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Autore: larrysdreamcatcher    15/04/2013    1 recensioni
"Harry, lo so che ho sbagliato. Lo so che sono un idiota, lo so che mi odi, ma per favore, ascoltami. Mi farò perdonare, te lo prometto, in questo momento mi sento uno schifo. Ti ho fatto soffrire e ancora adesso stai male, per me. Non ti merito Harry, non più. Ma cercherò di rimediare, in qualsiasi modo. Ti amo, harry." Harry sentì il bip indicante la fine del messaggio vocale, spense il telefono, e si preparò a riempire il cuscino di lacrime, ancora una volta.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                      TI AMO, HARRY


"Ti amo, harry." queste semplici parole, uscite dalla bocca sottile e rossa per i baci rubati di louis, avevano fatto schizzare il cuore di Harry a mille. sì, perché dopo mesi in cui si frequentavano di nascosto, nei quali Louis non faceva che ripetere "é solo sesso, ci divertiamo e basta", l'aveva ammesso. Era cotto, maledettamente cotto di quel ragazzino ricciuto, poco più giovane di lui, che si definiva "figlio dei fiori" e indossava coroncine di margherite strappate, e non aveva paura di mostrare a tutti Chi fosse veramente. Al contrario di Louis, capitano della squadra di calcio nella sua stessa scuola, oggetto del desiderio di tutte le ragazze e fidanzato con l'aspirante modella e cheerleader eleanor calder. Nonostante sapesse da anni di essere attratto solo dalla componente maschile, aveva sempre voluto sorvolare su questo insignificante dettaglio della sua mente contorta, preferendo nascondersi dietro una falsa identitá, che lo faceva risultare perfetto agli occhi dei suoi amici, dei suoi insegnanti, e dei suoi genitori. Giá, nessuno avrebbe dovuto saperlo, sarebbe stata una disgrazia per la sua reputazione immacolata. Eppure, quando ad una festa lui ed Harry si erano conosciuti, non aveva potuto negare che qualcosa era scattato, e guidati dagli ormoni e dall'alcool, si erano dati alla pazza gioia nella camera degli ospiti di Andy. Da quel giorno a casa di uno o dell'altro, passavano i pomeriggi insieme ad amoreggiare e a condividere lunghe chiacchierate, scoprendo di avere molto in comune, ma nessuno avrebbe immaginato che si sarebbero spinti così in lá. Ora, nel letto di Louis ormai sfatto, Harry aveva ascoltato attentamente le promesse fattegli dal maggiore: "sono stufo di fingere Harry, di dire a mia madre che sei solo un amico a cui do ripetizioni, di dire alla mia squadra che in realtá non ti sopporto, e di passare le notti con la mia ragazza invece che con te. Quando uscirai da quella porta stasera, parlerò con la mia famiglia. Mi ci vorrá del tempo, ma ti assicuro che potremo stare insieme liberamente, aspetta ancora un po' Harry, e potremo baciarci in pubblico d tenerci per mano, ci pensi? Potrai sederti tra le fidanzate della squadra alle partite!" Harry ridacchiò, mentre riempiva di piccoli baci le guance rosee del suo amante, e in quel momento ci sperava davvero. Aveva aspettato a lungo prima di ricevere in cambio l'amore che lui stesso gli aveva dato, fin dal primo momento, e ora pensava che tutto non sarebbe potuto andare meglio, e che le cose stavano finalmente prendendo la piega giusta. Così si alzò dal letto, salutò il suo ragazzo ("non ancora Harry, non ancora")  e tornò a casa, dove sua madre Anne lo stava aspettando, mentre preparava la cena. Con lei Harry aveva un ottimo rapporto, le raccontava ogni avvenimento delle sue giornate, e lei rispondeva sempre con cosigli azzeccati. Ovviamente sapeva del rapporto speciale che lo legava a Louis, ma non era del tutto sicura che la faccenda giovasse al figlio. Semplicemente, quel Louis le sembrava un tipo parecchio insicuro e indeciso, e non aveva nessuna voglia di vedere il suo piccolo Harry distrutto e col cuore a pezzi a causa sua. Malgrado ciò, fu felice di vedere il ragazzo che sfoggiava un sorriso a trentadue denti per le cose che si erano detti quella sera, e anche lei ci sperava, sperava davvero che i due potessero avere un futuro migliore. Harry si addormentò, il viso di Louis impresso nella mente, il sapore di Louis ancora in bocca, l'odore di Louis tra le narici, e la voce di Louis che gli ripeteva "ti amo" infinite volte nelle orecchie.

