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Autore: Shh_S_IsReading    14/04/2013    1 recensioni
STORIA INCOMPLETA.
[Post CoLS, possibili spoiler.]
[Clace, Sizzy, Malec.]
~
Aisha Harris sapeva dell'esistenza dei Shadowhunters perchè possedeva la vista, come sua madre.
Quello che non credeva possibile era di esserlo, come Gabriel.
~
[Pubblicato il prologo e il sesto capitolo.]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Alec stava aiutando Clary a migliorare con il tiro con l'arco, mentre controllava che Jace non si addormendasse e, di conseguenza, cascasse giu dalla trave su cui era appollaiato.
Ne aveva passate decisamente troppe, quel ragazzo, per avere una morte così poco gloriosa.
Accolse con sollievo - gioia, quasi - Izzy che annunciava, vagamente annoiata, che la madre voleva vederli nel suo studio; aveva mostrato a Clary -sperava per l'ultima volta- la giusta postura per tirare, dopo aveva posato l'arco, seguendo Jace e Clary sulle scale, stropicciandosi gli occhi per la stanchezza di notti insonni e allenamenti sfiancanti - gli era più facile non pensare a Lui, quando doveva stare concentrato sul suo corpo, sentendo i muscoli contrarsi e tendersi nello sforzo.
Non si accorse di esser arrivato nello studio finchè non sentì Isabelle chiudere la porta con un lieve tonfo.
Sua madre era seduta dietro la scrivania, li osservava con quell'espressione che solitamente associava a una sola frase.
'Brutte notizie.'

Dopo aver raccontato la storia di sua madre, Magnus era rimasto in silenzio cinque minuti buoni, spiando il viso di Aisha per trovarvi traccia di isterismi o reazioni simili.
Era pronto a tutto, tranne a quella domanda.
«Hai vissuto così tanto, Magnus, amato tanto e perso di più. Come hai fatto a sopportarlo?»
Aveva sentito un ondata di affetto per quella ragazzina dai grandi occhi scuri, così simile a sua madre, che l'unica cosa che si era sentito di fare era stata tendersi per stringerle una mano, mormorandole «ci si fa abitudine, all'assenza» e subito dopo spedirla a fare una doccia perchè «Charmain Meow odia l'odore che gli aerei lasciano addosso alle persone».
Così Aisha si era ritrovata a profumare di sandalo - un buon odore, per carità, ma qualcosa di meno forte? - e a sbrogliarsi i nodi formati dai capelli arricciati per l'umidità, per venire a scoprire che il giorno dopo sarebbero andati all'Istituto di New York, dove molto probabilmente avrebbe vissuto, perchè non bastava il sangue a fare di una persona una Cacciatrice, serviva un duro allenamento che lui, suo malgrado, non poteva offrirle.
Lei lo aveva ringraziato e, nell'ombra della stanza dove Magnus l'aveva praticamente spinta perchè «hai bisogno di riposare, con quella faccia spaventi Charmain Meow», aveva annusato la maglia che indossava.
Profumava di detersivo, fiori e vaniglia. L'odore di sua madre.
Sapeva di casa.
Si era addormentata così, le dita strette attorno al tessuto, le lacrime impigliate tra le ciglia.
Casa.
Ci sarebbe stato un posto dove sentirsi di nuovo a casa, per lei?

Alec osservò Jace ascoltare con attenzione quello che Maryse stava dicendo loro, lasciando che le parole gli passassero attraverso, dandole poca importanza.
Dal poco che ascoltò capì che si doveva trattare di una ragazza, figlia illegittima di un Shadowhunter, non si sa come si era ritrovata in un giorno con tre cadaveri a casa e dall'altra parte del mondo -perchè la "povera" ragazza abitava in Italia.
«E perchè mai si è sentita in dovere di venire a New York, di grazia?» Isabelle interruppe la madre un po' scocciata, non le andava a genio l'idea di dover condividere le giornate con una sconosciuta e non voleva perdere tempo allenandola.
«Perchè Magnus Bane ci vive, a New York.»
Improvvisamente la trama del parquet aveva perso ogni interesse per Alec, che aveva alzato la testa di scatto ed aveva esclamato, vergognadosene subito dopo: «Magnus?! Che cosa c'entra Magnus, con questa?»
«Era l'unica persona che la madre le ha indicato, l'unico di cui Naomi Harris si fidasse abbastanza da lasciargli la custodia della figlia.» Maryse sospirò, improvvisamente stanca e poso un gomito sulla scrivania, massaggiandosi piano le tempie - doveva ancora avvertire il Console della faccenda e l'Istituto italiano per far rinvenire i corpi.
«Adesso sono in biblioteca, se andaste a fare la sua conscenza ve ne sarei grata, visto che tra un paio di giorni verrà a vivere qui.»
«Un paio?» chiese Clary, curiosa.
«L'ha deciso Magnus, credo che abbiano alcune faccende da sbrigare, dopo verrà a vivere qui.»

