PICCOLA INO
- Capitolo 1° -
DRRIIIIIIIN
Il suono della campanella del Liceo di Konoha. Un centinaio di ragazzi corrono
verso il grande edificio dipinto di color panna. Gli insegnati attendono, sulla
soglia delle loro aule, gli alunni.
Due di questi, camminano lentamente verso la imminente
tortura.
“Ehi Shika, muoviti che arriviamo in ritardo”
“non lagnarmi Ino!”
una bella ragazza dai capelli chiari come l’alba,
legati con un dolce ciuffo che le cadeva sul viso e lo sguardo che richiamava
il colore dell’oceano, aveva cominciato a correre incitando l’amico a fare lo
stesso.
Questo, che aveva dei lunghi capelli castano scuro
chiusi in una coda alta, con una strana espressione svogliata dipinta sul
volto, continuava ad avanzare con calma, privo di fretta.
La giovane sorrideva a quello che era il suo migliore amico e lui rispondeva
con una smorfia, come ogni volta.
Gli era sempre piaciuto il sorriso di Ino, anche se ultimamente riusciva a
scorgerlo sempre di meno.
“prendete posto per favore” Iruka-sensei chiamava gli studenti.
Quando tutti si sedettero la lezione poté avere inizio.
La classe era sempre la stessa, stessi amici, stesso
tutto.
Come sempre Nara aveva preferito sedersi nell’ultima fila, in modo da
assicurarsi una più facile pennichella-interlezione. Alla sua destra vi era il
suo migliore amico, Choji-kun , che sgranocchiava un
gustoso pacchetto di patatine chips, che alla fine non finiva mai e alla sua
sinistra una vivace ragazza dai capelli color caramella, Sakura-chan. La
ragazza appartenente al team 10 era andata a posizionarsi nella fila davanti,
vicino al suo lover Sasuke Uchiha, mentre dall’altra parte vi era Naruto
Uzumaki. Per il resto le sistemazioni erano più o meno le stesse, Neji Hyuuga
con Kiba Inuzuka, Ten Ten-chan vicino a Hinata Hyuuga, Shino Aburame affianco a
Rock Lee.
E così si cominciò un nuovo anno di lezioni, compiti e missioni.
Una vita da Ninja insomma.
“psss, Shikamaru-kun, hai per caso i compiti da farmi copiare?” un sussurro
proveniente dalla dolce biondina della fila avanti.
“no, ieri non avevo voglia di farli” rispose lui, sbadigliando leggermente.
“come sempre, dopotutto…” si voltò la ragazza irritata.
“allora, oggi pomeriggio usciamo?” continuò quindi il
Nara.
Lei si voltò nuovamente con grazia
“si, ti devo raccontare una cosa…” disse sorridendo a
pieno volto.
“ah si? Che cosa?”
“è su una certa persona…” rispose Ino facendo un cenno con la testa per
indicare il giovane sedutole accanto, dalla strana capigliatura dai riflessi
blu notte.
“aaaah…” aggiunse solamente lui, corrispondendo l’allegria.
Era il loro segreto dopotutto, che non avevano voluto condividere nemmeno con
il loro compagno di squadra, Choji.
I sentimenti della ragazza erano quindi conosciuti solo dal quel giovane così
poco considerato dal mondo.
E poi, l’infatuazione che il loro robusto amico aveva per Ino, era ormai
conosciuta anche dai volti scolpiti dinnanzi al loro villaggio, su quella alta
montagna.
“NARA, YAMANAKA! SMETTETELA DI
PARLARE!”
“scusi Sensei…”chinò il capo la ragazza.
Le lezioni passarono velocemente, tra chi teneva lo sguardo fisso alla lavagna,
e chi sonnecchiava di nascosto.
Il suono della campanella dell’intervallo risvegliò il
giovane Nara dal quel dormiveglia che ormai prendeva piena padronanza di
lui durante quelle ore mattutine.
Quel pigro ragazzo non amava uscire dalla classe durante l’intervallo.
Preferiva trascorrerlo seduto al suo banco assaporando il silenzio di una
stanza vuota, e rimanendo solo a pensare.
Dopotutto a chi avrebbe mai importato della sua presenza?
Lui non era popolare, non era affatto come Sasuke-kun.
Anzi, si poteva dire che i due fossero l’uno l’esatto opposto dell’altro.
Il primo: popolare, forte, sogno di molte menti femminili, serio e determinato,
un vincente insomma.
Invece Shikamaru non era altro che un pigrone, sfigato, privo di grandi
aspirazioni, e indifferente alla maggior parte delle ragazze.
In sostanza non avevano praticamente nulla in comune, a parte la scuola e una
sola amicizia: Ino.
Ebbene si, occupava un posto fondamentale nel cuore di
entrambi. Tra chi solo per pura amicizia e chi per qualcosa di più.
Shikamaru pensava e ripensava a quello che la sua amica provava per quello
strano individuo così diverso da lui. Era un sentimento forte e pesante da
sopportare. Eppure lei ci riusciva ogni giorno, da tempo ormai. Aveva passato
momenti tristi per colpa di quella cosa chiamata Amore, ma nonostante ciò non
sembrava intenzionata ad abbandonarla. E lui era sempre stato li, a consolarla,
a sussurrarle nell’orecchio che tutto sarebbe passato, che tutto aveva un lato
positivo.
