Un saluto a chiunque voglia ancora leggere questa storia :)
Ebbene sì: chi non muore si rivede! Vi chiedo perdono per l'assenza durata più di un anno, ma l'università ha risucchiato tutte le mie energie! Sono comunque lieta di annunciarvi che la sottoscritta è ufficialmente una Dottoressa ERGO riuscirò finalmente a concludere le FF che ho lasciato in sospeso, Binari in primis. ALLELUJAAAAAAAAAAAA XDDDDDD
Vi lascio al capitolo! Enjoy it!;)
Fu la voce
femminile che proveniva
dal telefono a risvegliarli.
“Kate!
Kate, ci sei?!
Sei ancora in linea?!”
“Ehm
sì...scusami Milly. Ti richiamo
più tardi, ok?...No, no, niente di preoccupante,
tranquilla!...Va bene, a dopo,
ciao.” chiuse la chiamata.
“
Che…che ci fai qui, Jared?”
“Volevo
parlarti.”
Kate lo
guardò confusa, mordendosi la
guancia. Poi sospirò.
“Ok,
ma vieni dentro…Sei tutto
bagnato, rischi di prendere un raffreddore…”,
disse aprendo di più la porta,
invitandolo ad entrare.
Appena mise
piede dentro la sua
abitazione, Jared fu invaso dal dolce profumo di Kate.
Era incredibile
come ogni cosa lì
dentro portasse il marchio della sua presenza.
E lui si
sentì a casa.
Tornò
a guardare Kate che intanto
aveva chiuso la porta e si stava dirigendo verso le scale che portavano
al
piano di sopra. Era più magra di come la ricordasse.
Indossava delle calze
lunghe fino ai polpacci, dei pantaloncini bianchi, una canottiera verde
smeraldo, e una felpa grigia slacciata. I capelli erano raccolti in una
lunga
treccia laterale.
“Mettiti
pure comodo, vado a
prepararti qualcosa con cui cambiarti.”
Jared
annuì, e si diresse in salotto.
Era esattamente
come lo ricordava,
tranne che per una cosa: il tavolinetto su cui un tempo giacevano le
loro foto,
adesso era colmo di immagini che la ritraevano insieme ad amici e
familiari.
Tutte tranne una.
La prese in mano.
Era una loro
vecchia foto…con la famiglia.
Un Jared
circondato di fan faceva lo
stupido davanti all’obiettivo, tenendo sottobraccio una Kate
sorridente e
sporca di sangue finto.
Sorrise al
ricordo di quella notte di
aprile…la notte del loro primo incontro...
Jared si
era fermato a chiaccherare con un gruppo di Echelon alla fine del
concerto di
Santa Cruz.
“Che
ne dite di una
foto di gruppo?- chiese, ricevendo urla di approvazione da parte dei
fan - Bene,
allora uscite fuori le vostre fottute macchine fotografiche,
forza!”
Alzò
lo sguardo dopo
aver firmato l’ultimo autografo e la riconobbe: la ragazza
con lo sguardo più
bello che avesse mai visto, uno sguardo talmente luminoso e pieno di
vita da
averlo colpito anche nel buio della location.
Finalmente
poteva
godere della visione della sua figura slanciata: forme aggraziate e
femminili e
un viso da bambola contornato da una cascata di capelli ondulati.
Bella,
nonostante il sangue finto e gli abiti strappati. Era accanto ad un
paio di
ragazze poco vestite, con le quali sembrava avere davvero poco a che
fare, e lo
osservava, come se non aspettasse altro che un cenno da parte sua.
Cenno che le
diede non
appena i loro sguardi si incrociarono.
“Hey
ragazze che fate
lì in fondo?- le ragazze si indicarono - Sì, voi
cinque! Perché non vi unite a
noi? Avanti!”
Le ragazze
squittirono
eccitate in direzione di Jared, il quale teneva lo sguardo fisso su
quella
sconosciuta che in maniera composta raggiungeva gli altri.
Avanzò verso di lei
e, sorprendendola, la prese sottobraccio quasi per accettarsi che non
si
allontanasse di nuovo.
“ E
allora, queste
macchine fotografiche? Ah perfetto. Bene, al mio tre
‘Cheese’, ok?”
I ragazzi
esclamarono
‘sì’ all’unisono.
“Uno,
due…”
Si
avvicinò
all’orecchio di Kate.
“Sorridi,
dolcezza.”
