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Autore: Bolookslikeme    15/04/2013    2 recensioni
Due ragazze diventano famose dopo aver pubblicato la loro voce su un sito pubblico chiamato YouTube, il produttore realizza il sogno delle due ragazze, portandole dai loro idoli. Una delle due prova una certa sensazione nel guardare un ragazzo, dopo un bacio ha avuto la conferma di ciò che sperava non acedesse, a lei piaceva lui e lui ricambiava, ma siccome la loro età e il tempo di rimanere insieme erano troppo corti.....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Secret Singers: an impossible love.


Eravamo a scuola quando, la campanella dell’intervallo suonò…
*Driiiin*
Claire, la mia migliore amica, si avvicinò a me per parlare; mi prese in disparte e disse:

CLE: Ale, devo parlarti.

IO: Dimmi, cos’è successo?

CLE: Ok em…, sentendo tantissime cover su YouTube da altri ragazzi e ragazze, mi sento un po’… come dire… male, nel senso che mi piacerebbe fare una cosa del genere, ma ho paura che gli altri mi prendono in giro, già sono molto fortunata così, poi se mi sentono cantare è un guaio!

Claire, infatti nella sua classe veniva presa in giro da diversi ragazzi, o per il modo di vestirsi, o per l’acconciatura, o per il suo comportamento, o per il comportamento del padre. La mia opinione era che tutte quelle persone che continuavano a sfotterla erano solo dei mongoli senza cervello che camminavano.

IO: Cle, se tu dici: I’m the best and fuck the rest, perché non vivi questa frase?!

Lei infatti era una ragazza, carina, aveva un modo di ragionare tutto suo, amava i suoi idoli, si credeva una nerd sfigata, alcune volte voleva anche morire solo perché non era tra quella ‘compagnia’, ma io le impedivo tutto questo, le dicevo sempre il contrario cioè: sei una ragazza carina, se ami i tuoi idoli non sei sfigata, se porti gli occhiali non sei sfigata, se stai sul computer per fantasticare, non sei sfigata.

CLE: Perché non è vero che me ne frego dell’ opinione degl’altri.

IO: arriviamo al punto, cosa vorresti fare?

CLE:vorrei cantare, postare la mia ‘voce’ su YouTube come fanno molte persone, ma da sola no, puoi farlo con me?

IO: Cos..? Nono, non ci pensiamo ma neanche!

Io ‘mandai le mani di Claire per aria’ e me ne stavo per andare, ma lei mi fermò con una mano sulla spalla.

CLE: Per-perché no?

IO: Non so cantare, sei matta?!

CLE: Ma smettila, ti ho sentito varie volte, sei brava!

IO: Stavo solo canticchiando, capita a tutti di canticchiare qualche volta eh!

CLE: No, non canticchiavi, tant’è che la prof di inglese, che faceva canto in un corso del prolungato, ti ha chiesto di fare un piccolo assolo, e tu stupida hai detto no, sei una gran mongoloide!

IO: Ma… noo! Dai, me lo aveva chiesto perché: Chiara stava male, e lo spettacolo era tre giorni dopo, Stefania, quella volta aveva mal di gola e non riusciva neanche a parlare…

CLE: Piccoli dettagli…

IO: Ecco, ti ho spenta diciamo.

CLE: Tu oggi vieni a casa mia, dobbiamo fare vaaariee cose io e te.

IO: Mi fai paura.

13.40 fine della scuola, andai a casa di Claire…
Suonai il campanello, mi fece entrare velocemente, mi tolse la giacca sempre di corsa, non mi salutò neanche. Togliendomi la giacca, dalla tanta fretta, mi fece fare una piroetta, e mi fermò prendendomi per un braccio; mi portò su. Infondo al corridoio c’era una tenda, mai vista.
Lei spostò quella tenda un po’ vecchia, c’era una porta; prese le chiavi e aprì quella porta pesantissima.
Io restai sbalordita con la bocca e gli occhi leggermente spalancati nel modo: Ma che cavolo sta facendo questa?!
Mi riprese per un braccio e mi portò dentro quella stanza, come non detto.
Lei mi disubbidi, c’era una sala di registrazione. Era strano: quella tenda, da quante volte sono andata a casa sua, non l’avevo mai vista.

IO: Tu mi stai prendendo dal così detto: CULO?!

CLE: Ma ho la faccia di una che scherza?
Lei mi fece cantare per forza, una canzone, una qualsiasi.
E allora io le feci sentire il primo singolo delle Little Mix: Wings


Mamma told me not to waste my life 
She said spread your wings my little butterfly 
Don'
t let what they say keep you up at night 
And if they give you shh... 
Then they can walk on by 

My feet, feet can't touch the ground 
And I can't hear a sound 
But you just keep on running up your mouth yeah 
Walk, walk on over there 
Cos I'm too fly to care, oh yeah 

Your words don’t mean a thing 
I'm not listening 
Keep talking, all I know is 

Mamma told me not to waste my life 
She said spread your wings my little butterfly 
Don't let what they say keep you up at night 
And they can't detain you
 
Cos wings are made to fly 
And we don't let nobody bring us down 
No matter what you say it won't hurt me Don't matter if I fall from the sky 
These wings are made to fly 

Huh huh
... 

