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Autore: BreathE    14/04/2013    7 recensioni
"[...]Improvvisamente, tutto si fece calmo, sentii come se il mondo diventasse improvvisamente bianco e nero, e l’unico colore che splendeva, era l’ambra di quello sguardo. Non era più il sole a darmi calore, ma lui. Sentii come se un laccio di diamante fosse uscito dal mio cuore, strattonandolo, stringendolo, e l’altra metà, fosse collegata a lui. Indissolubile. Era appena diventato il centro del mio mondo lui, un vampiro[...]"
[Jacob/Edward]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Edward Cullen, Jacob Black | Coppie: Edward/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il senso di ogni giorno



« Scusami, ma la voglia di sentirti era incontrollabile
dirti tutto in quel momento era impossibile. Era inutile
Scusami, se ho preferito scriverlo, che dirtelo, ma non è facile dirti che
sei diventata il senso di ogni mio giorno, momento, perché...perché sei fragile
Scusami, se io non sto facendo altro che confonderti,
ma vorrei far di tutto per non perderti, voglio viverti
Parlami, ma ti prego di qualcosa oppure stringimi
ho paura del silenzio e dei tuoi brividi, e dei miei limiti
»
- Quello che non ti ho detto (Scusami) ; Modà


-Vuoi sapere cosa penso che tu dovresti fare?- mormorò una voce suadente proveniente a pochi centimetri dal mio viso.
Perchè in quella casa ovviamente gli spazi personali non erano altro se non un'optional
-No- dichiarai senza esitazione scoccando uno sguardo ad Alice davanti a me che mi stava osservando fare colazione con un recipiente da insalata che stavo utilizzando come tazza.
O meglio, che la mamma-vampiro mi aveva consegnato come tazza.
Da quando mi ero praticamente “trasferito” da loro, lei, Esme, mi accudiva quasi fossi un altro dei suoi figli adottivi. Ed ogni volta che mi scusavo per i soldi che gli facevo spendere, dicendo che potevo sempre cacciare sotto forma di lupo, lei negava dicendo che grazie a me, il cibo che comprava non stava lì solo per “finzione” e che si divertiva molto ad imparare nuove ricette culinarie.
-Credo che tu dovresti farti desiderare- disse sporgendosi sul tavolo mentre io alzavo gli occhi al cielo.
-Non avevo forse chiarito, di non desiderare la tua opinione?- commentai sarcastico senza badare all’altezza del tono. Erano tutti usciti, a caccia, solo Alice era rimasta per ”tenermi compagnia” aveva detto, ma mi sembrava che fosse rimasta più per un proprio tornaconto che per me.
-No davvero Jay Jay…-
-Non ti avevo forse anche detto che non puoi chiamarmi “Jay Jay”? è orrendo!- la supplicai per un attimo con lo sguardo, tornando alla mia scodella di cereali.
-Ma Edward adesso ti chiama Jake! Ed anche  Esme! Per non parlare di Emmett … - brontolò mentre gli lanciavo un’occhiata che significava: “E allora?”
– E allora io non ho più un soprannome tutto mio per te-
-Mi chiamano Jake da quando sono nato- gli feci notare, passandomi la lingua tra le labbra, per eliminare le tracce di latte.
-Sì ma io ero l’unica di Forks … Poi ha iniziato Bella, ma almeno ero ancora l’unica vampira- mormorò tracciando dei cerchi con l’indice sul tavolo. Ridacchiai a quella vista, mentre contavo i secondi:
Uno. Due. Tre. Quattr-” –Comunque!- esclamò ritrovando improvvisamente tutto l’entusiasmo.
-Ascoltami è un piano g-e-n-i-a-l-e! Certo, forse un po’ vecchio stampo ma lo è anche Edward no?!- domandò retorica con un sorriso saccente.
-E questo piano geniale sarebbe … ignorarlo- ripetei osservando il latte che si apriva al passaggio del cucchiaio.
-Esattamente! Tu lo ignori, passi il tuo tempo con me, Emmett, Esme, Carlisle, Jasper….ed ignori completamente Edward! Scommettiamo che nemmeno un giorno e ti viene a cercare lui?- ribadì gongolante.