La ragazza
accennò un
sorriso sghembo mentre incrociava gli occhi del cantante, poi si rimise
in
posa, le labbra aperte un sorriso meraviglioso.
Il cantante
trattenne
lo sguardo per qualche istante sulla delicatezza del suo profilo, prima di tornare a
guardare l’obiettivo.
“Tre!
Cheese!”
Decine di flash
partirono simultaneamente e Jared passò dal sorriso
più seducente
all’espressione più buffa.
“Vedi
il tourbus a
sinistra?”le sussurrò una volta cessati i flash.
Lei
annuì.
“
Aspettami lì dietro, io ti raggiungo fra un
attimo.”
La sconosciuta
si voltò
verso di lui con aria perplessa.
“Non
preoccuparti, non
mordo…voglio solo parlare.”mentì il
frontman, con espressione innocente.
La ragazza
inarcò le
sopracciglia, poi sorrise scuotendo il capo.
“Farò
finta di credere
ai tuoi occhi, Leto.”
Jared sorrise
sghembo
nel tentativo di dissimulare la sorpresa.
Quella ragazza
era
decisamente interessante. Non sembrava particolarmente turbata dalle
sue
attenzioni e di sicuro non si faceva problemi a dire quello che
pensava. Sì,
decisamente molto interessante.
L’uomo
è cacciatore per natura, e lui aveva
imparato a riconoscere le prede per cui valeva un piccolo sforzo, e
sebbene le
Echelon fossero intoccabili per suo stesso volere, si disse che avrebbe
potuto
fare un’eccezione con lei.
La
lasciò andare e la
seguì con lo sguardo fino a che scomparve dietro al bus.
Dedicò
qualche altro
minuto ai fan e poi si congedò per raggiungerla.
“Hey.”
La ragazza si
voltò
verso di lui e gli sorrise.
“Ciao
Jared.”
“Non
ci siamo nemmeno
presentati prima…”
“Io
sono Katherine, ma
puoi chiamarmi Kate.”
“Kate…-
sussurrò
scrutandola con i suoi occhi di ghiaccio - Ti ho notata in transenna,
sai?”
“Ah
davvero?” chiese
scettica Kate, sorridendogli poi.
“Era
praticamente
impossibile non notarti…non passi inosservata.”
“Se ti
riferisci alla
mia maglietta strappata e sporca di sangue, sì credo di
avere un tantino
esagerato con i tagli e le macchie…” disse
allargando la giacchetta di pelle e mostrandogli
la T-shirt che in più punti lasciava scoperta la sua pelle.
Lo sguardo di
Jared si
soffermò su uno strappo dal quale si intravedeva la
rotondità del suo seno
coperto da un reggiseno di pizzo.
Sorrise sghembo.
“Ma io
non mi riferivo solo
alla maglietta...” asserì Jared con tono allusivo.
Kate
seguì la direzione
dello sguardo del cantante, e rossa in viso, si affrettò a
chiudere la giacca.
“Giuro
che non era così
grande prima…lo strappo, intendo…”
Jared rise della
sua
espressione imbarazzata.
“Incidenti
di percorso…E’
la prima volta che vieni ad un nostro concerto?”
La ragazza
scosse
lentamente il capo, arricciando le labbra rosee e piene.
“Mmmmh
non direi, no…a
dire la verità, vi seguo dagli esordi.”
“Davvero?
Eppure non ti
ho mai vista prima…”
“Non
avrai prestato la
giusta attenzione al tuo pubblico, allora…- rispose ironica
- Vanto un cospicuo
numero di transenne, sai?”
“Oh,
quindi sei una
tosta…oltre ad essere bellissima.”
Kate
abbassò il capo, mordendosi
il labbro inferiore, poi tornò a guardarlo coi suoi occhi
luminosi ed
espressivi.
Era imbarazzata
ma
compiaciuta.
Jared trovava
incredibile come quella ragazza riuscisse a comunicare le sue emozioni
attraverso il viso.
Sarebbe potuta
essere
un’ottima attrice.
“E che
saranno mai un
paio di lividi e due, tre costole incrinate, quando
c’è in ballo dell’ottima
musica?” rispose lei, facendogli l’occhiolino.
Il cantante
rimase
colpito dal cambiamento repentino di Kate: ora era affabile e sicura.
Ed aveva
glissato sul suo complimento con una semplicità disarmante.
Doveva passare
alle
maniere forti.
“Meriteresti
un
ringraziamento speciale per questo…” disse
malizioso avvicinandosi di più a lei.
