Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: BarbaH GerardaH    14/04/2013    3 recensioni
Sophie vive a Los Angeles dove lavora per un'agenzia che fornisce servizi di "tuttofare" esclusivamente a clientela "vip". Finito l'ultimo incarico, dovrebbe godersi le meritate ferie ma, per una serie di motivi, si ritrova incastrata a prestare servizio a casa di Jared Leto, con tutte le conseguenze del caso: Sophie è testarda, determinata, tiene molto a fare bene il suo lavoro e non ha la minima intenzione a farsi mettere i piedi in testa da Jared; d'altro canto, a Jared non piace essere contraddetto e cercherà in ogni modo di far impazzire la poveretta. Come finirà?
Dal capitolo 10:
"Il manico del frustino si abbatte sul viso di Jared, più precisamente, a metà tra l'occhio sinistro ed il setto nasale. Il cantante prorompe in un urlo disumano e cade all'indietro, tirando una testata al muro.
ODDIO, L'HO AMMAZZATO. SIGNORI, HO APPENA UCCISO JARED LETO."
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il taxi mi lascia in un quartiere residenziale, formato esclusivamente da ville con piscina, disposte in modo preciso e lineare lungo la strada principale: un must intramontabile per le persone che vivono qui.
Mentre il tassista mi aiuta a scaricare i due borsoni da viaggio, talmente stracolmi di roba da sembrare zamponi pronti per il capodanno, mi guardo intorno per cercare di capire quale diavolo sia la villa di questo mitomane. Rigiro tra le mani il foglietto che Rachel mi ha dato prima di congedarmi: leggo nuovamente l'indirizzo e mi soffermo sul numero finale: 69, dice.

69? Porca di quella vacca zozza. Spero proprio che sia un caso o, altrimenti, questo Peto inizia a farmi paura più che semplice ribrezzo.

Ringrazio il tassista che, andando via, permette al mio sistema respiratorio di caricarsi di una bella zaffata di gas nocivi; i miei alveoli stanno intanto cantando un requiem per quelli che non ce l'hanno fatta.

Salgo sul marciapiede e mi avvio lungo la strada leggendo i numeri civici, a sinistra i dispari e a destra i pari, che salgono in ordine crescente: 57, 59, 61, 63, 65, 67... 69. Ecco. Ci siamo. In quel momento, dopo ben undici anni che non sentivo il bisogno di un contatto con una qualche entità spirituale, inizio a nominarle tutte: Allah, Buddha, Dio, Brahma, Kali, Krishna, James Deen... oddio no, quello è un dio in qualche altra cosa, Odino, Loki, Thor: vi prego siate clementi, so di non essere una buona credente, ma non merito certamente il peggio, non adesso almeno.

Mi fermo qualche istante a contemplare la casa: è enorme, come il presunto ego del proprietario. Ovvio, che mi aspettavo? E' circondata da siepi altissime e ben curate, sicuramente per tenere lontano gli impiccioni e l'unica parte dove sono un po' più basse è a ridosso del cancelletto di entrata.

Coraggio, mi dico. Attraverso il cancelletto e mi trovo in un ampio patio al cui centro troneggia una piscina rettangolare e più in là una specie di zona solarium. La cosa che noto immediatamente, è che in piscina galleggiano dei gonfiabili: una palma, uno squalo e quello che sembra un coccodrillo.
Forse, ha dei bambini. Magari è divorziato o qualcosa di simile (posso anche intuirne il motivo) e tiene i figli per il week-end; sarebbe bello avere dei bambini in casa: sarebbero sicuramente una presenza più costruttiva del loro possibile padre.

Attraverso a passo veloce l'ampio spazio aperto e vado dritta alla porta d'ingresso. Adesso, o mai più mi dico.

*driiiiiin*

Sento un rumore di passi che si trascinano e un trafficare di chiavi dietro la porta.
Non appena mi viene aperto, mi trovo davanti una minuta ragazza bionda, Emma suppongo. E' carina, ma ha un'aria terribilmente stanca. Sembra una che non dorme da giorni, poveretta.

"Salve! Tu devi essere Emma, l'assistente del signor Leto, io sono Sophie e mi manda Rachel, dall'agenzia, è davvero un piacere fare la tua conoscenza!"

Fin da quando ero bambina, mi hanno sempre insegnato che le buone maniere e l'avere un atteggiamente solare, sono sempre le cose migliori da fare e, credevo, che anche il resto delle persone presenti in buona parte del pianeta la pensasse come me. Evidentemente, mi sbagliavo.

La ragazza mi guarda amorfa, inespressiva, al che inizio a domandarmi se stia bene, se le manchi qualche rotella o, ancora, se abbia tirato giù qualcosa di pesante, il che non sarebbe una novità da queste parti. Continuando a fissarmi come se fossi invisibile o parte dell'arredamento circostante, finalmente pronuncia le sue prime parole che mi lasciano a dir poco perplessa: "Ah, sei bionda. Andiamo bene." poi, sospirando, aggiunge: "Vieni accomodati pure, Jared sarà qui tra poco. Intanto ti lascio le chiavi, ti faccio vedere la tua stanza e ti dico due cose sull'organizzazione generale, va bene?"