Aisha aveva dormito un sonno senza sogni, svegliandosi in tempo per osservare il sole alzarsi su grattacieli e palazzi, trovando Charmain Meow accoccolato accanto a lei su uno degli infiniti cuscini messi a disposizione da Magnus.
Dopo essersi lavata denti e faccia, cercando di sistemarsi alla bell'e meglio i capelli, aveva trovato Magnus in un salotto diverso da quello del giorno prima, con divani alti e mobili scuri, che le aveva chiesto gioviale cosa volesse per colazione, trascinandola senza aspettare risposta in cucina, dove la tavola era apparecchiata con brioches, cereali, latte, succhi e caffè.
Magnus l'aveva osservata sboncellare una brioches e tracannare mezzo bicchiere di succo d'arancia, mentre beveva del caffè da una tazza azzurra e sbeccata, prima di esordire con naturalezza, come se stesse parlando del tempo, che aveva informato l'Istituto del loro arrivo e che dopo sarebbero andati in Italia tramite Portale, per darle l'occasioni di dire l'ultimo addio alla sua famiglia.
«Non posso. Mamma mi ha detto di non tornare indietro, le farei un torto così.» aveva risposto Aisha allontanando il piatto, improvvisamente il cibo le nauseava il doppio di prima.
«Hai un fratello e una sorella, vero? Anche a loro hai promesso di non tornare?» Aisha si era presa la testa fra le mani, stringendo forte gli occhi, combattento contro le lacrime che si erano affolate dietro alle palpebre al ricordo del sorriso sdentato di Stella e della morbidezza dei capelli di Brian.
Aveva sospirato, annunciando che andava a cambiarsi, facendogli intendere che non aveva più argomenti a disposizione. Aveva vinto lui. O lei?

