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Autore: yllel    13/04/2013    8 recensioni
Il seguito della storia "Conseguenze". un caso misterioso porta ad affrontare la questione principale: puo' tornare tutto come prima?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No, non mi appartiene nulla... personaggi o canzone non sono miei.
Di mio, ci sono le bellissime recensioni di Bored94, Efy, IrregolareDiBakerStreet, Lady of the sea e miserere... e quelle come al solito me le tengo ben strette.
Capitolo lungo (e ultimo), ma cosi doveva essere.
 

L’ULTIMA AVVENTURA DI SHERLOCK HOLMES E MOLLY HOOPER
CAPITOLO 10
 

Sul manoscritto l’inchiostro saro’
e mi avrai nero su bianco
Saranno gli occhi o i tarocchi pero’
sapro’ quello che ancora non so
quello che ancora non so
Mi dirai di si o mi dirai di no
(Angelo Branduardi – L’apprendista stregone)
 

 
I raggi del sole si riflettevano pigramente sul mare, regalando alle placide onde della marea del mattino, un’aria ancora piu’ tranquilla e rilassante.
Sulla spiaggia, un uomo camminava lentamente sulla sabbia, tenendo d’occhio il suo cane che saltellava allegro fuori e dentro dall’acqua, qualche metro piu’ avanti; prometteva di essere una giornata molto calda, probabilmente il tratto piu’ a Sud della costa sarebbe stato ben presto invaso da qualche turista affamato di sole, o da qualche abitante del posto con un po’ di tempo libero.
Molly Hooper fece un sospiro e rannicchio’ le gambe sotto di se’ sulla sdraio della sua veranda, lasciando vagare lo sguardo e domandandosi, di quanto sarebbe cambiato il paesaggio dopo la fine della stagione estiva: sarebbe arrivato un vento piu’ freddo, che avrebbe soffiato piu’ forte (lei amava il vento, riusciva sempre a tranquillizzarla anche in occasione dei temporali e perfino di notte, quando faceva cigolare le imposte chiuse male e proiettava sui muri, le ombre degli alberi che ondeggiavano impetuosamente) e il mare, avrebbe acquisito nuovi colori e sfumature, assumendo un’aria piu’ seria e selvaggia.
I fiori e le piante del giardino avrebbero dovuto essere messi al riparo, naturalmente: Molly fece una smorfia, al pensiero dei due cespugli di rose che che non aveva ancora avuto il tempo di trapiantare... doveva decidersi a farlo in fretta.
Allungo’ la mano verso la prima tazza di caffe’ della giornata e ne prese un lungo sorso, rabbrividendo leggermente alla lieve e inaspettata brezza che si levo’ verso di lei e concedendosi un sorriso, nel sentire il rumore della porta a vetri che si apriva alle sue spalle.
“Mi sono svegliato e tu non c’eri” esclamo’ una voce profonda, in quello che Molly avrebbe potuto giurare essere un tono lamentoso “sai, se non fossi io... se non fossi l’unico consulente investigativo al mondo, avrei potuto pensare che tu fossi scappata”
Il sorriso di Molly si allargo’ sul suo viso e senza lasciare la tazza che aveva in mano, si volto’ verso Sherlock Holmes, non riuscendo ad evitare un lieve sussulto alla vista che le si presento’: lui stava appoggiato pigramente allo stipite della porta, i capelli arruffati e un’espressione intensa sul volto.
L’unica cosa che lo copriva, era il lenzuolo del letto che teneva stretto sulle spalle.
Molly degluti’ piano, cercando di trattenersi dal darsi un pizzicotto per verificare che non fosse tutto un sogno: per nascondere l’imbarazzo, prese un altro sorso di caffe’.
“E dimmi” riusci’ infine a replicare, cercando di mostrare un po’ di audacia “da che cosa hai dedotto che invece non era cosi?”
Lui si stacco’ dalla porta e comincio’ ad avanzare lentamente verso di lei.
