The
smoke sank into the skin
[Il fumo penetra nella
pelle]
Asuma-sensei
aveva solo tre difetti secondo la dodicenne Ino: il fumo, la barba e i vestiti.
Il
peggiore dei tre era sicuramente il fumo.
Ino
non riusciva a capire perché continuasse a fumare, nonostante l’avesse pregato
più volte di smettere e più volte lui glielo aveva promesso, senza però dare un
taglio a quel vizio.
La
irritava sentire il puzzo della sigaretta sui vestiti del maestro, su quelli di
Shikamaru e di Chouji; lo trovava poco elegante (e si sentiva sporca, perché il miasma era addosso persino a lei).
Quando
se ne accorgeva e glielo faceva notare con voce prepotente e piena di stizza,
Asuma si limitava a sorridere, le dava una pacca sulla testa e le diceva:
“Smetterò un giorno, Ino.”
E
Ino ogni volta si ammorbidiva e gli sorrideva, convinta che avrebbe smesso e i
suoi vestiti avrebbero nuovamente odorato solo
del suo negozio di fiori.
Al
funerale di Asuma non vi era alcun colore. Il nero di lutto era d’obbligo, e
lei si era vista costretta a indossare un lungo abito nero.
Intorno
a lei ci erano solo singhiozzi e occhi tetri e tristi che fissavano la stele
degli Eroi.
Anche
lei stessa doveva avere lo stesso sguardo, benché rifiutasse di ammettere che
stava frignando come Chouji al suo fianco. Shikamaru, invece, aveva gli occhi
asciutti, ma lo sguardo vacuo era quello di uno che aveva perso qualcosa di
importante.
Salivano,
dalla tomba, grottesche spirali di fumo.
Ino
ispirò, e l’acre odore di incenso le colpì le narici, aumentando la sua
tristezza.
(Asuma aveva smesso di
fumare, ora.)
Senza
accorgersene, si aggrappò a Shikamaru e affondò il naso nel suo giubbetto.
L’odore della sigaretta riuscì a calmare i suoi singhiozzi.
“Shikamaru?”
Ino
lo sentì mugugnare, stordito ancora dal sonno.
Lo
chiamò di nuovo, questa volta la voce era la vecchia, bisbetica vocina della
prepotente dodicenne Ino Yamanaka.
“Shikamaru
Nara!”
Lui
sbuffò, e voltò il volto verso di lei, guardandola pigramente dal basso verso
l’alto, senza mettersi a sedere né cambiare posizione.
“Che
c’è?” borbottò raucamente, evidentemente insonnolito.
Ino
si strinse il lenzuolo addosso, e storse le labbra in una smorfia.
“…il lenzuolo…”
Shikamaru
aggrottò le sopracciglia, perplesso. “Ehmbè? Cos’ha
di strano?”
Ino
lo fulminò con i suoi grandi occhi celesti, mettendogli sotto il naso il
tessuto candido. “Puzza di fumo! Ti rendi conto?! Stai trasformando il mio
letto in una ciminiera! Forse è tempo che smetti di fumare, Nara!”
“Uh,
che scocciatura Ino. Rimettiti a dormire.”
Shikamaru
sbuffò, reprimendo un sorrisetto.
Ino
non lo pressò più, voltando la testa di lato in modo da nascondere il sorriso
che lei, invece, non era riuscita a reprimere.
Era
passato il tempo in cui cercava l’odore della presenza di Asuma.
Adesso,
le bastava solo l’odore delle sigarette di Shikamaru impresso nella sua pelle,
la certezza che Shikamaru non aveva ancora
smesso di fumare.
***
473
parole.
Io
dovrei studiare, oggi, ma non sono riuscita a resistere dopo aver letto la drabble di Anle e “The Kunai of Death” di Coco
Lee.
Avevo
bisogno di ShikaIno, e, vedendo i titoli proposti
dalla comunità Syllable of Time di LJ non sono riuscita a resistere alla
tentazione di rubare un titolo! XD Purtroppo non ho ancora ben capito come
funziona il LJ, altrimenti potrei provare a completare una raccolta con questi titoli… va beh, lasciamo perdere il mio rapporto con tutto ciò
che è tecnologico! XDDD
Sempre
sostenitrice della ShikaIno e del Team 10. Fedeltà ad
Asuma. T^T
Grazia
a chi leggerà e commenterà. ^^
Bye,
Kaho