I'm firing up on that runway 
I know we'
re gonna get there someday 
But we don't need no ready steady go, no 
Talk, talk turns into air 
And I don't even care, oh yeah 

Your words don't mean a thing 
I'm not listening 
Keep talking, all I know is 

Mamma told me not to waste my life 
She said spread your wings my little butterfly 
Don't let what they say keep you up at night 
And they can't detain you
 
Cos wings are made to fly 
And we don't let nobody bring us down 
No matter what you say it won't hurt me Don't matter if I fall from the sky 
These wings are made to fly 

I don't need no one saying hey, hey, hey, hey 
I don't hear no one saying hey, hey, hey, hey, hey, hey, hey, hey 
You better keep on walking 
I don't wanna hear your talking BOY

You better keep on walking I dont wanna hear your talking BOY

Your words don’t mean a thing 
I'm not listening 
They're just like water off my wings 

Mamma told me not to waste my life 
She said spread your wings my little butterfly 
Don't let what they say keep you up at night 
And they can't detain you 
Cos wings are made to fly 
And we don't let nobody bring us down 
No matter what you say it won't hurt me Don't matter if I fall from the sky 
These wings are made to fly 
And we don't let nobody bring us down 
No matter what you say it won't hurt me Don't matter if I fall from the sky 
These wings are made to fly.

IO: ora che ho cantato, ti senti realizzata?

Claire, commossa, disse:

CLE: Sì, tu canti con me.
Alla fine riuscì a convincermi, ma, io non volevo farmi vedere sul video e lei lo stesso.

CLE: Allora, come ci chiamiamo?

IO: Sì, ma anche i nostri nomi devono essere mascherati…

CLE: E’ una specie di segreto… *ride*

A me venne una idea.

IO: Siamo cantanti in segreto, giusto?

Lei approvò.

IO: Allora… Secret Singers, cantanti segrete no?

CLE:*ride* giusto! Mi piace! Tu che sai disegnare, disegna la nostra sigla!

Io disegnai due ‘S’ in maiuscolo: SS. Come sfondo un microfono, e poi sotto la scritta secret singers

Fece una foto e voilà, la mise come sfondo su YouTube e noi potemmo cantare tranquillamente.
Dopo la registrazione, ovviamente dovevamo sentirla, a noi pareva magia…
Il padre di Claire, lui era un batterista, entrò in stanza e disse che queste voci erano magnifiche, voleva sapere a tutti i costi chi erano le cantanti, noi ci indicammo e dal quella faccia interrogativa spuntò un sorrisetto. Il padre di Claire ci applaudì e disse che dovevamo per forza caricarla.
Noi eravamo ancora indecise, ma lui non ci diede conto e premette il tasto invio. La canzone era ormai stata messa sul sito pubblico, noi eravamo da un lato contente e dall’altro un po’ di paura ce l’avevamo.
Il video in 5 minuti aveva già 17 visualizzazioni e 16 mi piace, neanche uno negativo per fortuna!
Andammo a scuola il giorno dopo, tante persone della mia classe ci chiedevano se avessimo sentito quella canzone, il titolo non se lo ricordava nessuno, solo il nome aveva fatto scena…!

In corridoio della scuola…
X: Ale, Ale, Ale fermati!

IO: Cosa c’è? Sono in ritardo per la lezione di francese, spera solo che sia una cosa importante!

X: Senti questa canzone, crea dipendenza!

Mi mise le cuffiette nelle orecchie, e, appena partì la base io tolsi con una mano le cuffiette dalle orecchie, mi girai e corsi in classe, come se fosse passato il vento nel corridoio, la ragazza ci rimase letteralmente malissimo.

Entrai in classe e la prof mi sgridò, cercai di trovare una scusa, ma mi ritirò il diario.

La mia compagna di banco era Claire. Le raccontai tutto, lei era così felice che le scappò una risata e ci fece mettere nei casini a tutte e due.

Dopo la terza lezione ci fu l’intervallo, dove praticamente avevamo tutti nelle orecchie le cuffiette, invece alcune persone avevano il telefono in mano, noi uscimmo dalla classe come “diverse”, nel senso, ci guardavamo a destra e a sinistra spaventate da quello che stava succedendo... sembravano tutti presi dal demonio!

IO: Cle, hai visto? Cle, Claire!

Le tirai una gomitata e lei si riprese.

CLE: Em, si, cosa?, si, c’ero anche io!
IO: Ma dove?! Ma che cavolo stai dicendo?

Ci guardammo con una faccia interrogativa, poi alzammo le spalle e le sopra ciglia e camminammo in avanti.

Quando andammo a casa, Claire mi chiamò e mi strillò nell’orecchio.

IO: Aaah! Che cavolo hai da strillaree!?

CLE: 1.138.213 visualizzazionii!!

IO: qu-quaantee?!

CLE: Un mi…

IO: Sì, ho capitoo! Ecco, questo è il mio regalo di compleanno!

Claire si era dimenticata del mio compleanno, tra l’altro era il giorno successivo!

CLE: Eh! Oh-oh, si, ora devo andare ciaoo!

Lei mi riattaccò il telefono in faccia, e con una scusa corse a prendere un regalino per il mio compleanno.
Il giorno dopo, il mio compleanno…a scuola…

CLE: Eeehiii!

IO: Cleee! Allora sta sera! Ehehe! Sta sera si va in un bel ristorantino eheh!

Lei fece finta di niente tutta la “mattinata”.
Di pomeriggio lei venne a casa mia, era pronta.
Eravamo pronte per partire, io e lei.
Avevamo obbligato le nostre madri di restarne fuori da tutto ciò.

…Al ristorante…
X: Volete ordinare?

(Nella mia mente:No,siamo venute per vedere i camerieri che vanno avanti e indietro dalla cucina, siccome la musica dal vivo non c’è.)

IO: Si, una pizza margherita.

CLE: Anche per me.

