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Autore: VeraNora    15/04/2013    14 recensioni
Il proseguo di "strano il mio destino". Non tutti i mostri del passato sono stati sconfitti... c'è ancora l'ultimo drago da abbattere e nuovi misteri si nascondono sotto la superficie.
***************************************DAL CAPITOLO***************************************
"Erano state tre settimane incredibili: aveva ritrovato Stefan; Elena era diventata un vampiro ed aveva passato gli ultimi 15 anni a cercarlo; il suo rammarico più grande, quello d’aver rovinato la vita a Jessica uccidendo sua madre, si era rivelato essere solo uno scherzo della mente… della sua mente! Era così abituato a sentirsi un mostro che l'idea di aver salvato qualcuno, gli era sembrata inaccettabile. Aveva costruito una propria storia in cui lui era il cattivo e la madre di Jessica la sua ultima vittima. Ma la giovane, aiutata da uno strano destino, era riuscita a ridargli indietro, pezzo per pezzo, l’amore, un fratello e la serenità.
Damon stava assaporando il gusto sconosciuto della pace, della felicità: tra le braccia stringeva l’amore della sua vita ed a casa lo attendeva suo fratello.
Era pronto ad esistere, libero dall’inferno che aveva segnato la sua esistenza… ma l’inferno non voleva liberarsi di lui."
Genere: Avventura, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bonnie si sentì risucchiata in un’altra dimensione, si guardò intorno e vide dozzine di uomini e donne dall’aspetto antico. Un’energia sconosciuta la invase e sentì il potere di millenni di magia attraversarle il corpo.
«Bonnie…»
la chiamò una voce familiare. Dal gruppo di persone intorno a lei, avanzò una donna. Si avvicinò eterea e serena, le sorrise e la strega non si trattenne dal piangere. Di fronte a lei c’era sua nonna: Sheila. Provò a  parlarle, ma non riuscì ad emettere nessun suono. L’apparizione si inginocchiò davanti alla nipote.
«Non saresti dovuta venire qui…»
disse preoccupata Sheila. Si voltò a guardare Jeremy e Jenna, immobili poco distanti da loro.
«Sei stata imprudente… ma portare la tua famiglia è stata una mossa furba... la piccola è bellissima, ed ha molto potere per la sua età…»
osservò sorridente lo spirito.
«Perché sei qui, Bonnie?»
«I-io… mi serve aiuto… i-io…»
farfugliò la strega. La nonna scosse la testa.
«Non avrai nessun aiuto mia cara… tutto quello che ho potuto fare l’ho fatto a suo tempo…»
«Ma… non capisci! Devo aiutare Elena!»
«Capisco perfettamente, invece… ma non sei nella posizione di fare richieste…»
Bonnie corrugò la fronte e la interrogò con lo sguardo. Lo spirito allungò una mano sul viso della nipote e disse:
«Non hai compiuto il tuo dovere e sei stata punita… ora moriranno tutti e questa storia finirà...»
L’espressione della strega si fece confusa.
«N-nonna… cosa stai dicendo? Di quale dovere parli?»
«Lo sai di cosa parlo… ricorda cosa ti raccontavo quando eri piccola… ricorda la storia… non ci sarà pace tra gli spiriti se…»
Sheila si interruppe per guardarsi  intorno, come a voler controllare che non  ci fossero orecchie indiscrete. Tornò a fissare la nipote con un’espressione spaventata.
«Non c’è più tempo Bon… gli spiriti non possono più garantirci la segretezza…»
«C-cosa? N-no… tu… tu mi devi spiegare… tu devi dirmi tutto!»
«Piccola mia… non posso… non c’è tempo…»
«Ma… nonna… se non mi dici cosa sta succedendo…»
«Non posso parlare più… ma te lo mostrerò!»
concluse lo spirito, afferrando le mani alla nipote.
Bonnie fu percorsa da un’energia elettrica che le attraversò il corpo. Un fiume di parole le inondò la mente: un intero romanzo, mai letto, le si riversò  in testa. Improvvisamente ogni tassello parve trovare il suo posto nell’enorme ed ingarbugliato puzzle che era diventata quella situazione e molte domande che covava in sé da tempo, trovarono le loro risposte. Satura di informazioni, guardò lo spirito di sua nonna iniziare a sbiadirsi.
«Nonna…»
sussurrò.
«Fai la cosa giusta bambina mia… e forse troveremo tutti la pace!»
esclamò Sheila, prima di svanire nel nulla.
Il corpo di Bonnie si scaricò di tutta la potenza che l’aveva saturato durante il colloquio con lo spirito di sua nonna e cadde a terra, stremato.
Jeremy le corse accanto, seguito dalla figlia che si tenne dietro le larghe spalle del padre, con una mano premuta sulla bocca, terrorizzata.
«Bon! Hey… tesoro…»
la chiamò il marito. La strega mosse lentamente la testa ed aprì lentamente le palpebre.
Le parve di risvegliarsi dal coma in cui cadde vent’anni prima.
«La mia punizione…»
sospirò.
«C-cosa? Quale punizione?»
chiese preoccupato l’uomo.
«I-io… la punizione…»
ripeté Bonnie, sollevandosi adagio. Jeremy attese che la moglie riacquistasse lucidità. La piccola Jenna le si avvicinò cauta e le scostò una ciocca di capelli dal viso.
«Mamma…»
«Sto bene piccola mia… devo solo… devo capire un po’ di cose…»
la rassicurò. La marea di informazioni passatele dallo spirito di sua nonna, trovò finalmente ordine nella sua testa e tutto le fu improvvisamente chiaro. La strega afferrò il polso del marito ed esclamò:
«Oh mio dio, Jer! Dobbiamo correre dagli altri! Dobbiamo sbrigarci!»
«Vuoi spiegarmi…»
iniziò lui.
«Non possiamo perdere tempo… ti racconterò tutto mentre siamo in viaggio! Ma dobbiamo muoverci!»
lo interruppe lei.
«O-ok… portiamo Jenna al sicuro…»
«No! Lei deve venire con noi! Avrò bisogno del suo potere»
«Bonnie…»
«Amore, lo so! Ma quando ti avrò raccontato tutto capirai che non possiamo fare altrimenti… ora andiamo!»
asserì, alzandosi da terra.
«Sei pronta ad aiutarmi, Jen?»
«Sì, mamma! Sono prontissima!»
«Bene… andiamo!»
La famiglia uscì in fretta da quella casa abbandonata.
 