“Questa e’ casa tua” rispose, fissandola dritta negli occhi “una fuga non sarebbe stata logica... in cucina c’era traccia di caffe’ appena fatto... a proposito, sarebbe gentile se tu me ne offrissi una tazza”
Nero, due zollette.
Molly si ritrovo’ a trattenere il fiato, mentre lui si avvicinava sempre di piu’.
“Non ti sei rivestita. In effetti, indossi solo la mia camicia” un angolo della sua bocca si alzo’, a sottolineare come la cosa non gli dispiacesse affatto e i suoi occhi, tradirono un fondo di divertimento, mentre le arrivava di fronte e, tenendo il lenzuolo ancora piu’ stretto alle spalle con una mano, usava l’altra per farla alzare dolcemente.
“E infine” sussurro’, non riuscendo a nascondere del tutto un piccolo accenno d’ansia “non avevi nulla da cui scappare... giusto?”
Molly si morse il labbro e scosse piano la testa, sentendo che stava arrossendo fino alla radice dei capelli.
Era mai possibile, essere cosi assurdamente felici?
La notte prima, dopo che Sherlock Holmes l’aveva baciata per la prima volta, era stata un susseguirsi di emozioni e sensazioni: avrebbe dovuto sapere che con lui niente sarebbe andato per gradi e sinceramente, aveva aspettato
(sognato)
per cosi tanto tempo quel momento, che non poteva proprio lamentarsi.
Assolutamente no.
“Dormivi cosi bene, che ho pensato di lasciarti riposare ancora un po’. Hai detto che il tuo treno per Londra parte  oggi pomeriggio” ribatte’, cogliendo la sua espressione che si faceva piu’ rilassata.
Oh cielo, Sherlock Holmes aveva paura che lei potesse avere chissa’ quale ripensamento.
Abbasso’ gli occhi e si ritrovo’ a fissare i suoi piedi nudi, il che inspiegabilmente la fece arrossire ancora.
Non c’era nessun ripensamento, ma la verita’ era che aveva voluto un po’ di tempo per se’, prima di confrontarsi con lui: non c’entrava nulla quanto era successo la notte prima, quello era stato assolutamente giusto e desiderato, da parte di entrambi; solo, nessuno dei due aveva posto alcuna discussione, ne’ avanzato richieste o preteso promesse, che in quel momento non erano importanti.
Loro due, erano importanti.
Con l’arrivo del giorno, pero’, la realta’, il ritorno di Molly Hooper a Londra e la necessita’ di prendere decisioni per il futuro erano tornati prepotentemente alla ribalta, dando alla ragazza una sensazione di incertezza e insicurezza rispetto a una moltitudine di questioni: il suo lavoro, che finalmente stava cominciando a dare i primi, importanti risultati, la loro capacita’ di fare fronte ai nuovi, improvvisi termini del loro rapporto
Il mare d’inverno e le rose da piantare.
Scosse di nuovo il capo, cercando di scacciare i pensieri di poco prima.
Doveva trovare il modo di affrontare quella discussione con calma e attenzione, sicuramente ora Sherlock dava per scontato che lei sarebbe tornata indietro e lei lo voleva, sul serio... ma c’era ancora cosi tanto, da decidere...
Prima, quello che sapeva di potergli dare senza difficolta’.
“Vado a prenderti quella tazza di caffe’” esclamo’ quindi con tono che spero’ essere abbastanza allegro, avviandosi verso la porta.
“Tu non vuoi veramente tornare a Londra” esclamo’ Sherlock, piegando la testa da un lato per osservarla meglio.
Molly spalanco’ gli occhi e si volto’, cercando sul suo viso tracce di rabbia o delusione: era proprio da lui, arrivare subito al punto senza dare modo agli altri di elaborare le cose gradualmente. La sua mente era sempre molti passi avanti.
Si senti’ invadere dal panico: Sherlock era la cosa piu’ importante e la notte prima le aveva dimostrato di tenere a lei... ogni altra cosa poteva essere accantonata, se questo significava rimanergli accanto.
 “Io voglio stare con te” esclamo’ quindi con tono sicuro “e’ solo...” Chiuse gli occhi, incapace di continuare: come poteva spiegare a lui i propri dubbi, quando non era in grado di ammetterli neanche con se’ stessa?