IO: Faccia due pizze e due coca-cole

Mentre aspettavamo la pizza sentivamo il proprietario discutere con un cliente, erano in cucina; avendo la cucina di fianco a noi, il cliente voleva ovviamente la musica dal vivo, stava minacciando di andarsene senza aver pagato al povero proprietario che tra l’altro non centrava niente, il cantante stava malissimo.

Claire, tanto per scherzare, mi disse:

CLE: Che ne dici, andiamo noi eh?

Io all’inizio risi, poi stoppai la risata e pensai…
IO: Ok.

CLE: Cosa? Nonono, toglitelo dalla testa baby, io stavo scherzando.

IO: Baby, c’mon, don’t break the balls. (Baby, andiamo, non rompere le palle.)

Io mi alzai, lei mi prese da un braccio e si buttò sulla tavola, io continuai a dirigermi verso il proprietario, mentre lei scivolò dalla tavola e cadde per terra.

CLE: Io stavo scherzandoo! Non canterei mai davanti a delle persone!

IO: Se riesci a cantare davanti a un computer riesci a cantare davanti a della gente.

CLE: è diverso!

Io mi fermai, la tirai su da terra e dissi:

IO: Allora fai finta che tutte le persone sedute ai tavoli siano robot e canta.

Arrivai dai due che discutevano, li interruppi e dissi:

IO: Salve, state cercando della musica dal vivo?

X: Si, ma lei cosa centra?

IO: Ho 14 anni, mi dia del tu.

X: Cos’hai in mente quattordicenne?

IO: Ho anche un nome. Alexandra.

X: Ok, Alexandra

Disse il tizio dicendo meglio il mio nome.

X: Cosa vorresti fare?

IO: Cantare, io e una mia amica.

Lui all’inizio si mise a ridere, poi vide che io avevo l’espressione seria e smise.
Successivamente mi prese dal polso, feci la stessa cosa con Claire, ci portò in una stanza, c’erano: trucchi, vestiti e tant’altro…

IO: Non ci serve questa roba!

X: Cosa volete fare all’ora?

IO: Cantare!

X: Provate a fami fare brutta figura e vi caccerò via dal mio ristorante per sempre, chiaro?

IO: Come il sole, adesso ci lasci andare.

Lui ci fece uscire e volle presentarci ma io lo fermai e lo mandai giù dal palco.

Prendemmo insieme il microfono, la base partì; ci guardammo negl’occhi e iniziammo a cantare con agitazione e paura.

***

Avevamo finito di cantare, pensavamo che non fossimo piaciute, ma subito dopo tutte le persone sedute si alzarono in piedi, ci applaudirono.
Ci abbracciammo, stavano per scendere delle lacrime di commozione, ma un tizio le fermò.

X: Salve ragazze.

CLE: Salve…

X: Ho capito tutto sapete?

Io e lei ci guardammo con l’espressione interrogativa.

X: Sono un produttore discografico; Secret Singers, diventerete famose.

Iniziammo a saltellare e a gridare come delle matte, chiamammo i nostri genitori per raccontare il fatto accaduto; loro presero immediatamente la macchina e vennero qui.

I nostri genitori stavano parlando con il produttore, avevamo paura che andasse male.

Ad un certo punto il produttore si girò e si diresse verso di noi con l’espressione di uno che ha perso una scommessa.

X: Ragazze… Siete mie!

Noi iniziammo a saltellare dappertutto e a gridare come se avessimo vinto la lotteria.

il giorno seguente…
Il produttore venne a casa mia, verso le 6.30 (ovviamente del mattino).
Mia mamma mi venne a svegliare;

MAMMA: Alexandra, Alexandra, svegliati, devi partire.

IO: Ancora cinque min… no aspetta cosa?

Mi alzai di colpo ancora addormentata.

IO: Dove devo andare?

MAMMA: Devi partire con il produttore.

IO: Ma cosa…?!

MAMMA: Chiama Claire, digli di preparare la valigia.

Voltai la testa verso la sveglia e vidi che erano solo le 6.35.

IO: Mamma sono le 6,35! Sei matta?

MAMMA: Chiamala ho detto. Preparati e anche la valigia, poi scendi giù.

Mia mamma era di cattivo umore, le dispiaceva il fatto che io me ne andassi via a soli 14 anni…

Presi il telefono, composi il numero di Claire e chiamai.

CLE: Pronto?

Disse straaddormentata (?)

IO: Claire, sono Ale, prepara la valigia, tra un po’ sono da te.

CLE: Cosa? Dove devo andare, perché devo preparare la valigia?

IO: Dobbiamo partire con il produttore.

CLE: Oddio, verso a che ora venite?

IO: Tra un quarto d’ora circa.

CLE: A dopo.

Preparai la valigia… un modo di dire; presi tutti i vestiti nell’armadio, li buttai nella valigia, poi la chiusi, ma era troppo piena, quindi la cerniera faceva fatica ad arrivare dall’altro lato; allora mi ci buttai sopra e la chiusi.

Scesi con la valigia in mano e dissi:

IO: Sono pronta.

Mia mamma mi guardò in un modo interrogativo e disse:

MAMMA: Ma se sei in pigiama!

Io mi guardai e corsi subito a vestirmi.
***
Andammo a prendere Claire, sua madre stava piangendo, lei continuava ad assicurarle che saremo tornate tra un po’ di tempo…
Ma invece dovevamo stare lì per 1 anno…
Claire mise la valigia nel cofano e salì in macchina.
CLE: Dove ci porta?

X: Andiamo a Londra!

