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Autore: Lollo_Dark    15/04/2013    2 recensioni
"Io, Davide, stavo per intraprendere un’avventura mai intrapresa prima, né da me né da nessun’altro. Forse, una storia come quella che sto riportando su queste pagine, la potreste ritrovare solo in qualche libro fantastico che hanno scritto alcuni famosi personaggi, come quello che avevo tra le mani prima che prendesse fuoco. Ecco, tutte le altre storie, in confronto a quella che ho vissuto io, sono solo cenere, esattamente proprio come quella che si era appiccicata, quel giorno, sul pavimento bagnato di quella biblioteca."
Una storia fantasy un po' innovativa con cose che non troverete da nessun'altra parte. Un ragazzo un po' speciale con gusti un po' "diversi". Beh, vi invito solamente a leggere questoracconto e a scrivere cosa ne pensate. E' un genere un po' nuovo per me e vorrei sapere la vostra opinione. GRAZIE! E buona lettura :)
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Questo è un racconto che ho scritto tempo fa, quando ero poco più di un bambino. Certo, ora è stata completamente riadattato aggiungendo dei particolari che allora non pensavo fossero neanche nella mia testa, ma il tema di fondo è rimasto lo stesso. Ho ritrovato "La terra dei Nani" rovistando nella mia camera quando sono andato a trovare i miei vecchi temi scritti mentre ero a scuola o a casa. Appena riletti mi è presa subito voglia di scrivere una storia originale e piena di "cose mie" che traboccano da tutti i pori. Spero che sia comunque di vostro gradimento. Ma ora vi lascio alla lettura!


I - Come tutto ebbe inizio


“Molto tempo fa, esisteva un popolo, forse il più forte di tutti, che regnava incontrastato su tutte le terre”

Appena entrai nella libreria il vecchio stava parlando.

“Questa popolazione era conosciuta come quella dei Nani. Si dice che sia a causa della loro bassa statura, oppure solamente perché appena veniva nominato il loro nome tutti scappavano terrorizzati e l’unica cosa che riuscivano a vedere di sfuggita era un’orda di persone in lontananza che piano avanzava verso di loro, mentre quelli che morivano venivano uccisi da così lontano da non poterli riuscire a vedere neppure in volto.”

Era uno dei suoi soliti discorsi che faceva ogni pomeriggio. Molti tra ragazzi e adulti si radunavano attorno a lui per sentire le sue storie.

“I Nani, oltre per la loro potenza combattiva, erano famosi per i loro poteri oscuri e misteriosi che non lasciavano scampo all’avversario. Poteri mistici. Magia. La più potente arma dei nostri avi e forse la più sconosciuta. Era un’arte che si tramandava da millenni nella loro antica popolazione. Col tempo si sono formati dei gruppi. Questi gruppi cominciarono a migrare lasciando un posto dopo l’altro finché non rincontravano i loro vecchi compagni contro i quali combattevano credendoli nemici di altre terre. Dopo sanguinose battaglie ne rimase solo una, la più potente. Questa è quella che noi ora chiamiamo evoluzione, la legge del più forte: chi ha più potere sopravvive.”

Il vecchio parlava di un’antica leggenda che è raccontata dalle nostre parti. E’ molto famosa ma lui è l’unico che la sa perfettamente. Molti credono che sia stato proprio lui ad inventarla .

“Si crede che l’ultima battaglia dei Nani sia stata combattuta proprio su queste terre. L’ultima battaglia magica della storia, o almeno era quello che credevano. Un ultimo gruppo rimase isolato, nascosto mentre gli altri si davano battaglia. Si era riunito perché quello era l’unico in cui non era presente alcuna fonte magica. Come fece a sopravvivere, vi chiederete? Beh, quelli “diversi”, sapete, sono quelli che si sanno nascondere meglio degli altri, magari anche agli occhi di tutte le altre persone. Loro erano diversi, ma anche molto speciali. Loro erano gli unici della loro specie. Loro erano i nostri antenati. O almeno di molti di noi.”