Io, ancora ferma a lambiccarmi il cervello sul perchè potesse creare problemi essere bionda, dato che anche lei lo è, rispondo dopo qualche momento, sempre più confusa dalla situazione: "Certo, nessun problema, dimmi pure tutto ciò che serve sapere!"

Emma dall'ingresso, mi fa cenno di seguirla e, superando un ampio salone, entriamo in una cucina talmente ampia che, a confronto, quella della mia casa natia, in Italia, ricorda un modello sghangherato di "Novelle Cuisine" della Fisher Price.

"Vuoi un caffè?"

"Si grazie, lo prendo volentieri."

Mi rendo conto che, presto, il caffè sarebbe divenuto vitale nei prossimi quattro mesi. Forse l'ho capito dall'espressione stravolta di Emma, forse dalle sue enormi occhiaie ma, in ogni caso, devo ricordarmi di passare a prenderne un po' al supermercato come scorta personale, non si sa mai.

"Allora Sophie, ti ho sistemata al terzo piano della casa, a livello di stanze c'è solo la tua, anche perchè dovendo fermarti quattro mesi ho pensato che, per te, fosse la soluzione migliore; non preoccuparti perchè è attrezzato benissimo: oltre alla tua stanza, avrai un bagno privato e un piccolo ripostiglio dove mettere le tue cose. Inoltre, il resto della casa è a tua disposizione per qualsiasi cosa: dalla cucina quando vorrai mangiare fino al salotto se hai voglia di vedere un po' di tv quando non hai nulla da fare." Emma, sottolinea la parola nulla con un tono vagamente sadico.

"Ah, un'altra cosa: questa è la tua copia delle chiavi." Mi allunga un mazzo di chiavi da fare invidia ad un carceriere di Alcatraz. A questo punto, nel mazzo, ci sarà di sicuro anche la chiave del cella frigorifera dove Leto tiene i cadaveri delle vergini che uccide di notte.

Emma, versa in due tazze il contenuto di tutta la caffettiera e si siede compostamente sulla sedia di fonte la mia.

"Dunque, per quanto riguarda il resto, devi sapere che spesso e volentieri in casa ci sarà anche Shannon, il fratello di Jared, che è il batterista della band insieme a Tomo, il chitarrista. Ora che stanno preparando il nuovo album saranno sempre qui a provare, ripovare e riprovare." Ha un qualcosa di esasperato nel tono di voce, ma decido di non darci peso.

"Per il resto non sei legata a nessun tipo di orario, puoi gestire tutto come meglio credi, anche per i pasti: Jared non mangia quasi mai ad un'ora precisa e, a volte, anche Tomo e Shannon si fermano a mangiare qui; dovrai improvvisare sul momento insomma."

Le faccio un ampio sorriso per darle sicurezza e convincerla che non si sarà nessun problema e prima che io possa replicare con qualsiasi frase sensata, improvvisamente, sgrana gli occhi e, con fare di chi ha appena omesso un particolare vitale, dice: "Quasi dimenticavo: Jared è vegano, per gli altri due non c'è problema. Ma con lui sei capace di preparare pasti completi e prendere i prodotti giusti al supermercato?"

Vegano? Oh lord, ma perchè? Adesso passerò dalla parmigiana, dalle lasagne e dalla cotoletta, al tofu, alle alghe e Dio solo sa quale altro impiastro. Non ho la minima idea di cosa significhi cucinare vegano, ma mi arrangerò e Leto si adatterà. Basta, è deciso.

"Certo Emma! Non preoccuparti, sono un'ottima cuoca. So cucinare quasi tutto e, di certo, preparare un menù a parte per Jared non sarà un problema e, anche per la spesa, me la caverò benissimo!"

Emma accenna un mezzo sorriso; forse l'ho rincuorata e si sente più tranquilla. Di certo non deve fare una bella vita. Leto se la metterà sotto i piedi o, peggio, sotto altro.
Un brivido mi percorre la schiena al solo pensiero.

Finiamo di bere il nostro caffè in tranquillità e, dopo qualche chiacchiera del più e del meno, Emma mi annuncia che deve andar via a sbrigare dei servizi per conto di jared.

"Bene Sophie, io devo andare. Tu sistemati pure con calma, ti ho detto tutto ciò che serviva, vedrai che non avrai problemi. Jared arriverà tra una mezz'ora al massimo, credo. Nel frattempo, se vuoi, fai pure un giro per la casa così inizi a prendere confidenza e ad organizzarti; l'unico posto in cui è meglio che non entri però, è lo studio di registrazione: lì dentro è un disastro e rischi di impiccarti con le corde degli amplificatori e tutto il resto. Per qualunque cosa ti serva, il mio numero è in cucina, ci vediamo lunedì."

Le faccio un sorriso e annuisco decisa. Ora Emma mi sembra più simpatica, forse aveva solo bisogno di rilassarsi un po'.

"Okay Emma grazie, buon fine settimana, a lunedì."

