“Lei non mi ucciderebbe”
 
Fa freddo. Così freddo che la pelle si secca e le labbra si seccano al punto da spaccarsi e sanguinare se ridi. Fa così freddo che sento le ossa ghiacciate. La sciarpa di lana leggera non mi protegge dal vento, gli alberi non sono un riparo per la pioggia.
Scuoto il capo e muovo i piedi, più che altro per non perdere la sensibilità alle dita. Rannicchiato nel fango, al riparo sotto un albero, la schiena premuta contro il tronco, tengo l’arco teso, una freccia pronta ad essere tirata, e aspetto.
Aspetto Katniss, aspetto una presa. Aspetto una rivolta, e anche che smetta di piovere, perché, Dio, questi abiti gelidi mi fanno arrivare il gelo al cervello.
Gli scarponi sono infangati, sono fradicio, un coniglio mi passa davanti agli occhi e me lo lascio sfuggire, un po’ perché mi sento clemente, un po’ perché sono stremato dal freddo e dall’attesa, un po’ perché sto pensando a lei, e a quel suo cipiglio concentrato quando impugna l’arco.
Se sapesse che ho perso una preda per questo, per un motivo così futile, potrebbe uccidermi. Tengo per me la speranza di essere importante per lei, la speranza che non sarebbe capace di uccidermi. Ma la speranza non serve a niente nel Giacimento. Non serve, per lo meno a me.
Non riesco ad alzarmi, mi sento ancorato al terreno, bloccato sotto quest’albero, le dita intorpidite che stringono ancora saldamente l’arco. La voglia di tornare nel Giacimento e pestare le pozzanghere nero carbone mi scivola via dalle membra, la voglia di addormentarmi qui in questa pozza di fango e restarci a morire. Sarebbe tutto più semplice.
Ma solo un combattente. E lo è anche lei. Potremmo fuggire insieme, vivere nei boschi, cacciare. Un altro coniglio sfugge al mio sguardo.
Lei, lei non mi ucciderebbe. 


N.d.a. 
Ecco anche il secondo. Li ho scritti questa mattina, a scuola, per cui tanto vale metterli assieme no? u.u 
Bene, ecco Gale colto a riflettere ewe 
Grazie di nuovo a tutti (?) e buondì!