Rebekah si piazzò dietro Elena e Jessica fregandosi le mani. La vampira e la ragazza erano state soggiogate a restare immobili ed attendere gli ordini dell’Originale.
«Se la costringerai a farmi del male, moriranno nel tentativo di ucciderti, ma non ti aiuteranno! Lo sai, vero?»
disse Elena.
«Se ti farà del male… dipenderà solo da loro…»
rispose Bekah, con un filo di eccitazione a farle tremare la voce.
«Come pensi di affrontare da sola 3 vampiri ed una strega?»
chiese Jessica.
«Ho il mio piano… non temere… ed ora… osservate attentamente…»
sussurrò l’Originale, indicando alle due ragazze il varco della grotta. A Jessica quasi si fermò il cuore quando il volto di Damon apparve dal nulla.
«D.!»
esclamò. Il vampiro non parve sentirla e si girò a parlare con il resto delle persone che lo seguivano.
 
Damon, Stefan, Meredith, Caroline e Liz camminarono a lungo senza trovare nessun indizio, nessuna traccia.
«Sei sicuro sia la direzione giusta?»
domandò il fratello.
«È l’unica direzione possibile…»
rispose scoraggiato.
«Eri svenuto… non puoi esserne certo…»
gli fece notare Liz.
«No… no… deve essere per forza da questa parte… l’avreste incontrata altrimenti!»
ribatté lui.
 
Proseguirono un altro po’ e si ritrovarono di fronte alla parete che determinava la fine del cunicolo.
Il vampiro espirò ed indurì la mascella, si voltò verso i suoi compagni ed un brivido gli percorse la schiena. Ebbe la netta sensazione che qualcuno lo chiamasse per nome.
 