Il giorno dopo Harry arrivò a scuola qualche minuto in anticipo, ansioso di trovare Louis per sapere come l'avessero presa i suoi genitori. Salutò Zayn, il suo migliore amico, e il resto del loro gruppo. "Hey Zay" "Hey Har. Ti vedo particolarmente allegro, combinato qualcosa con il tuo principe?" "Oh Zayn, finalmente si é deciso, se tutto va bene tra qualche giorno avrò ufficialmente un ragazzo!" "wow, attento a quello che combini, quello non mi sembra tanto affidabile.." "zayn." "okay, hai ragione, scusa. se ci tieni così tanto, e per lui vale lo stesso, sono convinto che le cose si sistemeranno. ora vado, Niall diventa un fidanzato isterico se non lo accompagno a fare colazione prima delle lezioni!" "ci vediamo in classe Zay!" D'accordo, Louis aveva detto di non parlarne con nessuno, ma Zayn era come un fratello per lui e nascondergli la faccenda sarebbe diventato un peso insopportabile. "E poi," pensò, "tutti sanno che sono gay, non ho bisogno di mentire, l'importante é non rivelare il nome del fortunato..." Con queste idee ancora per la testa si imbatté nel suddetto, che stava cercando un quaderno all'interno del suo armadietto. Non diede importanza al fatto che i suoi compagni di squadra fossero tutti lì, attenti ai suoi movimenti, e andò dritto verso di lui. "Louis!" Lo salutò, raggiante. "Harry...che ci fai qui?" Una piccola nota di insicurezza nella sua voce. "Allora, com'é andata? Sei riuscito a dirglielo? El le tue sorelle? A loro che hai detto?" Harry quando iniziava, era un fiume in piena. Louis sorrise impercettibilmente, e gli rispose, tranquillo "Sì Harry, mi hanno capito. Ho detto loro che per adesso non vogliamo ufficializzare niente, ma hanno detto che per loro sei un bravo ragazzo, e che sono contenti per noi due. Lottie addirittura mi ha risposto dicendomi che se l'aspettava, e che l'ha sempre saputo. Valla a capire, quella ragazzina!" Disse, molto più rilassato. Ma Harry, non si rese conto che non erano a casa loro, che non potevano ancora comportarsi come volevano, e semplicemente si lasciò andare. Baciò Louis sulla guancia e lo stritolò in un abbraccio, proprio sotto gli occhi degli altri ragazzi e di Eleanor, che era arrivata a salutare. Louis non poteva...lasciare che tutto gli sfuggisse di mano, così velocemente...non poteva. Si staccò bruscamente, e si rivolse a lui "Ma sei impazzito? Harry, il fatto che tu sia riuscito a concludere una bella interrogazione grazie al mio aiuto, non ti autorizza ad abbracciarmi in questo modo. E levati!" Disse a voce abbastanza alta, affinché l'ammasso di persone che li circondava lo sentisse. Qualche ragazzo rise, qualcun altro additò il riccio, sussurrando "frocietto, lascialo stare", le cheerleader lo guardavano con disprezzo. Harry si appoggiò ad un armadietto, disorientato da ciò che era appena successo. Eleanor intanto, si era avvicinata a Louis, il suo Louis. "Tesoro, oggi mi hai promesso un pomeriggio di shopping sfrenato, ricordi?" Cinguettò. "Oh amore, certo! Poi però passiamo a casa mia, e ci divertiamo a modo mio..." Sorrise lui, sornione. Un sorriso falso, quasi stomachevole. Qualche fischio di apprezzamento si alzò. La campanella suonò, e il branco si mosse, ognuno in direzione della propria classe. Louis non degnò di uno sguardo Harry, non lo salutò. Sembrava quasi si fosse dimenticato