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Autore: Damon_Soul93    16/04/2013    1 recensioni
Questo è il primo capitolo della mia prima fanfiction, spero che vi piaccia che commenterete. Mi farebbe piacere se mi deste dei consigli così da poter migliorare.
Sono mesi che penso a questa storia e finalmente ho deciso di pubblicarla. Beh che dire cito una canzone "allora sia buon viaggio" Buon Big Bang a tutti :3
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo extra: G-Dragon

 

Ero chiuso di nuovo in una stanza a scrivere un nuovo testo. Il “boss” come lo chiamava Vic, aveva deciso di aggiungere una terza canzone e a lui era stato affidata carta bianca, ma davanti a se vedeva vedeva appunto solo il bianco del foglio.

Non so come ero riuscito a trovare una saletta piccola, ma confortevole in un angolo remoto dell'agenzia, speranzoso di ottenere un po' di tranquillità. Scrissi qualche nota, solo per poi accartocciare il foglio e buttarlo nel cestino lì di fianco, ormai colmo di note che mai avrebbero visto la luce.

“BASTA!” Urlai a uno spettatore invisibile, spensi la luce e rimasi lì, con la testa tra le mani rincorrendo note che non volevano essere acchiappate.

Ormai ero da un po' al buio quando un click mi riportò alla realtà, insieme alla luce che mi accecò per un istante. “Mi scusi, non sapevo che ci fosse qualcuno” mi disse una voce familiare. “Ah GD sei tu?cosa ci fai qui?E al buoi poi?!” Era Vic, come non accorgersene.

Stavo cercando un ispirazione che non c'è.” Ammisi sconsolato, ma poi la rabbia si fece strada in me. “Cosa credono che sia? Dio? L'album uscirà i primi di febbraio, siamo a dicembre e mi chiedono di scrivere, così, una canzone dall'oggi al domani?!” Sbottai. Non era da me deprimermi o arrendermi, anzi di solito in questo tipo di relazioni riesco a dare il meglio di me, ma siamo tutti esseri umani e anche il grande GD può sbagliare..Mh bella questa potrei usarla. “Scusami Vic e che sono un po' teso.” Lei non disse niente, mi guardò attentamente e poi vidi nascere sul suo viso un sorriso trionfante. “Vieni con me, so cosa fare!” Mi prese per mano e mi trascinò per i vari corridoi, passammo anche davanti a YoungBae che assunse un'aria interdetta. Continuammo a correre finché non mi portò nella palestra dell'agenzia. “Vic non ho voglia di fare palestra.” “Infatti, non la farai.” Si girò e mi porse due guantoni da box. Mi portò in un'altra sala, dove erano appesi ovunque sacconi pieni di sabbia. C'erano poche persone ad allenarsi. Si fermò davanti a un sacco preciso, l'unico blu della stanza. “Questo è quello che uso io di solito, immagina che al suo posto ci sia la faccia di chi vuoi colpire e bang! Un bel pugno sul naso.” Sorrise soddisfatta. Apprezzavo il suo impegno, ma non ne avevo proprio voglia, così mi girai e stavo facendo per andarmene, quando lei mi afferrò per il polso. “Stai scappando? Questo non sei tu.” Avrei voluto urlarle che lei non mi conosceva così bene dal potermi giudicare, ma sapevo in cuor mio che aveva ragione, così indossai i guantoni e iniziai a tirare qualche colpo, finché non ci presi gusto. Dopo una mezzora ero sfinito e grondante di sudore, meno male che quella mattina avevo indossato una tuta. Vic annuì in senso di assenso. “Così ti dai alla box.” Dissi annaspando, dovevo ricominciare a fare palestra, stavo davvero perdendo il ritmo. Lei non mi rispose subito, indossò i guantoni e iniziò a colpire con gesti rapidi e precisi il sacco. “Ho dovuto. Le persone non si sono sempre comportate bene con me.” Mentre parlava aumentava il ritmo e l'intensità dei colpi. La visione di quella ragazza, all'apparenza così indifesa, che riusciva a colpire con tanta forza un sacco di almeno 50 kg, mi venne l'ispirazione. Eccola era proprio lì. Mi alzai di scatto e la presi tra le braccia, incurante delle facce incuriosite che ci guardavano e le feci fare una piroetta, anche lei sembrò sorpresa. “Eureka!”

 

Poche ore dopo.

Era pronta, la mia nuova creatura. Risistemai i pentagrammi e uscii dalla stanza, all'esterno c'era Victoria ad attendermi. “Pronto?” “Io sono nato pronto.” Li sorrise al mio commento e mi accompagnò dal Boss. Sulla facciata del primo spiccava il titolo Knuckle Duster Girl.

 

 

Capitolo Extra: Daesung.