«N-non capisco… D.! Hey! Siamo qui! Girati!»
urlò a squarciagola la giovane, mentre la sua carceriere scoppiava in una risata.
«Non può sentirti… né vederti! Vedi… questo posto è incantato, solo io posso decidere se renderlo visibile o accessibile…
disse in un tono divertito. Si rivolse ad Elena e proseguì:
«Non so come abbiate fatto a rintracciarlo, onestamente…»
«Abbiamo una strega potente su cui contare»
rispose secca la vampira. Rebekah rise di nuovo.
«Bonnie Bennet? Strega potente? Mi sorprende che sia riuscita a svegliarsi dal suo coma!»
commentò sprezzante. Elena corrugò la fronte in un’espressione stranita.
«Ti sei tenuta parecchio aggiornata sulle nostre vicissitudini…»
osservò.
«So molto più di quel che vorrei, a dire il vero… compreso il tuo periodo nel paese delle meraviglie!»
commentò sarcastica.
Quelle informazioni le diedero una strana sensazione alla quale Elena non riuscì dare una spiegazione.
«D.!»
urlò di nuovo Jess. Il vampiro tornò a guardare verso di lei.
«Non può sentirti!»
la canzonò Rebekah.
«D.! Andiamo! Girati! Siamo qui!»
continuò imperterrita la giovane. Damon iniziò a muovere le mani in aria, come se le stesse facendo scorrere su una parete invisibile.
 
«Cosa?»
chiese Stefan.
«Niente… è solo che…»
Damon lasciò la frase in sospeso, tornando ad esaminare la parete di fronte a lui.
«Evidentemente non sono qui… andiamo! Non abbiamo tempo da perdere!»
propose Meredith.
«No… no…  c’è qualcosa…»
disse, facendo scorrere le mani sulla parete. La sensazione sotto i suoi polpastrelli gli causò un sussulto. Non seppe spiegarsi cosa lo mettesse a disagio, però.
 
«D.! Ti prego!»
urlò ancora una volta Jessica.
«Ti prego! Smettila di urlare!»
la minacciò Rebekah!
«D.! Andiamo!»
«Ok! Speravo di giocare ancora un po’… ma se insisti…»
disse esasperata Rebekah.
 
