Serie TV > Shameless US
Ricorda la storia  |      
Autore: groffgasm    13/04/2013    3 recensioni
[IAN/MICKEY] Missing moment 3x12. Mickey's POV.
Non voglio che lui vada via e non voglio che si faccia uccidere in qualche paese straniero del cazzo. Voglio che resti. Voglio che mi chiami nel cuore della notte solo perché gli va di sentire la mia voce. Voglio che mi racconti della sua giornata, di cosa succede a scuola o a casa. Voglio essere l’unica persona con cui scopi. Voglio che sia mio, e mio soltanto. Voglio sapere i suoi segreti e i suoi desideri. Voglio sapere i suoi sogni e aiutarlo a realizzarli. Voglio proteggerlo. Voglio renderlo felice come merita. Voglio che sia orgoglioso di me almeno la metà di quanto io lo sono di lui.
È quello l’amore?
Amo Ian Gallagher?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mickey dovette bussare due volte alla porta della camera di Mandy prima di ricevere un “Chi cazzo è?”
Il ragazzo esitò prima di rispondere. “S-sono io.” Balbettò timidamente. “Posso entrare?”
 
Mickey non era solito chiedere il permesso prima di fare qualcosa ma, date le circostanze, si sforzò di fare un’eccezione con sua sorella. Non voleva incasinare le cose più di quanto già non lo fossero.
 
“Che cosa vuoi?” gridò lei dall’altro lato della porta, e Mickey capì dal suo tono di voce che era ancora incazzata con lui.
 
Come darle torto, pensò. Ha ragione lei. Sono un coglione. Un codardo del cazzo. E non importa quanto mi sforzi, finisco sempre col fare del male alle persone che amo. È quello che so fare meglio.
 
Voglio fare qualcosa. Voglio rimediare. Ma come? E se fosse troppo tardi? Fanculo! Maledetto Gallagher! E maledetto me che ho lasciato che mi scopassi quella prima volta in camera mia!
 
Due anni erano passati da allora. Erano cambiate così tante cose. Ian e Mickey erano cresciuti. Forse troppo in fretta. E non per loro scelta. Era uno degli effetti collaterali dell’essere un ragazzo gay che vive nella South Side di Chicago.

Mickey lo sapeva. L’aveva sempre saputo. La sua irrefrenabile attrazione per Ian Gallagher non avrebbe portato a nulla di buono. Ma ciò che non avrebbe mai potuto immaginare erano i sentimenti che col tempo avrebbe provato per lui. Sentimenti così forti da star male fisicamente. Così forti da farti mancar l’aria. Così forti da farti dimenticare tutto il resto. Così forti da impazzire. Così forti da mettere la vita dell’altro davanti alla tua.

Avrebbe dovuto fermarsi quando ancora ne era in tempo. Avrebbe dovuto allontanare Ian quando ancora ne era in grado. Quando un suo singolo sorriso non gli cambiava la giornata. Quando ancora non conosceva il sapore delle sue labbra. Quando ancora vederlo non gli faceva battere il cuore all’impazzata. E invece no. Invece aveva abbassato le difese e aveva permesso a quel ragazzo di conoscere il vero Mickey. Quello capace di amare. Quello capace di essere salvato. E aveva permesso a se stesso di lasciarsi andare, di sognare un futuro migliore, lontano da tutto e da tutti. Un futuro in cui non era più costretto a nascondersi, a fingere di essere qualcuno che non fosse.

E poi all’improvviso tutto gli era crollato addosso. Mickey aveva aperto gli occhi e aveva realizzato di aver vissuto  un’illusione. Che non c’era via d’uscita. Che non aveva scelta. Che non poteva essere salvato. E ciò che era peggio, aveva trascinato Ian con sé nel baratro di distruzione e sofferenza che era la sua vita ora che Terry Milkovich sapeva.
 
“Ho bisogno di parlarti.”
 
Quella inaspettata verità che uscì dalle labbra di Mickey addolcì Mandy.
 
“Entra.”
 
Per un po’ nessuno dei due disse nulla. Fu Mickey a rompere il silenzio.
 
“Come lo sai?” chiese.
Mandy capì. “Il matrimonio. Durante il ricevimento era ubriaco fradicio. Improvvisamente ha cominciato a gridare dicendo che non era riuscito a starti lontano perché ti amava e poi ha lanciato una serie di insulti contro Svetlana. Lip è riuscito a trascinarlo via di lì in tempo per fortuna. Per un attimo ho temuto che qualcuno l’avesse sentito. Ma tutti erano troppo ubriachi per capire cosa stesse succedendo. Tutti tranne me.”
 
Mickey fissò il pavimento in silenzio perché non riusciva a guardare sua sorella negli occhi. Si sentiva terribilmente in colpa. Non era così che avrebbe voluto che lei lo scoprisse. Si meritava di più.  
 
