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Autore: SellyLuna    15/04/2013    2 recensioni
"Lo sapeva che invischiarsi con Sas’ke non sarebbe stata una buona idea.
Appena i suoi occhi si erano posati sulla sua figura aveva compreso che era una personalità complicata, anche troppo per i suoi gusti.
All’inizio, tuttavia, non gli disturbavano il suo prolungato mutismo e i suoi comandi, lì per lì, insensati. Non era facile intuire cosa passasse per la mente del giovane Uchiha e ben presto Suigetsu abbandonò l’interesse di scoprirlo.
Sapeva, per certo – anche perché il diretto interessato non ne faceva misteri –, che ogni sua mossa era dettata dall’odio e dalla vendetta.
Questo sapeva di Sasuke e a Suigetsu bastava."
Spoiler ultimi capitoli.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Suigetsu
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Help! Somebody save me!

 
Lo sapeva che invischiarsi con Sas’ke non sarebbe stata una buona idea.
Appena i suoi occhi si erano posati sulla sua figura aveva compreso che era una personalità complicata, anche troppo per i suoi gusti.
All’inizio, tuttavia, non gli disturbavano il suo prolungato mutismo e i suoi comandi, lì per lì, insensati. Non era facile intuire cosa passasse per la mente del giovane Uchiha e ben presto Suigetsu abbandonò l’interesse di scoprirlo.
Sapeva, per certo – anche perché il diretto interessato non ne faceva misteri –, che ogni sua mossa era dettata dall’odio e dalla vendetta.
Questo sapeva di Sasuke e a Suigetsu bastava.
Aveva compreso che Sasuke, con i suoi sguardi impassibili che dovevano mettere in soggezione e far sentire in una posizione scomoda e inferiore i suoi interlocutori, erigesse un muro tra sé e il mondo; niente e nessuno riusciva a fare una breccia per entrare in contatto con lui.
Alla fine Suigetsu si era abituato al carattere ombroso del suo compagno e capo squadra; del resto ci pensava egli stesso a riempire tutti i suoi silenzi, senza aspettarsi un commento o una particolare reazione da parte sua.
Ma Sasuke non era l’unico personaggio strambo che l’Hozuki ebbe la fortuna di incontrare, sicuramente fu il meno peggio, conveniva.
Non dimenticò mai il maestro Orochimaru – solamente pensare al suo nome il suo corpo veniva percorso da brividi di disgusto e paura – e il suo sottoposto Kabuto Yakushi.
Non possedeva un bellissimo ricordo di loro. All’epoca aveva pensato – in realtà la sua opinione non era mutata affatto – che fossero pazzi, affetti da una strana malattia che li vedevano protagonisti di strani esperimenti, come se fossero i padroni della Vita, di tutta la Vita.
Giocavano agli scienziati folli, che consideravano le proprie cavie alla stregua di una nullità. Non concepivano il fatto – sorprendente – che gli esseri viventi provassero delle emozioni, delle sensazioni e che avessero una volontà, dei sogni e delle ambizioni precisi.
O semplicemente trasferivano il vuoto, la mancanza che albergava in loro sulle persone che incontravano sul loro cammino e che diventavano le loro prossime prede.
Era quasi inconcepibile pensare che non provassero più emozioni – o che ne provassero così poche volte e così malsane – come allo stesso tempo era pressoché difficoltoso immaginarseli volubili, in preda ai sentimenti.
E fu così che anche Suigetsu aveva conosciuto il mondo folle di Orochimaru e Kabuto.
Non aveva avuto altra scelta e, a malincuore lo ammetteva, era stato abbindolato dalle grandi promesse del maestro Orochimaru e da ingenuo qual era c’era caduto con tutte le scarpe.
Così aveva passato anni e anni nel buio profondo e sinistro del covo segreto del capo del Villaggio del Suono.
Era diventato un suo esperimento; era tenuto sotto stretto esame in uno spazio ristretto che divenne ben presto la sua prigione.
Per questo fu sollevato nell’appurare che Sasuke, venendolo a liberare, avesse sconfitto il ninja leggendario.
Fu libero non grazie alla magnanimità di Sasuke, ma perché lo aveva adocchiato per le sue particolari abilità.