Fuori dalla porta della biblioteca Jace aveva sentito una voce femminile rispondere a Magnus in un melodico italiano, rivolgendo un'occhiata preoccupata di sottecchi ad Alec, aveva spalancato la porta ed era entrato mentre Clary intrecciava delicatamente le loro dita.
Dentro la stanza c'erano due figure in piedi, Magnus, accanto alla finestra, mentre la ragazza doveva aver rivolto le spalle alla porta tutto il tempo,osservando gli scaffali dei libri, mentre ora gli fissava senza un'espressione particolare.
A occhio e croce non dimostrava più di sedici anni, un poco più bassa di Clary, capelli scuri raccolti in una folta treccia spostata su una spalla, occhi di una calda sfumatura castana dalla forma allungata, dal taglio vagamente orientale, dallo scollo della maglia bianca che indossava si intravedeva una runa nera sulla pelle olivastra, del colore che si associa all'abbronzatura agli inizi dell'estate.
'Almeno è veramente una Shadowhunter.'
Dopo la disastrosa colazione, Aisha si era barricata in camera per alcune ore e verso l'ora di pranzo si era alzata per andare a raggomitolarsi su un divano in salotto. Era stata raggiunta da Magnus poco dopo, che le aveva iniziato a parlare dolcemente, dicendole cose così futili che lei se n'era già dimenticata cinque minuti dopo, calmandola.
Quando si erano alzati per dirigersi verso l'Istituto, Aisha aveva fatto la stessa cosa di Magnus la sera prima, allungandosi per stringergli una mano, un gesto d'affetto, un grazie detto senza parole.
Anche dopo il colloquio con la direttrice dell'Istituto, Maryse, mentre aspettavano in biblioteca l'arrivo dei Cacciatori che si sarebbere occupati del suo allenamento, Magnus aveva continuato a parlarle mentre osservava il panorama dalla finestra, mentre lei studiava i tomi sugli scaffali; si era girata di scatto verso la porta quando l'aveva sentita aprirsi, lanciando a Magnus uno sguardo un po' ansioso, ricevendo in cambio uno imperscrutabile.
Si era trovata davanti un ragazzo biondo che teneva per mano una rossa dagli occhi verdi, mentre da dietro di loro entravano un ragazzo e una ragazza con gli stessi capelli neri, un fratello e una sorella, ipotizzò Aisha, ossevando gli occhi azzurri del ragazzo -che trattenne il fiato quando li posò su Magnus- e quelli neri della ragazza che la fissavano con... Astio.
Aisha si portò le mani dietro la schiena, improvvisamente più nervosa ma del tutto intenzionata a non farlo notare.
«Magnus, non volevi mica smettere di soccorrere noi Cacciatori impavidi?» il ragazzo biondo si rivolse allo stregone con un sorriso di sfida, che Magnus ricambiò privo d'allegria.
«Ci sono promesse che non si possono spezzare, ed ero sinceramente affezionato a sua madre.» gli rispose, dopo si rivolse a lei «Aisha, loro sono Jace, Isabelle e Alec Lightwood, mentre lei è Clarissa Fray.» le disse, indicando prima il ragazzo biondo e dopo la ragazza e il ragazzo dai capelli scuri, per finire con la rossa. Lei rivolse loro un cenno del capo e un sorriso tirato, presentandosi «Aisha Harris, piacere.»
«Mica eri italiana, tu? Harris non è un cognome italiano.» Aisha boccheggiò un attimo, interdetta dalla domanda della ragazza coi capelli scuri -Isabelle, si corresse.
«È il cognome di mia madre, era per metà inglese. Io sono nata e cresciuta in Italia.»
«E non hai proprio idea di chi potrebbe essere tuo padre?» s'intromise Jace. Aisha incrociò le braccia sotto il seno, infastidita.
«Ti pare che starei qui, se lo sapessi? Ho sempre creduto che fosse morto, non che si divertisse ad insegnare al figlio come si uccide la famiglia della sua sorellastra.» concluse con una smorfia, battendo le palpebre per allontare delle lacrime -non sapeva se di frustazione o altro- girandosi feroce verso Magnus che aveva appena represso una risata, posandole una mano su una spalla.
«Perdonali, non sono tipi molto sensibili, affrontano qualsiasi cosa come se si trattasse di una guerra.»
Isabelle rispose con una smorfia infastidita «Beh, non la conosciamo, chi ci dice che non sia un'invenzione di, non so, Sebastian?» porse la domanda in modo ironico, mentre Aisha aggrottava le sopracciglia perplessa sentendo la stretta di Magnus sulla sua spalla aumentare di poco.
«Credi che vi porterei una vipera in seno, io?» la voce del stregone aveva una sfumatura funerea, Aisha ascoltò ancora più perplessa la risposta frettolosa del giovane dai capelli neri, Alec, grata del fatto che la madre le avesse parlato il più possibile in inglese.
«No! No, certo che no, ci fidiamo di te.» Alec aveva risposto precipitosamente, come se avesse altro di cui scusarsi, fissando ansioso Magnus.
«Non sempre, direi.» Alec arrossì un po' ma prima di poter rispondere Magnus aveva ripreso a parlare, rivolgendosi ad Aisha in italiano «Io devo andare, torno a prenderti tra un'ora, d'accordo?» dopo si era rivolto a Clary, stavolta in inglese «Posso affidarla a te? Devi solo farle fare un giro per l'Istituto e farle vedere una stanza, ce ne sono tante libere comunque, no?» dopo la porta della biblioteca si era aperta, e Magnus ne era uscito senza aspettare risposta, dopo aver sfiorato con la propria spalla quella di Alec.












Angolo "Autrice"
Ecco l'ultima parte :3
Il magico quartetto di Cacciatori è entrato in scena! Manca solo un vampiro di nostra conoscenza, che entrerà mooolto dopo, purtroppo.
Cosa ne pensate? :3

Grazie a Fla per le correzioni, Alyx per la recensione (se non cercate qualcosa di bello da leggere, passate da lei, ha scritto un os su Izzy... Magnifica.) e dubhe01 per aver aggiunto la storia alle preferite e per il commento!
Grazie, come sempre aggiornerò quando mi sarò portata avanti di un capitolo, vi avviso già che il prossimo sarà molto di passaggio :/
Alla prossima,

-S.
  
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