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Autore: debbythebest    12/04/2013    1 recensioni
Questa storia è ambientata Dopo The Departed, in un AU dove Stefan è stato soggiogato da Rebekah, ed Elena è morta come nella fine della serie. Ma qualcuno si sentirà in debito nei suoi confronti. Qualcuno la aiuterà con i nuovi e improvvisi cambiamenti. L'amore si nasconde dietro ogni momento. Tutto ciò che dobbiamo fare, è capire se siamo pronti ad accogliere questa consapevolezza.
/Tratto Dal Primo Capitolo/
Prima che potessi rendermene conto, la mia vista si offuscò, ed un senso di smarrimento si fece strada in me. Sentii che provare a respirare sarebbe stato solo tentativo di rianimare un corpo ormai inghiottito dall'acqua. Era dunque questo, ciò che significava morire? Perdere semplicemente conoscenza, e non risvegliarsi più?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Elijah, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'After the Departed - Elena's diary <3'
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26-La  Famiglia


Con un sospiro mi lasciai andare contro l'albero.
 
-Credi sia ancora una buona idea rimanere qui?-. Chiesi. Lui si limitò ad alzare il sopracciglio.
 
-Cosa c'é?-. Risi.
 
-Hai forse paura del bosco di notte...?-. Mi provocò con una leggera interrogazione nella voce. Che domanda era? Io? Paura?
Io non avevo paura del bosco di notte, ne ero letteralmente terrorizzata. E mentre adesso la sera ancora non avvolgeva del tutto la foresta con il suo freddo mantello, io speravo non lo facesse mai. Andiamo, chi sarebbe capace (a parte lui a quanto pare) di stare nel bosco quando é buio? Io no di certo, ed é per questo che mi sentivo tremendamente spossata...
 
-Si!-. Ammisi incrociando le braccia al petto. Vidi una risata trattenuta sul suo volto, e cercai di far passare l'imbarazzo.
 
-Bene. Ci sono io!-. Si indicò come se non mi fosse stato ovvio che ci sarebbe stato anche lui.
 
-Lo so, ma io ho paura lo stesso...-. Dalla sua espressione contraddetta dedussi che sarebbe stato meglio fermarlo prima che saltasse alle ovvie conclusioni.
 
-E con questo non voglio dire che é perché non puoi proteggermi. Intendo dire che è inquietante e che avrei paura in ogni caso. Quindi non farti i complessi!!-. Alzò le spalle e si avvicinò al mio orecchio facendomi rabbrividire.
 
-Io pensavo di chiederti se vuoi tornare a casa, ma così é stato più divertente!-. Prima che potessi aggiungere altro mi ritrovai a sbattere le ciglia più volte.
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-Quindi...questo Tyler é l'amore della tua vita!-. Esclamò non perdendo mai di vista il volante.
 
-Non ho detto questo. Ho detto che molto probabilmente passerà un bel po' prima che io mi possa innamorare di qualcun'altro. Cioè...lui al momento é tutto ciò che voglio!-. Ribatté decisa la bionda. Bonnie si era addormentata a forza di sentirli parlare di cavolate, e Caroline in un certo senso ne era sollevata perché così avevano più privacy.
 
-Quindi non escludi la possibilità di lasciarlo un giorno...-. E un sorriso di scherno si dipinse sulla sua faccia.
 
-No. Non lo escludo, ma per ora non voglio parlarne...-. Guardò fuori dal finestrino stringendo la maniglia della portiera.
 
-E poi perché questo dovrebbe entrarci col fatto che mi sento vuota?-. Leo rise e la guardò negli occhi.
 
-Sei tu che quindici minuti fa...-. Specificò guardando l'orologio. -Hai iniziato questo discorso che in sintesi per te sarebbe stato molto breve!-. E tornò a fissarla.
 
-Scusa...-. Si lasciò sfuggire in un sussurro Caroline. In un attimo diventò rossa e si ricordò che lui tecnicamente era uno sconosciuto, e non doveva sfogarsi così.
 
-È tutto a posto. Ci sono cose che puoi confessare solamente ad uno sconosciuto...-. Come se le avesse letto nel pensiero fece spallucce.
 
-E poi sai una cosa Caroline?-. Cercando il suo coraggio la biondina si decise ad incontrare il suo sguardo di nuovo.
 