Chiudo la porta e mi metto spalle al muro. E' fatta. Adesso ho davanti quattro lunghi mesi di lavoro, a tempo pieno, con un tizio che mi sta già sulle palle.

Mi sembra semplicemente fantastico.

Sono le sei e mezza e Leto, o Peto come mi piace tanto chiamarlo, farà il suo ingresso trionfale tra poco. Nel frattempo, decido che, dopo aver portato la mia roba di sopra, darò uno sguardo più approndito alla casa, giusto per capire con chi ho a che fare e poi, Emma ha detto che potevo farlo, quindi sono anche giustificata.
Mi piace questa cosa.

Trascino i borsoni fino al terzo piano e mi rendo conto con piacere che Emma aveva ragione: le scale sbucano su un piccolo corridoio che finisce con una porta in fondo, che dovrebbe essere la camera e due sulla destra. Attraverso il corridoio e apro la prima porta sulla destra: è il ripostiglio. Piccolo, con qualche mensola per poggiare le cose e un armadio a muro per i vestiti. Almeno non dovrò buttare tutto sulla sedia come mio solito. Varco poi la seconda porta che ospita il bagno: è carino. Semplice, ma funzionale e, poi, dopo il box doccia che ho in casa mia, sono abituata al peggio.

Mi sono lasciata la camera per ultima: de gustibus! Apro la porta e, cavolo, rimango di sasso: oltre ad essere bella grande è davvero ben arredata! C'è un letto a baldacchino ad una piazza e mezza che troneggia al centro della stanza con un comodino in legno sulla destra. Di fronte al letto, invece, c'è una scrivania bella spaziosa con una sedia, sempre in legno, di fianco. La stanza termina su una portafinestra che da su un piccolo terrazzino.
Decido di affacciarmi.

La vista delle colline mi toglie il fiato. E' tutto perfetto. Le luci, il tramonto e anche il rumore del traffico in lontananza, rendono questo momento assolutamente fuori dal comune. Sorrido tra me e me e penso che, alla fine, non è un male essere qui.

Magari sono solo partita con il piede sbagliato e mi sono fatta influenzare dalle storie di Rachel.
Si dev'essere proprio così.

Finito di sistemare la mia roba, scendo al secondo piano: inizierò da qui la mia esplorazione, così quando Leto arriverà, mi troverà buona e tranquilla in cucina a mangiare. Mangiare cose vere.
La casa è silenziosa in modo inquietante ed è un bene così, almeno, lo sentirò arrivare.

Il secondo piano, da quanto diceva Emma, ospita le camere da letto sia sue che per gli ospiti e due bagni, mentre al piano di sotto, ci sono la cucina, il salone, lo studio di registrazione e Dio sa cos'altro anche se, credo, non voglia saperlo neanche lui.

Entro nella prima camera da letto e... accidenti se è bella! Dev'essere sicuramente quella di Jared. E' tutta arredata con mobili di legno massello ed i colori sono alternati tra il nero e il rosso. Il letto è decisamente enorme e coperto di lenzuola di seta nera. Il signore ha classe, dunque. Mentre sto per uscire dalla stanza, tuttavia, una cosa attira la mia attenzione.

NO. NO. NO. NO. NON PUO' ESSERE.

Un manichino di donna, con un elmo stile impero romano in testa, è messo carponi, o più volgarmente, come si dice al mio paese, a pecora di fianco il letto. La cosa più assurda è che la "poveretta" ha delle manette attorno ai sottili polsi di plastica, una benda di raso nero sugli occhi e, come tocco di classe finale, intorno alla vita ha un cinturone di pella nera, a cui sono agganciati quelli che, ai miei poveri occhi che stanno già sanguinando, sembrano frustini.

Cristo Santo. Ma che cos'è esattamente quest'uomo? Una Bestia di Satana, il nuovo Charles Manson o un fan sfegatato della saga di Cinquanta sfumatura di schifo, no scusate è grigio, grigio.

Esco subito dalla stanza, chiudendo con forza la porta alle mie spalle.
Respira Sophie, respira. I gusti sessuali delle persone sono vari; magari a Leto va di farsela con i manichini, con le bambole gonfiabili o con la plastica in generale. Vedrai che non ci sarà nulla di cui preoccuparsi.

Devo sciacquarmi il viso, per forza. Entro nella porta adiacente sperando di trovare il bagno. Per fortuna è così.
Apro il rubinetto e mi butto un po' d'acqua fresca sul viso: adesso si che va meglio. Mentre mi asciugo il volto vedo allineate, sulla mensola che mi è di fronte, una serie di contenitori semi-trasparenti con della vernice rosa, azzurra o giallina al loro interno. Dopo quello che ho appena visto, spero vivamente che sia vernice.

Mi avvicino e, guardandoli meglio, esclamo ad alta voce: "Ma quale razza di persona tiene la tempera rosa nel cesso?"

"Io, se permetti."

Bene. Avete presente quel momento preciso in cui state per morire e tutta la vostra vita vi passa davanti agli occhi nel giro di un nanosecondo?
Io no.
Perchè, in questo momento, sono praticamente sottoterra già da un bel pezzo.

  

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: BarbaH GerardaH