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Autore: Blue Eich    15/04/2013    8 recensioni
«Eppure non dovrei rimanerci così male, è solo un amico…» si disse, per poi emettere un lungo sospiro.
«Brutta la gelosia, eh?»
«Non sono gelosa» mentì capricciosamente, ancora con la testa tra le nuvole. «Ehi, ma…»
Non ebbe il tempo di voltarsi per scoprire la fonte di quella voce, perché il rivale sbucò al suo fianco, col solito ghigno galante. «Coucou.»
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drew, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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¤ Jealousy by Rivals ¤

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Una Vera livida di rabbia si era rifugiata al molo di Olivinopoli. Sentiva un fastidioso vuoto all'altezza dello stomaco e non a causa della fame, per una volta. Le sue gambe penzolavano a un pelo dall'oceano, cristallino e velato dai riflessi del crepuscolo; le muoveva ritmicamente per combattere la noia e sfogare un po' il nervosismo, tenendo le mani sull'umido bordo di marmo.

«Tanto, a me che importa?» borbottò, sottovoce, con la stessa espressione di un Pachirisu a cui hanno sottratto una ghianda dalle zampe. Cercava di nascondere a se stessa la falsità di quelle parole. Nella mente le balenò la scena alla quale aveva assistito pochi minuti prima: Drew, accerchiato dalle sue insopportabili fan urlanti, che firmava autografi e scoccava sorrisi cordiali. Rivolgerle un saluto prima che andasse via, evidentemente, non era né il primo né l'ultimo dei suoi pensieri.

«Eppure non dovrei rimanerci così male, è solo un amico…» si disse, per poi emettere un lungo sospiro.

«Brutta la gelosia, eh?»

«Non sono gelosa» mentì capricciosamente, ancora con la testa tra le nuvole. «Ehi, ma…»

Non ebbe il tempo di voltarsi, perché il rivale sbucò al suo fianco, col solito ghigno galante. «Coucou.»

Soffocò un grido per lo spavento, sbilanciandosi e rischiando di cadere. Pochi istanti prima che ciò succedesse, lui le afferrò repentino prima un polso e poi la vita, rimettendola dritta.

«Mi hai fatto prendere un colpo!»

«Con tutti i posti che c'erano, proprio qui dovevi metterti?»

Gli rivolse un'occhiataccia, prendendosi del tempo per mitigare il batticuore dovuto a tutto quel trambusto. Poi, il rancore la invase nuovamente. «A proposito… Che sei venuto a fare qui?» sibilò, anche se dirla tutta non le dispiaceva così tanto che fosse venuto a cercarla.

Drew alzò gli occhi al cielo. «Parlare con te, forse?» In risposta, ricevette solo un orgoglioso silenzio che gli fece capire subito che qualcosa non andava. «Sei arrabbiata?»

La vide stringere convulsamente i pugni. «Anche se fosse?»

«Immagino debba esserci una valida ragione» commentò, prima di porgerle una rosa sotto il naso, come se quel gesto fosse sufficiente per calmarla.

Lei gliela strappò dalle dita, brusca. «Una ragione che tu non sei tenuto a sapere» rispose a voce bassa, schermandosi il viso con la corolla di un vivido rosso.

La bocca dell'altro s'increspò in una smorfia. «Comunque, dovresti smetterla di parlare da sola, sai?»

Le guance della giovane s'imporporarono istantaneamente. «H-Hai sentito tutto!?» esclamò, strabuzzando gli occhi e pregando in silenzio che non fosse così.

«Già…»

«Che vergogna!» mugugnò, nascondendosi il volto tra le mani. Aveva solo voglia di sparire per sempre dalla faccia della terra, fuggendo da quella situazione umiliante.

«Su, non è il caso di farne una tragedia… Piuttosto, sai che mi hai fatto riflettere? Forse dovrei pensare sul serio a trovarmi una fidanzata» dichiarò Drew, imperturbabile.