-Mia cugina arrivava ai quarantacinque minuti solo per descrivere un nuovo vestito!-. Affermò ancora.
 
-Tu non sei uno sconosciuto Leo!-.
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Dei passi pesanti risuonavano per la sala. Il fuoco scoppiettava nel camino divorando il legname e facendolo innervosire ulteriormente.
Damon non si dava pace. Come aveva potuto quell'inetto di suo fratello trattarla così? Come aveva osato. D'accordo, lo aveva ferito, ma perché comportarsi così? In modo semplicemente...cattivo? Non gli venivano fuori altri termini per descriverlo. Nessun'altra parola.
Si fermò davanti al camino e pensò bene a Stefan. Non sembrava lui, era totalmente diverso dal fratello che ricordava.
 
-Non ero in me!-. Disse scendendo le scale il vampiro in questione.
 
-Come hai potuto farle questo? Tu! Tu che eri il primo a sostenerla, a metterti contro di me quando si trattava di farle prendere le sue decisioni...-. Con sguardo triste Stefan si appoggiò al divano e sospirò.
 
-Non ero in me, Damon. Non ero in me. Era come se un qualcosa che voleva ferirla si prendesse gioco delle mie inibizioni, e giocasse col mio corpo...-. Rendendosi conto di ciò che aveva detto chiuse gli occhi.
 
-Che cosa potrebbe esser stato?-. Chiese il fratello. L'altro negò e si voltò verso di lui.
 
-Non ne ho idea. Ma più mi avvicinavo ad Elena, più perdevo il controllo. È come se...stando lontano da lei io riesca ad essere me stesso, però quando é in qualche modo vicina a me io svanisca per lasciare posto allo Squartatore!-. Il vampiro dagli occhi azzurri rimase un attimo a pensarci, poi ebbe una leggera e momentanea compassione per il fratello. Che durò solo qualche secondo.
 
-Lei ha detto che eri ubriaco! É normale che se ti ubriachi le tue inibizioni si abbassino! E se poi contiamo che hai ripreso a bere sangue umano...-. Si fermò un secondo per vedere la reazione sul volto del fratello. "Come immaginavo!".
 
-Ma che stai dicendo? Io non bevo più sangue umano da quella notte su Wickery Bridge! Sai l'effetto che mi fa!!-. Damon rise di gusto. Perfetto...
 
-Stefan, alla mia scorta mancano delle sacche, e come se non bastasse due giorni fa ti ho visto io!-. Notando lo spavento immediato sul volto di Stefan un'espressione piuttosto strana si dipinse sulla sua faccia.
 
-Ma tu di questo non ne hai la minima idea, vero?-.
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Accumulando le legna vicino al fuoco sentii che la tensione stranamente stava passando. Non mi sentivo più alla prova ora. Adesso che ero sola con lui. Era come se potessi essere me stessa senza barriere. Quando stavo con Stefan era una continua prova, un timore da sempre nascosto in me di deluderlo. Con Elijah invece...ero io. Spostando un tronco che non faticai a sollevare lo misi vicino a dove avremmo acceso il fuoco. Sembrava tutto perfetto per stasera. Non c'era un dettaglio fuori posto che mi fosse sfuggito. Eppure ora che ci pensavo bene c'era qualcosa di strano nell'aria. Mi fermai un momento a constatare se fosse solo una mia immaginazione. Rimasi ferma per dei momenti che parvero indefiniti. E in quegli istanti di silenzio, riscoprii la potenza dei miei sensi. A quanto ora fossi diversa dall'umana che ricordavo di essere. Lo ammettevo, mi mancava terribilmente essere normale. In modo sproporzionato. Ma forse in quel modo sarei stata solo una persona comune in mezzo a tante altre persone comuni. Non sarei divenuta nessuno, ma sarei comunque restata me stessa. Tuttavia, anche adesso sembravo essere me stessa...appunto sembravo. Ma lo ero? Ero ancora Elena Gilbert?
Le ultime melodie giornaliere degli uccelli solleticavano il mio udito. Dopo il crepuscolo non avrebbero più cantato, e la sera sarebbe scesa inesorabilmente. La calma avrebbe avvolto il mondo, e io sarei stata una sera lontana dalle mie preoccupazioni. Gli animali si muovevano tra le piante e percepii con chiarezza un piccolo scoiattolo che tornava nel suo albero. Mi venne da ridere prima che percepissi anche qualcos'altro.
 
