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Autore: LovelyDead    02/11/2007    14 recensioni
Diceva che aveva bisogno di spazio, voleva esprimere il suo estro artistico. E senza di me. "Scusami, Frank... N-non posso." "Ma perchè? Oh, Gee, ti prego! Non farmi questo di nuovo!" "Non chiamarmi in quel modo... Per favore, Frank. Dammi tempo." Ricacciai indietro le lacrime che stavano per arrivare a fiumi e annuii. "Ti ho dato due fottuti anni, Gerard Way."
Sequel di I'm Takin' Back The Life You Stole... Non che ci sia bisogno di leggerla per capire questo, è semplicemente il seguito, anni dopo.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Frank's P.O.V.
Era da tanto che non facevamo una riunione band, erano passati ormai tre mesi.
Due anni da quando io e Gerard ci eravamo lasciati definitivamente.
Diceva che aveva bisogno di spazio, voleva esprimere il suo estro artistico.
E senza di me.
Erano passati due anni, e non aveva scritto che bozze...
In quanto a me, non l'avevo mai dimenticato, mai. Mi mancava da morire, e per quanto poco ci fossimo visti nell'ultimo periodo, ogni volta che il mio sguardo incrociava il suo, per sbaglio, quando riuscivo a non farmi evitare, mi veniva una fitta al cuore tremenda.
Era l'estate del 2003, metà Luglio, il 15. Martedì, un giorno qualsiasi.
Ed eravamo nuovamente noi cinque: Io, Gerard, Mikey, Ray e Matt.
Era passato così tanto tempo dalle scuole superiori... Com'era possibile che dopo tutti quegli anni passati insieme Gerard si fosse stancato di me?
Eppure era successo, ed era reale.
Avevamo ormai 26 anni (A parte Mikey, che ne aveva 23, e me, che li dovevo ancora compiere), eravamo maturi e non era necessario nascondere niente a nessuno, però come potevo parlargli? Due anni, due anni erano passati, sarebbe stato come ricominciare tutto da capo. Forse era ciò che volevo...
Decidemmo di vederci di mattina presto, a casa dei Way (non più casa di Elena, che era in ospedale per problemi di salute di cui non sapevo molto), una residenza modesta in cui Gerard e Mikey avevano deciso di creare il loro rifugio. Arrivai per ultimo, salutai tutti e mi sedetti sul tappeto del salotto insieme agli altri.
Parlammo di sound, di testi, di cazzate, mangiammo qualche patatina e fine. A cosa arrivammo? A nulla.
Quella riunione fu praticamente inutile.
"Non hai scritto niente, Ger?" chiese Matt sgranocchiando una patatina al formaggio.
Lui scosse la testa.
"No. Mi dispiace... E' troppo tempo che non scrivo qualcosa di buono, la mia ispirazione si è fottuta. Scusate." disse guardando per terra.
Io tossicchiai.
Mi rivolse uno sguardo insofferente.
"Direi che il meeting è chiuso, ci rincontreremo in questi giorni se siete d'accordo." disse Mikey.
Tutti annuimmo.
"A presto." dissero i Way.
Uscimmo da casa e nel caldo soffocante di Newark tornai in macchina, senza però partire.
*Flashback*
"Perchè sei così distante, eh, Gee?" chiesi abbracciandolo nel letto.
"Scusa, Frankie..." sussurrò con le lacrime agli occhi.
"Certo che ti scuso... Però ti prego, dimmi cosa c'è che non va? Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
Cominciò a singhiozzare e mi strinse a se.
"Perdonami, Frankie, io ti amo... Però i-io..."
"Cosa?"
"Non posso. Dobbiamo rompere."
Sgomento.
Cominciai a tremare, presi la sua mano.
"C-cosa?" chiesi piangendo come un idiota.
Stavamo insieme da sette anni. Sette.
"Scusami... Mi dispiace, ho bisogno di concentrarmi."
Mi alzai dal letto e mi rivestii.
Presi le mie cose e andai via, non potevo fermare le lacrime, scendevano senza fermarsi. Era finita.
*Fine flashback*
E lì, nella mia macchina, piansi, piansi come non facevo da allora, mi faceva male la testa.
Ero lì da almeno dieci minuti, minuti che avevo occupato piangendo come un'adolescente stupida.
Vidi Mikey uscire da casa a piedi, sicuramente andava a comprare le sigarette per Gerard.
Non appena sparì dietro l'angolo, uscii dalla macchina e tornai davanti la porta di casa Way.