“Il
complimento di
prima era compreso?” scherzò la ragazza.
“No,
so fare di
meglio.”
Jared
passò un braccio
attorno alla vita di Kate, che automaticamente portò la mano
sinistra sulla sua
spalla e la destra proprio all’altezza del suo cuore.
Il suo sguardo
parlava
più di mille parole, ma la ragazza sembrava voler tirare la
corda, facendo un
intelligente uso della propria ironia.
Scrutava Jared
con un’espressione
beffarda e soddisfatta per il modo in cui aveva deciso di palesare le
sue
intenzioni, ma quando lui cercò di annullare del tutto le
distanze, lei lo
bloccò ponendo una mano davanti alle sue labbra.
“ In
realtà, Jared, credo
di essere io a doverti ringraziare… - disse con lo sguardo
fisso negli occhi
cerulei del cantante- …e non solo per il complimento, ma per tutto. Forse non siete
ancora pienamente
consapevoli di ciò che i Thirty Seconds To Mars stanno
diventando. È un culto,
Jared, fatto di musica e di persone accomunate da una medesima
passione, gli
Echelon. Avete ridato la speranza a chi credeva di averla persa, e una
famiglia
a chi pensava di essere solo. Sarei una stupida se non ti dicessi
queste cose
adesso che ne ho l’occasione, e sono convinta di parlare a
nome di molti altri
Believer quando dico: grazie per tutto quello che avete fatto, grazie
per tutto
quello che fate e grazie per qualunque cosa farete in
futuro…Grazie.”
Jared era
paralizzato;
c’era una tale trasparenza in ciò che Kate gli
aveva detto che per un attimo si
sentì quasi mancare l’aria. Erano rare le volte in
cui percepiva sincerità
nelle parole che gli venivano riservate e tutte le volte il suo
cervello non
riusciva ad elaborare un pensiero coerente.
Cosa stava
provando?
Gratitudine?
Imbarazzo?
Orgoglio per sé e per i suoi compagni?
O vergogna per
quello
che voleva da lei?
Era intelligente
e
simpatica, ma lui non riusciva a smettere di desiderare il suo corpo e
le lue
labbra.
“Io…Tu…mi
hai lasciato senza parole, Kate…davvero
io…si vede che non so cosa dire?”, chiese
grattandosi la nuca, ma mantenendo
salda la presa sul corpo della ragazza.
Kate rise
dell’espressione
ingenua del cantante.
“Just’un
peu.” risposte
mimando il gesto con le dita.
“Parli
anche francese?”,
chiese divertito.
“Oddio,
‘parlare’ è una
parola grossa…- disse giocando con un bottone della giacca
di Jared - L’ho
studiato al liceo e la mia coinquilina, che è canadese, ogni
tanto mi costringe
ad usarlo. Dice che fa sempre bene conoscere una lingua in
più.”
“Concordo.
E poi io ho
origini francesi.”
“Questo
lo sanno anche
i muri, caro il mio creolo”
Le
spostò una ciocca
ribelle dietro l’orecchio.
“Certo
che non vi si
può nascondere nulla. Voi Echelon siete davvero
terribili.”
“E non
è per questo che
ci adori?”
“Mais
oui…”
Kate rise.
“Sai
dire qualcos’altro
a parte questo?”
“Mmmmh...Bonjour,
merci…croissant, baguette,
bonsoir…silence…amour…- e
sottolineò quest’ultima
parola, facendo sorridere Kate - Ah, e mio nonno mi ha insegnato
l’ Alouette
quando ero bambino.”
“Certo,
l’Alouette è indispensabile per andare
in Francia…”, commentò la ragazza,
soffocando una risata e guadagnandosi
un’occhiataccia di Jared, che la strinse di più a
sè.
“Mi
prendi giro?” le
sussurrò roco.
“Assolutamente
no.”
affermò seria, scoppiando poi in una fragorosa risata.
“ Ma
brava, ridi pure
di me…” disse imbronciato Jared, mentre Kate
continuava a ridere.
Il cantante
avvicinò il
viso al suo orecchio.
“Potrei
anche punirti per questo…- le sussurrò
con voce profonda, facendola smettere di ridere - …e non
sono sicuro che ti
piacerebbe.”
Tornò
a guardarla nei
suoi occhi sorpresi e un po’ confusi, per spostarsi poi sulle
sue labbra
dischiuse ed invitanti. Un attimo dopo l’espressione di Kate
cambiò,
caricandosi di un’irresistibile malizia.