Mi ritrovai a fissare gli occhi confusi di Elijah con spavento.
 
-Non sarebbe dovuto tornare!!-. Mi limitai a constatare arrabbiata come non mai. Lì fuori, vicino al ciglio della strada, non avevo potuto far a meno di sentire delle voci. Una di queste, apparteneva a qualcuno che mai avrei voluto incontrare di nuovo.
 
-Amore, ma dove vai?-. Sentii ormai in lontananza la voce dell'ex vampiro. Le mie gambe si erano mosse da sole, non ascoltando neanche un po' il mio cervello. Ogni parte di me era infiammata dalla rabbia.
Arrivata al ciglio della strada lo vidi. Stava cercando di costringere una ragazza della mia età  a salire in macchina.
 
-Non voglio Nik. L'abbiamo trovata!!-. Di chiunque stessero parlando, non ci misero molto  a smettere. Klaus si tirò indietro impaurito quando mi vide, invece la ragazza sorrise come vittoriosa. Beh, modestamente l'avevo salvata da Klaus...
 
-Sei tu! Lo sapevo che non mi sarei sbagliata!-. La rabbia si dissolse subito per lasciar posto ad una strana confusione. "Aspetta...". Pensai un po' irritata.
 
-Elena...-. Lanciai un'occhiata carica d'odio a Klaus, che confuso mi fissava come se fossi un fantasma.
 
-Chi sei tu?-. Chiesi alla ragazza quando percepii una sorta di strano legame era tra me e lei. Lo stesso che avevo con Andromeda e Leo. Ma era impossibile...a meno che lei non fosse la Tre...allora cambiava tutto!
 
-Oh scusa, Elena!-. Si mise la mano sulla fronte per scusarsi e poi me la porse cordialmente. Ancora intontita la strinsi cercando di leggere nel suo sguardo qualcosa che mi aiutasse a capire chi era. Aveva i capelli di un biondo chiarissimo, e gli occhi blu come la notte. Ma la notte inoltrata. E questo bastò a farmi capire che di certo non era umana.
 
-Io sono Itaca! Non hai idea di cosa io abbia dovuto fare per trovarti. Ora dobbiamo trovare gli altri! Sta succedendo...-. La bloccai con una mano ancora nel mondo della confusione mentale.
 
-Aspetta, aspetta...tu...chi sono gli altri? Chi sei veramente tu?-. Si morse il labbro e lanciò un'occhiata a Klaus.
 
-Io sono la figlia di Afrodite, Elena. Gli altri sono come noi, ma credevo lo sapessi....-. Scossi la testa alle sue parole, ma non per negare. Per riprendermi. Di tutte le cose che avrei dovuto pensare in quel momento, i miei pensieri andavano alla serata con Elijah. "Addio momentaneo relax...". Mi dissi.
 
-Si, li conosco. Andromeda e Leo.-. E le piegai le labbra in un breve e pallido sorriso smorto.
 
-Beh é fantastico. Non immagini cosa ho passato ultimamente per colpa di questo cretino!-. E indicò l'ibrido biondo che aveva lo sguardo  piantato al suolo. Rimasi leggermente interdetta nel vederlo così. "Strano...".
 
-Beh, credo che...-. Itaca mi interruppe continuando con me.
 
-Oh si. Abbiamo molte, molte cose da dirci!-. E mi sorrise sornione. Subito dopo aver pronunciato quella frase emise un urletto di contentezza. Non sapevo niente di questa ragazza, ma sapevo di per certo che era una ragazzina esuberante.
Sapevo già di esser legata a lei molto più di quanto non lo fossi con Leo e Andromeda.
 
-Oh mio Dio,ci sono riuscita!-. Un sorrisetto stava sfuggendo anche a me. Avevamo comunicato nel pensiero in un certo senso, e probabilmente lei non lo aveva fatto volontariamente. Era una novellina, come me. Ecco forse perché mi stava così simpatica. Non mi faceva sentire come un pesce fuor d'acqua. Ma questo io ancora non lo sapevo in un certo senso.
 
-A fare cosa?-. Chiesi per essere sicura.
 