Noi ci guardammo e tirammo un urlo di tre secondi.
***
Durante il viaggio il produttore ci disse che eravamo già famose sul web, quindi ci ha chiesto se avessimo degli idoli o delle idole (?)
Noi rispondemmo con la stessa risposta contemporaneamente: One Direction.
Successivamente lui ci chiese come sarebbe stato se noi li avessimo visti dal vivo, noi gli raccontammo che questo è il sogno più grande della nostra vita.

…Passò un giorno, ci svegliammo e ci ritrovammo ancora in macchina…
IO: Dove siamo?

X: Ci fermeremo per un giorno, la mattina precedente ce ne andremo.

IO: Cle! Cle, svegliati, siamo arrivate!

CLE: Eh? Cosa? Si, Dove?

IO: Il produttore ha detto che ci fermeremo per un po’ di giorni in una specie di casa… sbrigati, scendi!

Prendemmo le valige, e entrammo in quella ‘casa’.
Il produttore ci fermo prima di entrare.

X: promettete di non gridare o fare altro…?

IO&CLE: Dipende…

CLE: perché?

Il produttore ci mise una benda sugl’ occhi e prese le nostre valige.
Ci fece entrare, c’era un silenzio assurdo in quella stanza, ad un certo punto si sentì cadere una cosa, sembrava cristallo dal rumore emesso.
Dopo la caduta dell’oggetto si senti uh God!

Io volli togliere la benda, ma mi fermai,  mi scappò una risatina perché mi era venuto in mente un video che avevo visto sui One Direction e la Pepsi, quando Louis stava per tirarsi in testa quel disco e lui disse proprio: Uh God!
Ma ovviamente era una cosa stupida, era impossibile, per questo una risata uscì dalla mia bocca.

X: al mio tre potete togliere le bende, ma vi ricordo quello che vi ho detto prima di entrare! Non urlate ne fare cose strane per favore…pronte?….1….2….3!

Noi sfilammo la benda da sopra gli occhi.
Ok, c’erano cinque ragazzi davanti a noi, stranamente assomigliavano agli One Direction, un ricciolino, un biondino, un ragazzo che sembrava winne the pooh, e due ragazzi con i capelli all’insù, uno con gli occhi azzurri sfumati di verde e l’altro con gli occhi castani, assomigliavano proprio a loro.

Claire mi prese la mano e iniziò a stritolarmela, interruppe il mio pensiero tranquillo.

IO: Ahi! Che vuoi, aiaah! Mi fai male!

CLE: Secondo te che voglio?

IO: Eh io come faccio a saperlo?

CLE: Sei  scemaa?! Abbiamo davanti i ragazziii!!

IO: ma ti pare che sono loro?

CLE: No, scusa, hai ragione, sono mio nonno, tua nonna, mia mamma, tuo padre e mia cugina con le loro maschere!

Io risi al suo commento di presa in giro, ma ancora non riuscivo a credere che fosse vero.

Claire stava trattenendo le sue urla, ma secondo me era meglio farla sfogare, perché era diventata bordò e diceva cose strane tipo: ‘vuoi un bicchiere con la cannuccia d’acqua’, oppure l’ultima frase che ha detto, che forse era quella con un po’ di senso, aveva a che fare con la sua felicità: ‘sono così felice che mi butterei del cioccolato al latte senza fiato’.

IO: Cle, credo che forse è meglio che ti tappi la bocca, e se proprio per riprenderti devi gridare vai in macchina e distruggi i finestrini con le urla, basta che ti riprendi.

Il produttore mise la sua mano sulla mia spalla e mi girò bruscamente.

X: Scherzi vero?

Io tolsi la sua mano dalla mia spalla e in modo scherzoso la presi tra le mie come per fare delle ‘condoglianze’; e gli risposi.

IO: Fidati, se non vuoi che inizia a fare cazzate lasciala andare in macchina.

Stavo per accompagnarla fuori mentre ancora una volta il produttore mi fermò.

X: Attente alla mia piccola auto!

IO: Piccola?! Tu quella cosa a sei ruote la chiami piccola?!

Claire e il produttore risero al mio commento.

Portai Claire dentro la macchina, e misi le mani sulle orecchie prima di rimanere assordata.

Si sentiva da fuori il grido, ma per fortuna dall’esterno si sentiva poco…

“ma se si sente da fuori… dentro… si saranno rotti tutti i bicchieri di cristallo…” Pensai.

CLAIRE’S POV
Stavo LETTERALMENTE morendo, avevo incontrato i miei idoli, quell’altra idiota di Alexandra credeva fosse tutto finto, ma…. No! Non era finto, era realtà, erano loro in carne e ossa, se fossero stati finti li si che mi sarei uccisa.

Alexandra mi bussò dal finestrino, io abbassai quella schermata di vetro che ci divideva e lei incominciò a formulare una frase.
ALE: Ti sei ripresa? Rispondimi con una frase a senso compiuto per piacere, se sei ancora sotto shock rispondimi scuotendo la testa.

Ma il bello che mentre parlava mimava con le mani… pensava fossi scema?!

IO: Cara Alexandra, devi stare tranquilla, non sono più sotto shock, sto bene, non c’era bisogno che mi facessi lo schema con le mani, solo la prof di scienze usa quella tecnica pensando che ci entrano meglio in mente le cose, ma invece tutt’altro, l’ultima volta che ha fatto chimica e ha spiegato ancora con le mani gli è scoppiata in faccia l’H2O mischiato con  il GD mantenuto insieme dall’ O2 e strettamente tenuto dal KR , poi aggiunse anche l’AS quella scelta era proprio sbagliata, lo sanno tutti che bisogna mettere lo ZN con il SN per ottenere un buono XE!


ALEXANDRA’S POV:
Credevo che incontrare i suoi idoli fosse stato una cosa positiva, ma si è rivelato una cosa molto negativa, sparava sigle scientifiche che sapeva solo lei il significato, quello che diceva era arabo per me.