Scherzava con lei, lasciandola sfogare in silenzio, percependo a mala pena i
singhiozzi soffocati e repressi dalla vergogna.
Quel celeste che si confondeva con la trasparenza delle sue lacrime, si l’aveva
visto troppe volte.
Era per colpa di quel Sasuke che ora Ino Yamanaka si trovava spesso davanti
alla porta d’acero di casa Nara.
“ehi, Shikamaru…che ci fai ancora qui? Non esci con gli altri?” la voce cristallina della bella Ninja, era
ora arrivata all’orecchio del ragazzo ormai perso nei suoi pensieri.
Si voltò per vedere entrare la dolce fanciulla vestita di viola, contrastante
con il biondo dei suoi capelli.
“ciao, Ino. No, non ho voglia di
uscire…si sta così bene qui” pronunciò lui stirandosi le braccia all’indietro.
“ma stiamo in classe tutta la mattina, almeno goditi un po’ l’intervallo”
“ma per fare cosa? Tanto stare qui da soli e uguale
che stare soli fuori” fece il moro
“non è detto che tu debba stare obbligatoriamente da solo” disse lei cercando
di interpretare lo sguardo enigmatico di lui
“io non sono popolare come Sasuke” fu la risposta secca di lui, che fermò
brutalmente la conversazione.
Ino notò la nota acida nelle sue parole e comprese che non avrebbe dovuto più
tirar fuori il discorso ‘popolarità’ con il suo amico, poiché pareva un
argomento doloroso.
Il loro primo anno di scuola, quando i due si erano trovati in squadra insieme,
la ragazza aveva protestato e riprotestato, chiamando lui e Choji, il ‘grasso’ e ‘lo sfigato’.
Li aveva insultati per almeno tutti i due mesi successivi. Quei due ragazzi non
parevano prendersela tanto, anzi sembravano ignorarla totalmente.
Solo dopo, quando divennero finalmente amici, quegli episodi non si ripeterono
più.
“vorrà dire che rimarrò qui con te” disse lei d’improvviso allegra, sedendosi
affianco al compagno.
“e allora fai che parlarmi di Sasuke, no? Tanto siamo soli qui…”
la ragazza si guardò un po’ intorno, per controllare che non vi fosse alcuna
traccia di forma vivente nelle vicinanze, senza contare la pianticella che
coltivava Asuma-sensei sul davanzale della finestra, con tanto amore (e chissà
che pianticella in particolare!!!!nda)
“allora…l’altro giorno ho incontrato Sasuke al mercato…” disse lei sussurrando
all’orecchio di Shikamaru, nonostante ci fossero solo loro due.
“ed era insieme a Sakura-chan!”
“cosa? Davvero??” chiese stupito
lui, indietreggiando leggermente con la schiena.
“si…” abbassò il viso di lei che si dipinse immediatamente di tristezza e
delusione.
Shikamaru parve mortificato, quasi fosse stato proprio lui l’origine di quel
dolore.
“ehi, non fare così, guarda che secondo me questo non vuol dire assolutamente
niente!”
Ino alzò lentamente il viso verso di lui, facendogli notare le piccole lacrime
che stavano per formarsi ai lati di quello sguardo celeste.
“secondo me stanno insieme…” disse quasi con un filo di voce, come se facesse
fatica a pronunciare quelle parole.
Nara preso alla sprovvista rispose solo con un sorriso. Lei rimase a guardarlo
interdetta, senza capire le sue intenzioni.
Lui aprì le braccia, offrendole il suo petto come sfogo.
Non era la prima volta che ciò accadeva, e non sarebbe stata l’ultima.
Ormai Shikamaru aveva capito qual era il suo ruolo in quella situazione. Quando
Ino era sull’orlo del pianto non si poteva fare nulla, tranne che abbracciarla.
Lei fissò il suo sguardo su quello di lui per un paio di secondi, e poi,
abbozzando ad un sorriso si cinse a lui, appoggiando una guancia sul suo petto.
“piccola Ino…” sussurrò quindi lui, cominciando ad
accarezzarle i capelli chiari, mentre lei dava inizio al pianto.
Come ogni volta, da una vita, ormai.
La giovane Yamanaka cercò di nascondersi nella maglietta dell’amico,
stringendolo a se.
“su, non fare così…”
il pungente rumore della fine del piccolo break
scolastico, la fece alzare d’improvviso, staccandosi da Nara.
Sul leggero indumento in cotone che lui portava, le lacrime avevano lasciato
piccoli segni.
“oh, mi dispiace…” bisbigliò lei, asciugandosi il viso con la manica lilla.
“figurati…” ripose lui continuando a sorriderle.
La porta dell’aula venne spalancata rumorosamente e i compagni di classe,
incuranti della loro presenza, entrarono nell’aula.
“grazie” disse lei guardando il suo migliore amico negli occhi color cenere.