Capitolo
53.
Que in tus ojos yo pueda vivir
He recorrido ya el mundo entero
Y una cosa te vengo a decir :
-Ingrid!!-
esclamò portandosi le mani davanti alla bocca per la
sorpresa.
La
ricciolina dall’altra parte dello schermo sorrideva quasi
rischiando una paresi
facciale. –Kim!! Come ci si sente ad essere maggiorenni?- le
domandò cercando
di creare una conversazione.
Intanto
Kim intravide Jared uscire con discrezione dalla stanza, in modo da
permettere
loro di avere un po’ di privacy.
Avrebbe
tanto voluto fermarlo e condividere questo momento con lui, ma capiva
il suo
disagio ed era giusto che lei si godesse questo momento tanto prezioso.
-Per
ora procede tutto alla perfezione. Tu sei la ciliegina sulla torta.-
rispose di
riamando. –A te come prosegue nel sud? Perché non
siamo mai riuscite a
contattarci?- le chiese poi, con un briciolo di rancore.
Ancora
si ricordava le ore passate davanti ad una mail, scrivendola
più volte in modo
da correggere i toni che potevano essere fraintesi ma pur sempre
cercando di
mantenere quell’umanità e unicità che
Ingrid avrebbe trovato in Kimberly, se si
fossero parlate face-to-face.
Tutte
queste e-mail però erano risultate vane, in quanto Ingrid
non le aveva mai
risposto.
-E’
vero Kim, mi spiace
tanto ma ho avuto
seri problemi di connessione, ho addirittura dovuto cambiare i miei
indirizzi
di posta elettronica perdendo tutti quelli che avevo salvato..insomma
un
casino.
Non
ho scuse dato che avrei potuto trovare mille modi per contattarti ma
non ho mai
avuto modo, perdonami.- le spiegò mortificata.
Kimberly
sospirò alzando le spalle, non le andava di discutere per un
motivo simile
rovinandole quindi l’esperienza.
L’importante
era che si stesse divertendo e solitamente quando non ti fai molto
sentire,
anche in vacanza, il motivo di fondo è che obiettivamente di
stai divertendo
troppo per pensare a farti vivo con i parenti e conoscenti a casa.
-Non
fa niente, basta che adesso mi dai l’indirizzo nuovo e
possiamo sentirci per i
prossimi mesi.- sorrise, portandosi dietro l’orecchio una
ciocca sbarazzina.
–Sono molto contenta di vedere che stai bene.-
-Anch’io.
Ti trovo bene. Sarà grazie a quell’ometto dagli
occhi azzurri?- chiese Ingrid
con fare malizioso.
Kim
scoppiò a ridere. Questo genere di battute era tipico
dell’amica. Faceva
battute penose a pensarci bene, ma le mancavano davvero tanto.
-“quell’ometto”
come l’hai definito tu, cara Ingrid, è il mio
nonché tuo professore di musica.-
le annunciò, aspettandosi la reazione drammatica tipica
dell’altra, che
infatti, non tardò ad arrivare.
-Cosa?!
Credo ci siano state delle interferenze Kimberly, mi è
sembrato di capire che
TU TE LA STESSI FACENDO CON IL NOSTRO PROF.
DI MUSICA!- era chiaramente scioccata.
-Gioia
mia, se avessi cagato le mie mail avresti saputo tutto
nell’immediato!- la
rimproverò Kim con aria di sufficienza.
-Tu
sei pazza! Ma come? Quando? Perché?- continuò nel
suo raving l’amica in diretta
dal Sud America.
-E’...
semplicemente successo Ingrid. Piano, piano ci siamo avvicinati fino a
renderci
conto che separati non funzionavamo più.- spiegò
brevemente Kimberly, alzando
le spalle con un’aria tra l’imbarazzato e
l’emozionato.
Percepire
come le batteva il cuore nel petto le fece capire quanto quello che
aveva detto
fosse seriamente sentito.
-Cavoli..-
borbottò l’altra imbronciata. –Sembra tu
ti stia divertendo molto senza di me.-
commentò, poi spalancò gli occhi come spiritata.
–Ma non lo sanno a scuola
giusto? Sarebbe licenziato all’istante!-
Kim
scosse energicamente la testa. –No, l’hanno
scoperto solo Gwen e Joe. - le
confessò, pronta per dirle i dettagli che aveva tralasciato.
