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Autore: Beatristea    13/04/2013    2 recensioni
Ti senti sola. Non sei come gli altri, sei diversa. Sei speciale, tu hai un potere: capisci le persone. Sai il perché delle loro azioni, lo capisci a fondo.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti senti sola. Non sei come gli altri, sei diversa. Sei speciale, tu hai un potere: capisci le persone. Sai il perché delle loro azioni, lo capisci a fondo. Perché tale sfortuna è capitata a te? Non potevi vivere anche tu racchiusa in una calda bambagia, accogliente, che ti separasse dal mondo e ti facesse credere che tutte le bugie siano realtà? Perché tu invece vedi che non è così che gira il mondo? Perché tu, proprio tu, sei stata scaraventata in questo buco di tristezza?
Perché nascere in un mondo del genere? Perché sei nata in un mondo dove tutti sono diversi da te? Perché è questa la verità, l’hai capito dopo anni, che nessuno è come te. Sei sola. Sola e depressa. Stare soli con se stessi è bello fino a un certo punto. Poi senti la mancanza di qualcuno con cui poter parlare. Parlare di tutto, incondizionatamente, lui saprebbe di cosa tu parli. Non avrebbe pregiudizi. Lui capirebbe. Lui ti capirebbe. Ma questo essere magnifico in grado di capirti, non arriva. Non arriva mai.
Continui a ripeterti che devi solo aspettare, aspettare, sì lui arriverà, anzi è quasi vicino.
Invece no. Lui non arriva, e tu continui a restare sola.
Inizia a guardarti intorno, a cercarlo tu. Solo uno sguardo potrebbe bastare. Ti farebbe sentire meno sola. Sapresti che lì fuori c’è qualcuno che vede ciò che vedi tu. Vuoi una speranza, una speranza che il tuo lieto fine arrivi, che tutto andrà bene. Una speranza che ti tenga aggrappata al mondo. Ma ognuno si illude fino a un certo punto. Poi la smette.
Lui non arriverà.
Ti senti nel posto sbagliato. E’ tutto troppo sbagliato. Continui a piangere, a piangere. Piangere la notte cercando di non fare rumore perché non vuoi che i tuoi genitori ti sentano, non sapesti come spiegargli il tuo dolore.
Poi però un giorno le lacrime non bastano più. E allora ti ricordi, sì ti ricordi che c’è gente che si taglia. Ti avvicini tremante alla cartelletta d’arte . Non vuoi farlo, è sbagliato. Non porterebbe a nulla. Ma non puoi farne a meno. Vedere il sangue, vedere ogni goccia di sangue che va a sostituire le lacrime che ormai non escono più. E così apri l’astuccio e prendi il pacchettino contenente le lamette e ne estrai una, continui a pensare : “ No. No. Cosa stai facendo? No, non farlo!” Ma sei come in una specie di trans, non puoi fermarti . Ne prendi una. La osservi. E’ un oggetto perfetto. Scivola sulla tua carne. Lascia solo una lieve sensazione di brividi. Un po’ di dolore, ecco adesso sai che almeno quello riesci ancora a provarlo. E così tagli, contempli, vedi il sangue. Sgorga, ma è ancora troppo poco, hai un fiume di lacrime da far uscire. Tagli ancora e ancora, vuoi che rimanga il segno, vuoi le cicatrici della tua imperfezione. Già perché tu sei diversa, imperfetta. Tagli.
Poi ti svegli il giorno dopo, non riesci a credere che alla fine tu l’abbia fatto. Hai fatto come altre stupide ragazzine che credono che i loro mali non li abbia mai passati nessuno e che pensano siano i peggiori al mondo. No. Nessuno deve sapere ciò che è successo. Ti giudicherebbe.
E allora resti nel silenzio. Aspetti. Ma niente nel tuo umore cambia. Non sei nè triste, nè felice. Fingi di stare bene con gli altri perché non vuoi che ti infastidiscano. Loro tanto non capirebbero perché stai male, farebbero una faccia preoccupata ma poi tre ore dopo se ne sarebbero già dimenticati.
Ci vuole forza ad essere felici, perché a essere tristi senza ragione, si è normali, a essere felici senza ragioni, si è pazzi. Ma tu quella forza non ce l’hai più. Sei in depressione, ma sei troppo orgogliosa per ammetterlo. Sei in una apatia emozionale. Ti domandi come facciano gli altri a non sospettare nulla: come può il tuo ragazzo che dice di amati tanto a non accorgersene? Come può la tua migliore amica a continuare a pensare solo a se stessa, senza accorgersene? Come possono le tue migliori amiche che tanto parlavano di amicizia eterna e di legami profondissimi a non accorgersene? E il tuo migliore amico, questo nuovo acquisto tra i tuoi rapporti, non si accorge?
Alla fine vengono a saperlo ma sfoggi i tuoi sorrisi migliori, dici che ormai è storia passata, ormai non lo fai più. Ed è così, riesci a resistere per un mese senza cedere all’autolesioismo, certo ci sono state volte in cui non desideravi altro, ma hai resistito, hai scritto i tuoi pensieri su un diario. Ti sei sfogata con lui ma dopo non è più sufficiente. Non resiti più e così succede di nuovo.

Quel giorno eri a una festa, non avevi voglia di stare lì . Nelle feste la gente è così falsa, ancora più del solito. Si omologano tutti alla massa e si fingono altri. Non riesci a sopportarlo. Vai in un’altra stanza, vedi una forbice. Ti siedi quasi ipnotizzata e inizi a premerla sulla tua mano, sempre più forte. Ma arriva qualcuno, probabilmente due ragazzi che voglio baciarsi in segreto, ma non per romanticismo, ma per poter fingere che non sia successo. Allora esci, trovi un angolo buio. Ti accovacci e ripeti l’operazione. Ma qualcuno ti vede. La tua migliore amica. Ti chiede perchè, ti chiede se hai mai smesso, ti chiede le ragioni. Rispondi alle sue domande, ma il giorno dopo scopri che anche un’altra ragazza ti ha vista. Sono tutte più preoccupate adesso, hanno capito che gli hai mentito, però non cambiano. Anzi, dimenticano.

Provi di nuovo a resistere, ti aggrappi a ciò che di bello c’è nel mondo. Resisterai?

  
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