IO: Tesoro, meglio che rimani in macchina ancora per qualche mezz’oretta, oretta, oretta e mezza, due ore già che ci sei, facciamo così non uscire più, va bene?

Stavo per chiudere la porta quando lei la fermò con una mano, scese dall’auto e mentre mi abbracciò rise profondamente.

CLE: stavo a’ scherza’!

IO: Prima dicevi cose che solo Alber Einstein faceva uscire dalla sua bocca, e adesso parli in dialetto? Stammi lontana babe, dovrebbero portarti in un museo per far vedere ai bambini con i lecca-lecca in mano la nuova specie umana…. la ‘fragadown’.

Quel termine lo usammo solo noi, era nostro, lo avevamo inventato noi, significa: stupida intelligente.

Rise al mio commento; successivamente presi la sua mano, mi assicurai se la macchina fosse chiusa, sennò mi toccava sentire le lamentele del produttore, solo due giorni lo conoscevamo e già sapevamo com’era,  anche simpatico ovviamente.
La riportai dentro quella specie di casa, ci sedemmo su un divano, stavamo parlando di come fosse stato realizzato il nostro sogno, ad un certo punto mi venne un’idea, più che altro un dubbio.

“Ma… c’è… siamo in una casa, con dentro cinque ragazzi stupendi, il nostro sogno è stato realizzato e noi siamo qui a parlarne?! Ok, mi sto rincretinendo anche io. Forse è meglio che andiamo a cercare quei cinque tipi.” Pensai.

IO: Claire… ma i ragazzi?

CLE: Oddio, ci siamo dimenticate che siamo in compagnia dei nostri idoli! Andiamo a cercarli con la scusa che hai sete, ok?

IO: Io? Perché dovrei avere sete?

CLE: Almeno facciamo le sfacciate…

IO: Perché non la fai tu?

CLE: Non sono brava…

Riusciva sempre ad ottenere quello che voleva con me.

IO: Va bèh va, alla fine sempre e solo io  devo fare figure di m….

Fermò la mia parola con una gomitata e con una risata.

IO: Andiamo va!

Claire stava urlando i loro nomi, ma stranamente non rispondevano.

IO: Proviamo a dividerci, io controllo su di sopra e tu qui, ok?

CLE: Qui c’è il salotto, la cucina, il bagno… no eh, io non guardo la!

IO: Ovviamente prima di entrare bussi, no?

CLE: Hai ragione, comunque, stavo dicendo, la camera di Niall e Liam.

IO: Invece su c’è un altro bagno la camera di Harry, Zayn e Louis…

Noi ci guardammo in faccia, pensando la stessa cosa.

“O cazzo.” Dicemmo.

Ridemmo al nostro pensiero, rassicurandoci.

CLAIRE’S POV
“Ok, lei stava andando sopra, dove c’era un bagno… la stanza di Louis… quella di Zayn… e quella di Harry… em… Nono, tranquilla Claire, non succederà niente, cosa vuoi che succeda, sono tutti maggiorenni, hanno un cervello, non possono mettersi con una quattordicenne fresca.” Pensai.

Bussai nel bagno nella speranza che non ci trovassi nessuno, ma invece una voce rispose.

“E’ occupato, chiunque tu sia ho finito, mi sto facendo la barba, se  devi entrare per prendere qualcosa entra pure” Disse una voce dal bagno.

Avevo un po’ di indecisione se entrare o no, poi mi feci coraggio e entrai; aprii quella porta in legno chiaro, vidi un biondo a petto nudo con un asciugamano avvolto attorno i suoi fianchi, con della schiuma che incorniciava quelle labbra rosee a forma di cuore, era magnifico.
Arrossii violentemente quando mi accorsi che mi ero imbambolata con gli occhi sul suo corpo.

Lui sorrise, le sue guance si colorarono di un rosa più chiaro, quasi a non vedersi.

Mi prese sotto spalla, voltandoci verso lo specchio; sorrise alla mia reazione.

NI: Ehi, dimmi tutto.

IO: io-io em… dovevo… no, niente, scusa ho sbagliato, perdonami.

NI: Tranquilla.

Arrossii ancora una volta, lui sorrise e nella speranza che io mi tranquillizzassi mi diede un bacio sulla guancia.
La  schiuma che aveva sul suo viso me la ritrovai spalmata sulla mia guancia.
Che imbarazzo.

IO: Em… grazie mi-mille.

NI: Tutt’ok?

Mi chiese con naturalezza.

“Come cavolo fa ad essere tutto ok, se ho di fianco te mezzo nudo e che mi hai appena dato un bacio schiumante sulla guancia… boh.” Pensai.

IO: Si-si…

Dissi velocemente.
NI: Sicura?

“No.” Pensai ancora una volta.

IO: Certo, vado di la.

NI: Va bene, ci vediamo dopo.

Mi salutò con un sorriso sulle sue labbra.

ALEXANDRA’S POV
 “Chissà se avrà trovato qualcuno, perché qui non c’è nessuno.” Pensai prima di sentire il suono della chitarra provenire da una stanza, quella voce, quel suono, si era inconfondibile.
Seguii attentamente il suono, mi portò ad una stanza, con una porta chiusa, quella barriera di legno che separava me da quel fantastico suono era chiusa, volevo aprirla, ma non riuscivo, quella voce mi immobilizzò. Avevo voglia di sfondare quella porta davanti a me, per poter udire meglio quella musica.
Bussai. Nessuno rispose, la persona dentro stava continuando la sua azione, allora decisi di entrare in silenzio.
Mi sedetti sul bordo del letto, aspettando che il tizio che stava suonando finisse.
Dopo alcuni minuti fece l’acuto finale, smise di suonare la chitarra; la mise lateralmente appoggiandola al muro, poi si alzò, tirandosi su i pantaloni coprendo quei boxer blu scuro. Quando si girò mi guardò come se fosse sorpreso… ma ovviamente lo era, non è cosa da tutti giorni mettersi a suonare una chitarra e a cantare a petto nudo davanti a una finestra, per poi trovarsi una ragazzina che ascolta senza farsi notare.