E Suigetsu prese al volo l’occasione: avrebbe aiutato Sasuke, come richiesto, e nel mentre avrebbe cercato di avvicinarsi al suo obbiettivo, cioè quello di diventare uno dei sette ninja spadaccini della Nebbia. Perciò chiese a Sasuke di poter avere tra le mani un’arma degna, quindi si erano prodigati a recuperare la famosissima e temuta “Mannaia Decapitatrice”.
Il loro viaggio era proseguito e il giovane Uchiha aveva voluto altri due membri nel gruppo: Karin e Jugo.
Suigetsu aveva sentito parlare di entrambi; in particolare aveva delle riserve su Jugo e la sua destabilizzante e improvvisa doppia personalità, ma tanto sapeva che Sasuke non avrebbe preso in esame le sue preoccupazioni; una volta che il boss aveva deciso, non tornava indietro sui suoi passi.
E così dovette imparare a convivere con ambedue; tutto sommato con Jugo non era risultato troppo pesante, era una persona molto silenziosa, immersa spesso in un mondo tutto suo, in cui preferiva la compagnia di vari animali selvatici. Ma la situazione cambiava e si faceva più tesa, quando era in preda ai suoi attacchi in cui urlava che voleva uccidere il primo che gli capitava a tiro, e riusciva a calmarsi solo quando si specchiava nello sharingan di Sasuke.
Era in occasioni come quelle che l’odio che provava Suigetsu nei suoi riguardi si faceva sentire prepotentemente.
Provava, invece, un disprezzo costante verso Karin, che il ragazzo non nascondeva affatto. Era un sentimento reciproco, anche la ragazza dava forti segnali di non sopportare l’Hozuki e ogni scusa era buona per picchiarlo.
Nonostante Suigetsu dicesse di non poterla soffrire, amava particolarmente stuzzicarla e frapporsi tra lei e Sasuke. Era di comune conoscenza il fatto che Karin avesse un debole per Sas’ke e che desiderasse passare del tempo assieme a lui, senza intrusi. Era evidente, del resto, che l’Uchiha non condividesse le sue stesse aspirazioni, infatti la scansava sempre con fastidio da sé. Karin incassava il colpo, ma non si arrendeva e ritentava la volta successiva. Era davvero una piaga, così fastidiosa e così racchia, tuttavia non negava che fosse molto utile in un combattimento perché sapeva curare le ferite tramite l’assunzione del suo chakra e inoltre era un ottimo ninja sensitivo. Sapere in anticipo se si era seguiti, conoscendo indicativamente il numero dei nemici, era molto rilevante e permetteva di avere del tempo per formulare un piano B.
Ne avevano passate abbastanza insieme, e tutto sommato, erano riusciti a cavarsela discretamente bene, finché la situazione non era degenerata. Sasuke era cambiato completamente da quando era venuto a conoscenza della verità riguardo a suo fratello, aveva cambiato i suoi piani, tutti comunque sempre impregnati di Vendetta. Questa volta voleva vendicare suo fratello uccidendo le alte sfere del villaggio rei di aver imposto al geniale Itachi Uchiha di sterminare tutto il suo clan, poiché rappresentava un pericolo per il villaggio.
Da quel momento in poi Sasuke aveva dato di matto, era diventato sempre più freddo e scostante, accecato dalla Nemesi.
Il caos definitivo era iniziato quando si erano intrufolati alla riunione dei cinque Kage perché Danzo, in vece di Sesto Hokage, sarebbe stato presente. In quell’occasione Sasuke aveva creato un putiferio e per di più si erano divisi; Karin era andata con Sasuke, mentre Suigetsu era rimasto con Jugo.
Da quel momento in poi non avevano avuto più sue notizie, non sapevano come si era concluso lo scontro. Intanto loro erano stati catturati, perché il loro travestimento, che a Suigetsu era sembrato geniale, era stato sventato.
Riuscirono ad evadere e a ricongiungersi a Sas’ke, portando con loro una pergamena contenente informazioni top secret ma molto vantaggiose, trovate in un covo di Orochimaru.