Improvvisamente la parete si dissolse sotto il tocco di Damon, aprendosi su uno scenario inaspettato: Elena e Jessica erano in piedi, immobili di fronte a loro. Gli occhi del vampiro corsero sui volti delle due donne che amava di più al mondo e si riempirono di luce prima di adombrarsi trovando, in mezzo ai loro, anche il volto di Rebekah.
«Da quanto tempo!»
esclamò l’Originale.
Damon sentì la rabbia esplodergli dentro e si caricò per attaccare la vampira, ma si scontrò contro una barriera invisibile.
«Mi facevi così sprovveduta? Vi ho concesso di vederci perché la ricciolina, qui, la smettesse di trapanarmi le orecchie… ma non vi concederò di entrare…»
«Lasciale andare… ora!»
ringhiò il vampiro.
«Certo… come no! Restituitemi mio fratello...»
«Non è possibile e lo sai…»
«Quel che so è che … come hai detto Elena? Ah, sì… “avete una strega molto potente su cui contare”… usatela!»
sibilò Rebekah.
«Bonnie non ha più i poteri di una volta…»
intervenne Stefan.
«Ma ha rintracciato questo posto… questa grotta! E serve  molto potere per questo!»
«Un semplice incantesimo di localizzazione e la tua distrazione le hanno facilitato il compito direi!»
ironizzò Damon.
«Di cosa stai parlando?»
sbottò l’Originale.
«Le telecamere a circuito chiuso dello store prima del cimitero vi hanno riprese in questa zona della città…»
Rebekah corrugò la fronte e fece un’espressione sorpresa. Superò Elena e Jessica e si avvicinò al varco della grotta, leggendo sul viso di Damon la veridicità delle sue parole.
«Come sapevate dove cercare?»
domandò ansiosa. Il vampiro non rispose, si limitò a sogghignare.
«Ti ho fatto una domanda!»
sibilò, ma lui restò in silenzio.
«Rispondimi, ora!»
lo soggiogò.
«Il ciondolo di Jessica ci ha dato un’idea su dove cercare…»
rispose meccanicamente. Rebekah sorrise e fece qualche passo indietro.
«Ora capisco… beh… vi consiglio di trovare una soluzione, in fretta!»
«Rebekah… Klaus è disperso nell’oceano! È impossibile recuperarlo! Cerca di ragionare! Hai avuto la tua vendetta con Elena… rinuncia a tuo fratello e rifatti una vita!»
provò a convincerla Stefan.
«E me lo dici proprio tu? Tu che ti sei offerto a Klaus pur di trovare una cura a tuo fratello? Tu che hai passato gli ultimi vent’anni a seguirne le tracce? Con che coraggio mi parli di rinunciare?»
«Allora te lo dico io di rinunciare! Lascia stare Klaus e pensa a… non so… ad andare ai balli e flirtare con i quarterback della squadra del liceo! Sbaglio o hai un debole per loro?»
«Non credo tu sia nella posizione adatta per fare del sarcasmo, Damon!»
«Non sto facendo del sarcasmo… sto cercando di farti capire che non otterrai nulla… e che se avessi speso gli ultimi vent’anni per pensare a te stessa, non avresti questa fissa per tuo fratello… poi… sbaglio o ne hai altri due in giro per il mondo? Perché non stai con loro?»
«E chi ti dice che anche loro non siano d’accordo con me nel rivolere indietro Nicklaus?»
«Io non li vedo qui, a tenere in ostaggio tre persone…»
ribatté Damon.
«Ti assicuro che saranno felici quando riunirò tutti!»
«Credi? Non è stato lui a mettere a dormire Kol per un centinaio di anni e te per altri 40? Ed Elijah? È stato proprio lui il primo a volerci aiutare a sconfiggerlo!»
«Perché non conosceva la verità!»
«E quale sarebbe la verità, Rebekah? Che vi ha portati in giro per il mondo chiusi in delle scatole finché non gli è stato utile riportarvi indietro? No… i tuoi fratelli non sono qui e non stanno provando a riavere indietro Klaus perché loro hanno capito che senza di lui stanno meglio! Perché non lo puoi capire anche tu?»
Le parole di Damon colpirono duramente Rebekah.
«Ah sì? Pensi che senza famiglia si possa stare meglio? Credi sul serio che potresti rinunciare a tuo fratello… a tua figlia… alla tua ragazza?»
«Bekah… non fare idiozie… se c’è anche una remota possibilità di riavere indietro Klaus, facendo del male alla mia famiglia, la perderesti di sicuro…»
«Hai ragione… bisogna alzare la posta…»
La vampira scattò alle spalle di Jessica e si morse un polso, il sangue iniziò a colare dalla ferita.
«Ferma! Non farlo!»
urlò Damon.
«Ma come… io ti sto offrendo una scappatoia…»
L’Originale mise il polso in bocca a Jessica obbligandola a berne il sangue che sgorgava dalla ferita.
Gli occhi di ghiaccio del vampiro si riempirono di orrore : “no! No! Jessica no!” pensò disperato.
«Non fare quella faccia, Damon… in fondo è grazie a me se ora puoi stare con la tua Elena!»
«Ti prego! Fermati! Farò tutto quello che vuoi… ma… non farle questo! Lei non se lo merita… per favore!»
la supplicò.
«E dovrei fidarmi di te… perché?»
«H-hai appena fatto l’unica cosa che ti darà la certezza che lo farò!»
Damon disse quella frase sull’onda di un ricordo: non l’aveva detta lui, ma Stefan.
 