Con sua somma sorpresa, quando rialzo’ lo sguardo lo vide sorridere.
“E io voglio stare con te, Molly Hooper” dichiaro’ lui “Voglio stare con te davvero... voglio che tu sia felice e voglio che tu sia la persona che sei diventata, la persona con cui sono stato stanotte” si fermo’ un attimo, alla ricerca delle parole giuste “E quella persona adesso vive qui. E fa ricerche in un laboratorio e io mi sento orgoglioso dei suoi risultati”
Che cosa stava dicendo?
“Tu non desideri che io torni a Londra” commento’ infine Molly, stupita e un po’ ferita, nonostante le sue parole di poco prima l’avessero riempita di gioia.
Sherlock lascio’ vagare lo sguardo.
“Lo vorrei tanto, invece” rispose sincero “Sono venuto qui per questo, per riportarti indietro ma ora so... che non sarebbe giusto per te”
“Ma... l’obitorio, i tuoi casi”
Lui scosse piano la testa.
“Io voglio te. Non i pezzi di cadavere e gli esperimenti... cioe’ si, voglio anche quelli, ma posso imparare a cavarmela. Posso stare senza che sia tu a rifornirmi di parti di corpo umano e senza la tua attrezzattura ma io credo, Molly Hooper...” Sherlock fece un profondo sospiro “di non poter stare, senza di te. Se non posso avere tutto... voglio di sicuro la parte importante... e quella sei tu”
“Sherlock...”
“Dovremo fare un accordo, naturalmente” l’espressione sul suo volto si fece concentrata “per poter ottimizzare il nostro tempo e dare qualita’ ai momenti trascorsi insieme e non e’ assolutamente ipotizzabile, che non ci siano scadenze fisse da rispettare per vederci o sentirci. Potremo senz’altro elaborare un piano di strategia soddisfacente e naturalmente” il suo sorriso si fece malizioso “ogni tentativo di improvvisazione sara’ altrettanto ben accetto... al contrario di quanto si possa pensare  generalmente, io non sono poi un uomo cosi legato alle sue abitudini.
Oh, naturalmente Travis dovra’ essere licenziato, ma di quello mi occupero’ personalmente.”
Molly sbatte’ le palpebre un paio di volte, ancora incredula.
“Chi e’ Travis?” fu l’unica cosa che riusci’ a ribattere.
Lui liquido’ la domanda con un gesto della mano, per poi tornare a fissarla intensamente.
Aveva costruito quella conclusione lentamente nel corso di quegli ultimi giorni, ma l’aveva realizzata solo la notte precedente, quando era rimasto ad osservare Molly che dormiva accanto a lui e aveva capito, come certe cose fossero semplicemente cambiate e richiedessero di comprendere cio’ che era  realmente importante, quello che John gli aveva suggerito... il vero motivo per cui voleva di nuovo Molly al suo fianco.
Non per quello che poteva dargli, ma per quello che lei era.
E lei era una persona diversa, ora. Lo era anche lui.
Lo erano entrambi.
Vero, una parte di lui avrebbe semplicemente voluto avere di nuovo tutto a sua disposizione, come una volta.
Ma non sarebbe stato il modo giusto di fare le cose.
E lui voleva davvero fare le cose nel modo giusto.
Molly sorrise in modo incerto.
“E tutto questo dove ci portera’?” gli chiese.
“Ovunque noi vorremo,  Molly Hooper” le rispose lui sicuro.
Insieme.
L’espressione di lei si fece finalmente serena: era impossibile non avere fiducia in quell’uomo, era sempre stato cosi.
 “Ora, che ne dici di quella tazza di caffe’?” le chiese Sherlock.
Lei annui’ e si diresse di nuovo verso la porta.
“Molly?”
“Si?”
“Vorrei anche riavere la mia camicia”
Lei si volto’ e lo scopri’ a fissarla con un sorriso esageratamente soddisfatto.
“E io rivorrei il mio lenzuolo” gli rispose, fissandolo a sua volta.