Sasuke, allora, decise di richiamare il suo vecchio maestro, con rammarico di Suigetsu, il quale aveva cercato di far desistere Sasuke dal compiere una tale sciocchezza, in quanto sosteneva che il Sannin avrebbe voluto partecipare all’attuale guerra e allora sì, che le cose sarebbero peggiorate. E poi, nessuno voleva rivedere la sua brutta faccia, Suigetsu ne era pienamente convinto.
Ovviamente Sasuke aveva fatto di testa sua, come sempre, e aveva ordinato con la "gentilezza" che lo distingueva ad Orochimaru di aiutarlo.
Così si erano incamminati di nuovo, fino a raggiungere un luogo nascosto e abbandonato da anni, che metteva i brividi. Alla grande parete erano appese numerose maschere davvero sinistre e raccapriccianti, che lo mettevano a disagio. Non vedeva l’ora di andarsene da lì. Per fortuna Orochimaru trovò subito ciò che cercava, così si allontanarono da quel luogo per dirigersi alla volta di un altro.
Passarono, indisturbati, per le vie del Villaggio della Foglia. Sasuke volle ammirare il suo villaggio natale dall’alto per riflettere sui suoi sentimenti e per rafforzare la sua decisione, come aveva sostenuto Orochimaru, rimembrando un’ esperienza simile anche nel suo passato.
Dopo questa breve pausa, raggiunsero l’antico tempio Nakano appartenente al clan Uchiha,  del cui splendore rimanevano solo macerie che ne attestavano i suoi antichi fasti.
Qualcosa, tuttavia, era rimasto e, a detta di Sasuke, era quello più importante e di valore. Un possente masso, spostato da un jutsu, rivelò l’entrata ad una stanza sotterranea, dove con l’aiuto di Orochimaru avrebbero richiamato i quattro precedenti Hokage, poiché Sasuke voleva interrogarli.
E così fu. Davanti ai loro occhi apparvero i quattro grandi capi del Villaggio della Foglia.
Nella sua breve esistenza,Suigetsu ebbe l’onore di incontrare i quattro più grandi capi del Paese del Fuoco.
Anche dalle sue parti si raccontavano le grandi e leggendarie imprese del primo Hokage, Hashirama, definito il Dio degli Shinobi e ammetteva che si sentiva davvero emozionato di stare al cospetto di un grande personaggio storico come lui.
Non percepiva una tale emozione o tensione da parte dei suoi compagni, erano tranquilli e pacati come al loro solito, come se fosse una cosa da tutti i giorni vedere resuscitare davanti ai propri occhi dei morti.
I quattro Hokage parvero spaesati di ritrovarsi sulla Terra e chiesero spiegazioni. Avevano compreso che erano stati richiamati con l’Edo Tensei, ma non riuscivano a comprenderne il motivo. Dopo averli messi al corrente degli ultimi fatti, Orochimaru rivelò loro che erano stati chiamati solo per rispondere alle domande di Sasuke.
I ninja supremi furono ben disposti a soddisfare la richiesta e ognuno di loro espose parte della verità.
Hashirama raccontò gli esordi del Villaggio, di come fosse nato dal sogno che condivideva con Madara Uchiha, solo che nel corso del tempo le loro strade si erano divise.
Alla fine del suo lungo resoconto, arrivò il momento per Sasuke di prendere una decisione definitiva. Informò i presenti che sarebbe andato sul campo di battaglia, perché non voleva che il sacrificio di suo fratello e il villaggio fossero sprecati.
Sasuke aveva compiuto l’ennesimo colpo di scena, peggio di un’attrice scadente, e il primo Hogake approvò questa sua decisione, mentre tutti gli altri erano rimasti ammutoliti da questa rivelazione.
Sapeva che seguire Sas’ke sarebbe stata una follia. Rimpianse di non avergli negato il suo aiuto, a quest’ora sarebbe stato fuori dai guai. Andare in guerra non rientrava tra le sue ambizioni e, anche se sapeva valutare le proprie capacità, sapeva che non sarebbero bastate in uno scontro di tale portata. Ma chi glielo faceva fare?
Lo smacco maggiore arrivò quando anche Orochimaru aderì al nuovo progetto dell’Uchiha e Suigetsu si sentì perso. Si rivolse a Jugo per sapere cosa avrebbe fatto e lui gli rispose, senza fare una piega, che avrebbe seguito Sasuke per proteggerlo.
