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Autore: lafilledeEris    14/04/2013    4 recensioni
ATTENZIONE: E' UNA KURTBASTIAN
“Mh…” No, non voleva alzarsi. In quel momento, con quei postumi da incubo, il letto gli sembrava l’unico posto al mondo in cui sarebbe voluto stare.
Finché Rachel non trovo opportuno sollevargli le coperte di scatto e scoprirlo.
“Rise and shine!”**
“Rachel, sappi che ti odio!”
La ragazza si lanciò a peso morto sull’amico, abbracciandolo forte.
In quell’ultimo periodo Hummel si era rivelato poco incline alle dimostrazioni d’affetto e in tutto quel casino di emozioni represse e rimosse, in qualche modo, vi era andato di mezzo anche il rapporto con la sua migliore amica. Lei ormai stava con Brody – Finn sembrava un ricordo abbastanza sbiadito a sentire i rumori che provenivano dalla camera da letto quando il ragazzo restava a dormire e Kurt era quasi sicuro che non si mettessero a spostare i mobili nel cuore della notte –, andava alla NYADA , aveva trovato il suo equilibrio newyorkese, insomma.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brody Weston, Burt Hummel, Kurt Hummel, Rachel Berry, Sebastian Smythe
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE: CAPITOLO NON BETATO
 
 

Capitolo 9
 
 
Track#10:Baby Come Home
Artist: Scissor Sister

 
 