di tutto,  mentre metteva un braccio intorno alle spalle della sua ragazza. Ma Harry era lì. Ancora immobile, la bocca spalancata leggermente e gli occhi fissi in un punto immaginario sulla parete opposta, non riusciva a capacitarsene. Louis l'aveva fatto di nuovo. L'aveva ignorato, disprezzato e insultato davanti a a quelli che considerava suoi amici, alle ragazze, a tutti. E perché? Perché logicamente gli importava di più di ciò che pensavano di lui, della sua fottuta dignitá che sarebbe andata a finire nel cesso se si fosse saputo che se la faceva con lui, uno stupido ragazzino dal cuore grande e dagli occhi profondi, preferiva farsi vedere in giro con una sgualdrina ricoperta d'oro che con lui. Harry non era nessuno. Louis gli aveva detto che lo amava, che ci sarebbe riuscito, che sarebbe cambiato, ma no. Erano tutte cazzate, Harry avrebbe dovuto saperlo. Lo avevano messo in guardia tutti, sua madre, Zayn...ma lui aveva voluto seguire il sentimento cieco che lo conduceva solo ad un tunnel di rumori di cuori spezzati. E aveva sbagliato. Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso. Lacrime amare sporcarono il suo viso, si chiuse nei bagni sudici di quella specie di prigione che era costretto a frequentare, e non uscì fino a quando la campanella lo avvertì che era il momento di ritornare a casa, e riempire ancora una volta il cuscino di lacrime. Non presenziò a nessuna lezione, quella mattina. Corse, aprì la porta e si fiondò in camera da letto. E lì rimase, da solo, torturato dai suoi stessi pensieri. Quando Anne entrò in casa, non si accorse del figlio addormentato nella sua stanza. Harry si svegliò nel pomeriggio, il telefono che squillava. Gli occhi rossi e gonfi, la voce impastata dal sonno, rispose."Zayn?" "Harry? Che é successo? Stamattina non eri in classe...é stato quel bastardo vero? Cosa ti ha fatto ancora? Giuro se me lo ritrovo davanti lo strozzo con le mie stesse mani, io.." "ZAYN." "Scusa, avanti raccontami" "non é successo nulla di importante, Zay, la solita storia. Mi aveva fatto delle promesse, ma non le ha mantenute. Mi dispiace, avrei dovuto darti ascolto...ma non preoccuparti, ho imparato dai miei sbagli. Ho chiuso con questa storia, ho chiuso con Louis." Ma pronunciando queste ultime parole, non riuscì a trattenersi e scoppiò in singhiozzi. "Harry...lo so che é dura, ma lo supererai. Lui non ti merita, okay? Dimenticalo, esci con noi e divertiti. Lui non capisce quello che si sta perdendo Harry. Lascialo vivere nel suo mondo fatto di palloni da calcio e belle ragazze, un giorno realizzerá che la felicitá non sta in quello, e allora sará troppo tardi. Ma tu non puoi correre dietro a lui, e farti del male in questo modo. Adesso basta, basta piangere. Riposa adesso, piccolo. Ci sentiamo." E attaccò. Harry mise giù il telefono, e si riaddormentò piangendo. 

A cena, mangiò in camera sua. Cercò di ignorare la nenia del suo nome pronunciato dalla madre, che molto brobabilmente non si bevve la scusa della febbre alta come pretesto per non andare a scuola il giorno seguente. Anne sapeva, ormai aveva capito, che il figlio era condizionato dalle azioni dell'altro ragazzo. Ma non potendo fare nulla per cambiare la situazione, accettò semplicemente il suo volersi isolare dal mondo, magari gli avrebbe fatto bene per riflettere. 