IO: Em… sei davvero bravo… Zayn…

Dissi imbarazzata mentre guardavo per terra con le guancie che stavano diventando color peperone, avevo il desiderio di rimanere a guardare il ragazzo…

Z: Em.. io…

Anche lui abbassò la testa guardando il pavimento.

Mi alzai da dove ero seduta, avvicinandomi a lui.

IO: Sei imbarazzato?

Chiesi sfacciatamente; sì, aveva ragione Claire a dire che ero brava a farla, infatti la facevo quasi sempre…

Le sue guancie si colorirono ancora di un rosa.

Io sorrisi, perché mi piaceva mettere in imbarazzo le persone per poi vedere le loro guancie arrossire, non capitava a tutti però, solo alle persone sensibili succedeva.

ZAYN’S POV:
“Cavolo… come ho fatto a non accorgemene, era lì mentre suonavo… da una parte mi rende felice sapere che era rimasta, ma dall’altra mi metteva un po’ in imbarazzo, e poi… lei… quella quattordicenne, sì quella quattordicenne mi sorprendeva… era sfacciatamente bella, ma non posso guardarla… mi arresterebbero solo se la tocco con un dito… quei capelli lisci lunghi che spostava da una parte… quei occhi marroni, che alla luce del sole diventavano più chiari, quelle ciglia... quelle ciglia dannatamente lunghe, quelle labbra carnose che formavano un sorriso e facevano vedere i suoi denti bianchi dritti. Era bellissima, ma come ho prima ho accennato non posso calcolarla. Mi dispiace.” Pensai.


ALE: Ehi? Tutto bene? C’è qualcuno?

Mi chiese sempre con il sorriso stampato sulle labbra scuotendo una mano vicino al mio viso.

IO: Eh? Oh… sì.

ALE: Rispondimi, sei in imbarazzo?

Stavo cercando disperatamente di evitare quella domanda… ma me la continuava a ripetere, giusto per vedermi arrossire.

IO: Un po’…

ALE: Beh… siamo in due allora.

Sorrise.

IO: In che senso, anche tu sei imbarazzata?

ALE: Ma va! Mi capita tutti i giorni di ritrovarmi in una stanza chiusa da sola con un tipo a petto nudo…

Mi scappò una risata, ma aveva ragione, mi ero dimenticato che ero ancora a petto nudo… ma faceva caldo in quella stanza.

IO: Scusami, adesso mi rimetto la maglia.

ALEXANDRA’S POV:
 Per avere 14 anni, avevo anche io quella voglia di rimanere a guardare quello spettacolo, c’erano anche i disegnini, pensate…
“No! No! Noo! Non rimettertela, ti prego nooo, no, troppo tardi porca miseria… potevo benissimo fermarlo… sapevo già che figura facevo… ma sinceramente l’unico mio pensiero era lui adesso.” Pensai.
Appena si rimise la maglia…
IO: Noo!

Mi tappai subito la bocca con una mano, i miei occhi si spalancarono dall’imbarazzo e dalla figura…

Z: Cosa no?

Mi disse.
Ovviamente era una cosa normale, avevo fatto arrossire Zayn mettendolo in imbarazzo adesso perché non avere la vendetta?! Ovvio.

IO: No… niente.. scusa stavo pensando a voce alta.

“Ok, forse per lui provavo qualcosa in più degli altri…
Non era amore di una fan… forse mi piaceva davvero, non volevo arrivare a questo punto… ha molti più anni di me… non posso, ora me ne vado sennò va a finire male.” Pensai.

IO: Ok, ora vado, ti lascio solo…. Ciao!

Z: No aspetta…

Ero ormai uscita dalla stanza… stavo per chiudere la porta ma decisi di ascoltarlo, mi fermai.

IO: Dimmi…

Z: Sta sera se ti porto a fare un giro come una sorella?

IO: Em… ok…

***
La sera, prima di mangiare io presi la valigia dalla macchina, la portai dentro.
Entrai in bagno urlando: “Il bagno è occupato, mi sto cambiando!”
Misi la valigia sul WC. Presi una canottiera blu con le spalline larghe, dei pantaloncini di jeans, mi diedi una sistemata ai capelli, una riga in nero sopra gli occhi, mascara, ed ero pronta.

Uscii dal bagno, Zayn stava guardando la televisione, mentre Claire mi guardava sorpresa.

CLE: Ah oh! Dovvai?

IO: Esco con Zayn…

Abbassai lo sguardo prima di continuare ciò che stavo dicendo.

IO: … come se fossi sua sorella…

Claire spalancò gli occhi per un nano secondo.

CLAIRE’S POV:
Siccome lei era la più “popolare” a scuola, e io ero il suo contrario, passavo i giorni studiare le tattiche che usavano con lei. Infatti molti ragazzi ci stavano provando.
Ecco quello che ho raccolto:
Ti voglio bene sorellina: Uno di questi giorni ti porto fuori.
Vieni a farti un giro?... Solo come amici eh!: Dopo ci sarà un bacio.
Ti tratto come sorella, perché ti voglio bene e poi… andiamo a mangiarci qualcosa: Sìsì… poi si vedrà…
Alcuni di loro facevano cose indescrivibili… capitemi.