Sherlock Holmes ammicco’, poi apri’ le braccia.
“Non c’e’ nessun problema”
Lei arrossi’ di nuovo.
Oh si.
Si poteva essere assurdamente felici.

***

John Watson allungo’ soddisfatto davanti a lui le gambe verso il sedile del treno e si preparo’, ad affrontare il viaggio di ritorno verso Londra. Aveva un buon libro e due fette di torta comprate quella mattina, che intendeva gustarsi lentamente. Sistemo’ meglio accanto a se’ il pacchetto per la Signora Hudson che conteneva un dolce intero, con una mano afferro’ la sua porzione e con l’altra, estrasse il telefono dalla tasca per inviare un sms a Lestrade, che aveva deciso di prendersi qualche giorno di ferie, dopo che il capitano Glaves l’aveva invitato a restare per andare a pesca insieme.

NON E’ TORNATO A DORMIRE IN HOTEL E NON E’ QUI PER IL VIAGGIO DI RITORNO, NATURALMENTE. PER QUANTO SEMBRI IMPOSSIBILE, SAPPIAMO ENTRAMBI CHE QUESTO SIGNIFICA CHE

“Il treno partira’ con cinque  minuti di ritardo. Veramente inefficiente”
John per poco non fece cadere il cellulare dalle mani per la sorpresa.
Sherlock Holmes si sedette sul sedile di fronte a lui.
“Che ci fai qui?” gli chiese incredulo.
Il consulente investigativo lo guardo’ con aria di sufficienza.
“Torno a casa, naturalmente”
John scosse la testa.
“No, intendo dire”
“Non sei l’unico ad avere un lavoro a Londra, spero tu te ne renda conto”
Senza quasi accorgersene, John agito’ il suo dolce per aria.
“Questo lo so. Pensavo solo che ti saresti fermato, visto che...” tacque imbarazzato.
“Visto che cosa?” lo provoco’ Sherlock.
John serro’ le labbra.
Il suo amico sospiro’ rumorosamente.
“Anche Molly ha un lavoro, sai? Sta per terminare il suo primo step della ricerca con due settimane di anticipo... e si, per la tua tranquillita’ e quella di Lestrade, ti diro’ che ci siamo... chiariti
Il Dottor Watson alzo’ un sopracciglio.
Chiariti? Era cosi che voleva liquidare la faccenda?
“Stai scherzando, vero? Non vuoi dirmi altro? Non vorrai farmi aspettare che Molly sia tornata a Londra per avere i particolari, giusto?”
Sherlock fece una smorfia, poi diresse lo sguardo verso il finestrino. Il treno stava cominciando a muoversi.
John si rassegno’ al silenzio e fece per portarsi la torta alla bocca, quando il consulente investigativo parlo’ di nuovo.
“Molly non fara’ ritorno a Londra”
John si fermo’ con il dolce a due centimetri dalla bocca e appoggio’ la mano sul ginocchio.
“Come sarebbe a dire, non fara’ ritorno a Londra?” esclamo’ incredulo.
Sherlock torno’ a guardarlo.
“Esattamente quello che ho detto... Molly rimarra’ qui”
“Ma...che cosa e’ successo? Come sei riuscito a rovinare tutto?” John emise un gemito di insofferenza “stavamo andando cosi bene!”
Sherlock alzo’ divertito un sopracciglio.
Stavamo, John?”
“Ehm, si... in senso metaforico. Tu, ovviamente. Tu, stavi andando cosi bene. Ieri sera... e poi stanotte non sei rientrato... io credevo che” scosse la testa: era stato davvero convinto che le cose si fossero risolte e invece, probabilmente, stavano per ritornare alla vita precedente a questo loro viaggio nel Sussex... si porto’ di nuovo la torta verso la bocca, aveva decisamente bisogno di mangiare qualcosa.
Poi avrebbe costretto Lestrade ad agire in qualche modo.
Tuttavia, Sherlock non sembrava affatto contrariato.