Sospirai per un attimo, mentre finivo la mia colazione, incrociando lo sguardo di Alice:
-Dici?- chiesi mentre il suo sguardo si addolciva, passandomi un braccio gelato attorno alle spalle ed annuendo.
Alice era l’unica dei vampiri che mi toccava con tutta quella familiarità, come se io non sentissi il gelo, come se lei non sentisse il fuoco.
Eravamo due semplici amici, forse, io troppo scostante e lei troppo esuberante.
Edward invece, non mi aveva più toccato dal giorno nella pianura:

-Emh…Meglio?- mi chiese dopo qualche minuto, quando finalmente gli ululati erano cessati.
Rimasi ancora per qualche secondo con la testa infossata nell’incavo del suo collo. Il suo corpo era freddo, e il suo tocco non faceva altro che mandarmi brividi lungo la spina dorsale, eppure, non accennavo ad allentare la mia presa sulle sue spalle.
Quell’odio che avevo sentito proferire dai miei compagni, quella violenza che continuava ad echeggiare nelle mie orecchie… Temevo che non sarebbero mai sparite, che avrei continuato a sentirne il peso per sempre, come adesso, sentivo la loro rabbia anche se la notte, era tornata silenziosa.
Sentii Edward muoversi nella mia presa, come se volesse allontanarsi, ed io istintivamente, mi strinsi di più a lui.
–Non andartene- mormorai sentendo la mia voce soffocarsi sul suo petto –Ti prego lasciami restare così … ancora un po’- supplicai con voce strozzata, spremendo fino all’ultima goccia il mio autocontrollo, per non lasciar fuoriuscire ulteriori frasi. Le sue braccia si riavvicinarono lentamente verso la mia schiena, e sentii una sua mano salire, fino alla mia nuca, carezzando piano i capelli che si stavano allungando troppo.
-Vieni a casa con me Jacob, lasciati aiutare- bisbigliò al mio orecchio, scossi la testa, mentre sentivo Edward alzarsi lentamente, portandomi con se, continuando a cullarmi in quell’abbraccio
–Andrà bene vedrai… Vieni a casa-


-Oh Jake sono tornati!- la voce di Alice mi riportò alla realtà, mentre un Emmett sorridente, mi raggiungeva in cucina, proponendomi l’ennesima sfida.


 
-Cane!- tuonò una voce oramai familiare nel salotto dove stavo spiegando con delle pedine degli scacchi, le strategie dei licantropi a Jasper.
Era strano parlare con lui, persino inquietante in alcuni momenti.
Ero certo, che fosse il miglior combattente della famiglia e mi domandavo se in uno scontro vero, Edward sarebbe riuscito a tenergli testa, anche con il suo dono extra.
-Cosa c’è folletto?- domandai atono senza rivolgergli una vera attenzione.
-Perché mi fai questo Jake?- domandò con voce petulante avvicinandosi a me e al suo compagno, con un passo di danza che sarebbe dovuto apparire sostenuto come la marcia di un soldato.
-Alice dubito che Jacob sappia di cosa stai parlando- venne in mio soccorso Jasper  con un’aria divertita.
Solo Alice riusciva a strappargli quell’espressione. Riuscivo a vederlo, in lui più di altri, quanto fosse profondo l’amore che provava verso la vampira e tutte le sue bizzarie.
Perché l’amore verso Rosalie di Emmett, si comprendeva dai suoi sguardi di fuoco e dal tocco possessivo della sua mano quando ritornavamo sull’argomento “volturi”.
Carlisle invece, riusciva ad amare tutti, me compreso ne ero certo. Era come se lui e la sua compagna, fossero una coppia fatta d’amore, con così tanta abbondanza, da volerlo elargire anche a coloro che gli erano attorno.
Ma Jasper no, lui guardava Alice come se non potesse vedere nient’altro, come se il sole, paragonato al viso della sua compagna, fosse un’umile torcia, che non poteva neppure sperare di attirare la sua attenzione.
Era protettivo verso di lei, perché nonostante fosse un vampiro Alice appariva così piccola e fragile, ma non come Bella mi aveva raccontato di Edward:
A volte, mi guarda come se avesse paura di rompermi solo con la carezza di uno sguardo- mi aveva detto una volta.
