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Autore: shewolf_    15/04/2013    1 recensioni
"-Sedetevi pure.- disse il professore di musica,con un sorriso accennato.
Ecco,per Kimberly,quell'uomo era la prova che la perfezione esisteva.
Non avevano mai avuto musica prima d'ora,era stata una riforma scolastica di settembre dell'inizio dell'anno. [...] Nessuno sporse lamentele,soprattutto dopo aver visto l'insegnante.
Le professoresse lo descrivevano come “un uomo piacente”,giusto per non sforare e mantenere quel decoro che viene loro richiesto in ambito lavorativo.
Tant'è che inizialmente nessuno ci credeva. Cosa potevano sapere delle donne abbastanza attempate,di cosa era ritenuto bello al giorno d'oggi?
E invece.. eccolo lì. Il professore di musica più affascinante che potesse esistere.
Si chiamava Jared Leto,e grazie a lui,musica era la materia più attesa della settimana."
Questa è la prima FF che pubblico su questo sito, spero vi attiri e vi piaccia come è piaciuto a me scriverla :)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 53.

 Le pido al cielo, solo un deseo
Que in tus ojos yo pueda vivir
He recorrido ya el mundo entero
Y una cosa te vengo a decir :

 Nonostante il moto di commozione che tentava di storpiare il volto della giovane, Kimberly si costrinse a mantere gli occhi aperti, non sapendo per quanto le sarebbe stato concesso guardare Ingrid dritta in faccia, dopo ormai 7/8 mesi.
-Ingrid!!- esclamò portandosi le mani davanti alla bocca per la sorpresa.
La ricciolina dall’altra parte dello schermo sorrideva quasi rischiando una paresi facciale. –Kim!! Come ci si sente ad essere maggiorenni?- le domandò cercando di creare una conversazione.
Intanto Kim intravide Jared uscire con discrezione dalla stanza, in modo da permettere loro di avere un po’ di privacy.
Avrebbe tanto voluto fermarlo e condividere questo momento con lui, ma capiva il suo disagio ed era giusto che lei si godesse questo momento tanto prezioso.
-Per ora procede tutto alla perfezione. Tu sei la ciliegina sulla torta.- rispose di riamando. –A te come prosegue nel sud? Perché non siamo mai riuscite a contattarci?- le chiese poi, con un briciolo di rancore.
Ancora si ricordava le ore passate davanti ad una mail, scrivendola più volte in modo da correggere i toni che potevano essere fraintesi ma pur sempre cercando di mantenere quell’umanità e unicità che Ingrid avrebbe trovato in Kimberly, se si fossero parlate face-to-face.
Tutte queste e-mail però erano risultate vane, in quanto Ingrid non le aveva mai risposto.
-E’ vero Kim,  mi spiace tanto ma ho avuto seri problemi di connessione, ho addirittura dovuto cambiare i miei indirizzi di posta elettronica perdendo tutti quelli che avevo salvato..insomma un casino.
Non ho scuse dato che avrei potuto trovare mille modi per contattarti ma non ho mai avuto modo, perdonami.- le spiegò mortificata.
Kimberly sospirò alzando le spalle, non le andava di discutere per un motivo simile rovinandole quindi l’esperienza.
L’importante era che si stesse divertendo e solitamente quando non ti fai molto sentire, anche in vacanza, il motivo di fondo è che obiettivamente di stai divertendo troppo per pensare a farti vivo con i parenti e conoscenti a casa.
-Non fa niente, basta che adesso mi dai l’indirizzo nuovo e possiamo sentirci per i prossimi mesi.- sorrise, portandosi dietro l’orecchio una ciocca sbarazzina. –Sono molto contenta di vedere che stai bene.-
-Anch’io. Ti trovo bene. Sarà grazie a quell’ometto dagli occhi azzurri?- chiese Ingrid con fare malizioso.
Kim scoppiò a ridere. Questo genere di battute era tipico dell’amica. Faceva battute penose a pensarci bene, ma le mancavano davvero tanto.
-“quell’ometto” come l’hai definito tu, cara Ingrid, è il mio nonché tuo professore di musica.- le annunciò, aspettandosi la reazione drammatica tipica dell’altra, che infatti, non tardò ad arrivare.
-Cosa?! Credo ci siano state delle interferenze Kimberly, mi è sembrato di capire che TU TE LA STESSI FACENDO CON IL NOSTRO PROF.  DI MUSICA!- era chiaramente scioccata.
-Gioia mia, se avessi cagato le mie mail avresti saputo tutto nell’immediato!- la rimproverò Kim con aria di sufficienza.
-Tu sei pazza! Ma come? Quando? Perché?- continuò nel suo raving l’amica in diretta dal Sud America.
-E’... semplicemente successo Ingrid. Piano, piano ci siamo avvicinati fino a renderci conto che separati non funzionavamo più.- spiegò brevemente Kimberly, alzando le spalle con un’aria tra l’imbarazzato e l’emozionato.
Percepire come le batteva il cuore nel petto le fece capire quanto quello che aveva detto fosse seriamente sentito.
-Cavoli..- borbottò l’altra imbronciata. –Sembra tu ti stia divertendo molto senza di me.- commentò, poi spalancò gli occhi come spiritata. –Ma non lo sanno a scuola giusto? Sarebbe licenziato all’istante!-
Kim scosse energicamente la testa. –No, l’hanno scoperto solo Gwen e Joe. - le confessò, pronta per dirle i dettagli che aveva tralasciato. –Tra l’altro ha 20 anni più di noi.- lanciò la frase all’amica e poi chiuse gli occhi presa dal panico, come se l’altra potesse darle uno scappellotto.
Il troppo silenzio però le fece aprire gli occhi, confusa.
Ingrid era immobile, con un sopracciglio sollevato. –Stai scherzando, vero?-
-No.- affermò Kimberly mordendosi il labbro inferiore. –Sono serissima.-
-Va beh, va beh, l’amore non ha età!- esclamò Ingrid, sorprendendola completamente.