-Oh, scusa. Io sto ancora sperimentando i miei poteri in un certo senso e...mi dispiace, non avrei dovuto...-. In quel momento, non so come ne perché, io sapevo quello che stava per dire.
 
-Non preoccuparti Itaca. Anche io sto ancora scoprendo i miei poteri!-. Le sorrisi rassicurante, e la vidi riprendersi dall'imbarazzo immediatamente.
 
-Oh grazie al cielo...-. Sentendo con un orecchio dei passi nel bosco mi ricordai subito di chi ci avevo lasciato.
 
-Elena cosa...-. Si interruppe non appena arrivò a qualche centimetro da me.
 -Nik!!-. In un attimo cambiò totalmente espressione. Sul viso del mio Elijah ora, non c'era niente se non vuoto. Mi fissò un attimo, prima di spostare nuovamente gli occhi sul fratello tanto odiato.
 
-Beh, Niklaus, avrei osato sperare che un gatto ti avesse mangiato la lingua biforcuta, ma poi mi sono ricordato di chi sei!-. Sibilò con la cattiveria di un serpente. Mi capitò di pensare al fatto che lo amavo. Era vero, si era radicato così profondamente in me che niente avrebbe potuto separarci, ma era anche vero che Elijah aveva lati oscuri di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza fino a quel momento. O meglio...lì ignoravo e basta, perché sapevo che c'erano. Però non mi ero mai fermata a pensare a quanti e come potessero essere.
 
Con mia grande sorpresa Klaus non si mosse. "Forse un gatto gli ha mangiato l'anima, più che la lingua...". Elijah avanzò ancora, per attirare l'attenzione dell'altro, ma ne io, ne Itaca, ne Niklaus Mikaelson ci muovavamo.
Poi provai a reagire. Sapevo che era arrabbiato con suo fratello, e lo ero anche io, non erano così che le cose si sarebbero dovute risolvere però.
Mi feci avanti e chiamai l'ex vampiro.
 
-Elijah!-. Con uno scatto mi posi tra lui e la macchina alla quale era ancora appoggiato l'ibrido.
 
-Elena, spostati!-. Disse freddo come il ghiaccio. Non lo feci, ovvio. Anzi, camminai ancora di più contro di lui e trattenni una risata. La situazione era semplicemente ridicola.
 
-No!-. Esclamai severa. Presi il suo viso tra le mani per ottenere la sua attenzione. Lo fissai dritto negli occhi scuri, ma schivò scottato il mio sguardo.
 
-Lo so!-. Itaca alle mie spalle si spostò con una velocità sorprendente verso Klaus.
 
-Hey! Lo so. Fa male rivederlo e merita il tuo disprezzo senza riserve. Ma non c'é tempo!-. Quando finalmente i suoi occhi si incontrarono con i miei, sospirai di sollievo, nonostante sentissi uno strano malessere in me.
 
-Qualcosa di grande sta succedendo Lijah. Qualcosa al di sopra di noi che nessuno può controllare al momento. E non credo sia una cosa buona...-. Riuscii a dire questo. Poi tutto si fece buio, e un senso di nausea e svenimento prese possesso del mio corpo. Riuscii a sentire delle grida allarmate come suoni ovattati prima di scivolare fuori dalla realtà. "Oh no...la trance...". Pensai solamente.


NDA: Accidenti ragazzi, lo so che le cose si stanno mettendo sempre più male, e vi do un grosso spoiler: QUALCOSA DI VERAMENTE GROSSO STA PER SUCCEDERE,e questo cambierà la maggior parte dei personaggi, specialmente la protagonista. Ma non vi dirò di più sono cattiva :-p però nn c'entra nulla con Jeremy come nella serie nn vi preoccupate. Okay. Tornando a noi:

UN GRANDISSIMO GRANDISSIMO BACIONE A TUTTI QUELLI CHE SEGUONO, RECENSISCONO E LEGGONO LA MIA FIC. Ogni giorno è per me un conforto grande grande sapere che ci siete ;-)

spero davvero che la trama nn stia iniziando a deludervi ragazzi, perchè purtroppo ho questa mera impressione, che mi porta a pensare: sto andando nel verso giusto? Non lo so, rispondetemi voi :-/

Al prossimo capitolo ;-)

Debbythebest
   
 
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