Tutt'altro, perchè il biondo era consapevole che Alice era una vampira, e per niente friabile, anzi, persino combattiva.  Per questo la rispettava, come ero certo che un uomo ed una donna umani, non sarebbereo mai riusciti a fare.
-Ma Jaze! Era il mio turno volevo andare a caccia con Edward! Invece lo vedo! Domani avrà ancora gli stessi occhi neri e indovina? Se penso a lui stasera non vedo niente!- si lamentò sbuffando, facendo ridacchiare il suo compagno.
In compenso io dubitavo fortemente che Edward avrebbe passato la sua serata con me.
-Magari  vorrà solo passare dalle parti di La Push- ipotizzai alzando le spalle –Magari ci andrà Bella e lui ancora non lo sa- aggiunsi meditabondo spostando la regina (che rappresentava Sam dinanzi all’intero branco)
-Quindi tu hai lasciato volontariamente  il posto di Alpha a Sam, nonostante fosse tuo per diritto di nascita- continuò grave Jasper  riportando la sua attenzione su me e la scacchiera, mentre invitava Alice a sederglisi su una gamba, e la sua mano tracciava la schiena di quel piccolo vampiro come fosse una lenta e regolare carezza, intenta a rilassarla.
Ed effettivamente sembrava funzionare, avrei giurato che a breve la moretta avrebbe iniziato a fare le fusa.
-Non ho alcun interesse all’essere io il capo. E adesso posso ritenermi ancor più soddisfatto della mia scelta. Per come ha reagito il branco se…se io fossi stato l’Alpha…- mormorai corrucciando le sopracciglia. Consapevole, che hai due vampiri dinanzi a me, non occorreva la dote di Edward per leggermi nel pensiero in quel momento.
Percepii le mie emozioni cambiare, fin quando mi risultarono talmente da forti, da chiedermi perché dovessi  sentirmi in colpa quando invece stavo così…bene.
-Le tue manipolazioni mi faranno diventare pazzo Jasper- sbuffai ironico socchiudendo per un attimo gli occhi.
-Io l’ho scoperto anni fa che il suo utilizzo prolungato causava dipendenza- sussurrò dolcemente Alice, carezzando la guancia del suo compagno con il dorso della mano.
Mi lasciai cadere all’indietro, rischiando di rotolare sul pavimento.
Avere dei vampiri che si preoccupavamo per me, era decisamente contro natura.
-Non ho alcuna voglia di vedervi amoreggiare, perciò mi ritiro- dissi alzandomi e dirigendomi verso la porta, chiedendomi quanto ci avrebbero messo Rosalie ed  Emmett a tornare dalla caccia, magari avrei potuto proporre al vampiro l’ennesima sfida, giusto per non morire di noia.


*
Tre Giorni.
Erano passati tre lunghissimi giorni da quella sera.
Da allora, Jake viveva da noi, non si lamentava mai, non faceva commenti sgradevoli , beh tranne con Rosalie ma aveva tutta la mia comprensione, e, al contrario di ciò che mi ero aspettato inizialmente:
Non passava con me le sue giornate.
Tutt’altro. A confronto, Carlisle che stava fuori fino alla sera tardi per i turni in ospedale, lo vedeva il doppio.
Jake mi parlava solo se interrogato, e a dispetto ciò che avevo detto ad Alice pochi giorni prima, aveva ripreso a nascondermi i suoi pensieri. E dovevo ammetterlo odiavo quella situazione.
A scuola non avevo quasi degnato Bella di un discorso completo, solo qualche parola di cortesia, l’unica cosa che volevo fare, era tornare a casa, per vedere se quel dannato cane, stavolta si sarebbe degnato di aprire bocca ma niente.
Passava un sacco di tempo solo con Alice.
Avevo anche provato a chiedere a Jasper perché non ne fosse geloso, ma il mio adorato fratello…mi aveva praticamente riso in faccia. Certo, lo aveva fatto nel modo tremendamente controllato, tipico di Jasper, ma lo aveva fatto.
Effettivamente, Jacob passava molto del suo tempo anche con Jasper, quest’ultimo adorava lo stile di “caccia” dei lican, per quanto rozzo, e si faceva spiegare tutto.
Emmett invece ne richiedeva sempre un atto pratico.