Kim sapeva quanto l’amica fosse libertina e di quanto in realtà lei si stesse preoccupando per niente a confidarle questi segreti.
La lontananza però sembrava averla resa più spensierata del solito.
-Ingrid, c’è qualcosa che hai combinato da farti apparire così tranquilla?- le domandò con fare circospetto come se fosse a conoscenza che la risposta fosse affermativa.
-Diciamo che mi sto divertendo.- asserì l’amica, con un sorriso che Kimberly conosceva fin troppo bene.
-Sei incorreggibile.- mormorò tra lo sconvolto e il cinico. –Quanti?- le chiese immaginando la quantità.
-Per ora 20.- rispose con soddisfazione, alche Kim sgranò gli occhi e la mandibola le cadde senza ritegno.
-COME? Poi sono io la disgraziata.- commentò acida.
Ingrid era una vera e propria mangia uomini. Saranno stati i suoi occhioni azzurri ed espressivi, ma tutti i ragazzi rimanevano scottati in un certo senso dalla
ragazza.
Dentro di sé Kim ringraziò il cielo che Jared non l’avesse mai conosciuta prima di conoscere Kim, il paragone purtroppo per lei, non avrebbe retto.
-Eddai Kimmy, capiscimi qua non c’è niente da fare. E’ tutto verde. Ci sono pochi negozi. La lingua però l’ho imparata molto bene!- si vantò soddisfatta.
-Non ne dubito.- borbottò Kimberly, disgustata. Quella in 8 mesi aveva avuto più ragazzi che lei in 18 anni di vita, contando anche i fidanzatini dell’asilo.
Ingrid scoppiò a ridere per la reazione della mora, reazione alla quale Kim non riuscì a resistere e cominciò a ridere a sua volta.
Cominciarono a parlare di quello che si erano perse l’una dell’altra, Kimberly l’aggiornava degli ultimi gossip che si stava perdendo e Ingrid a sua volta le raccontò delle avventure e difficoltà che aveva dovuto affrontare in quei mesi di lontananza.
Kim si sentì come non si sentiva da davvero molto tempo. Le mancava così tanto la sua amica e non passava giorno senza che le rivolgesse almeno un pensiero, sperando con tutta se stessa che si stesse divertendo, ma che non vedesse l’ora quanto lei di riabbracciarla.
-Adesso devo andare.- sospirò Ingrid imbronciando le labbra lasciando trasparire quanto questo le dispiacesse.
Anche a Kim dispiaceva, ma d’altro canto stavano strillando da mezz’ora come delle ochette e Jared probabilmente la stava aspettando.
A pensare all’uomo, la ragazza sentì lo stomaco balzarle in gola come sulle montagne russe.
-Va bene, fai la brava.- le sorrise affettuosamente Kim.
-Anche tu. Ah Kim!- la richiamò poi, riportando l’attenzione dell’amica su di sé. –Sono molto contenta per te e Jared.- le disse poi, quando Kimberly la guardò. –Cioè, per Mr Leto. Ehm.- si corresse ammiccando.
-Grazie, Ingrid.-
Si salutarono e Kim cercò meglio che poteva di spegnere quell’affare maledetto.
Uscì dalla stanza per raggiungere Jared, il quale se ne stava sul divano con un bicchiere di coca-cola in mano e il cellulare nell’altra, intento a battere il suo record ad un gioco per passatempo.
Quando si accorse della presenza della ragazza, le rivolse un sorriso compiaciuto.
Lei si fiondò tra le sue braccia e nell’abbracciarlo gli ripeté infinite volte un –Grazie.- che sapeva di pura riconoscenza.
-Ma figurati.- rispose. –Speravo ti avrebbe resa felice avere sue notizie il giorno del tuo compleanno.-
Finalmente lei si separò e portò gli occhi nei suoi. –Come hai fatto?- gli chiese poi contemplandone il colore intenso.
Quella sera, forse per il clima un po’ uggioso o per le luci offuscate della stanza, sembravano tendenti al verde acqua.
-E’ stato facile.- rispose lui scrollando le spalle. –Sono andato in aula professori, mi sono informato su chi fosse la sua referente.. sapevi avesse un referente?- le domandò corrugando la fronte.
-No, non so neanche cosa sia.- rispose lei aspettando la sua spiegazione.
-E’ uno dei nostri professori che le fa da tramite in modo da tenerla aggiornata sul programma scolastico e, certo, per assicurarsi che tutto proceda al meglio.-
disse in breve.
-Oh.- si lasciò sfuggire Kimberly nella sua delusione. Rintracciarla sarebbe stato più facile del previsto, aveva avuto poca fantasia.
-In ogni caso, è la professoressa di scienze, se ti interessa saperlo. Le ho chiesto l’indirizzo con la scusa che una mia alunna la stava cercando e l’ho contattata su skype. Ta-dan.- concluse con un battito di mani.
-Io non sono così tecnologica, non immaginavo neanche ci fosse questo programma.- si lagnò incrociando le braccia al petto.
Il professore rise buttando all’indietro la testa, sconvolto da quanto questa ragazza potesse essere più primitiva di lui, con 20 anni in meno.
Facendo forza sulle gambe si sollevò in piedi trascinandola con lui, la quale, grazie alla spinta che le aveva dato, si trovò il busto coincidere con quello
dell’uomo.
Jared inclinò leggermente il capo e si avvicinò a lei, congiungendo le labbra con le sue. Kimberly presa dall’emozione derivante da quello slancio di romanticismo, gli circondò il collo con entrambe le braccia, stringendolo a sé.
Lui intanto portò le mani sui fianchi della ragazza, rendendo lo spazio tra loro da invisibile a nullo.
Kim si separò delicatamente da quel bacio per guardare i bellissimi occhi dell’uomo. -Comunque grazie.- ripeté, la voce colma di gratitudine. –Hai reso questa giornata da eccellente a perfetta.-
-E il meglio deve ancora venire.- rispose lui ammiccante, portando una mano dietro al collo di Kimberly per far sì che le due bocche si ritrovassero.
Poi la prese per mano e senza distogliere gli occhi dai suoi, andarono insieme in camera da letto.
 