–Tra l’altro ha 20
anni più di noi.- lanciò la frase
all’amica e poi chiuse gli occhi presa dal
panico, come se l’altra potesse darle uno scappellotto.
Il
troppo silenzio però le fece aprire gli occhi, confusa.
Ingrid
era immobile, con un sopracciglio sollevato. –Stai
scherzando, vero?-
-No.-
affermò Kimberly mordendosi il labbro inferiore.
–Sono serissima.-
-Va
beh, va beh, l’amore non ha età!-
esclamò Ingrid, sorprendendola completamente.
Kim
sapeva quanto l’amica fosse libertina e di quanto in
realtà lei si stesse
preoccupando per niente a confidarle questi segreti.
La
lontananza però sembrava averla resa più
spensierata del solito.
-Ingrid,
c’è qualcosa che hai combinato da farti apparire
così tranquilla?- le domandò
con fare circospetto come se fosse a conoscenza che la risposta fosse
affermativa.
-Diciamo
che mi sto divertendo.- asserì l’amica, con un
sorriso che Kimberly conosceva
fin troppo bene.
-Sei
incorreggibile.- mormorò tra lo sconvolto e il cinico.
–Quanti?- le chiese
immaginando la quantità.
-Per
ora 20.- rispose con soddisfazione, alche Kim sgranò gli
occhi e la mandibola
le cadde senza ritegno.
-COME?
Poi sono io la disgraziata.- commentò acida.
Ingrid
era una vera e propria mangia uomini. Saranno stati i suoi occhioni
azzurri ed
espressivi, ma tutti i ragazzi rimanevano scottati in un certo senso
dalla
ragazza.
Dentro
di sé Kim ringraziò il cielo che Jared non
l’avesse mai conosciuta prima di
conoscere Kim, il paragone purtroppo per lei, non avrebbe retto.
-Eddai
Kimmy, capiscimi qua non c’è niente da fare.
E’ tutto verde. Ci sono pochi
negozi. La lingua però l’ho imparata molto bene!-
si vantò soddisfatta.
-Non
ne dubito.- borbottò Kimberly, disgustata. Quella in 8 mesi
aveva avuto più
ragazzi che lei in 18 anni di vita, contando anche i fidanzatini
dell’asilo.
Ingrid
scoppiò a ridere per la reazione della mora, reazione alla
quale Kim non riuscì
a resistere e cominciò a ridere a sua volta.
Cominciarono
a parlare di quello che si erano perse l’una
dell’altra, Kimberly l’aggiornava
degli ultimi gossip che si stava perdendo e Ingrid a sua volta le
raccontò
delle avventure e difficoltà che aveva dovuto affrontare in
quei mesi di
lontananza.
Kim
si sentì come non si sentiva da davvero molto tempo. Le
mancava così tanto la
sua amica e non passava giorno senza che le rivolgesse almeno un
pensiero,
sperando con tutta se stessa che si stesse divertendo, ma che non
vedesse l’ora
quanto lei di riabbracciarla.
-Adesso
devo andare.- sospirò Ingrid imbronciando le labbra
lasciando trasparire quanto
questo le dispiacesse.
Anche
a Kim dispiaceva, ma d’altro canto stavano strillando da
mezz’ora come delle
ochette e Jared probabilmente la stava aspettando.
A
pensare all’uomo, la ragazza sentì lo stomaco
balzarle in gola come sulle
montagne russe.
-Va
bene, fai la brava.- le sorrise affettuosamente Kim.
-Anche
tu. Ah Kim!- la richiamò poi, riportando
l’attenzione dell’amica su di sé.
–Sono molto contenta per te e Jared.- le disse poi, quando
Kimberly la guardò. –Cioè,
per Mr Leto. Ehm.- si corresse ammiccando.
-Grazie,
Ingrid.-
Si
salutarono e Kim cercò meglio che poteva di spegnere
quell’affare maledetto.
Uscì
dalla stanza per raggiungere Jared, il quale se ne stava sul divano con
un
bicchiere di coca-cola in mano e il cellulare nell’altra,
intento a battere il
suo record ad un gioco per passatempo.
Quando
si accorse della presenza della ragazza, le rivolse un sorriso
compiaciuto.
