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Autore: justalittlepatience    13/04/2013    1 recensioni
Bene, è la prima cosa che pubblico su questo sito, e spero non l'ultima. E' una riflessione, anzi, più che altro il flusso dei miei pensieri, su dei cambiamenti, sul non volerli accettare, su una relazione strana, ma a dire il vero, su un po' di cose, tutte quelle che mi vengono in mente. Insomma, spero che vi piaccia. Avverto che non è affatto raffinato, anzi può risultare un po', come dire, grezzo, ma è il mio modo di scrivere. Ah, e non ho la più pallida idea del perché sia andata a capo in quel modo. Recensite, per favore, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dall'alto del suo trono
un  groviglio di lenzuola
probabilmente sporche del passato di qualcun altro
mi guarda, fumando la sua sigaretta in silenzio, graffiandomi con i suoi occhi verdi.
Le sue labbra sottili un attimo chiuse attorno alla sigaretta
quello dopo che espirano il fumo.
Eccole lì, ora, curve in un sorriso bastardo.
E quegli occhi dannati, in quel viso innocente.
Potrebbe quasi sembrare un bambino.
Anche se probabilmente l'avrebbero ucciso alla nascita se fosse nato nel Medioevo.
Tremo quando si avvicina beffandosi delle lenzuola che scivolano sulla sua pelle.  
Striscia come un serpente, ma quando è ormai vicino a me
terribilmente vicino
scopre i denti in un ghigno felino.
Adesso è una tigre.
La sua mano si appoggia sulla mia coscia risalendola.
Mi fa quasi male. Che cosa facciamo? Io dicevo che era terribilmente squallido farlo in un motel. Uno di quelli di infima categoria, poi.
Quelli con l'insegna cadente.
Quelli con la scritta illuminata per metà e nessuno dietro il banco quando entri. Che devi stare lì dietro mezz'ora. Come se mi costasse. Come se avessi dietro chissà cosa.
Non ho dietro proprio un cazzo. Eravamo in macchina e ci è solo venuta voglia di scopare. Cosa c'è di più romanticamente squallido che fermarsi in un motel?
Ma a me va bene anche quando stiamo soli insieme. Quando tu ne stai lì scazzato con la sigaretta in bocca e mi accarezzi distratto una coscia mentre io scarabocchio i miei pensieri contorti su un foglio con i miei disegnini di merda. Sono io a non aver capito niente. Sembrano carini da lontano, poi ti avvicini e ti accorgi che non hanno niente di speciale.
Anzi, a dirla tutta fanno altamente cagare.Tipo quella specie di macchia verde informe, che cosa dovrebbe rappresentare?
Non è un verde brillante quanto quello dei tuoi occhi. Verde annegato nelle pupille, cosa ti sei fumato? Non mi piace che non vuoi mai condivere con me le tue canne, egoista del cazzo.
Smettila di guardarmi come se mi amassi. Copriti, vestiti, tieni quel corpo e quelle mani lontani da me, non voglio che facciano male al mio cuore un attimo di più.
Il mio cuore. Ma per favore.
E smettila di sbattermi contro il muro con quegli occhi. Sono troppo verdi, sono troppo..impenetrabili, io non riesco
a.
Smettila.
Ti urlo in silenzio di andartene. Ti voglio dimenticare.
Voglio sentire la mancanza della nostalgia di te, voglio far finta di essere dispiaciuta peché te ne sei andato.
Te n'eri andato
ed eri a dieci minuti di distanza
te n'eri andato
e c'era più spazio.
Non capivo perché provassi dolore e ci sono annegata
passo dopo passo
lentamente.
Finché non mi sono trovata col cappio al collo.
Sbattuta contro una scatola di plastica
in uno squallido pullman
lo squallido pullman
di questa squallida città
che non voglio lasciare.
Con le tue patetiche cuffie blu
dovrebbero essere nere
anonime
e già questo non va
con qualcosa di incredibilmente pesante che continua a fare su e giù
dalla tua gola
alla tua pancia.
E non c'è altro modo di tirarla fuori che sputarlo
sputarlo fuori
Ma le signorine perbene non lo fanno e
e così sbatti le palpebre, sfoghi un centesimo di quel peso allucinante con i tuoi occhi.
Non serve a un cazzo.
No, non è vero, perché quel peso lo tengo ancora orgogliosamente (quanto è stupido esserne orgogliosi) nel petto. Si è assopito.
Ogni tanto si risveglia.
Ma ho imparato a farlo stare zitto. Ad imbavagliarlo. E non chiedetemi come perché non ne ho la più pallida idea.
Dipende.
Ci sono volte in cui mi preparo già la scusa nel caso un pezzetto riesca a scappare.
Altre volte basta dire che hai il raffreddore per giustificare che stai tirando su col naso da mezz'ora ogni due secondi.
Ho paura.
Ho paura che la pioggia non mi piaccia lì come qui.
Ho paura di perdermi.
Ho paura di dimenticare.
Sono arrabbiata perché nessuno
ha il diritto di strapparmi via tutto
tranne la musica
nessuno
può lasciarmi senza fiato
tranne lui
nessuno
può pugnalarmi alle spalle
tranne lui
quando fa lo stronzo.
Nessuno.
Non è giusto.

  
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