Che pallone gonfiato!” pensò Vera, imbronciandosi. Non alzò nemmeno lo sguardo, perso a contemplare le onde che lambivano dolcemente la costa, dove il riflesso dell'imponente Faro si specchiava. Cercava in ogni modo di trattenere le lacrime, ma si sentiva come se stesse sfuggendo tutto al suo controllo.

Fu allora che il rivale si sporse verso di lei. «Accetteresti?» le propose soavemente all'orecchio.

In quel momento non riusciva a prenderlo sul serio. «Perché non lo vai a chiedere a una delle tue fan?» sbottò infatti, con sgarbo.

«Perché non sono loro a interessarmi, sciocca» rispose lui in un sussurro, attirandola a sé.

La bruna spalancò gli occhi e arrossì, con il cuore a mille.

«Mi hai mai visto regalare rose alle mie ammiratrici?»

A quella domanda, con il suo broncio da bambina, scosse il capo.

«E mi hai mai visto andare da una di loro dopo una Gara?»

Al che strinse forte i pugni, mordendosi un labbro, perché la sua frustrazione aveva raggiunto l'apice. «Non devono venire da te.»

«Perché?» domandò ingenuamente Drew.

«Perché tu sei il mio rivale. Mio, mio, mio!» ammise Vera, scalciando con impeto. Resasi conto delle parole appena dette, però, avvampò.

«Oh, ma come siamo possessive.» Lo udì ridacchiare, mentre la sua vergogna superava ogni limite. «Anch'io sono possessivo, sai?» affermò, beffardo, attorcigliandosi sull'indice una ciocca color nocciola.

«A-Ah sì?» biascicò, incantata e rossa come un peperone giacché si ritrovava il viso separato di pochi millimetri dal suo, solo grazie all'elegante fiore.

«Non so cosa farei se tu fossi circondata da tanti ragazzi…» ammise lui, seppur si celasse un'ombra d'ironia nella sua voce, mista a teatrale amarezza.

La Coordinatrice sbatté le ciglia, sorpresa da quella dichiarazione, perdendosi nei suoi occhi smeraldini.

«Peccato che tu di ammiratori non ne abbia e mai ne avrai.»

«Eh, cos'hai detto?!» ringhiò, corrucciandosi, pronta ad assestargli un pugno. Proprio quando fu in procinto di colpirlo, Drew le bloccò un braccio e l'attirò d'improvviso a sé per baciarla.

Si lasciò cullare dalle emozioni, confuse e calde, che la distaccarono dalla realtà. Non desiderò altro che continuare a sfiorare quelle labbra, più fini del petalo che cadde dalla rosa e turbò con estrema grazia e delicatezza lo specchio d'acqua sottostante.

Poi l'abile Coordinatore tirò indietro il capo, piano. La luce intensa e arancione del tramonto colorava il mare, avvolgendo i loro corpi. La castana dischiuse d'istinto la bocca e aprì una palpebra, mentre una leggera smorfia di disapprovazione le compariva sul volto. Sembrava piagnucolare: “Ehi, perché ti sei fermato?

Il verde rise leggermente. «La mia offerta è ancora valida» la informò, dandole un giocoso buffetto sul naso.

Lei, dopo aver sistemato fieramente le mani sui fianchi, se ne usci con un sostenuto: «Hm… Ci penserò!»

«Vera?»

«Sì?»

«Se vuoi fare la preziosa, la prossima volta recita meglio!» la schernì Drew, distruggendo in mille pezzi la sua aria da finta orgogliosa.



 



​Angolo Autrice
Hello!
Da quanto non scrivevo una Contest? Tanto, troppo.
Spero vi piaccia, anche perché è ambientata nella mia seconda città preferita di Johto: Olivinopoli!
Ha subito un gran numero di modifiche nel corso del tempo, anche alcune sostanziali nei dialoghi, perché in qualsiasi modo la modificassi continuava a non soddisfarmi mai del tutto. Questa, in teoria, dovrebbe essere la versione finale, perciò spero che vi sia piaciuta!
Alla prossima!
-H.H.-
 
   
 
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