“E chi
ti dice che non correrei
comunque il rischio? L’hai detto tu che sono una tosta,
no?”
Il frontman
sorrise
sghembo.
“Devo
prenderlo come un
sì?”
“No,
nient’affatto…-sussurrò
avvicinandosi alle labbra di Jared -…semplicemente, non
sottovalutare chi hai
davanti.” e si allontanò da lui, sciogliendosi dal
suo abbraccio.
Era riuscita a
spiazzarlo per l’ennesima volta.
“Ehi,
dove pensi di
andare?” si affrettò a chiederle, afferrandola per
un polso.
“Nel
mio hotel, a dormire…da sola.”
specificò la
ragazza.
“E mi
lasci così?”
“Domani
ho un esame importante all’università,
quindi devo svegliarmi presto per tornare a Los Angeles. Mi dispiace
Jared.”
Cos’era
quella? Una
scusa? Lo stava davvero rifiutando?
Per lui era
inconcepibile. Era abituato a ottenere sempre ciò che
voleva, almeno dalle
donne. E ci sarebbere riuscito anche con lei…prima o poi.
“Dammi
almeno il tuo
numero di telefono.”
Kate si
fermò un attimo
a pensare.
“Facciamo
così: se al
prossimo concerto ci incontreremo di nuovo, il mio numero
sarà tuo.”
Era una
condizione
assurda. Non poteva affidare la sua decisione al fato.
“Stai
scherzando?”
“Assolutamente
no.”
“Vuoi
davvero sfidare
il destino, Kate?” chiese allibito.
“La
fortuna mi ha
sorriso questa sera, non vedo perché non dovrei
ritentare.” gli rispose, scrollando
le spalle.
“Perché
nessuno ha la
certezza del futuro.”
“Appunto,
Jared. Al momento nulla mi vieta di pensare che ci rivedremo
un’altra volta, se non il futuro stesso.”
Il cantante scosse il capo
incredulo.
“Sei…sei
pazzesca, davvero.”
“Apprezzo
il tuo tentativo di dirmi in maniera gentile che sono
folle...Grazie.” disse, facendolo ridere.
“E
quando sarà il prossimo concerto?”
“Sarebbe
troppo facile se te lo dicessi, non credi?” rispose furba.
Jared
rivolse gli occhi al cielo.
“Ma…-
aggiunse Kate, guadagnandosi nuovamente la sua attenzione-
…voglio
essere buona, quindi ti dirò una cosa.”
“Sentiamo.”
“Sarò
presente a molti dei vostri show qui in California, il che aumenta il
numero di probabilità.” disse, sorridendogli.
“E
questa notizia dovrebbe sollevarmi?” commentò
ironicamente.
Kate
si avvicinò a lui e gli sfiorò il viso con una
mano, facendolo
rabbrividire.
“Direi
di sì. Buonanotte, Jared.”
Fece
per allontanarsi ma Jared le strinse la mano che fino a poco prima
era sul suo volto, cogliendola di sorpresa.
Rimasero
in quella posizione per un tempo che parve infinito, occhi negli
occhi, sospesi tra il desiderio di un contatto più intimo e
la necessità di
andare via. Ma Jared aveva capito che non era il caso di insistere per
quella
notte.
“A
presto, Kate.” disse, mollando lentamente la presa.
Kate
gli sorrise un’ultima volta, prima di lasciargli un delicato
bacio
sulla guancia che gli fece provare più emozioni del dovuto.
Poteva
un semplice contatto con le sue labbra scombussolarlo in quel
modo?
Non
era affatto un buon segno per uno come lui, che non voleva
impegnarsi…nè tantomeno innamorarsi.
Aveva
conosciuto l’amore così come il dolore della sua
fine, e si era
ripromesso che non sarebbe successo una seconda volta. Gli era bastato
cadere
una volta per apprezzare la libertà di cuore e di spirito e
l’instabile piacere
del cambiamento.
Ma
mentre la guardava indietreggiare, per un attimo non si
sentì libero,
ma solo.
Avrebbe
dovuto lasciar perdere quella ragazza e sperare di non rivederla
mai più, invece di desiderarla con maggiore
intensità.
Ma
un uomo con l’orgoglio ferito dal rifiuto non fa mai la
scelta giusta
per se stesso: mira sempre all’obbiettivo, senza curarsi
delle conseguenze.