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Autore: _Lightning_    14/04/2013    5 recensioni
Gli errori, le debolezze, il tuo stupido orgoglio.
Quelli sono colpa tua, lo saranno sempre.
Davanti a te si staglia il tuo terrore più grande, minacciosamente invitante.
Quando potrai guardare il cielo di New York e vedere solo un azzurro terso?

Pensieri, riflessioni, dubbi e decisioni di Tony dietro il volto di Iron Man.
[Da Iron Man ad Avengers: Endgame // PoV Tony // Missing Moments]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Pepper Potts, Thanos, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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2. Darker

 
"Whenever I feel black and blue I feel the past
 I share the bruise with everyone that's come and gone
 My head is clear, my voice is strong,
 Now I'm here to right the wrong."
 [Bully – Shinedown]
 

II

"Ho decisamente un problema con gli atterraggi." concluse Tony premendosi forte la borsa del ghiaccio sulla testa. 
 
Si lasciò cadere sulla sedia, socchiudendo gli occhi quando il laboratorio oscillò attorno a lui e il suo corpo gli ricordò di aver sfondato un tetto, due pavimenti, un pianoforte e un'auto in caduta libera. Bofonchiò un'imprecazione e i suoi pensieri tornarono all'armatura semidistrutta dopo il suo volo d'inaugurazione. Iniziò a parlare sovrappensiero, gettando occhiate distratte agli schermi che lo circondavano mentre J.A.R.V.I.S. si attivava per eseguire le sue istruzioni. Sbuffò nel vedere una proiezione della Mark II nel suo stato attuale e la scacciò con un gesto secco della mano, ignorando la voce della sua I.A. che continuava a blaterare di modifiche e potenziamenti, trapanandogli il cranio già abbastanza ammaccato.
 
«Muto.» sbottò infine, assaporando l'improvviso silenzio. 
 
Si abbandonò allo schienale della sedia, picchiettando distrattamente sul Reattore come aveva preso a fare spesso, ultimamente, come ad assicurarsi che fosse ancora lì.
 
Non si sentiva soddisfatto. E non per l'atterraggio fallimentare di poco prima, né per la testa che gli doleva in modo atroce o per la prospettiva di dover trovare una spiegazione plausibile per la colonna di fori che adesso attraversava i tre piani della sua villa. Stava tentando di scacciare quella sensazione da ore, ma non faceva altro che sentirsi sempre più inquieto e turbato. Era come se una spiacevole consapevolezza stesse tentando di prendere il sopravvento ma lui continuasse a rifiutarla. Era conscio di non avere uno scopo.
 
Stava assemblando quell'armatura perché... perché gli sembrava molto più costruttivo che riparare l'ennesima macchina o progettare altre armi di distruzione di massa. Perché lo distoglieva dai ricordi e riduceva le sue ore di sonno quel tanto che bastava da scampare agli incubi che lo assalivano non appena chiudeva gli occhi. Perché in realtà quella era un'altra arma, con l'unica differenza che sarebbe stato lui ad usarla in prima persona. 
 
Si sentì pervadere da un improvviso formicolio a quel pensiero. Non erano solo i lividi che si era appena procurato a fare male. Sul suo corpo portava ancora impresse le cicatrici della prigionia, e il pensiero di poter rendere indietro quel che aveva subito, per quanto appagante potesse essere, non faceva altro che acuire quel profondo senso di frustrazione che gli dilaniava il petto.
 
Tirò un profondo sospiro, cercando di ricomporsi, di sotterrare quel lato bramoso di vendetta che aveva fatto capolino per un solo istante, ma lo sentì comunque premere dentro di sé, appena sopito, pronto a risvegliarsi. Stordito, prese distrattamente la maschera dell'armatura rimasta a fissarlo fino ad allora, poggiandola sul volto e scrutando il mondo improvvisamente ridotto a due fessure nel buio. Scorse in fondo al laboratorio il blu elettrico del vecchio reattore e quello nuovo impiantato nel suo torace sembrò sobbalzare, come di rimando.

La lucida maschera di metallo sembrò diventare insostenibile e si sentì risucchiare dall'oscurità dietro di essa, interrotta solo da quel fievole bagliore azzurrino.

 
Ce l'aveva ancora, un cuore? 


 


Note Dell'Autrice:

Buonsalve, eccomi di nuovo qui a tempo di record. Se non si fosse capito, 'sta raccolta mi prende assai, a parte le elucubrazioni mentali che mi causa per scriverla.
Come già precedentemente accennato, ho fatto emergere i pensieri più intrinsechi di Tony, quelli che magari non si evincono subito. E magari ho pure toppato e sarebbe legittimo pensarlo, ma questa qua è solo una visione del film tutta personale. Siete autorizzate a fucilarmi, insomma.
La scena, naturalmente, ha luogo poco dopo che il nostro prode neo-eroe sfonda bellamente tre piani di villa dopo le sue bravate aeree, ha già trovato il regalo di Pepper e non sa ancora della festa di beneficenza. Questo per esser chiari, visto che qualcuno -la mia santa Beta <3- m'ha fatto giustamente notare "oh, ma 'sto Reattore vecchio da 'ndo sbuca?". E credetemi, riguardo a questo è stata dura non divagare e non far scapocciare Tony anche sul significato di quel regalo, ma queste son cazzole mentali mie.
Ultimo appunto: sono consapevole che l'ultima frase è l'apoteosi del pleonastico, ma era per dare pathos *cccerto* 

Ringrazio tanto Alley e evenstar che hanno recensitol o scorso capitolo <3 e la mia santa Beta MoonRay che ho assillato per giorni e giorni e si è ritrovata a dover betare tre capitoli in una botta. Povera (scusa <3). 
A presto!

-Light-

P.s. L'avevo già detto nelle risposte alle recensioni, ma mi ripeto perché così mi va. Il prossimo capitolo. Lo amo. Probabilmente lo odierete, ma "I do what I want" <3
   
 
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