Il fratello ed Elena lo avevano convinto a collaborare per liberare Katherine dalla cripta in cui la credevano rinchiusa ma, alle sue spalle, si erano organizzati per mandare in fumo il suo piano. Lo avevano distratto per poter ritrovare il grimorio seppellito con il loro padre. Damon scoprì l’inganno ed arrivò proprio quando Stefan recuperò il ricettario di incantesimi.
«Beh… ma chi l’avrebbe detto»
esclamò, fissando i due traditori. Elena gli puntò addosso la torcia elettrica.
«Gli eventi hanno preso una piega inaspettata…»
commentò.
«Non posso permetterti di farla tornare… mi dispiace…»
ribatté Stefan.
«Anche a me… per aver pensato, anche solo per un secondo, di potermi fidare di te…»
replicò lui.
«Tu non sei in grado di fidarti di qualcuno… il fatto che sei qui significa che hai letto il diario e che volevi sbrigartela da solo…»
osservò il fratello.
«Certo che me la sarei sbrigata da solo! Perché posso fidarmi solo di me stesso! Lo hai reso perfettamente chiaro tanti anni fa, Stefan…»
disse con ovvietà. Spostò il suo sguardo su Elena e provò una strana fitta di dolore.
«Ma tu… tu mi hai preso in giro…»
Qualcosa in lui si ruppe nel momento stesso in cui lesse la vergogna negli occhi di lei. Si era fidato di lei ed anche lei lo aveva tradito. Scaraventò via quello strano malessere e tornò alla sua missione: Katherine.
«Che farai ora?» chiese a Stefan «Perché se provi a distruggerlo, le strapperò via il cuore»
«Non la ucciderai…»
«Posso fare di meglio…»
sibilò prima di scattare dietro ad Elena. Si morse il polso e costrinse la ragazza a berne il sangue.
«Ora dammi il libro, Stefan… o le spezzerò il collo e noi due avremo una fidanzata vampiro
«Lasciala andare prima…»
«Il libro
«Non te lo darò finché non sarà qui con me, al sicuro…»
«Il problema è che non credo che me lo ridarai
ringhiò, incapace di credere di nuovo al fratello.
«Hai fatto l’unica cosa che ti dà la certezza che lo farò…»
Damon indicò con la testa il libro, Stefan glielo mostrò e lo lanciò ai suoi piedi. Elena continuava ad essere prigioniera della sua presa. La nebbia che gli aveva offuscato la mente, iniziò a diradarsi ed il battito del cuore della ragazza pulsava poco sotto la sua mano. Ogni fibra del suo essere tornò presente in quella situazione e sentì l’orrore del suo gesto prendere possesso dei suoi pensieri. La follia di quell’amore malato lo aveva spinto a far rischiare ad Elena di essere condannata ad  un’eternità miserabile. Affondò la testa nei capelli di lei cercando il coraggio per lasciarla andare. Nella sua testa le chiese perdono mille volte, ma dalla sua bocca non uscì nessun suono. “Lei ti ha tradito! Non sei tu quello che deve chiederle scusa!” si disse. La lasciò andare e si affidò alla sua rabbia per non sopperire al dolore che quel gesto gli aveva procurato.
 
In quel momento capì il terrore di Stefan… capì la gravità del gesto compiuto anni prima e, purtroppo, capì anche la disperata determinazione di Rebekah…
«Farò di tutto per riportarti Klaus… ma non farle  questo…»
ribadì con voce tremante. L’Originale inclinò la testa da un lato e tolse il polso dalla bocca di Jessica.
«Vedi, Damon…»
iniziò, liberando dalla presa la giovane.
«Io lo so che farai di tutto… ma so anche che cercherai prima una soluzione alternativa…»
«No! No! Ti do la mia parola… faremo di tutto per ridarti tuo fratello!»
esclamò lui, timoroso.
«Non ho molte ragioni per fidarmi della tua parola…»
rispose Rebekah, avvicinandosi al varco.
«Sento di doverti dimostrare che non scherzo… prima che voi arrivaste… ho dato un ordine alla tua bella bambina… un comando che lei dovrà eseguire, senza esitazione, nel momento stesso in cui io glielo ordinerò»
Gli occhi di Damon corsero su Jessica: la giovane, con la bocca ancora sporca di sangue, iniziò a tremare.
«Quindi… Jessica…»
continuò l’originale. Il vampiro notò che la figlia stringeva in mano qualcosa, mise a fuoco un paletto di legno.
«Jessica…»
sospirò lui. La ragazza aumentò il tremore, gli occhi di ghiaccio di lui andarono a cercare Elena: la vampira lo guardò sorridendo mentre grosse lacrime le rigavano il viso. Articolò un muto “Ti amo” e, prima che potesse realizzare appieno cosa stesse accadendo, Rebekah ordinò alla giovane:
«Colpisci, ora!»
La ragazza sollevò il braccio e calò il letale colpo, senza esitare.

   
 
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