Bloody Tattoo

Strinse maggiormente il cappello sul capo, quasi a voler scomparire al suo interno.
Copiose lacrime le tracciavano brucianti scie incolori sulle gote, mentre il sangue colava, denso, lungo il braccio. La rabbia, riversata sul suo arto, era scomparsa alla vista di quei grandi occhi color pece che l'accolsero.
Il corpo era scosso da continui e violenti singulti che squarciavano il silenzio, calato in quella solitaria strada. Il viso pareva in fiamme, scottato dai cocenti raggi solari.
Strinse con una mano la ferita da cui sgorgavano fiotti di plasma.
Il disegno blu che le macchiava la spalla sembrava scomparso, ricoperto dal liquido rosso vermiglio.
Quel tatuaggio, sporco di sofferenza, morte e sangue, che le indicava la sua appartenenza a una ciurma di viscidi esseri, come un oggetto da usare finché si sarebbe mostrato utile.
L'emblema della sua missione, del suo compito. Della sua vita.
Una promessa che quel pirata senza scrupoli aveva osato infrangere, facendo crollare ogni sua certezza come un castello di sabbia bagnato dal mare.
Ogni fatica, ogni lacrima, ogni rischio, tutta polvere al vento.
Aumentò la presa sulla spalla pulsante per il dolore. Urlò, pianse, singhiozzò rabbiosamente.
Era caduta, precipitata nella lurida trappola di un mostro, eppure non aveva ancora toccato il fondo di quell'abisso immenso.
Sfiorò nuovamente il copricapo di paglia, accarezzandolo. Il suo tesoro.
Strinse con maggiore forza il prezioso oggetto del suo capitano, mentre confluì ogni suo pensiero, preoccupazione al ragazzo di gomma e alla sua strampalata ciurma.
L'avrebbero salvata, liberata da quella crudele prigionia che l'aveva consumata dentro. Il villaggio e i suoi abitanti non avrebbero più dovuto patire le sofferenze che l'occupazione dei pirati infliggeva a quella tranquilla isola e Bellmer sarebbe stata vendicata.
Lui, il futuro Re dei pirati, avrebbe cambiato la sua vita.
Le lacrime, che si riversavano al suolo, mischiandosi alla polvere e al sangue, vennero asciugate dalla mano tremante della navigatrice.
Un debole sorriso nacque sotto al cappello di paglia.
Si rialzò e puntò le iridi, illuminate da una nuova luce, al cielo terso.
Prese un lungo respiro, riempiendo le narici del pungente profumo di mandarini misto a quello della salsedine, e corse.
L'avrebbe aiutato, dopotutto quella era la sua battaglia.

Note dell'Autrice:
É la mia prima storia in questo fandom, quindi vi chiedo di essere clementi xD
Siccome adoro Nami e la saga di Arlong Park dalla mia mente è saltata fuori questa flash.
Spero vi sia piaciuta.
Accetto anche critiche purché siano costruttive.
Un saluto, Mimi.