 
In “Appuntamento da sogno”, Topher Grace correva dietro a Kate Bosworth e le confessava tutto il suo amore con il bellissimo discorso sui vari tipi di sorriso che lei ha. In “Dawson Creek” , Katie Holmes si arrampicava su una ripida scaletta sfidando la sorte tutte le volte, pur di stare con James Van Der Beek. 
Ma purtroppo queste cose succedono solo nei film.  La realtà sapeva essere una grande stronza.  Questo Kurt lo aveva imparato a sue spese. Sebastian lo aveva lasciato, steso sul divano a farsi mille domande. Eppure su una cosa aveva una certezza:sarebbe tornato. Per qualche strana ragione, quella fuga era la cosa giusta in quel momento. Glielo aveva detto chiaramente: lui non era pronto a tutto quello che gli stava accadendo. Era tutto nuovo, tutto diverso. Anche Sebastian Smythe aveva paura. Non tanto paura di ciò che stava accadendo magari, quando paura di sé stesso.
In cuor suo – in mezzo a tutta quella nebbia fatta di dubbi, perplessità, ansia ( e una punta di delusione, dovette ammetterlo)- sapeva che lasciar andare Sebastian era giusto. O meglio, era ciò che andava fatto. Se fosse giusto o sbagliato, solo il tempo avrebbe saputo dirlo. Se fosse stato sbagliato non sarebbe più entrati insieme dalla porta dell’appartamento.
Non avrebbero più fatto le lotte con la farina. Niente più risate o presse n giro.
Kurt stava male a stare da solo, rannicchiato sul divano con Lord Tubbington sulle sue gambe che si lasciava lisciare il pelo.
Stare soli ha dei pro e dei contro, e nonostante Kurt in quel momento di inquietudine ci vedesse solo dei contro, comprese che forse non era l’unico a stare male.  Perché lui si lasciava vincere dalla tristezza di un quasi rifiuto ( non ancora accertato, forse in dubbio), ma Sebastian combatteva contro se stesso. Contro tutto ciò che in quegli anni era stato. Non si può combattere contro se stessi, contro il proprio essere. Kurt lo sapeva bene. Ci sono delle volte in cui i sentimenti non bastano e la ragione deve dire la sua: questo serve a percepire quanto noi siamo noi stessi, oppure siamo solo il riflesso di qualcosa di peggiore. Come il concedersi a troppi ragazzi e ritrovarsi legato ad uno solo.
Sebastian era stato con tanti ragazzi, Kurt lo sapeva bene. Non voleva nascondersi dietro a un dito.
Quando sentì una mano sulla sua spalla, Kurt sussultò.
“Kurt, posso parlarti?” Rachel gli stava davanti, con lo sguardo serio e un’espressione cupa in volto. Le prese la mano che teneva sulla sua spalla e con un cenno affermativo del capo, gli si sedette accanto.
Rachel tirò un lungo sospiro affranto.
“Ti prego, mi stai angosciando. Parla” la esortò Kurt.
“Abbiamo un problema…”
“Oddio, sei incinta!” esclamò Kurt, saltando quasi sul divano, mentre un Lord Tubbington avvilito dallo scatto improvviso scappava, per quanto la sua mole lo permettesse.
“Kurt!” gli mise una mano sulla bocca. “No! Cosa te lo fa pensare?” Rachel sgranò gli occhi con fare stupito.  “Devo parlarti di un problema serio”.
“Ripeto:se incinta?”
“Kurt, smettila e fammi parlare”.
Il ragazzo, fece un cenno con la mano per farla continuare.
“Ho capito che fra te e Sebastian sta succedendo qualcosa…” Minuto di pausa, quasi cercasse di soppesare le parole. Quanto può essere difficoltoso essere sinceri con qualcuno a cui si vuole bene?
La verità, delle volte ha un prezzo: quello di un cuore spezzato, un abbraccio negato anche da parte di chi amiamo di più.
“Rachel, no” la bloccò lui “ti prego, non farlo” l’anticipò il ragazzo. “So cosa stai per dire e ti impedirò di farlo”.
“Lui non ti merita” tentò lei, “Lui non è…”
“Non ci provare” ringhiò Kurt, stringendo i pugni, dopo aver allontanato le mani di Rachel dalle proprie. “Non dire quel nome”.
“Perché?” si lamentò Rachel.
“Perché lui adesso non c’è, non c’è più.  Non ci sarà mai più per me”.
“Ma lo ami ancora. Kurt, tu e lui eravate anime gemelle, siete destinati a stare insieme…”
“Non credi che se così fosse lui non mi avrebbe tradito?”
“Capita a tutti di sbagliare!” spiegò Rachel.
“Non sbagli se ami qualcuno; non finisci a letto con un altro se ami qualcuno; non cerchi un altro ragazzo se ciò di cui hai bisogno lo hai già.”
“Ma sei partito!” sbottò Rachel “lo hai lasciato solo!”
“Cosa avrei dovuto fare? Hai ragione, meglio come avete fatto tu e Finn, sarebbe stato giusto rompere. Peccato che io ci credessi davvero nella nostra storia”.
“Io e Finn ci credevamo!” sbottò Rachel, mentre si alzava dal divano per prendere le distanze. “ Io e lui ci amavamo. Forse ci amiamo ancora”.
“E’ per questo che ora stai con Brody?” la schernì Kurt. Non voleva essere cattivo, ma vi era stato costretto. Rachel non poteva farlo tornare nell’aspirale di dolore in cui era caduto dopo la rottura con Blaine. Non adesso che si stava riprendendo, non ora che accanto a sé aveva qualcuno.
Sebastian.
Un nuovo inizio.
“Kurt, lui non potrà mai capirti…” riprese la Berry.
“Tu non mi capisci adesso. Hai sempre detto di volere la mia felicità, eppure eccoci a litigare perché tu credi di sapere quale sia per me. Dimmi chi sbaglia fra noi due: io che cerco la mia , oppure tu che vivi del riflesso della tua?”
“Io non vivo…”
“Tu, Rachel stai mettendo due piedi in una scarpa con la faccenda di Finn e Brody. Non sai nemmeno con chi stai dei due!” sbottò Kurt.
“Io sto con Brody!”
“Ma io so che pensi ancora a Finn! Brody è solo una consolazione! Non sai nemmeno dove sia, adesso!Mio fratello ti ha lasciata, lui ha fatto la cosa giusta!” le urlò Kurt.
Litigare con Rachel era sempre un dolore atroce. In quel momento la loro amicizia non esisteva: c’erano solo due ragazzi che credevano di conoscersi e si costruivano bugie a vicenda.
Ferire chi ci sta accanto sembra la cosa più facile, quando è la nostra felicità ad essere minata. Si diventa egoisti per necessità: quella di difendere il nostro cuore, che prima avremmo donato senza problemi a quelle stesse persone che poi si scoprono essere la causa del nostro dolore.
 