Il mattino dopo Harry si svegliò, da solo a giudicare dal silenzio che regnava nell'abitazione. Ne approfittò per accendere il telefono e controllare se Zayn gli avesse scritto qualcosa. Non si aspettava di vedere ciò. Una ventina di sms e altrettanti messaggi vocali, dieci chiamate perse, tutte dallo stesso numero. Louis. Decise di aprirne alcuni, solo per curiositá. "Mi manchi Harry... Ho sbagliato, ti prego perdonami,...Harry, non so cosa mi sia successo...ti prego rispondi!...Harry, per favore.." Scagliò il telefono sul letto. No, non si sarebbe fatto abbindolare ancora, era sempre la stessa storia. Non rispose a niente, non lo richiamò. I messaggi continuarono durante la giornata, ma lui li ignorò. Trascorse la giornata giocando ai videogiochi e finendo alcuni compiti per le lezioni del giorno dopo, e quando sua madre gli chiese se gli fosse passata la febbre, rispose che sì, si sentiva in gran forma. Forse pensava davvero di avere la situazione sotto controllo, semplicemente facendo finta di non vedere i tentativi di riconciliazione di Louis. 

Il giorni dopo tornò a scuola, augurandosi di non incontrare Louis, intenzionato a passare la mattinata con i suoi compagni e la sua musica. Se d'era qualcosa che riusciva a rilassarlo, quella era la musica. In particolare, gli piaceva ascoltare Ed Sheeran. Zayn fece di tutto per tirargli su il morale, e anche Niall, il suo ragazzo, si dimostrò amichevole nei suoi confronti. E ci riuscì: nessuna traccia di Louis all'orizzonte, nulla. Per i seguenti due giorni, non pensò più troppo all'accaduto. Tentò di rimuoverlo e di rimuovere soprattutto i sentimenti di rancore e tristezza verso la persona che aveva mandato in frantumi i suoi sogni, perché l'indifferenza era la miglior arma. Ma il terzo giorno, lo vide. Passò per caso davanti al suo armadietto, e lui era lá. Bello da mozzare il fiato, rideva, ad alcune battute sconce dei suoi compari probabilmente, ed Harry si ritrovò a pensare al fatto che nessuno di loro aveva avuto il piacere di ascoltare la vera risata di Louis, cristallina, che compariva soltanto quando Harry diceva qualcosa di buffo e romantico allo stesso tempo, e si ricordò, richiamò alla mente tutto ciò che lo aveva fatto innamorare di lui. Louis si accorse di lui, si girò e lo fissò. Pochi secondi, senza un'espressione precisa sul viso, e poi ricominciò a chiacchierare con gli altri.

 Harry pianse, quel pomeriggio. Si era trattenuto fin troppo, pensò, era ora di dar sfogo di nuovo ai propri condotti lacrimari. Poi, alle 16.01 precise, un messaggio vocale. Uno solo. Di Louis. Lo aprì, giusto per peggiorare la situazione, e ascoltò. "Harry, lo so che ho sbagliato. Lo so che sono un idiota, lo so che mi odi, ma per favore, ascoltami. Mi farò perdonare, te lo prometto, in questo momento mi sento uno schifo. Ti ho fatto soffrire e ancora adesso stai male, per me. Non ti merito Harry, non più. Ma cercherò di rimediare, in qualsiasi modo. Ti amo, harry." Harry sentì il bip indicante la fine del messaggio vocale, spense il telefono, e decise che era il momento di farsi una doccia calda, per scacciare i brutti pensieri. Alle 17.01 un sms comparì sullo schermo del cellulare di Harry. Louis, ancora. 
TI AMO, HARRY. 
Questo recitava. 
"Okay Louis, credi davvero che possa perdonarti così facilmente? Mi credi proprio stupido." Disse tra se' e se'. Alle 18.01, annoiato da una serie televisiva di successo, sentì la vibrazione del telefono. Un altro sms.
TI AMO, HARRY. 
Ancora.
Andò avanti così. Durante la cena, con sua madre che gli chiedeva come procedessero i suoi risultati scolastici, ricevette due sms.
19.01:
TI AMO, HARRY.
20.01:
TI AMO, HARRY.
Andò a letto e spense la luce.
21.01:
TI AMO, HARRY.
Louis sembrava intenzionato a non smettere, ma probabilmente bastava scricare qualche applicazione che ti inviasse i messaggi in un certo intervallo di tempo. "Bella trovata, Tomlinson" pensò Harry.