Nonostante Jake non si trasformasse, e quindi partisse notevolmente svantaggiato, accettava sempre la sfida del  vampiro.
La prima volta che aveva battuto era stato impagabile …
Nascosi un sorriso con un gesto della mano, ricordando l’espressione furiosa di Emmett,  mentre attiravo l’attenzione dei miei fratelli attorno il tavolo della mensa.
Cos’ha fatto l’umana stavolta?” sbuffò Rosalie esprimendo in una domanda diretta al sottoscritto, un pensiero comune. Certamente nel suo era l’unico nella quale potesse trovarsi  l’odio.
Emmett era disinteressato, ancora ad escogitare una nuova tattica da proporre a Jacob una volta a casa, Jasper stava ripassando mentalmente tutte le informazioni ottenute dal lican. L’idiota gli aveva detto che in caso, sarebbe venuto con noi in Italia …
Alice, anche lei pensava al licantropo, e allo shopping. I suoi pensieri erano piene di domande tipo “Cosa gli starebbe meglio?” mentre ripassava varie riviste di moda.
Questo non lo racconterò a Jake oggi” pensò tristemente guardandomi come se fossi io il colpevole.
-Si può sapere perché nessuno di voi sa fare altro, che non sia pensare a quel cane?- domandai irritato prima che Alice scattasse, rimproverandomi per la terminologia.
-Oh suvvia Edward,Jacob non ci chiama più succhia sangue perché tu devi continuare ad offenderlo?- domandò pacato Jasper con, ne ero certo, una lieve ironia di sottofondo.
Lo odiavo, davvero lo odiavo quando faceva il superiore. Soprattutto, quando aveva ragione.
-A me mi ci chiama ancora- obbiettò Rosalie ricevendo un sospiro dal suo ragazzo, mentre io annuivo distrattamente.
Stavo regredendo mentalmente, non ero mai stato così infantile, da gioire per una dichiarazione di Rosalie.


-Jake!- urlò Alice saltando tra le braccia del licantropo che storceva il naso per la folata di odore.
–Ti sono mancata vero? La mattinata senza di me è stata tremendamente noiosa lo so!- esclamò scompigliandogli i capelli mentre Jake, si limitava ad un’espressione esasperata.
-Quando credi che inizierà a smetterla Jasper?- domandò il lican guardando il compagno del folletto che era ancora ancorato alle sue braccia.
Notai che quella era la prima volta che lo chiamava per nome, lentamente, avevo iniziato a non essere più l’unico vampiro con tale favoritismo.
Strinsi inconsciamente entrambe le mani a pugno nelle tasche a quella realizzazione.
-Non ne ho idea ma, Jake vorresti venire con me?- chiese il vampiro biondo indicando il folto del bosco. Mi stava oscurando i suoi pensieri lo sentivo, ogni volta che mi concentravo su di lui, qualche emozione mi colpiva differente, facendomi distrarre.
Sapevo solo, che gli avrebbe parlato da solo poiché Jasper aveva esplicitamente pensato, ad uno sprazzo di bosco, qualche miglio più in là.
Edward” lo sentii gridare nel pensiero.
Decisamente non era esperto come sua sorella in quel tipo di conversazioni: “Seguici
Mi voltai verso di lui, incrociando solo la schiena , osservandolo disorientato, mentre spariva nel folto del bosco assieme a Jake.
Aspettai qualche minuto, prima di partire al loro inseguimento, rimanendo sufficientemente distante, per non essere fiutato dal licantropo mentre  mi arrampicavo su un albero, sfruttando la mia vista, e udito, per carpire la loro conversazione.
-Mi dispiace Jasper- mormorò Jacob abbassando il capo affranto, come se con lui, potesse mostrare il suo “vero” aspetto.
-Non devi scusarti Jacob, lo so che è stata un’idea di Alice ma, stai iniziando a sopraffare anche me e…- vidi il vampiro posare una mano sulla spalla di Jacob, mentre lui manteneva il suo sguardo basso ed annuiva.
Che cosa stava succedendo?
Perché Jacob si stava dimostrando così debole proprio davanti a lui?
Avrebbe dovuto farlo con me, solo con me, perché io avrei potuto alleviare il suo dolore solo con una carezza ed invece lui…
E perché Jasper lo stava toccando? Era restio al contatto fisico con tutti, tranne che con Alice, quindi… perché stava toccando Jake come se fosse una cosa oramai familiare?