Mi fidavo di Zayn ma… di Alexandra no.
Nel senso che la sua “bellezza” e il suo “fisico” fanno “danni”.

Cavolo, quella tipa faceva pallavolo da più di 6 anni… eh ci credo che ha un fisico…!
Ha anche una forza… da far paura… quindi apposto! Se qualcuno si fa avanti… lei lo o la rimanda indietro.

Va bene, ero contenta da un lato perché se succedeva qualcosa almeno potevo stare con i miei idoli un po’ di più, ma siccome una quattordicenne sta uscendo con un tipo che ha sei anni in più…

***
ALEXANDRA’S POV:
Avevo un agitazione addosso…

Uscimmo, rassicurando gli altri che torneremmo (?) verso le 22:30.
Zayn mi prese sotto spalla, avevo solo in cellulare nella tasca posteriore dei pantaloncini, ad un certo punto vibrò, avevo il silenzioso, quindi non emetteva nessun suono.
afferrai il cellulare, andando sull’applicazione dei messaggi. Era Claire.
Cosa voleva? Ero appena uscita.

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Z: Con chi messaggi?

IO: Con… Claire…

Z: Hai dimenticato qualcosa?

Negai la sua domanda. Mi guidava al carretto dei gelati che ormai stava per chiudere.
Mi offrì un gelato, lui non lo prese.
Ci sedemmo su una panchina di marmo, era salita la luna, le mie gambe erano incrociate mentre lui era seduto come i soliti maschi: gambe esageratamente aperte, la mano dietro la mia schiena appoggiata alla panchina, mi stava guardando.

ZAYN’S POV:
“Solo sentirla cantare mi vengono i brividi, e adesso è seduta tutta rannicchiata vicino a me, davvero bella.”
Scossi la testa al mio pensiero, non potevo farmi prendere da quella quattordicenne.

ALE: Zayn… non mi va più…

Era come se non l’avesse neanche mangiato… ma qualche leccata gli aveva dato.

IO: Dallo a me…
Lei tese il braccio avvicinando il gelato al mio naso, sporcandomelo.
Rise.

ALE: Oh scusa… aspetta, lascia che ti pulisco.

Si avvicinò a me, io le stavo sorridendo, mentre lei mi puliva il naso.

IO: Ti diverti?

ALE: Abbastanza.

Noi sorridemmo. Iniziai a mangiare il resto del gelato quando lei mi fermò; prese il gelato, se lo avvicinò alle sue labbra e lasciò un’impronta.

IO: Cos’hai fatto?

ALE: Rossetto verde!

Mi fece l’occhiolino. Era semplicemente bellissima.

Avvicinai anche le mie di labbra al gelato, facendo la stessa cosa che lei fece prima.

IO: Anche io ora…
 
Dissi sorridendo e inclinando la testa lateralmente

ALE: Già proprio da frocetto eh!

Noi ridemmo, era anche simpaticissima, tolsi il gelato dalle mie labbra.
Mi ridiede il gelato.

IO: Sicura che non ne vuoi più? Lo butto?

ALE: Nono! Aspetta!

Riprese il gelato delle mie mani, e gli diede un ultima leccata abbastanza strana.
Quando rialzò la testa la vidi che aveva il sorriso sporco di gelato.

IO: Sei la bimba più carina che io abbia mai visto… fatti pulire va!

ALEXANDRA’S POV:
Era stupendo, quel sorriso magnifico, quei occhi, quelle ciglia lunghe… era semplicemente fantastico, peccato che era molto più grande di me, ma questo non mi impediva di avanzare.
Sì, non avevo imbarazzo con i ragazzi, ero libera, mi comportavo spontaneamente.
Non eravamo molto distanti, non ce la facevo più. Lo baciai.

***
IO: Oddio… non so cosa mi è preso… scusami davvero.

Lui non parlò, era rimasto sorpreso, con la bocca leggermente aperta ancora dal bacio, gli occhi erano fissi su di me, anche essi leggermente spalancati.

Mi alzai mettendomi una mano sulla bocca, mi allontanai sempre di più da lui.

Iniziai a correre, attraversando la strada senza attenzione, i capelli mi stavano svolazzando dietro le spalle, mentre le lacrime scendevano, non avevo mai fatto una figuraccia con la persona che mi piaceva… sì lui mi piaceva.

Sentii una voce urlare il mio nome, ma nonostante ciò continuai a correre.

ZAYN'S POV:
Non credevo al mio tatto, mi aveva baciato.
Da una parte lo stavo aspettando... Dall'altra, anzi il quarto rimanente era come se... Insomma rimasi sorpreso dalla sua azione.
Continuai a chiamare il suo nome, lei continuò a correre.
"sembrava un angelo che aveva appena avuto una distorsione alle ali e allora usa i suoi piedi, era veramente bella, non posso lasciarla andare, magari questo potrebbe essere stato il primo bacio tra noi, sarà anche l' ultimo, ma non la lascerò andare." pensai. E così feci.

Iniziai a correre urlando il suo nome, il suo passo aumentò, e fui costretto ad aumentare anche il mio.

IO: Alexandra! Alee! Alexandra, aspetta!

ALEXANDRA'S POV:
Sentii la sua voce svanire gridando il mio nome. Girai un angolo quando realizzai di essermi persa, lì c'era una panchina arrugginita, non potetti non sedermi, ero stanchissima.

" Cosa ho fatto? Ma come mi è venuto in mente? Vorrei sparire dalla faccia dell' universo, sicuramente adesso avrà un modo di guardarmi diverso..." Pensai.