“Mi meraviglio di te, John. Il lavoro che Molly sta svolgendo e’ di estrema importanza e naturalmente, lei ha tutte le capacita’ e le conoscenze per portarlo avanti con successo. Come uomo di scienza, dovresti senz’altro concordare”
John si fermo’ di nuovo con la fetta di torta a mezz’aria.
“Che cosa?? Ma se eri tu quello che dicevi...” si interruppe, rinunciando a replicare, per dare invece voce ai suoi dubbi.
“Un momento” comincio’ in tono sospettoso “perche’ non sembri neanche un po’ irritato e scontento?”
Sherlock sorrise soddisfatto.
“Io e Molly abbiamo raggiunto un accordo molto soddisfacente per entrambi”
“E cioe’? Oh... aspetta un attimo” John spalanco’ gli occhi  “L’accordo prevede molti viaggi da parte tua nel Sussex e qualche trasferta per lei a Londra?”
Sherlock annui’ con vigore.
“Nei quali tu, ovviamente, non sarai tenuto ad accompagnarmi. Oltre a sms e email giornalieri e contatti telefonici regolari, si.”
“E questo vi bastera’?”
Negli occhi del suo amico passo’ un lampo di determinazione.
“Per ora. Non per sempre, naturalmente”
John scosse la testa, a un tratto divertito.
Sherlock Holmes faceva piani per il futuro.
Era davvero... fantastico. Incredibile (tanto, in effetti), ma fantastico.
E molto, molto maturo.
Sicuramente era anche merito suo e dei continui stimoli che gli aveva dato per cominciare a rendersi conto di quanto tenesse a Molly, al punto da voler costruire qualcosa con lei tenendo conto delle sue esigenze.
Si diede un’ipotetica gran pacca sulla spalla.
Ricomincio’ a portarsi la fetta di torta alla bocca, ma fu di nuovo fermato dalle parole successive.
“E John? Credo sia proprio ora che tu ricominci a frequentare delle donne”
“Che cosa???”
“Si... il tuo interesse per la mia situazione privata e’ in qualche modo lusinghiero, ma totalmente inutile. Io posso benissimo gestirla da solo”
John fece una smorfia.
Oh, si... certo.
“Al contrario” riprese Sherlock “trovo che i tuoi tentativi di intromissione, rappresentino il sintomo di una qualche forma di negazione della tua attuale condizione e di cio’ che ha comportato il divorzio. Suggerisco che tu ricominci ad avere appuntamenti e tutto quanto ritieni necessario, per soddisfare la tua naturale tendenza ai legami affettivi”
John lo osservo’ a bocca aperta.
“Naturalmente” concluse Sherlock Holmes con un sorriso divertito “prima sara’ meglio che tu ti metta un po’ a dieta e smetta di compensare con i dolci tutte le tue insoddisfazioni”
Si sporse verso di lui e gli rubo’ la fetta di torta, cominciando a mangiarla di gusto.

***

ALCUNI ANNI DOPO

Molly Hooper attende impaziente sulla banchina della stazione.
Il treno e’ in orario, ma lei e’ arrivata con un po’ di anticipo e ora si muove nervosamente da un piede all’altro, cercando di ingannare l’attesa osservando la gente in arrivo e in partenza, ognuno con la  sua storia e la sua vita.
Ha vissuto quel momento decine di volte, negli ultimi anni, ma ogni volta non puo’ fare a meno di essere un po’ in ansia il che e’ francamente ridicolo, visto che non ha nulla di cui preoccuparsi: se ripensa agli ultimi tempi e a come e’ la sua vita ora, sa che non c’e’ nulla che vorrebbe cambiare perche’, come lui le aveva promesso quel giorno, sono arrivati insieme dove hanno voluto; con fatica, con tenacia... a volte con estrema difficolta’, nel tentativo di dare un senso alle loro vite e di legarle insieme. Ci sono state furiose litigate, accorate spiegazioni e riconciliazioni, fraintendimenti e incontri o telefonate mancati ma piu’ di tutto, ci sono stati loro due.
Il loro impegno e il loro desiderio l’uno dell’altra.