-Jake è straziante, è come se tu stessi morendo dentro, perché continui? Va da lui, parlagli, non capisco…perché vuoi essere così autolesionista?-
-Non lo faccio solo per le parole di Alice. Cioè all’inizio sì… tipo i primi tre minuti-  tentò di scherzare con un  sorriso fin troppo amaro per poter ingannare chiunque
– Lo faccio per lui. So di non essere la persona migliore, voglio che lui possa stare con Bella, esattamente come desidera. Voglio vederlo felice Jasper io… Voglio essere migliore. Fidati, non è così doloroso come pensi… Cercherò di starti lontano ok? Così non graverò troppo su di te- aggiunse alzando il suo sguardo pece, in quello miele dell’altro.
Affondai le dita nel ramo alla quale mi stavo tenendo, quindi era per questo…
Per quel motivo quell’idiota continuava ad ignorarmi e…”Edward” alzai lo sguardo sulle due figure, ma la bocca di Jake era ancora sigillata, riuscivo a sentirli, i suoi pensieri; nonostante da quella distanza non riuscissi ad udire neppure quelli di Jasper alla quale ero abituato, riuscivo a sentire i pensieri di Jake.
Dio mi manca così tanto…
 –Jacob, stai cadendo a pezzi, sei solo un ragazzo, stai già soffrendo per il branco, non gravarti anche di questo- disse Jasper prima che il ragazzo annuisse e gli chiedesse di andarsene.
“Prenditi cura di lui Edward” sentii pensare a Jasper mentre sfrecciava sotto di me, diretto alla nostra abitazione.
Scesi lentamente, attento a non procurare rumore, mentre mi avvicinavo a quello che poteva sembrare, data l’immobilità, una statua di sale, di Jake.
-Posso farcela…devo farcela. Quil lo fa con Claire, niente di più che un fratello maggiore… Io per lui non sarò niente di più che un amico, qualcuno sulla quale appoggiarsi se mai avrà bisogno di qualcosa- il giovane lican parlava aspirando l’aria attraverso i denti serrati, con i pugni che pendevano lungo i fianchi dando così l'impressione, che persino le sue stesse parole stessero riuscendo a ferirlo.
Continuai a camminare adagio certo che se il vento avesse cambiato direzione, Jake avrebbe finito per fiutare il mio odore.
Tanto valeva annunciarsi, non mi sembrava una buona idea prenderlo così vulnerabile, preferivo dargli il tempo per riprendersi, per nascondermi quanto stava male in realtà.
Così che la mia coscienza fosse ancora leggera e la sua pesante. Non era giusto… Era solo un ragazzino.
-Jacob- mi annunciai mentre lui alzava lo sguardo su di me illuminandosi.
Ma quella luce scomparve in fretta dal suo sguardo, come se l’avesse velata. Quanto si era costretto a crescere in soli tre giorni?
-Edward forse dovresti andare a caccia sai? I tuoi occhi stanno diventando troppo scuri, Bella finirà per notarlo ancora- mi ricordò Jake.
Già Bella… lui era sempre riuscita a capirla con sorprendente facilità.
Nonostante non vivesse da un secolo, e non leggesse i pensieri di tutti nel raggio di un kilometro.
-Credo che Bella noterà più la tua assenza che i miei occhi- lo ripresi invece, continuando ad avvicinarmi con un passo lento e cadenzato.
-Pensi che la smetterai mai di maledire quel giorno?- domandai ascoltando il flusso dei suoi pensieri, bloccandolo sul nascere mentre ripensava a quando aveva incrociato per la prima volta il suo sguardo con il mio, causando così l’imprinting.
-Non fin quando sarai tu a portargli tanto rancore-
-Non dire stupidaggini sei tu che odi l’idea di esserti innamorato di un ragazzo-
-Non lo nego, io … Non volevo avere l’imprintig, avevo Bella, alla fine lei avrebbe capito che ero io il ragazzo più giusto per lei. Ma non è andata così, ho imparato ad accettarlo Edward- sospirò infine con uno sguardo troppo profondo per un ragazzo di soli sedici anni.