Il vecchio mi fissò pronunciando quell’ultima frase. Si soffermo qualche minuto, poi si scrollò e continuò il racconto.

“Questa seconda popolazione era un po’ diversa dell’altra. In questa riuscirono inspiegabilmente a riprodursi. Ed erano muniti di donne, considerati dei recipienti umani per procreare.”

Si stava alzando un filo di protesta delle ragazze presenti, mentre gli altri sogghignarono silenziosamente.

“Sì!” alzò d’un tratto il tono della voce “Perché i Nani non avevano donne. Erano tutti e soli uomini, macchine spietate da combattimento. Certo, anche loro si divertivano… sessualmente, intendo. Erano.. come si dice..? Gay!”

Si sentivano vari “bleah” e qualche verso di disgusto, probabilmente maschile. Quegli idioti. Invece adesso erano le ragazze a fare sorrisini e battutine.

“Aaah, ragazzi non fate così. Vi posso assicurare che se in tutto il mondo foste maschi, lo fareste anche voi senza ripensamenti, magari pure col vostro migliore amico, quindi non disprezzate. Fatemi finire adesso. Dove ero… ah, sì! Insomma, i Nani non si potevano riprodurre, potevano solamente mantenersi in vita e giovani per svariati e svariati anni grazie alle loro fenomenali tecniche di guarigione magiche. Posso prevedere anche la vostra prossima domanda… E allora come mai non ci sono tutt’ora? Era questo a cui stavate pensando, vero? Vedete…”

Quello che stava dicendo il vecchio era molto interessante, già sentito migliaia di volte, è vero, ma ogni volta era affascinante. Ero intento ancora ad ascoltare mentre sfogliavo qualche libro, ma ad un tratto qualcosa mi scosse riportandomi magicamente dalla storia alla biblioteca.
Vidi Eric, come lo chiamo io, la mia dolce metà, il mio ragazzo. Le voci riecheggiavano nella mia testa: “Scusa David, oggi non posso uscire, ho tanto da studiare per domani e non credo che oggi uscirò di casa. Ti richiamo stasera, okay?”.
Non credo che uscirò, eh?
Ripetevo tra me e me.
Aspettai che voltasse l’angolo opposto di quello da cui era venuto. Magari stava venendo in biblioteca per studiare… Questo era quello che speravo, invece no. Accanto a quel ragazzo, con cui rideva e scherzava, non stava andando di certo a studiare.
Mi sentivo bruciare, dall’interno, come se una fiamma mi fosse appena nata alla bocca dello stomaco. Il calore si espandeva velocemente verso tutto il resto del corpo: petto, braccia e gambe. Finché non arrivò alle mani. D’un tratto il fuoco che credevo astratto si trasformò in concreto facendo letteralmente incendiare il libro che avevo in mano. Scintilla, fuoco, anti-incendio, scroscio d’acqua, silenzio. In quel silenzio tutti erano rivolti verso di me, mi stavano fissando con aria stupefatta. Tutto il resto diventò obsoleto. Il libro che stava ancora bruciando nonostante l’acqua. Io impalato a terra ancora incredulo. Eravamo tutti e due i protagonisti di quella strana vicenda avvenuta in una piccola cittadina della Toscana.

Io, Davide, stavo per intraprendere un’avventura mai intrapresa prima, né da me né da nessun’altro. Forse, una storia come quella che sto riportando su queste pagine, la potreste ritrovare solo in qualche libro fantastico che hanno scritto alcuni famosi personaggi, come quello che avevo tra le mani prima che prendesse fuoco. Ecco, tutte le altre storie, in confronto a quella che ho vissuto io, sono solo cenere, esattamente proprio come quella che si era appiccicata, quel giorno, sul pavimento bagnato di quella biblioteca.

  
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