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Autore: Rosheen    15/04/2013    3 recensioni
Raccolta di flashfic sul personaggio di Kreacher volte a raccontare i momenti più intensi e significativi della sua vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kreacher
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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PRESENTE

 
 
 
 
 
Lo odiava.
Non avrebbe dovuto, lui faceva parte della famiglia, ma non poteva farne a meno. Lo aveva capito sin da subito, Kreacher, che quel ragazzo non avrebbe fatto altro che creare dei guai e degli inutili dispiaceri alla sua povera padrona.
Per anni dopo la morte della signora Walburga, Kreacher aveva vissuto da solo nella fredda e vuota casa Black. Non poteva andarsene, il suo legame verso la famiglia gli imponeva di rimanere; né, peraltro, ne aveva l’intenzione.
Aveva servito bene i suoi padroni, tutti, dal primo all’ultimo e per loro continuava a provare una devozione che aveva del maniacale, anche per un elfo domestico. Be’, per tutti tranne lui. Quando se n’era andato, vent’anni prima, per Kreacher era stato il giorno più bello della sua vita.
La padrona Walburga non l’aveva presa bene: aveva bruciato il nome del traditore del suo sangue, cancellandolo per sempre dall’albero di famiglia. Ma, anche così, le tracce della sua esistenza continuavano ad aleggiare per la casa, impresse in quelle foto di donne Babbane semivestite e nella bandiera dei Grifondoro attaccata alla parete della sua vecchia stanza.
Kreacher stava proprio tentando per l’ennesima volta di staccarla dal muro quando sentì un rumore provenire dal piano di sotto. Ladri, feccia in casa della mia padrona!
Aveva immediatamente abbandonato il suo lavoro ed era sceso quatto quatto per le scale, seguendo il suono dei passi che si aggiravano per il corridoio che dava sull’ingresso. Poi il frastuono di qualcosa che cade e un urlo agghiacciante, da far spaccare i timpani e inacidire il sangue. «Sozzura! Feccia! Sottoprodotti di sudiciume e abiezione! Come osate lordare la casa dei miei padri…?» La voce della signora Black si era interrotta per una frazione di secondo, per poi riprendere più forte e gelida di prima. «Tuuuuu! Traditore del tuo sangue, abominio, vergogna della mia carne!»
Una seconda voce si era sovrapposta alla sua: «Taci, orrida vecchia strega!»
Gli urli della padrona erano cessati, ma non l’odio che si era risvegliato in Kreacher. Quando aveva girato l’angolo, lo aveva visto: lercio, smunto, con due occhi grigi come il mare in burrasca che lo scrutavano ripugnati e i capelli lunghi e neri quanto il suo nome.
Sirius Black.
Il suo padrone era tornato e Kreacher sapeva che da quel momento in poi la sua vita sarebbe cambiata drasticamente.

   
 
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