Questa storia è stata scritta per il contest “Ti odio… ma ci provo!” indetto da Save_me sul forum di Efp.
( http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10556411&p=1 )
Il contest richiedeva di parlare di un personaggio odiato (ecco perché Ron XD), ma io ho voluto fare le cose per bene, quindi ho inserito anche il pairing che odio di più: Ron/Hermione.
Non me ne vogliano a male le/i fan della coppia o del personaggio, è questione di gusti e comunque sarebbe interessante un confronto di idee (tramite messaggio privato, ovviamente) con chi la pensa diversamente da me :)
In conclusione, io sono un’amante delle Draco/Hermione, ergo sono poco pratica in questo campo, quindi le critiche costruttive sono ben accette ;)
Buona lettura!

 
 
NICKNAME: Rowan936
TITOLO: Ron Weasley e il marchingegno babbano
PERSONAGGIO: Ron Weasley (con Hermione Granger)
RAITING: Verde
GENERE: Slice of life
CONTESTO: Dopo Guerra
INTRODUZIONE: Ron Weasley si trova alle prese con un oggetto misterioso e dal complicato utilizzo: il telefono.
Dal testo:
Fu così che Hermione, sua moglie, lo trovò: il viso paonazzo, gli occhi fissi sullo schermo del telefono che stringeva convulsamente tra le mani, il tutto unito all’aria di chi sta per scoppiare.
AVVERTIMENTI: //
NdA (facoltative): Ok, orrenda. Orribile. Illeggibile. Anche io avevo nausea mentre la scrivevo. Forse nel mio caso il problema è il personaggio, ma io sono masochista visto che ho voluto infilarci anche la coppia che odio di più in assoluto: Ron/Hermione. Non bastava solo Ron? No, ho voluto complicarmi la vita. Bene. Cioè, male. Anche perché mi vergogno a farla partecipare al contest. Insomma, non posso fare a meno di vedere Ron come un imbranato (e già per non insultarlo nemmeno una volta all’interno della storia mi sono dovuta impegnare parecchio), non posso scrivere di lui in altro modo! Spero che non faccia così schifo come sembra a me… Ok, dopo il momento di autocommiserazione, passiamo alla fase in cui elenco le mie fatiche per scrivere questa… cosa. Allora, innanzitutto devo sottolineare che non sapevo cosa scrivere. Davvero, per giorni ho pensato: “Una storia su Ron, una storia su Ron…” mentre la mia mente diventava più arida del deserto del Sahara a mezzogiorno, ma poi… boh, mi è balenata in testa l’immagine di Ron con un telefono in mano, alla quale sono seguite una serie di pippe mentali assurde, fino ad arrivare allo sgorbio che segue. Da lì è stato tutto in discesa, tranne per conati di vomito vari al solo digitare il nome di quell’essere. Ok, la smetto. Insomma, direi che il giudizio di qualcuno mi serve sicuramente, quindi alla fine sono felice che partecipi al contest, anche se arriverà sicuramente ultima XD. Va bene, basta, divertiti a leggere la mia “storia”, ma ti avverto che è meglio munirsi di sacchetti per il vomito.
 
 
 

Ron Weasley e il marchingegno babbano

 
 
Ron prese in mano quello strano oggetto che Hermione usava così spesso.
Lo osservò da tutte le angolature possibili, senza capire come fare a rintracciare Harry.
«Harry!» chiamò, tenendo l’oggetto per quello che sperava essere il verso giusto, ma che, evidentemente, non lo era.
«Harry!» ritentò, le labbra a un millimetro di distanza dal rettangolo che si illuminava.
Niente.
Prese a schiacciare alla rinfusa i pulsantini in rilievo, non capendo come l’oggetto potesse sapere che fosse proprio Harry quello che voleva rintracciare.
Decise di optare per la telepatia, iniziando a fissare lo schermo e concentrandosi il più possibile sul nome del suo amico. Temendo che il pensiero non fosse abbastanza potente da raggiungere l’apparecchio, aumentò la concentrazione, con l’unico risultato di diventare paonazzo.
Fu così che Hermione, sua moglie, lo trovò: il viso paonazzo, gli occhi fissi sullo schermo del telefono che stringeva convulsamente tra le mani, il tutto unito all’aria di chi sta per scoppiare.
«Ron, che combini?»
Hermione aveva l’aria di divertirsi un mondo, cosa che non fece piacere a Ron, che si era ripromesso di ricordarsi quello che la moglie gli aveva spiegato il giorno prima.
Mise il broncio, non potendo però impedire alle orecchie di assumere la tonalità di rosso tipica dei pomodori.
«Volevo usare il… Il… Fo… To… Ta… No, il tal… Tel… Miseriaccia!» farfugliò, passandosi una mano tra i capelli rossi con aria esausta e cedendo il marchingegno babbano alla moglie.
«Telefono?» lo aiutò lei, se possibile ancora più divertita.
Lui annuì.
Hermione sospirò, assumendo l’aria da so-tutto-io che la caratterizzava sin dai tempi di Hogwarts.
«Ascoltami bene, Ronald Weasley, perché non te lo ripeterò un’altra volta.» cominciò, con l’indice puntato e in tono definitivo.
Ron, però, era sicuro che non dicesse sul serio: quello era lo stesso esordio che aveva usato le altre volte, quando, alla fine, non era riuscita a negare l’ennesima spiegazione a quegli occhi azzurri e innocenti che la guardavano con aria affranta.
Non riuscì a impedirsi di pensare che, infondo, quel marchingegno babbano non gli dispiacesse: amava la luce che si accendeva negli occhi di Hermione ogni volta che gli spiegava qualcosa che non capiva e non avrebbe rinunciato a vederla per nulla al mondo, anche a costo di continuare a chiederle come funzionasse un tefelono per tutta la vita.