viajé de Bahrein hasta Beirut
fuí desde el norte hasta el polo sur
y no encontré ojos así

como los que tienes tú

Note finali: Oggi sono moooolto annoiata e incoerente come al solito nel frattempo non ho oglia di fare un Kaiser, quindi mi porto avanti e chiudiamo la carrellata di capitoli melensi sul compleanno di Kim allèèèèèè.

Come potete notare questo è stato il primo che ho scritto quest'anno (esatto, i capitoli di riserva stanno per finire, teniamoci forte) e credo si veda molto bene che non scrivevo da un botto perchè è fatto male, machecazzocenefotteanoi siamo nei capitoli di transizione prima del botto e tenetevi forte perchè non oglio anticipare nulla, ma il prossimo capitolo sarà l'ennesimo asso nella manica ;))

Bene, evito aneddoti imbarazzanti e passo alla canzone, per la prima volta en Espanol, muchachas!

E' di Shakira credo si chiami Ojos asì e non lo so in tinta con l'America Latina mi sono sbizzarrita in questa nuova prova.

Lo chiedo al cielo, solo un desiderio
che possa vivere nei tuoi occhi
ho girato tutto il mondo
e vengo a virti una cosa:

Viaggiai da Barhein fino a Beirut
sono stata dal nord fino al Polo sud
e non ho mai incontrato occhi così
come quelli che hai tu

Bueno, ho finito anche per oggi e spero che siate clementi al vostro solito.
Adios bonitas ;)
  
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