22.01: 
TI AMO, HARRY.
Ed Harry si addormentò, sognando un mondo in cui amare una persona non fosse considerato un errore.

Si svegliò alle sette e mezza del mattino, come al solito, si vestì, fece colazione ed uscì di casa. Otto messaggi non letti sul suo cellulare, uno per ogni ora, recitante la stessa frase degli altri. 
TI AMO, HARRY.
Entrò in classe con un leggero ritardo, ma l'insegnante sembrò non accorgersene. Salutò Zayn e gli altri, stranamente compiaciuto da quei tentativi di attirare la sua attenzione da parte di un certo Louis, che continuò ad inviargli sms ad intervalli regolari. Non lo raccontò a nessuno, però. Non se ne sarebbe fatto nulla comunque di quegli stupidi messaggi, tutte le lacrime versate non sarebbero state asciugate da qualche "ti amo" scritto automaticamente da una macchina. Però, in cuor suo, desiderava capire dove volesse andare a parare quell'idiota di cui era ancora, inevitabilmente, innamorato. E continuò a dialogare con se' stesso mentalmente, anche durante la pausa pranzo, quando si lasciò scappare un sorriso troppo evidente vedendo l'sms di Louis arrivare puntuale, e subito dopo vedere il ragazzo entrare nella sala mensa, nonostante non lo avesse nemmeno guardato. 
14.01:
TI AMO, HARRY.
Stava cercando di risolvere un problema matematico fin troppo complicato, e non riusciva a concentrarsi sugli esercizi perché
15.01: 
TI AMO, HARRY.
Louis. Perché Louis occupava la sua mente. 
16.01:
TI AMO, HARRY.
Si ritrovò a pensare a cosa stesse facendo in quel momento Louis, magari era in giro con la sua ragazza, o era agli allenamenti di calcio.probabilmente la seconda opzione, il giorno dopo avrebbero avuto una partita importante per il campionato. Oh, e Harry aveva promesso a Zayn che ci sarebbero andati insieme, a vederla. In realtá non ne aveva molta voglia, di solito dopo le partite i due ragazzi si ritrovavano negli spogliatoi a pomiciare, ma questa volta sarebbe dovuto rimanere al suo posto, mentre la squadra portava in trionfo il loro capitano. Avrebbero vinto comunque, erano davvero imbattibili, Harry doveva ammetterlo, lo stesso Louis ci sapeva fare. 
17.01:
TI AMO, HARRY.
Il pensiero di Louis sudato e in tenuta da calcio lo fece agitare.
18.01:
TI AMO, HARRY.
Si era appena masturbato sull'idea del suo (ormai ex) amante mentre giocava a calcio?
19.01: 
TI AMO, HARRY.
Sì.
La sera, si distrasse leggendo un libro che gli aveva prestato Zayn, Hunger Games. La storia lo aveva rapito completamente, e insieme avevano anche visto il film.
22.01:
TI AMO, HARRY.
Spense la luce e si addormentò.
Il mattino seguente non fu dei migliori. Si svegliò con un forte mal di testa, ma si costrinse ad andare a scuola solo per poter osservare la partita dagli spalti più altri, per non essere notato. Entrando a scuola, notò diversi sguardi puntati su di lui, la maggior parte di ragazzi e ragazze che frequentavano la compagnia di Louis. "Zay, che succede?" "Uh?" Rispose assente il moro, impegnato a copiare la risoluzione degl esercizi dal quaderno del riccio. "No dico, mi fissavano tutti in corridoio. É successo qualcosa?" "No, umh, non mi pare. Ah, Louis ha lasciato Eleanor." Harry per poco non cadde dalla sedia. Si girò di scatto verso Zayn e praticamente gli urlò in faccia "e tu questo lo chiami niente?! Dimmi tutto quello che sai a proposito, subito!" "Har, calmati. Non mi avevi detto di averlo dimenticato? E comunque, Niall mi ha detto di aver sentito la conversazione, in pratica le ha detto che i suoi sentimenti ora sono rivolti ad un'altra persona. E lei ci é rimasta di merda. Ma figuriamoci, tra qualche ora la ritroveremo a farsi qualche altro giocatore della squadra nei bagni..." "Zayn, grazie, grazie di tutto. Ti adoro lo sai? Ah,se non ci fossi tu..dunque...oggi andiamo alla partita?" "Certo, se ti va.." "Ovvio che mi va!" "Sì sì okay ora lascismi finire in pace.." E Harry chiuse la conversazione, controllando di nuovo tutti i messaggi ricevuti quella mattina. 