 
 
 
 
 
 
Santana in quel momento seppe che stava facendo la cosa giusta. Ebbene sì, anche Santana Diabla Lopez aveva un cuore e con grande sorpresa di tutti, questo batteva!
Per qualche strana ragione voleva aiutare Kurt e Sebastian a fare qualche passo avanti nella loro qualunque –cosa-sia ( testuali parole di Kurt).
Averlo trovato a coccolare Lord Tubbington dopo la litigata con Rachel ( ecco, avrebbe dovuto farci due chiacchiere, il suo comportamento stava prendendo una piega per nulla promettente), l’aveva spinta a voler fare qualcosa.  Lui e Sebastian l’avevano aiutata con Brittany, quindi in qualche modo, sentiva di dover spronare i due ad un avvicinamento.
Perché anche lei, sotto tutto quel “ ti faccio vedere come fanno vedere a Lima Height”, aveva qualcosa che si avvicinava ad un animo buono. Il suo era…wanky [1], ecco. Un qualcosa di solo suo, particolare.
Sentiva la mano di Kurt stretta forte alla sua, come la prima volta che avevano messo piede al “Dirty Pleasure”[2], non si era ancora abituato a quell’ambiente.
Quando individuò Sebastian, Santana lasciò andare la mano dell’amico, che al sentir venir meno la sua mano le lanciò uno sguardo disperato.
“Torno subito” spiegò velocemente, quando ad una tratto incrociò una Cher che sembrava molto rassicurante. “prenditi cura del mio amico” le disse, prima di venire inghiottita dalla folla in pista.
“San…” tentò disperatamente Kurt, come ultima chance. Dannazione, l’ispanica non si faceva impietosire da nulla.
“Ciao dolcezza” lo salutò candido quell’omone con parrucca nera e pesante eyeliner sugli occhi.
Kurt sgranò gli occhi, incredulo.
“Dovresti essere Cher?”
“L’unica e sola!” s’indicò l’altra, volgendo le mani verso il basso. “Dimmi zucchero, perché la tua amica ti avrebbe lasciato qui da solo?”
Kurt fece spallucce, non riuscendo a capire ancora bene il gesto dell’amica. Una cosa era sicura: non si sarebbe smosso di mezzo centimetro.
“Sei troppo buono per stare in un posto come questo” gli disse sorridendo la drag queen. “ Si vede che sei buono”.
Kurt sgranò gli occhi, rimanendo stupito da quelle parole.
“E dimmi, hai trascinato le tue grazie al Dirty solo per un maschio[3]?” domandò curiosa.
“Cosa?” Kurt agitò le mani in segno di diniego. “No, no! Non sono qui per un ragazzo!”
“Eppure, sono sicura che ci sia qualcuno che ti fa battere il cuore”. Cher gli fece l’occhiolino, ammiccando.
“Potrebbe…” spiegò sfuggevole Kurt.
“Le possibilità sono le basi della certezza, sta solo a  noi capire quali mantenere tali o farle diventare sicurezze”.
Kurt rimase perplesso a quelle parole: una sconosciuta era riuscita capire ciò a cui lui ( e tantomeno Sebastian) non riuscivano nemmeno a sfiorare con la mente.
“Diciamo che c’è qualcosa” ammise sincero Kurt.
“Ma questo qualcosa…” Cher fece un movimento con le mani, come a cercare le parole giuste.
“Non sforzarti, nessuno sa bene cosa sia” snocciolò il ragazzo.
“E’ questo che ci frega: vogliamo sempre capire, definire , etichettare” iniziò Cher “guarda me:  mi chiamano  drag queen, quando in realtà tale non mi sento. Sono solo una persona che stasera voleva sentirsi Cher, così le è bastato indossare una parrucca, un abito e truccarsi. Domani forse sarò qualcun altro, ma sarò chi vorrò io. Non permettere alle etichette di bloccarti.”
Kurt le sorrise: in quel momento capì ciò che forse Sebastian tentava di dirgli dal principio.
Ma era servita Cher ( dio, faceva così strano!) per capirlo.
 