Ma non potevo fare altrimenti, io non ero innamorato di lui, e non avevo alcun interesse nell'esserlo. Lui non era quello giusto, nessuno lo sarebbe mai stato.
Neppure Bella lo era e lo sapevo, e forse quelle strane vicende erano state l’ideale, perché mi avevano permesso di allontanarmi dalla ragazza anche se in modo inconscio.
-Smettila Edward!- non aveva davvero urlato, il suo tono di voce era basso ma imperioso. Solo non era stato il tono a stupirmi, quanto più, il modo in cui pronunciò il mio nome.
Sembrava che avesse quasi ringhiato la prima lettera, ma nell’iniziare la ”E” il ringhio si era trasformato quasi in un leggero guaito, come qualcosa che ti feriva nell’anima.
Jake non mi aveva mai ricordato tanto un cucciolo come in quel momento, gli occhi offuscati da una patina che speravo fosse rabbia e non dolore, le labbra dischiuse, mentre ispirava dalla bocca, e le sue spalle si muovevano su e giù allo stesso ritmo del suo respiro.
-Smettila- insistette passandosi una mano sul viso segnato dalla stanchezza.
–Sei un vampiro va bene! Ma ti prego smettila di commiserarti tanto. Sei buono per la miseria! Non bevi sangue umano, sei forte quanto Carlisle e lo sai, non importa quanto continui a negare … Ma se anche così non fosse … Hai mai visto un giaguaro sentirsi in colpa nell’abbattere un capriolo dannazione?!-
-E’ impossibile che accada perchè giaguari e caprioli hanno habitat completamente diversi- risposi istintivamente mentre Jake sbuffava, battendo persino un piede come se fossi stato io l’asino in geografia.
-Davvero Edward,ti sembrava il momento di dare sfogo al tuo lato da insegnante?- domandò con una nota incrinata nella voce che non riuscii ad interpretare meglio se non come "isteria".
-E’ solo che...- cercai di ribattere mentre lui scuoteva piano la testa, e la medesima ombra di prima tornava a veleggiare sul suo viso.
-Vorrei solo che tu potessi vederti nello stesso modo in cui ti vedo io, in cui ti vediamo tutti noi …- mormorò come se fosse il suo ultimo respiro mentre mi ritrovavo a muovere un altro paio di passi nella sua direzione senza neppure accorgermene.
-Jake io… Non posso darti ciò che vuoi, non sono innamorato di te- mormorai cauto, sentendo quello che un tempo avrei potuto definire delle “farfalle nello stomaco” tanto mi sentivo agitato nel pronunciare quelle parole.
-Lo so- disse mentre le sue spalle si arcuavano ancora un po’, sotto dell’ulteriore peso.
–Ma va bene così, io, davvero Edward non chiedo altro… Tu sei praticamente stato creato per venire amato, non se ne può fare a meno, e so che per te queste parole potrebbero non avere significato per la storia dell’imprinting e va bene… Voglio solo tu sappia che non dovrai sentirti a disagio, io ci riuscirò, posso farlo. Posso vederti semplicemente come un amico, un fratello- disse con voce più ferma.
Eppure perchè mi sembrava che stesse ancora cercando di convincere se stesso?O forse ero io così crudele da volerlo credere?
Quanto miserabile desideravo diventasse perchè non lo volessi io, ma non potesse averlo neppure nessun altro?
-Fratelli- sancii quasi a cercare di sostenerlo, poggiando una mano sulla sua spalla.
-Fratelli- ripetè Jacob con sicurezza, ed una scintilla di pura felicità che gli illuminava lo sguardo e prima che potessi rendermene conto, Jacob non era più dinanzi a me, ma direttamente tra le mie braccia. In una posa così naturale che anche se mi sembrò di essere al centro di un incendio, l’unica cosa che registrai fu il licantropo che inspirava a due dita dalla pelle del mio collo e fui certo di sentir tremare il suo torace contro il mio, come il brontolio soddisfatto di un cane quando il proprio padrone lo carezza.





*si va a nascondere*
Ringrazio solo tutti quelli che inieranno ora a leggere uesta FF, e coloro che sono acnora così pazzi da cercare di seguirla imperterriti xP
*si espone per il lancio di frutta ed ortaggi marci*

   
 
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