“Perché non me l’hai detto?”
 
Ancora silenzio.
 
“Mickey, non me ne frega un cazzo se sei gay, bisessuale o etero, ok? Sei mio fratello e ti vorrò bene indipendentemente da chi ti piace scopare! Lo so che noi non parliamo mai di sentimenti o cose simili, ma pensavo che questo fosse abbastanza chiaro! E invece a quanto pare no! A quanto pare devo venire a sapere certe cose dagli altri perché tu non hai le palle per dirmele!”
“Volevo dirtelo!” gridò Mickey improvvisamente, come se le parole fossero stanche di restar bloccate in gola. “Volevo dirtelo…” ripeté ancora, stavolta sottovoce.
 
Mandy scosse la testa confusa. Aveva troppi dubbi, troppe curiosità e troppe domande che voleva fargli per capire meglio tutto ciò che era successo a sua insaputa tra suo fratello e il suo migliore amico. Ma c’era una domanda che più le premeva fargli. Il resto poteva aspettare. Ma questo no.
 
“Lo ami?”
 
Amore. Perché sono tutti così ossessionati dall’amore? È solo una parola del cazzo!
 
Mickey non sapeva nemmeno se era capace di amare qualcuno prima di conoscere Ian.
 
Non voglio che lui vada via e non voglio che si faccia uccidere in qualche paese straniero del cazzo. Voglio che resti. Voglio che mi chiami nel cuore della notte solo perché gli va di sentire la mia voce. Voglio che mi racconti della sua giornata, di cosa succede a scuola o a casa. Voglio essere l’unica persona con cui scopi. Voglio che sia mio, e mio soltanto. Voglio sapere i suoi segreti e i suoi desideri. Voglio sapere i suoi sogni e aiutarlo a realizzarli. Voglio proteggerlo. Voglio renderlo felice come merita. Voglio che sia orgoglioso di me almeno la metà di quanto io lo sono di lui.  
 
È quello l’amore?
Amo Ian Gallagher?
 
Mickey si asciugò una lacrima prima di guardare sua sorella negli occhi e risponderle sinceramente.
 
“Sì.”
“E allora perché hai sposato quella puttana russa? Che cazzo, Mickey!”
“Papà.”
 
E anche stavolta a Mandy bastò una sola parola per capire. Sapeva bene di cosa fosse capace Terry Milkovich.
 
“Devi fermarlo, Mickey. Solo tu puoi. Devi dirgli cosa provi.”
“Io non… non ci riesco… non sono nemmeno sicuro che basterebbe a fermarlo.”
“Devi almeno provarci! Per favore, Mickey… promettimi che ci proverai…”
E Mickey promise.
“Farei qualsiasi cosa per farlo restare.”
 

 
Mickey si stava fumando la sua quarta sigaretta della mattinata quando si accorse che Ian stava finalmente arrivando. Lo stava aspettando alla fermata del pullman già da un paio d’ore. Non era riuscito a chiudere occhio quella notte. Troppi pensieri. Troppa paura.
 
“Gallagher!” gridò Mickey per farsi notare, quando ancora il rossiccio si trovava dal lato opposto della strada.
 Ian gli andò incontro sorpreso e irritato.
“Mickey, che diavolo ci fai qui?”
 
La reazione di Ian non fu esattamente quella che Mickey aveva sperato di ottenere. Non che avesse immaginato qualche corsa in slow motion tipica dei filmetti che tanto piacevano a Mandy. Ma perlomeno aveva sperato di vederlo sorridere nel trovarlo lì. Invece Ian gli stava davanti con la stessa espressione impassibile del giorno prima. E Mickey la odiava.
 
“Cerco di salvarti la vita... di nuovo. Prego eh.”
“Di nuovo?”
“Sì, di nuovo! Perché nel caso in cui non te ne fossi accorto, l’unico motivo per cui ho sposato quella puttana russa è per impedire che mio padre uccidesse prima me e poi te, testa di cazzo! Proprio non ci arrivi, eh?”
“No, non ci arrivo. Non me ne frega un cazzo del perché tu l’abbia sposata. L’hai fatto, è questo che conta. L’hai fatto nonostante io ti abbia pregato di non farlo, provando ancora una volta che non te ne frega un cazzo di me.” Ian accorciò la distanza tra di loro con due passi in avanti. “E ora spostati. Ho un pullman da prendere.”
“Tu non vai proprio da nessuna parte invece!” gridò Mickey tirando il petto in fuori.
“Cosa hai intenzione di fare? Vuoi picchiarmi ancora?”
 
Ian fece cadere la sua sacca a terra come per essere pronto al peggio.
 