Sherlock Holmes e Molly Hooper hanno vissuto la loro piu’ importante avventura giorno dopo giorno, nella tranquilla cornice del Sussex, oppure nella caotica Londra: quasi nessuno, all’inizio, avrebbe scommesso su di loro, eppure ce l’hanno fatta.
L’unico consulente investigativo al mondo e la direttrice di uno dei piu’ importanti centri di ricerca sul cancro d’Europa.
John ha continuato a collaborare con Sherlock nei suoi casi (ne hanno avuti di veramente eclatanti e a volte pericolosi, riflette Molly con un brivido) e lui e Mary, sono di casa con i loro bambini nel Sussex: al matrimonio sono seguite due gravidanze ravvicinate... sono un maschietto e una femminuccia adorabili, curiosi, intelligenti  e solari come i loro genitori.
Sherlock permette loro di chiamarlo zio senza fare una faccia troppo contrariata.
Il professor Drewer si e’ ritirato a vita privata qualche anno fa, lasciando il suo incarico a Molly: lui e Sherlock non si possono certo definire amici, ma hanno sviluppato una sorta di rispetto l’uno verso l’altro... a volte si confrontano su qualche esperimento, piu’ spesso fanno lunghe passeggiate tra le scogliere. Con loro molte volte c’e’ il capitano Glaves, che e’ invece a buon diritto una persona piu’ gradita al consulente investigativo, sia quando gli chiede un aiuto occasionale, sia quando lo accompagna o gli indica nuovi posti da esplorare.
Con grande stupore di Molly, Sherlock Holmes si annoia molto poco nel Sussex.
Anche Mycroft si e’ spinto fino a li qualche volta e in un’occasione, a un pranzo carico di frecciatine e commenti ironici da parte di entrambi i fratelli, e’ seguita una camminata sulla spiaggia; Molly ha visto il maggiore dei fratelli Holmes fermarsi pensieroso a osservare l’orizzonte: le piace pensare, che forse anche lui stava ricordando i castelli di sabbia che faceva un tempo con il suo fratellino.
La Signora Hudson si e’ trasferita in Florida da qualche anno, insieme ad alcune amiche: sostiene che il clima caldo l’ha ringiovanita di dieci anni, ma che trovare del buon the e’ veramente un’impresa (ha imparato ad usare Skype, tra l’altro). L’anno scorso, Sherlock e Molly sono andati negli USA, dove lei ha tenuto una conferenza e lui ne ha approfittato per collaborare con l’FBI (gli americani sono stati ben contenti di averlo a loro disposizione, nonostante i suoi modi... no, quelli non sono proprio cambiati); hanno raggiunto la Signora Hudson gli ultimi giorni prima della partenza: Molly non e’ riuscita a convincere Sherlock a portarla a Disneyland, ma per lo meno sono stati in spiaggia. Lei ha piu’ volte insistito sull’utililita’ di mettere una crema protettiva dappertutto e lui ha sbuffato spazientito.
Alla sera, in albergo, dopo la doccia il suo naso era piu’ rosso di quello di un clown ubriaco: Molly e’ scoppiata a ridere ma poi si e’ affrettata a prendere dalla sua borsa una crema lenitiva, non prima pero’ di avergli scattato una foto con il cellulare.
Quando sono tornati e sono andati a cena da John e Mary, l’ha mostrata loro e ha provocato uno scoppio di risa convulse. A un certo punto, il Dottor Watson ha esclamato che Greg Lestrade avrebbe pagato a peso d’oro una foto del genere e nella sala e’ sceso un silenzio malinconico.
Il Detective Ispettore Gregory Lestrade e’ morto come e’ vissuto, come un uomo bravo e buono, nell’adempimento del suo dovere e non per la malattia, che aveva sempre dichiarato avrebbe combattuto fino alla fine.
In un certo senso, alla fine l’ha fregata.
Durante un caso, si e’ offerto in ostaggio durante le trattative per un sequestro di un mamma con la sua figlioletta: quando tutto sembrava gia’ risolto, uno dei rapitori ha perso la testa e gli ha sparato.
