sapevano entrambi...
Vedendo l'angelo contorcersi senza controllo, comprese che ormai doveva essere vicino al punto di non ritorno; un sorriso gli increspò le labbra, mentre con un bacio sulla fronte lo invitava a lasciarsi andare.
Per un momento gli sembrò di sentire qualcosa di morbido sfiorargli la schiena, ma non poteva essere.
Con una carezza scivolò verso il basso, in un tocco lieve che procurò brividi incontrollati all'amante, che urlò qualcosa senza senso, in quello che sembrava enochiano. Non sapeva cosa significasse e non aveva la lucidità per badarci troppo; si impose autocontrollo, almeno finché il compagno non avesse raggiunto il piacere.
Poi anche lui si lasciò sopraffare da esso e si accasciò al suo fianco, sorridendo come non faceva da tempo, felice di averlo accanto.
-Congratulazioni, moccioso!-
L'angelo, ancora ansimante, ci mise un po' a ribattere.
-Per cosa?-
-Mi sembra ovvio, no? La tua prima volta!- spiegò, con un sorriso orgoglioso e soddisfatto.
Castiel gli rivolse quello che voleva essere un sorriso.
-Grazie, Dean...-
L'umano scosse il capo, attirandoselo contro.
-Sono io che dovrei ringraziarti...ma se speri che ti dica perché, puoi metterti l'anima in pace!- scherzò. No, non avrebbe ammesso a voce alta cosa provava per la creatura del Signore.
Non gli avrebbe detto a chiare lettere "Ti amo".
Eppure, il moro lo intuì.
-Anch'io, Dean-
Dopo quelle parole, Dean cadde in un piacevole torpore. L'angelo ben stretto tra le braccia e le loro mani ancora intrecciate.
Ormai ne era sicuro, qualcosa di caldo e soffice gli sfiorava la schiena, ma presto intuì che doveva trattarsi di piume. Piume invisibili che lo avvolgevano, come a volerlo proteggere dal male del mondo esterno.
Erano anni che non riposava così sereno...
 
-Sì, ricordo di aver perso un timpano quando Sam é rientrato in casa e ci ha trovati nudi sul suo letto!- lo provocò Dean, stingendo le dita attorno all'hot dog per allontanarlo dalle labbra carnose dell'angelo caduto.
-Non dovresti dare da mangiare al tuo pesce?- quella del moro suonava come un esplicita proposta indecente, ma il cacciatore finse di non capire.
-E dove le trovo a quest'ora, delle alghe?- 
Il moro abbandonò la testa all'indietro, ridendo di gusto.
-É un pesciolino che ama le salsicce, Dean.-
-Nemo amerà le salsicce, ma Dumbo sta esagerando con le arachidi, ultimamente!- ribatté piccato, pensando alle tre ragazze che erano uscite quel pomeriggio dalla baracca dell'amante. Tutte fin troppo allegre e soddisfatte, per i suoi gusti.
-Sei geloso?-
-Assolutamente n...- Dean si bloccò, traumatizzato dalla visione che gli si parava dinnanzi agli occhi: mentre lui inveiva, Castiel si era spogliato con una rapidità disarmante e si era posizionato tra le sue gambe, pronto per una nuova razione di baci infuocati, mentre liberava anche il suo leader di indumenti che, in quel momento, erano a suo parere inutili.
-Lo sai che non significano nulla...-
Dean sbuffó e si lasciò catturare dalle labbra che tanto amava.
Perché sapeva che Cass non gli stava mentendo: per quanto potessero soffrire o spezzarsi, i loro cuori sarebbero stati uniti per sempre.
  
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