Di male in peggio. Avrebbe dovuto pensare ad un modo per defilarsela, perché sapeva che non ne sarebbe uscito vivo.
Si sentiva inferiore a quella strana comitiva formata dai quattro zombie più forti e da tre mostri, lui in fondo cos’era? Un moscerino che avrebbe stonato in mezzo a loro.
Così, mentre l’allegra combriccola si preparava a partire, osservando con nostalgia il Villaggio, Suigetsu iniziò a correre più veloce che poté senza far rumore.
Non riuscì a percorrere molti metri che venne colpito da una forza familiare, che lo bloccò nel suo intento. Quella pazza di Karin era sbucata dal nulla e sbraitava che era sicura di aver riconosciuto il chakra di Sasuke, e intanto continuava a malmenarlo, non capiva se era uno sfogo oppure era un modo per mostrare la sua contentezza. Chi le capiva le donne? 
Non riusciva a trovare una ragione valida per comprendere perché lo stesse picchiando, questa volta non aveva fatto nulla.
Quando si era stancata si era allontanata per raggiungere gli altri, lasciandolo a terra malconcio.
Non appena aveva sentito la voce melodiosa di Sasuke che le chiedeva scusa, era diventata tutta docile e carina,  avrebbe osato dire quasi femminile, niente in confronto a quel mostro che era stato fino un attimo prima. Karin era davvero un mistero.
Anche lei, convinta – anche se non era necessario convincerla: se riguardava Sas’ke avrebbe fatto qualsiasi cosa – da Orochimaru si unì al gruppo.
Ecco, ci mancava solo questa: i quattro zombie più forti, tre mostri e un’idiota, rettificò Suigetsu.
Certo che Madara sarebbe stato sorpreso di vederli, non c’erano dubbi.
Non moriva dalla voglia di scoprire che faccia avrebbe fatto alla loro comparsa, ma qualcosa gli suggerì che li avrebbe seguiti, suo malgrado. Doveva solo armarsi di tanta, ma tanta pazienza.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti,
ed eccomi di nuovo qui! Siete sorpresi, vero? Quanto vi capisco. Lo sono anch’io. XD
Comunque sia, l’ultimo capitolo mi ha spinto a scrivere questa cosa. Lo so che ci sono cose più importanti: come ad esempio la ritrovata lucidità di Sasuke (^_^), il ricordo di Itachi, Shisui e Kagami, la decisione di Sasuke di andare sul campo di battaglia con i suoi nuovi e  potenti compagni.  
Io, però, ho pensato che sarebbe stato giusto dare anche un po’ di spazio a quel mattacchione di Suigetsu. :P Insomma, mi fa sempre morire, lui. XD
È la prima volta che scrivo qualcosa che vede protagonista Suigetsu, perché come già avevo rivelato, non credo di comprenderlo sempre fino in fondo, nonostante io lo adori come personaggio; è troppo spassoso. :D
Quindi, non sono sicura che questa cosa sia uscita molto bene. Spero che non risulti troppo noiosa, ( e se anche così fosse non abbiate paura di dirmelo, così mi so adeguare per la prossima volta. ^^) almeno in alcuni punti: ho cercato di fare una sintesi, ma certe cose andavano comunque dette. =)
Probabilmente vi chiederete il significato del titolo, che probabilmente non è neanche una grande trovata, ma tutto sommato credo che suoni relativamente bene. Da quest’ultimo capitolo si è notato come Suigetsu si sia sentito fuori luogo e come desiderasse essere altrove.  Quindi potrebbe aver pensato qualcosa come “Aiuto! Qualcuno mi salvi!”, anche se, ovviamente, non si attendeva che apparisse davvero qualcuno, neanche un Deus ex machina, per salvarlo, ma che riuscisse a vedere un’occasione per squagliarsela. =D  
Beh, ora tocca a voi dirmi cosa ne pensate. ;) Sarei molto contenta se qualcuno decidesse di lasciare una piccola recensione, positiva o critica che fosse. =)
Questo è tutto. :)
Alla prossima! ;)
Selly * che è tremendamente insicura *     
   

 

   
 
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