Lei
si fiondò tra le sue braccia e nell’abbracciarlo
gli ripeté infinite volte un
–Grazie.- che sapeva di pura riconoscenza.
-Ma
figurati.- rispose. –Speravo ti avrebbe resa felice avere sue
notizie il giorno
del tuo compleanno.-
Finalmente
lei si separò e portò gli occhi nei suoi.
–Come hai fatto?- gli chiese poi
contemplandone il colore intenso.
Quella
sera, forse per il clima un po’ uggioso o per le luci
offuscate della stanza,
sembravano tendenti al verde acqua.
-E’
stato facile.- rispose lui scrollando le spalle. –Sono andato
in aula
professori, mi sono informato su chi fosse la sua referente.. sapevi
avesse un
referente?- le domandò corrugando la fronte.
-No,
non so neanche cosa sia.- rispose lei aspettando la sua spiegazione.
-E’
uno dei nostri professori che le fa da tramite in modo da tenerla
aggiornata
sul programma scolastico e, certo, per assicurarsi che tutto proceda al
meglio.-
disse in breve.
-Oh.-
si lasciò sfuggire Kimberly nella sua delusione.
Rintracciarla sarebbe stato
più facile del previsto, aveva avuto poca fantasia.
-In
ogni caso, è la professoressa di scienze, se ti interessa
saperlo. Le ho
chiesto l’indirizzo con la scusa che una mia alunna la stava
cercando e l’ho
contattata su skype. Ta-dan.- concluse con un battito di mani.
-Io
non sono così tecnologica, non immaginavo neanche ci fosse
questo programma.-
si lagnò incrociando le braccia al petto.
Il
professore rise buttando all’indietro la testa, sconvolto da
quanto questa
ragazza potesse essere più primitiva di lui, con 20 anni in
meno.
Facendo
forza sulle gambe si sollevò in piedi trascinandola con lui,
la quale, grazie
alla spinta che le aveva dato, si trovò il busto coincidere
con quello
dell’uomo.
Jared
inclinò leggermente il capo e si avvicinò a lei,
congiungendo le labbra con le
sue. Kimberly presa dall’emozione derivante da quello slancio
di romanticismo,
gli circondò il collo con entrambe le braccia, stringendolo
a sé.
Lui
intanto portò le mani sui fianchi della ragazza, rendendo lo
spazio tra loro da
invisibile a nullo.
Kim
si separò delicatamente da quel bacio per guardare i
bellissimi occhi
dell’uomo. -Comunque grazie.- ripeté, la voce
colma di gratitudine. –Hai reso
questa giornata da eccellente a perfetta.-
-E
il meglio deve ancora venire.- rispose lui ammiccante, portando una
mano dietro
al collo di Kimberly per far sì che le due bocche si
ritrovassero.
Poi
la prese per mano e senza distogliere gli occhi dai suoi, andarono
insieme in
camera da letto.
viajé
de Bahrein hasta Beirut
fuí desde el norte hasta el polo
sur
y
no encontré ojos así
como
los que tienes tú
Note finali: Oggi sono moooolto annoiata e incoerente come al solito nel frattempo non ho oglia di fare un Kaiser, quindi mi porto avanti e chiudiamo la carrellata di capitoli melensi sul compleanno di Kim allèèèèèè.
Come potete notare questo è stato il primo che ho scritto quest'anno (esatto, i capitoli di riserva stanno per finire, teniamoci forte) e credo si veda molto bene che non scrivevo da un botto perchè è fatto male, machecazzocenefotteanoi siamo nei capitoli di transizione prima del botto e tenetevi forte perchè non oglio anticipare nulla, ma il prossimo capitolo sarà l'ennesimo asso nella manica ;))
Bene, evito aneddoti imbarazzanti e passo alla canzone, per la prima volta en Espanol, muchachas!
E' di Shakira credo si chiami Ojos asì e non lo so in tinta con l'America Latina mi sono sbizzarrita in questa nuova prova.
Lo
chiedo al cielo, solo un desiderio
che possa vivere nei tuoi occhi
ho girato tutto il mondo
e vengo a virti una cosa:
Viaggiai
da Barhein fino a Beirut
sono stata dal nord fino al Polo sud
e non ho mai incontrato occhi così
come quelli che hai tu
Adios bonitas ;)