La osservai per qualche secondo, indeciso se suonare il campanello o meno, il mio dito era lì, pronto a premere. Prima mi asciugai le lacrime, poi mi decisi: avrei suonato. Stavo per mandare avanti la mia mano tremante, quando sentii dei singhiozzi provenire dall'interno della casa. Se Mikey era fuori di casa, e...
Senza che me ne accorgessi suonai il campanello. Il pianto si interruppe, e dopo circa un minuto la porta si aprì. Davanti a me un Gerard Way con i capelli scombinati, gli occhi rossi e lucidi e l'aria fragile, non sicura come l'aveva soltanto pochi minuti prima.
"Che ci fai qui?" mi chiese tenendomi sulla porta.
"Mi fai entrare?"
"Okay."
Entrai e lo seguii fino alla sua camera... Mi ricordava tante, troppe cose.
"Gerard..." cominciai. Erano due anni che non lo chiamavo più Gee.
"Frank..." rispose. Erano due anni che non mi chiamava più Frankie.
"Stai bene?" chiesi.
"I-io... No. Tu come stai?"
"Vivo. Senti, ho sentito che..."
"... Solo un attimo di raccoglimento, tutto qua."
Mi sedetti insieme a lui sul suo letto.
"Veramente io vorrei parlarti."
Sospirò e annuì.
"Mi manchi." dissi semplicemente.
Mi guardò stupito, probabilmente non si aspettava una cosa così diretta.
Si girò dall'altra parte e cominciò un pianto silenzioso, appena avvertibile. Gli poggiai una mano sulla spalla, cercando di capire cosa avesse, non sapevo se fosse positivo o negativo.
"Sono passati due anni, Frank, due anni..." disse con voce tremante.
"Credi che non lo sappia? Io ho sempre aspettato te, pensavo che tu saresti tornato dicendo di aver trovato la cosa giusta da fare, però adesso non posso più aspettare."
Chiuse gli occhi per poi coprirli con entrambe le mani.
"Perchè, Frank, perchè hai aspettato così tanto?"
"Ti amo ancora, non ho mai smesso di amarti, volevo solo che fossi tu a tornare indietro. Non ho capito perchè diavolo tu abbia deciso di rompere, però sono ancora qui, se mi vuoi... Non smetterò di amarti, Gee..."
Scoppiò in un pianto più rumoroso a quel nomignolo, forse avevo sbagliato a dirlo. Si girò verso di me e mi abbracciò, abbandonandosi su di me, non smettendo di singhiozzare. Non sapevo cosa fare, lo strinsi a me... Sperai con tutte le mie forze che fosse tornato tutto come prima.
Mi allontanai da lui per guardarlo nei suoi profondi occhi castano-verde, lucidi e leggermente rossi.
Poi mi avvicinai nuovamente, molto lentamente, per assicurarmi di non fare errori. Toccai il suo naso con il mio per qualche secondo appena, ma mi sembrò un'eternità... L'ultimo bacio? Due anni fa.
Mi feci sempre più vicino, per toccare le sue labbra, ma improvvisamente si scansò.
"N-no." disse chiudendo gli occhi e tirando un profondo sospiro.
Si alzò dal letto.
"Scusami, Frank... N-non posso."
"Ma perchè? Oh, Gee, ti prego! Non farmi questo di nuovo!"
"Non chiamarmi in quel modo... Per favore, Frank. Dammi tempo."
Ricacciai indietro le lacrime che stavano per arrivare a fiumi e annuii.
"Ti ho dato due fottuti anni, Gerard Way."
Scesi le scale e uscii da casa Way, incrociai Mikey tornare a casa, e senza degnarlo di un "ciao" m'infilai nella macchina, accesi una sigaretta (avevo cominciato a fumare due anni fa, sì) e misi in moto. Avevo bisogno di un po' d'alcol.

OVVIAMENTE NON CONOSCO I MYCHEM, E QUESTO NON E' REALMENTE ACCADUTO.
Benissimo, salve a tutti!
Questo è il sequel di I'm takin' back the life you stole, ma non è necessario averla letta per capire la ff, è un sequel spostato molto avanti (9 anni dopo per l'esattezza).
Spero di ritrovare le mie vecchie lettrici (L). E per chi non avesse letto: So benissimo che Frank non ha la stessa età di Gerard, ma nella scorsa fic, per una questione di comodità li ho fatti entrambi sedicenni, per cui, essendo un sequel, li ho dovuti fare della stessa età anche qui °V°.
Spero sia gradita!
Bacio,
Ilia.
  
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