9.01:
TI AMO, HARRY.
La campanella suonò, ma Harry entrò dopo qualche minuto nella classe successiva, perché si fermò ad aspettare l'ormai nota vibrazione del suo telefono che da due giorni a questa parte ogni ora lo riportava a Louis.
Dopo pranzo, andò sugli spalti insieme ai suoi compagni, per aspettare l'inizio della partita. Vide la consueta divisione che si presentava ad ogni signolo evento sportivo: in alto, gli sfigati come loro, nel mezzo, quei gruppi che nessuno considera, e sulle prime file le ragazze dei giocatori e quelli dell'ultimo anno. Anche Eleanor era lá, insieme ad altre cheerleader. Non ci fece molto caso, perché in quel momento i ragazzi entrarono in campo. Si sedettero sulle panchine dopo aver stretto la mano ai giocatori dell'altra squadra, ed Harry lo vide. Vide Louis che scriveva qualcosa con il suo telefono, e qualche secondo dopo il suo schermo si illuminò.
16.01:
TI AMO, HARRY.
Aveva pensato a lui tutto il tempo. Louis aveva pensato ad Harry in ogni singolo momento della giornata, e gli aveva ricordato i suoi sentimenti esattamente ogni ora, perché non se lo scordasse, perché lui lo amava davvero. Harry se ne rese conto solo ora, ma la partita stava cominciando e non aveva tempo di pensare al subbuglio di sentimenti che affollavano la sua testa in quel momento, voleva solo godersi Louis vincere. E così fece. Non ci pensò fino a quando non arrivarono gli ultimi minuti di gioco, quando entrambe le squadre segnavano lo stesso punteggio, e tutto dipendeva dall'ultimo rigore, quello di Louis. 
16.55
Louis si prepara a lanciare.
16.57
Louis tira. La palla va dritta in porta. É fatta.
16.58
Tutti esultano, la vittoria é stata portata a casa, ed é merito del loro capitano.
16.59
La squadra batte il cinque a Louis, gli da pacche sulle spalle, ma Louis di solito dopo un goal si mette a correre lungo tutto il campo. Tutti aspettano quel momento. 
17.01 
Quel momento non arriva. Harry non ci crede, sta vivendo in uno dei suoi sogni, pensa, ma dopo aver controllato l'ora sul suo telefono, Louis é in mezzo al campo, e si sta togliendo la sua maglia numero 17. Sotto ha una tshirt bianca, semplice, con una scritta nera enorme, sia dietro che davanti.
TI AMO, HARRY.
Legge Harry. Leggono anche tutti gli altri in realtá, chi con la faccia stupitá, chi indifferente, chi trattenendo una risata.
Ed allora Louis corre, fa il suo noto giro del campo, con quella maglia addosso, fiero di ciò che porta scritto. Ed Harry non ascolta più nessuno, né Zayn che gli urla che é pazzo, nè Eleanor che gli grida vari insulti irripetibili. Corre giù, in mezzo al campo dove  non cé più nessuno se non Louis, ansante dopo la corsa. Lo aspetta a braccia aperte, Louis. Harry gli salta in braccio praticamente, si fondono insieme in un abbraccio che é amore, é promesse mantenute, é tutto ciò che Harry desiderava da tanto. E poi Louis lo bacia, un bacio casto ma che dice tutto, che urla al mondo ciò che lui non é in grado di dire. "Ti amo, Harry" gli sussurra Louis all'orecchio. "ti amo anche io, Louis."  E la gente sugli spalti esulta ancora una volta, questa volta però per la vittoria più grande, Per il loro amore. 






Marty
 
   
 
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