“Avanti, fallo! Ma stavolta sappi che non me ne starò fermo impalato.”
“Non dire puttanate! Non voglio picchiarti!”
“Perché no? Dopo tutto, i tuoi pugni non mi faranno più male dei tuoi silenzi. Avanti, colpiscimi!”
 
Ian gli porse la guancia destra come invito a colpirlo.
 
“Fammi male… è ciò che sai fare meglio.”
 
E Mickey scattò. Lo spinse e lo fece indietreggiare di qualche centimetro. Ian rispose con un sorrisetto beffardo e la cosa mandò Mickey su tutte le furie. Così lo spinse ancora, stavolta più forte.
 
“Tutto qui ciò che sai fare?” lo sfidò Ian.
“Vaffanculo, Gallagher!” gridò Mickey prima di ritrovarsi improvvisamente per terra. Ian l’aveva appena messo al tappeto usando una delle mosse speciali imparate all’addestramento. Poi lo afferrò per il colletto della camicia e gli sferrò un pugno. Poi un altro. E poi un altro ancora.
Si fermò solo quando si accorse delle lacrime. Mickey Milkovich stava piangendo. E non era a causa dei pugni.
 
“Va’ a casa, Mickey.” disse lasciando andare la presa. E sul viso di Ian ora trapelavano mille emozioni diverse. Ma soprattutto dolore e senso di colpa.
Mickey tirò su col naso e si asciugò le lacrime prima di tornare in piedi.
“Non voglio.” riuscì a dire con la voce spezzata e il naso sanguinante.
“E che cosa vuoi allora?”
 
Eccolo qui. Il suo momento. Quello per cui era venuto. L’occasione di dire la verità, di dire cosa provava. Sapeva cosa voleva, ma le parole facevano fatica a superare la gola. Silenzio. Solo silenzio.
Anni di silenzi. Anni di bugie. Anni di paura. Mickey non si sentiva forte abbastanza da abbatterli.
Ma aveva promesso. Aveva promesso a Mandy e aveva promesso a se stesso.
Perciò continuò a lottare e si sforzò con tutto se stesso finchè il Mickey capace di amare, il Mickey capace di essere salvato, non l’ebbe vinta.
 
“Voglio che tu resti. Per favore. Resta.”
 
Ian, che già gli aveva voltato le spalle per andar via, si fermò ma non si voltò.
 
“Perché?”
“Perché ci tengo a te.”
“Non è abbastanza.”
“Cosa vuoi che ti dica, Ian? Cosa vuoi che ti dica per farti restare?”
 
A quel punto Ian si girò.
 
“Lo sai. Dillo.”
 
Mickey capì e lo disse. Ammise la verità che tanto a lungo aveva tenuto dentro di sé. L’unica verità che sarebbe bastata a far restare Ian.
 
“Ti amo… e sono gay.”
 
Mickey era calmo, sereno, come se si fosse tolto un peso enorme. Non si era mai sentito meglio in vita sua. Non aveva più paura. Era felice. E il sorriso che si formò sul volto di Ian gli fece capire che non era il solo a sentirsi così.
 
Ce l’ho fatta, pensò Mickey.
 
Ian gli si avvicinò, afferrò il suo viso tra le mani e lo baciò. Un bacio tenero, passionale. Il bacio del vero amore.
Mickey si lasciò trasportare dal piacere che solo Ian poteva dargli e quando le loro labbra si staccarono, lo guardò dritto negli occhi.
 
“Ho fottutamente bisogno di te, Gallagher. Non ti azzardare a lasciarmi da solo ad affrontare questa situazione di merda in cui ci troviamo, ok?”
Ian annuì. “Non vado da nessuna parte.”
“Bene.” rispose prima di avvicinarlo a sé e riprendere a baciarlo.
 
Chi l’avrebbe mai detto che un bacio potesse essere così bello?
Poi però si fermò improvvisamente.
 
“Mi hai spaventato a morte, porca puttana! Te ne rendi conto?”
Ian sorrise. “Devo spaventarti a morte più spesso allora.”
“Fanculo!”
 
Tornarono ancora a baciarsi, più intensamente e più ferocemente di prima. Stavolta però fu Ian a fermarsi.
 
“Ah e… Mickey? Ti amo anch’io.”
 

 
Nota: pensavate di esservi liberati di me, eh? XD e invece eccomi qui ancora a scrivere su questa coppia tragica ma tanto tanto bella. Non mi sono ancora ripresa dal season finale e non credo che lo farò mai. Ora ci tocca aspettare 9 mesi prima della quarta stagione... LET ME DIEEEEEEEEE. Ma non perdo la speranza. Credo in loro. Credo nel loro amore. Grazie a tutti voi che avete letto questa one-shot, spero tanto che vi sia piaciuta :) Un abbraccio. Giulia.
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shameless US / Vai alla pagina dell'autore: groffgasm