 

Una stanza diverse dalle altre. Vari gadget di Doraemon erano sparsi per la stanza. Un ragazzo giaceva addormentato nel suo letto, ma il suo non era un sonno tranquillo, qualcosa turbava il sonno di quello che tutti consideravano un angelo caduto dal cielo.

 

Mi svegliai di soprassalto in un bagno di sudore. Gli spettri del passato si insinuavano nei suoi sogni per ricordargli la sua colpa.

Mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno attiguo alla mia camera e mi buttai sotto il getto purificatore della doccia.

Dopo questi incubi diventava sempre più dura per lui assumere la sua solita aria spensierata, ma ormai più passava il tempo e più diventava difficile assumere i panni del vecchio Dae, quello prima dell'incidente.

Uscii dalla cabina doccia e mi apprestai a seguire la mia routine mattutina. Uscii e mi ritrovai davanti il caos! Vestiti, cartoni della pizza e cartacce varie erano in giro per casa.

“Ma come avete fatto a fare tutto questo in una sola serata?” Chiesi sbalordito. Non riuscivo a sopportare la confusione. Sentii formicolarmi le mani, dovevo pulire, ma YoungBae stava già procedendo e anche di gran fretta. “Hyung, ma da quando sei così fissato con l'ordine?”

Una strana smorfia si dipinse sul suo volto. “Io? Io ho sempre amato pulire Dae, forse lo hai dimenticato.” “Sta per arrivare la sua ragazza” Rispose Ji al suo posto, iniziando a ridere convulsamente. “Ah!Stai zitto!” Rispose stizzito YB. “Ti do una mano.” Così iniziai a pulire automaticamente.

Poco dopo arrivò Victoria portando con se l'odore di pane appena sfornato e cornetti al cioccolato. “Questa è la vostra colazione per oggi.” Ci sedemmo tutti a tavola e iniziammo a mangiare, sembrava una scena idilliaca, una famiglia alle prese con la colazione.

Gli spettri del passato però non mi davano tregua, mi rincorrevano fino a quando ormai stanco non cedevo fino al essere stretto nelle loro braccia mortali.

Mi scossi da quei pensieri scuotendo la testa. Vidi i ragazzi guardarmi con aria interrogativa, ma li rassicurai con un sorriso, indicando che stavo bene. Ma non era la verità, non stavo affatto bene e non sapevo dove sbattere la testa, come se il cielo sentisse il mio grido d'aiuto, un'abbagliante lampo illuminò la stanza. Poco dopo una pioggia scrosciante scese rapida dal cielo.

“Se continua così le strade si riempiranno di fango e sarà impossibile raggiungere l'agenzia.” Disse Vic alzandosi dalla sedia e avvicinandosi alla finestra. “Io odio la pioggia.”

Come presagito da Victoria dopo mezzora le strade furono dichiarate inagibili e decidemmo di restare a casa, ovviamente Vic restò da noi.

Non mi sentivo di compagnia così mi ritirai nella mia stanza e iniziai a riguardare quegli episodi di Doraemon che ormai conoscevo a memoria.

Ero completamente al buio fatta eccezione per la luce emanata dal televisore, un leggero bussare mi distolse dalla visione. “Possiamo entrare?” Non avevano atteso la risposta, erano semplicemente entrati, erano lì tutti e cinque, i miei compagni di una vita e la mia nuova amica. Erano lì sull'uscio della porta con le braccia incrociate. Era una scena davvero comica, avrei riso, se non avessi saputo la gravità della situazione. “Possiamo sapere cosa c'è che non va?Siamo tuoi amici e siamo qui per aiutarti.” Qualcosa in me si ruppe in mille pezzi, la barriera che pian piano avevo eretto tra me e i miei amici si disintegrò. Ciò che era sepolto venne a galla e raccontai ai miei amici degli incubi che ormai da tempo mi perseguitavano. Il resto della giornata la assai con i miei amici giocando a fare le imitazioni di personaggi famosi e vedendo film.

Verso le 18,00 le strade tornarono agibili e Victoria poté tornare a casa, ma prima di andare mi si avvicinò e disse: “Sai mia nonna diceva che quando teniamo gli occhi chiusi i diavoli vengono a farci visita e che per scacciarli basta cantare una canzoncina, magari quando ti senti giù potresti provare a cantarla.” Intonò dei brevi versi in una lingua sconosciuta, lasciandomi lì a bocca aperta.

 

So che probabilmente la parte su Dae non mi è venuta benissimo, ma ci tenevo a provare :) Che dire grazie per aver letto! Dal prossimo capitolo ritornerò a scrivere la storia dal punto di vista di Victoria e tenetevi pronti a un Natale spumeggiante!

   
 
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