 
 
 
Santana Lopez era una persona buona: non nel senso lato del termine, più nello stile delle Lima Height, ma comunque buona.  Per quella ragione si trovava davanti Sebastian che da circa dieci minuti la squadrava, come capire bene cosa dire o fare. La Lopez era l’antiSmythe. O meglio, era colei che riusciva a tenergli testa, che si era presa la briga di scoprire parecchie cose sul conto del ragazzo ( questo avevo compreso anche frugare fra le sue cose, non che per lei fosse stato un problema, insomma era cresciuta a pane e CSI , non badava a certe sottigliezze), così aveva scoperto che Grant era interessato ad un posto da barista che si era liberato nello stesso locale in cui lei lavorava.
“Senti Lopez, io ancora non ho capito perché lo fai…”
“Perché Kurt è come un fratello per me, nonostante la pelle da Casper e la sua strana fissazione per i trattamenti di bellezza, è quello che per me si avvicina di più ad una famiglia. E giuro sui miei pon pon di Cheerios che se lo farai soffrire ti torcerò sino all’ultimo ciuffo di capelli, e non ti basterà proteggerti il sedere con le mani, per evitare i miei calci.  Ma devo essere onesta: lui con te è felice, non capisco come, ma lo è. Quindi Smythe, tratta bene Kurt, perché se lui pensa che tu possa renderlo felice, io lo appoggerò.”
“Grazie?” domandò perplesso Sebastian.
“Non ringraziarmi, le tue chiappe sono ancora a rischio. Piuttosto, vai a ballare con lui.”
“ Ci puoi giurare!”esclamò e  prima di fuggire a cercare Kurt, gli venne spontaneo sporgersi verso Santana , cogliendola alla sprovvista, e stamparle un bacio in fronte.
“Smythe, non farlo mai più!”
“Scusa, l’adrenalina!” spiegò lui.
“Povero Kurt, allora!”
 
 
 
 Quando Sebastian trovò Kurt il dj suonava  “Heart of glass” di Blondie. Loro sapevano che i loro, di cuori, erano fatti di carne, sangue e dubbi. Ma che vita se è non si tenta se pur col dubbio?
A Kurt venne spontaneo canticchiare quel motivetto.
We coulda made it cruising, yeah Yeah, riding high on love's true bluish light[4]”
“Perché sei qui?”
Stare l’uno davanti all’altro era come ritrovarsi davanti ad uno specchio: non puoi permettere che si rompa se tieni al tuo cuore.
“Perché voglio ballare con te. Solo con te, e so che lo vuoi anche tu. Sebastian, non permetterò al passato di giocare col mio futuro, ma tu devi promettermi che in questo futuro ci sarai. Devo saperlo. E perché mi ha trascinato Santana. Diabla, sapeva di trovarti qui: deve essere merito del suo terzo occhio messicano”.
Seabstian sorrise a quelle parole e gli porse la mano. Riavere la percezione di loro stessi – delle loro differenze, delle loro somiglianze, dei pregi e dei difetti-dava come un senso d’equilibrio. Non era precario come credevano. Bastava viverlo ed era perfetto.
“Ci sarò. Nonostante i miei difetti, i miei problemi, i miei vizi. E vuoi sapere perché? Perché voglio essere la causa del tuo sorriso sulle labbra, voglio essere il motivo per cui ridi sino ad avere le lacrime, voglio essere l’unica causa dei tuoi gemiti. Voglio svegliarmi la mattina e trovarmi accanto te; voglio litigare per il bagno; voglio sfidarti alla NYADA.  Voglio te, nonostante non creda ancora di meritarmelo. Devo ricordarmi di ringraziare Lopez”.
“Balla con te, stanotte” gli susssurrò Kurt a pochi centimetri di distanza, tenendo le braccia attorno al collo di Smythe.
“Tutte le notti che vorrai”.
“ Stasera ho capito che finché siamo io e te non mi importa sapere cosa siamo”spiegò serio Kurt.
“Ho sempre saputo che tu fossi quello saggio fra i due, come ci sei arrivato?” domandò curioso Sebastian.
“ Me lo ha detto Cher!”
 
[1]  parola inventata da Naya.
 [2] riadattamento di Guilty Pleasure
[3] riadattamento di “ Hai trascinato la tu grazie al mare per un maschio” di Rizzo, da Grease
[4] questa è la canzone.
 
I’m  here.
Eccomi, qui! Finalmente il capitolo ha visto la luce, ancora non ci credo. È stato abbastanza difficoltoso, in quanto avevo le idee abbastanza confuse sul da farsi.
Ma passiamo alle cose serie… CHER! Dio, ho amato il pezzo, sarà che la adoro come artista quindi inserirla ( ok, passatela XD) nel capitolo mi ha emozionato. Spero davvero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.
 N.
   
 
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