ZAYN'S POV:
Mi fermai, non la vidi più. Mi fermai per riprendere fiato, sentii piangere, voltai la testa e vidi una piccola ragazza piangere, era lei.

IO: piccolina, perché hai fatto cosi?

Alzò la testa e si asciugò le lacrime, ma singhiozzava ancora.

ALE: sc-scusami Zayn... Non-non volevo... Per-perdonami...

IO: Stai tranquilla... Non devi piangere... E una cosa ovvia che tu mi abbia baciato, sono così tanto attraente...

Dalle sue labbra piegate verso il basso si curvò in un sorriso che fece vedere alcuni dei suoi denti bianchi.

IO: Ehi! Hai visto? Hai sorriso!

ALE: Io...io... Beh... Scusa, davvero.

IO: Devi stare tranquilla, io... Ti dovrei parlare...

ALEXANDRA'S POV:
Ero davvero imbarazzata.
Eravamo seduti su una panchina, anzi... Io ero seduta sulla panchina, lui era davanti a me seduto sull'asfalto, al buio, con un lampione che illuminava la metà della strada.

IO: co-cosa devi dirmi Zayn?

Z: em... Perché mi hai baciato...?

IO: Credo, credo che... Credo che tu mi piaci... anzi... Non lo credo... Lo so. Ma... Dovrei togliermi dalla testa il tizio che ho davanti.

Z: devi toglierti dalla testa me?

IO: Sì Zayn, tu... Sei più grande di me, non posso permettere ciò che sta capitando.

Z: Sai, dovrei fare la stessa cosa...

IO: Cioè? In che senso?

Z: nel senso che devo togliermi dalla testa la tizia che mi ha colpito solo dalla sua voce, e che quando l'ho vista mi ha colpito proprio in pieno... La tizia che mi ha baciato che poi è scappata rischiando di essere investita... La tizia che ho trovato piangere su una panchina simile a questa, la tizia con dei capelli lunghi bellissimi, a strisce di un tono più chiaro del marrone naturale dei suoi capelli, la tizia che ha degli occhi meravigliosi e che in questo momento brillano, la tizia che con quelle ciglia potrebbe spolverare... La tizia bellissima... Sai... La tipa che ho appena descritto ti assomiglia...

Sorrisi al suo commento.
Avevo voglia di abbracciarlo... Ma dopo quella scena non avevo più il coraggio di fare nulla.

Sorrise anche lui. Piano piano iniziò ad alzarsi, mi spostai all'indietro per dargli più facilità ad alzarsi, ma vidi che non era quella la su intenzione, si sedette vicino a me, mise una mano sulla mia testa, scendendo piano piano accarezzandomi la testa, vidi che la sua mano si spostò, aveva spostato i miei capelli dietro alle spalle, si avvicinò a me.

Z: Lo so, dovrei dimenticarti... Ma.. Sei indimenticabile, tanto un bacio che sarà mai? Giusto?

Disse sussurando al mio orecchio, spostò le sue labbra dal mio orecchio e le posò sulla mia guancia, spostandosi a baci fino ad arrivare all'angolo della mia bocca, lo fermai.

IO: Oh Zayn... Come faccio a dimenticarti in questo modo?

Z: non chiedermelo, questo è il modo peggiore.

Non aggiunse altro, mi baciò, stavolta io non feci niente, fece tutto lui.

Tornammo a casa, tenendomi sotto braccio, alcune volte ci scambiavamo dei baci veloci, e soprattutto di nascosto.
***
A casa…
CLE: Ehi… com’è andata?

IO: Male…

CLE: Male?!

IO: Sì, malisimo.

CLE: Racconta.

IO: Ci siamo baciati e… ci sì, ci piacciamo.

CLE: cosaa?! Scherzi o è vero?

IO: Verità, tutta la verità.

CLE: Eh… perché male?

IO: Perché… perché domani mattina già dobbiamo partire e sai com’è non è facile dimenticare una persona che ti piace… soprattutto se quella persona vive a chilometri e chilometri distante da te, e soprattutto se quella persona è molto più grande di me.

Claire rimase stupita, scosse la testa, poi mi fece segno che stava andando su a rimettere a posto la valigia.

***
Dormimmo in una camera, non molto grande, ma neanche troppo grande, c’era un letto matrimoniale, un comodino, una finestra e un armadio.

***
La mattina dopo…

ZAYN’S POV:
Mi alzai per esigenza di andare in bagno, vidi la stanza degli ospiti con la porta aperta, entrai, vidi che ormai non c’era nessuno, scesi subito senza badare ad altro, spalancai la porta, uscendo di corsa… non c’era più la macchina. Se ne era andata.

Mi scese una lacrima, solo al pensiero che non riavrei più visto quella ragazza mi si spezzava il cuore.

Salii, riandando in camera, ormai lo stimolo di far pipì era svanito; mi sdraiai sul letto, controllando le ore, vidi un messaggio, lo aprii.

Da: 14enne splendida.
Non so come farò a dimenticarti, ma ci proverò, anche perché è l’unica cosa da fare… mi mancherai, ti voglio bene…Alexandra.



MACCIAOOO! SONO TORNATAA!
Scusatemi, ma c'è voluto 3484784 anni per scrivere questa OS, credo che sia la migliore tra tutte quelle che ho scritto.
Ah sì... i verbi... io e la grammatica non andiamo tanto d'accordo... quindi se vedete un verbo scritto male... beh... capitemi, avvertitemi e ditemi che ne pensate! <3 sciaaao bellee! <3
-Ale

  
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