Quando Molly ha ricevuto la telefonata di John, si e’ precipitata a Londra e poi a Baker Street, dove ha trovato Sherlock in silenzio, seduto sulla sua poltrona. Lui non ha pronunciato parola per le tre ore successive e lei non gli ha chiesto nulla.
Quando e’ andata a letto, lui l’ha raggiunta nel cuore della notte e si e’ infilato sotto le coperte e, senza pronunciare una sola parola, l’ha stretta forte, come a voler trovare un appiglio.
Quella notte, Molly ha pianto abbastanza lacrime per entrambi.
Il giorno del funerale, Sherlock ha dichiarato che non avrebbe partecipato ad uno stupido ed inutile rituale: Molly ha ribattuto che dire addio ad una persona amata, non era ne’ stupido ne’ inutile.
E’ uscita sola e un po’ amareggiata da Baker Street.
Mentre piu’ tardi la funzione stava cominciando, lui e’ scivolato silenziosamente vicino a lei nel banco e le ha preso la mano, tenendogliela stretta per tutto il tempo.
Molly scaccia quei ricordi dolorosi, alla vista dell’uomo che scende con un balzo sicuro dal treno e viene verso di lei: se possibile, col tempo Sherlock Holmes si e’ fatto ancora piu’ misterioso e affascinante e lei non puo’ trattenere una smorfia, alla vista di una ragazza che si gira per osservarlo dopo che le e’ passato accanto, sul suo viso un’espressione di forte apprezzamento.
A un tratto, rimpiange di non essersi presa la briga di prepararsi un po’ meglio: e’ un pensiero irrazionale e stupido, lo sa bene... il tempo e’ stato generoso anche con lei (ok, forse ha qualche chilo in piu’ ed e’ sicura, di aver visto piu’ di capello bianco nella sua chioma ancora fluente) ma soprattutto, sa che Sherlock ha fatto la sua scelta.
Molto tempo fa.
Lui le si avvicina e sembra leggere i suoi pensieri, perche’ inclina la testa e assume quell’aria di biasimo di quando le fa notare l’inutilita’ delle sue insicurezze, ma prima che possa dire qualcosa, lei gli getta le braccia al collo e lo stringe forte.
Lui ricambia l’abbraccio e per un attimo, sulla banchina ci sono solo loro due.
Piu’ tardi, arrivano al villino e lui sorride nel varcare la soglia, lasciando cadere il suo bagaglio e guardandosi intorno con aria soddisfatta.
“C’e’ una sorpresa” gli dice Molly, incapace di trattenere oltre l’eccitazione.
Lui alza interrogativamente un sopracciglio, ma lei si limita a prenderlo per mano e a condurlo fuori sulla veranda, dove in un angolo c’e’ un’arnia pronta ad ospitare delle api.
“Avevano detto che la consegna avrebbe avuto tempi piu’ lunghi” commenta lui, avvicinandosi con gli occhi che gli brillano.
Molly non puo’ evitare un sorriso.
“Ho messo loro fretta” risponde “volevo... volevo che fosse qui per il tuo arrivo. Potrai cominciare subito il tuo allevamento”
Lui annuisce soddisfatto, mentre gira intorno alla struttura e calcola velocemente il necessario per iniziare. Ha un’espressione contenta.
“Grazie” le dice infine.
Molly annuisce e finalmente, la punta d’ansia che provava fino a poco prima sparisce del tutto.
Questa volta  e’ diverso, in fondo.
Questa volta, Sherlock Holmes e’ venuto per restare definitivamente.
“Benvenuto a casa” gli sussurra e lui le sorride.
 

Ok, basta. Davvero. Mi fara’ davvero piacere rispondere a qualsiasi commento vorrete lasciarmi.
Termino solo dicendo che questa storia e’ stata in parte ispirata dalla lettura de “L’avventura della Criniera di Leone” di Sir A. C. Doyle e da un errabondo e casuale viaggio su Internet, che mi ha portato a un sito chiamato “Speculation on the location of Sherlock Holmes’ Sussex retirement cottage”
Grazie a tutti!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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